Editoriale di Dicembre 2022

Ancora riedizioni in chiave moderna di icone del passato

[Brionvega RR126 - foto di Oliver Kurmis]
Brionvega RadioFonografo RR126, nell'edizione degli anni '60

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Dicembre, 2022

Mentre altre riviste web, non avendo molto altro da pubblicare, si limitano a fare da passacarte, inoltrando pedissequamente i comunicati stampa delle aziende, a noi piace fare le cose in modo diverso. Così, dopo la tirata d'orecchi ad Audio Technica, per la commercializzazione di una versione moderna del loro vecchio giradischi portatile Sound Burger, è il momento di Brionvega, storico marchio italiano di prodotti audio e video di design conosciuti in tutto il mondo. Brionvega è un marchio italiano di elettronica di consumo, fondato dal Giuseppe Brion (1909-1968), insieme con la moglie Onorina Tomasin, e l'ingegner Leone Pajetta, ora di proprietà della BV 2 s.r.l. di Milano.

La storia di Brionvega è costellata di prodotti iconici, tra i quali, nel 1964, il televisore modello Algol 11" realizzato da Zanuso e Sapper, oggetto di culto esposto al MoMa di New York e al Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo. Sempre nel 1964 fu commercializzata la famosa radio cubo ovvero la TS502, anch'essa presto diventata oggetto da collezione e oggi riproposta in chiave moderna alla cifra di 500€. L'anno successivo fu la volta del radiofonografo RR126, disegnato dai fratelli Achille (1918-2002) e Pier Giacomo Castiglioni (1913-1968), in pratica un sistema HiFi costituito da un corpo centrale, con giradischi e due altoparlanti laterali che però potevano essere agganciati al corpo centrale in tre modi diversi. Era in uso persino a David Bowie!

[Brionvega RR126 - foto di Oliver Kurmis]
Brionvega RadioFonografo RR226, riedizione del vecchio RR126 degli anni '60

Dopo la chiusura di Brionvega e la rilevazione dell'azienda e del marchio da parte di soggetti diversi, la nuova proprietà decide di progettare una versione moderna del RadioFonografo, ora denominato RR226 (era RR126). Non si tratta di una novità assoluta, ma è di questi giorni il battage pubblicitario sulla piattaforma Facebook. Il nuovo sistema integrato ha le seguenti caratteristiche tecniche:

In più, solo per gli acquisti dal sito internet ufficiale Brionvega, nell'imballo del radiofonografo è incluso un dispositivo per lo streaming Bluetooth HD. L'oggetto somiglia moltissimo, ovviamente, al radiofonografo degli anni '60, ma non si tratta di una vera e propria produzione in serie. Limitato a soli 100 esemplari (vi ricorda qualcosa?) l'oggetto può essere ordinato e, data la produzione artigianale, dovete attendere tempi d'attesa piuttosto lunghi.

L'idea è buona, direte voi, si ripropone un oggetto culto che ha reso il marchio italiano famoso nel mondo. Tutto vero, ma a guastare la festa c'è il prezzo richiesto, di ben 20.000€ (ventimila), che scende a 11900€ per la versione bianca, cifra a mio parere difficilmente giustificabile dal punto di vista tecnico (quel giradischi ProJect sappiamo tutti quanto può costare). Probabilmente si dirà che la lavorazione, tutta artigianale, abbia un costo elevato. Sì, ma personalmente mi sono fatto realizzare su mio disegno alcuni dei mobili di casa, nei legni più pregiati e con rifiniture di alto livello, pertanto conosco i costi di una realizzazione artigianale, pure in esempare unico, come nel mio caso. Ebbene, con 20.000 euro - fidatevi - si realizzano tante belle cose anche rivolgendosi ad artigiani di livello elevato. In questo caso specifico si paga, è ovvio, l'esclusività del prodotto, del design e, in parte, la storia che c'è dietro all'oggetto.

Osservo tuttavia che un RR126, in ottime condizioni, si trova per cifre tra i 3500 e i 7000€. Icona per icona, preferirei l'originale dell'epoca al clone moderno! Va bene tutto, per carità, ma - di nuovo - avrei preferito che da un marchio storico e glorioso come Brionvega si fosse fatto uno sforzo in più, realizzando qualcosa di innovativo, che non sia una riproposizione in chiave moderna di cose già viste.

Insomma, non si arresta il trend già visto in campo automobilistico: quando mancano le idee si ripropongono forme del passato (la 500, la Beetle etc.). Avranno anche successo, ma a me sembra che i designer e i progettisti siano sempre più a corto di idee, e si facciano guidare la mano dagli uffici del marketing. Ci stiamo avvitando su noi stessi, in una spirale poco rassicurante. La Porsche 911, almeno, continua a essere prodotta ininterrottamente dal 1963, con gli opportuni ammodernamenti. Infatti lei è una vera icona, il resto chissà.

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