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Editoriale di Marzo 2001

Storie di Miti e di Magie

[Buyer Beware]

Autore: Dejan Veselinovic

Lasciatemi cominciare col mettere subito in chiaro che non credo assolutamente, e tanto meno mi fido del cosiddetto "High End". Penso che si tratti, in generale, di un gigantesco imbroglio.

Badate che ho specificato "in generale"; infatti ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno costruttori degni di rispetto, con prezzi da capogiro ma nonostante tutto che cercano di fare e di dare il meglio. Sfortunatamente, almeno per come la penso io, si tratta di una minoranza pressochè trascurabile.

Per aiutarvi a capire le ragioni di questa mia opinione così critica sull'high end, è necessario che vi racconti qualche mia esperienza piuttosto negativa. Non farò nomi, nella vana speranza che queste cose non succedano più.

Caso 1. Un famoso costruttore, quello che ha praticamente lanciato l'idea delle versioni migliorate di apparecchi hi-fi di consumo. Un amico aveva uno di questi amplificatori integrati il quale un bel giorno decise di esalare l'ultimo respiro con una piccola fumata. L'amico mi chiese di ripararlo e, poichè avevo fatto un po' di esperienza con lo stesso amplificatore nella versione standard, ho accettato. Non appena l'ho aperto, tuttavia, ho avuto la netta sensazione che si trattasse esattamente della versione standard. La cosa mi ha insospettito a tal punto che ho deciso di farmi prestare da amici di amici lo stesso apparecchio nella versione base per fare un confronto. Bene, sono andato a controllare sin nei più piccoli particolari e giuro che non sono riuscito a trovare la ben che minima differenza.

Ad ogni modo ho riparato il guasto piuttosto facilmente, era roba da poco, non certo attribuibile alla responsabilità del costruttore - il componente in questione era di buona qualità, ben scelto e da un produttore affidabile, e quindi il guasto era stato semplicemente una questione di sfortuna. Ho sostituito il componente guasto ed anche i componenti ad esso associati nel caso improbabile che si fossero anch'essi danneggiati a causa del guasto e l'amplificatore si è allegramente riacceso e si è rimesso a funzionare perfettamente.

Ho voluto poi accertare che l'amplificatore rientrasse nuovamente nelle specifiche riportate nel manuale di istruzioni e, già che c'ero, ho controllato anche l'esemplare che avevo chiesto in prestito, non si sa mai. Qualche piccola regolazione e tutto si è sistemato. Poi ho fatto qualche misura e ho ottenuto praticamente gli stessi valori per entrambi gli amplificatori, anche per quanto riguarda la potenza d'uscita. In due giorni interi che li ho avuti per le mani non sono riuscito a trovare assolutamente nulla che giustificasse il fatto che uno dei due fosse dichiarato migliore dell'altro e tanto meno che giustificasse la differenza di prezzo.

Si trattava secondo me di una vera e propria truffa, ma avrei anche potuto dimenticarmene se non mi fossi imbattuto qualche mese dopo in un numero della rivista tedesca "Stereo" in cui, guarda caso, i recensori raggiungevano ESATTAMENTE la stessa mia conclusione! I tedeschi, generalmente molto misurati nei loro giudizi, in questo caso non usavano mezze parole, ed avevano sacrosantamente ragione! Devo dire, a onor del vero, che lo stesso costruttore oggi offre ottimi prodotti basati su modifiche di apparecchi di consumo nei quali le differenze rispetto alla versione base sono ben evidenti e documentabili.

Caso 2. Un amico, possessore di un amplificatore di una marca americana molto famosa, una delle due o tre più quotate a livello mondiale, mi telefonò un giorno chiedendomi di passare da lui a verificare direttamente con i miei occhi perchè, disse, se mi avesse descritto quello che aveva visto aprendo l'apparecchio non gli avrei creduto.

Aveva ragione. Eccolo lì il mostro, 35 chili di finale di potenza, prezzo a 4 zeri (7 zeri in Italia). Faceva impressione già a due metri di distanza e ovviamente non vedevo l'ora di metterci le mani dentro. Non mi son fatto certo pregare. Era costruito in modo totalmente simmetrico per cui era piuttosto facile confrontare i due canali. Il mio amico mi disse che lo aveva riparato, il circuito di accensione ritardata si era guastato, e ciò voleva dire che non era andato a toccare i circuiti audio.

Per farla breve, ho notato che su una delle schede c'era un sacco di spazio. Diverse file di transistor, ad occhio e croce più o meno una trentina, mancavano all'appello. Non c'erano! Eppure l'amplificatore funzionava perfettamente. Ho controllato i punti in cui si sarebbero dovuti trovare i transistor e verificato che niente vi era mai stato saldato - la scheda aveva lasciato la fabbrica esattamente in quello stato.

Il che implica necessariamente che questi transistor di fatto non erano necessari ma che erano lì solo a riempire la scheda ed a giustificare il prezzo stratosferico dell'amplificatore. Avevo già visto lo stesso trucco nel 1968 quando, dopo aver comprato una radio portatile ad "8 transistor" di marca sconosciuta, mi ero reso conto che tre di questi transistor erano saldati sulla scheda con l'unico scopo di giustificare il nome della radio! In quel caso si trattava di uno sconosciuto costruttore di Hong Kong, ma ora era ben altra cosa, qui erano in ballo molti, molti soldi ed un marchio davvero assai famoso.

C'era un solo modo di verificare e cioè dissaldare gli stessi transistor sulla scheda dell'altro canale. Ecco fatto: non è successo nulla, l'amplificatore a continuato a funzionare come prima senza batter ciglio.

Conclusione: qualche tecnico aveva interrotto il lavoro per la pausa pranzo e si era poi dimenticato di saldare questi transistor utili solo a fare colpo sui fessi. Dal momento che non svolgevano nessuna altra funzione oltre a questa, l'amplificatore aveva tranquillamente passato tutti i controlli di qualità ed in effetti era in condizioni operative perfette. A rigor di logica non si poteva parlare di truffa, l'acquirente aveva pagato per un amplificatore funzionante ed aveva in effetti ricevuto un amplificatore funzionante. Ma tutto ciò mi fa riflettere su come mai un costruttore prestigioso faccia questo, cioè mettere dentro l'amplificatore qualche transistor finto (o meglio, forse erano perfettamente funzionanti, ma comunque del tutto inutilizzati), se non per impressionare ulteriormente il potenziale acquirente con una spesa ridicola (30 piccoli transistor di segnale costano meno di un dollaro al dettaglio, per cui immaginate quanto possano costare a loro che acquistano all'ingrosso) e giustificare così il prezzo elevato. Brutta pratica.

Caso 3. Un amplificatore valvolare di una marca americana molto famosa si era improvvisamente ammutolito è mi hanno chiesto di dargli un'occhiata. Ho accettato, anche se le elettroniche a valvole non sono il mio forte. In realtà era solo un fusibile bruciato posto in una zona difficilmente accessibile dell'amplificatore, per cui non si è trattato di una vera e propria riparazione, a meno che consideriate tale la sostituzione di un fusibile. Ma ciò mi ha dato l'opportunità di dare un'occhiata all'apparecchio da vicino. Si trattava di un amplificatore semplice, senza fronzoli, ben realizzato, ma piuttosto vuoto all'interno. Ho fatto un elenco delle parti utilizzate nella costruzione e, tornato a casa, sono andato a controllarne i prezzi al dettaglio. Includendo nel calcolo i prezzi dei trasformatori Audio Note e del cablaggio vad den Hul, ossia di componenti più o meno della stessa qualità di quelli impiegati nell'amplificatore in questione (anche se, ad essere sincero, non conosco i dettagli di costruzione dei loro trasformatori, per cui su questo punto potrei anche sbagliarmi), saltò fuori che tutti le parti dell'amplificatore potevano essere regolarmente acquistate al dettaglio per una somma totale di circa 350 $ (380 euro), incluso un cabinet fatto su misura, migliore e più robusto del loro. Ma allora, dove erano finiti i rimanenti 4650 $ (5000 euro)?

E' vero, tutti sappiamo che i cervelli che stanno dietro al progetto di un buon apparecchio hi-fi devono essere pagati, che il costruttore deve sostenere diverse spese, che la pubblicità costa, ecc. ecc. e quindi è lecito attendersi che il prezzo finale debba essere diciamo 4-5 volte più elevato del semplice costo di parti e materiali (e tenete presente che i costruttori acquistano all'ingrosso e quindi hanno grossi sconti sui prezzi di listino), ma qui stiamo parlando di un prezzo finale equivalente al costo delle parti moltiplicato per 13,3! Non so voi, ma io penso che questo si chiami furto legalizzato, anche se nessuno è obbligato ad acquistare questo amplificatore.

Caso 4. Costruttore europeo molto famoso. Il loro ampli riportava nelle specifiche una potenza d 120 W, ma dopo averci convissuto per un paio di settimane, ero tormentato dalla sensazione che in realtà la potenza dichiarata non fosse corretta. Senza dir nulla all'importatore, l'ho preso e portato in laboratorio per metterlo alla prova. Ho misurato 111 W a 20 Hz, 132 W a 50 Hz, 126 W a 1 kHz e circa 13W a 20 kHz. Era sotto di -9dB a 20 kHz!

Prima di tutto, questo gingillo costa circa 3500 $ (3700 euro), che non sono bruscolini, e un simile comportamento alla misura non si verifica nemmeno su apparecchi che costano 1/10 di questa cifra. Secondo, dato il costo dei materiali all'interno e la reputazione del costruttore, della quale ora mi permetto di dubitare, si potevano dare solo due possibilità: 1) l'esemplare da me esaminato era difettoso, e 2) la cosa era voluta. Si trattava ora di scoprire quale delle due ipotesi fosse quella giusta.

Tenendo ancora all'oscuro del tutto l'importatore, ho speso una settimana a cercare un altro esemplare, con circa 7 mesi di funzionamento nelle mani di un proprietario giudizioso. Ho ottenuto risultati pressochè identici, il che risolveva il caso: la cosa era voluta. Ora, il libretto di istruzioni non specificava in quali condizioni la potenza di uscita dichiarata era stata misurata, e quindi non posso sollevare questioni, quanto meno sul piano legale.

Ma credo che molti di voi convengano che non ci può essere vero audio, e tanto meno high end, senza linearità di risposta. Se manca questa crolla tutto, non state più vendendo audio, ma la VOSTRA idea di audio e se questa è la vostra idea di audio fareste meglio a farvi controllare l'udito. Tuttavia, questo tipo di comportamento indica chiaramente che il tentativo era stato quello di emulare un suono valvolare, anch'esso caratterizzato da cali di potenza agli estremi di frequenza, pompando volutamente il midrange o, se volete, facendo risaltare i dettagli. In realtà, i progettisti avevano calcato un po' troppo la mano, erano stati un po' troppo zelanti nel loro tentativo di rendere "valvolare" il suono di un transistor.

Avevo inizialmente preso questo amplificatore con l'idea di farne la recensione per TNT, ma dopo aver visto quello che ho visto e, peggio, dopo aver sentito quello che ho sentito, l'ho restituito all'importatore con una scusa qualunque e questo amplificatore non è mai arrivato sulle pagine di TNT. Nè ci arriverà in futuro, almeno per quanto dipende da me. Tengo molto a TNT e credo sinceramente che si dovrebbe scrivere solo di apparecchi che lo meritano, almeno entro certi limiti di ragionevolezza, non importa se quel particolare suono non corrisponde ai gusti del recensore. Non sono un fanatico delle valvole nei finali di potenza (anche se possono fare grandi cose nei preamplificatori), e dunque non conosco abbastanza questo tipo di apparecchi, per cui, se fossi io a decidere, preferirei che gli desse un'occhiata il nostro Geoff Husband, dal momento che lui è molto più esperto di me in fatto di valvole, tanto più che mi fido ciecamente dei suoi giudizi.

Ho avuto altre simili esperienze negative con altri costruttori high end, e tutte nell'insieme mi hanno portato a concludere che per sfondare nel mercato high end tutto quello che occorre sono cabinet ben costruiti ed un grosso investimento in pubblicità - il suono non conta. Nell'high end conta molto più il VALORE PRECEPITO di quello reale in termini di qualità del suono: un apparecchio costa molto, è di buona marca, tutti lo conoscono, e quindi la gente si aspetta che suoni bene. Temo che il 95% dell'high end sia, al giorno d'oggi, pubblicità.

Naturalmente c'e qualche buon prodotto high end in giro. Ma in genere è di qualche costruttore piccolo ed agli inizi, che non si può permettere di essere soltanto costoso, ma che deve anche produrre apparecchi ben suonanti se vuole emergere. Una volta fattosi un nome, anch'esso potrà far fruttare i propri investimenti utilizzando la stessa pratica.

Eppure, nonostante tutto, l'audio ha bisogno dell'high end così come l'industria dell'auto ha bisogno della Formula 1. E' qui dove le nuove idee, sempre molto costose da mettere in pratica all'inizio, emergono, si sviluppano e quindi ricadono sul mercato dell'udio, quello per i comuni mortali intendo. A suo tempo, dCS Elgar aveva introdotto il convertitore analogico digitale ad anello; oggi la britannica Arcam offre una variante di quella stessa idea nei suoi prodotti dal prezzo più accessibile. E non c'è nulla di che meravigliarsi, l'Elgar suona davvero molto bene, al punto che potrei pensare di uccidere per averlo.

Allora il mio consiglio è di stare alla larga dall'high end, a meno che riusciate a non farvi intimidire quando vi mostrano un apparecchio di questa fascia di mercato. Non fidatevi di nomi, di etichette, di prezzi, di esposizioni accattivanti nei negozi, fidatevi solo delle vostre orecchie. Venite meno a questa buona regola e finirete per comprare qualcosa per fare invidia ai vostri colleghi audiofili e che sarà motivo di discussioni interminabili con i possessori di apparecchi di costruttori concorrenti, oltre che uno spreco inutile di denaro.

E ricordate, non fidatevi delle riviste patinate, tanto meno di quelle che hanno un nuovo prodotto di riferimento ogni mese; per forza, se non fanno così non raccolgono abbastanza pubblicità, il che vuol dire meno soldi in saccoccia. Fermatevi a riflettere su quanto dovrebbe essere pagato un recensore per potersi permettere tutto quello che gran parte dei recensori possiedono - poi ditemi quale rivista arrivi a pagare quelle cifre. Io credo di saperne qualcosa, dal momento che faccio il giornalista professionista da 18 anni.

Cominciate col non credere a questo articolo. Fermatevi a riflettere abbastanza a lungo da non fidarvi di quello che ho scritto e ne sarò felice: avrò raggiunto il mio scopo. Ora, tutto quello che dovrete fare è chiudere gli occhi di fronte a nomi, sigle e prezzi ed aprire le vostre orecchie alla musica. Allora tutto vi apparirà più naturale.

© Copyright 2001 Dejan Veselinovic - https://www.tnt-audio.com

Traduzione ed HTML Editing: Aldo Polettini

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