Editoriale di Luglio 2020

Vita e prospettive di un recensore HiFi indipendente - Parte II

[Vita e prospettive di un recensore HiFi indipendente]

Autore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Pubblicato: Giugno, 2020

Nella prima parte di questo “racconto” vi ho descritto quanto possa essere complicato avere a che fare con le aziende HiFi, mettendovi al corrente di un recente episodio relativo alla richiesta di recensione di una serie di condensatori ad uso audio. In quell'occasione l'azienda ci chiese di recensire i loro prodotti, poi ci chiese di acquistarli e infine di mettere becco sull'esito della recensione, riservandosi di dare il “permesso” (o meno) alla pubblicazione della recensione.

Abbiamo ricevuto, specialmente attraverso la nostra pagina Facebook, diversi vostri commenti, abbastanza stupiti. Si trattava di un caso limite, certo, però di cose strane ne sono successe tante in questi 25 anni di attività indipendente e ho deciso di raccontarvene alcune. Si tratta di comportamenti bizzarri o disonesti sia da parte delle aziende (in genere, proposte indecenti) sia da parte degli stessi colleghi recensori. Per evitare di scatenare reazioni e cause legali (anche perché le mail private non si possono rendere pubbliche) eviterò di nuovo di fare nomi e cognomi. Chi legge non farà fatica a riconoscersi nel comportamento.

Da parte dell'industria del settore
Un costruttore di diffusori, ora scomparso nel nulla come tanti altri, ci chiese di rimuovere una recensione dei suoi world's best loudspeakers (un altoparlantino coassiale da car audio dentro una scatola di truciolare) perché la riteneva lesiva della sua immagine. E naturalmente minacciava azioni legali per diffamazione a mezzo stampa. Noi, onde evitare di dargli ancor più visibilità di quella che meritasse (zero) decidemmo di accontentarlo. Come risultato, sparì non solo dal mercato, ma non si trova neppure più alcuna sua traccia nel web.

Un altro costruttore, stavolta nazionale, vedendo la nostra campagna alla ricerca di nuovi recensori, candidamente ci disse che nel loro staff c'era una persona che poteva scrivere belle recensioni. Che ne dite? Sarebbe stato un buon recensore per TNT-Audio? Quando replicammo con “Grazie ma no, grazie” la reazione fu di sorpresa, come se la proposta potesse essere in qualche modo lecita. Evidentemente lo era, per trascorsi a noi ignoti. Terrificante come ipotesi, no?

Molti costruttori ci chiedono quale sia la tariffa da pagare per avere un prodotto recensito sulle nostre pagine. Oppure, ci propongono - sempre più spesso - un affiliation program, una sorta di accordo commerciale che funziona come segue: noi recensiamo (positivamente) il prodotto, nell'articolo inseriamo il link a un negozio online (tipicamente Amazon, ma anche altri) che vende il prodotto. Se il nostro lettore clicca sul link e acquista il prodotto, una parte del ricavato va nelle nostre tasche. Questa è l'ultima che abbiamo ricevuto, un paio di giorni fa, credo sia sufficientemente chiara, anche se in inglese, i numeri parlano.

[Affiliation program]

La parte più divertente (e triste allo stesso tempo) è che quando noi replichiamo dicendo che non c'è alcuna tariffa nascosta per avere il prodotto recensito o che non ci interessano i programmi di partnership commerciale, i contatti si interrompono bruscamente, non si preoccupano neppure di replicare per ringraziare o salutare. Cosa significa questo? Cari lettori, quando leggete una recensione di un prodotto e all'interno trovate il link dello store dove acquistarlo, realisticamente siete in presenza di un accordo commerciale tra rivista/recensore e azienda. Riterrete ancora affidabile il contenuto di quella recensione? Ditemi.

I colleghi recensori
I recensori one shot (una botta e via) sono la specie più comune. Arrivano con grandi proclami, scrivono un pezzo o due, e spariscono nel nulla, senza neppure salutare. Quanti ne abbiamo visti in questi anni? Troppi. E sono i più difficili da evitare. Noi ci proviamo forzandoli impegnarsi a scrivere più cose prima che queste vengano pubblicate, così capiamo quale sia il loro livello di committment, come si dice in gergo, ossia di voglia di impegnarsi davvero. Non è un metodo infallibile, ma qualche mina vagante l'abbiamo evitata, in questo modo.

Poi ci sono quelli che, zitti zitti, si sono messi a collaborare con altre riviste, dove venivano retribuiti per articolo. Niente di scandaloso, ma meglio dirlo prima, perché un recensore che scrive per noi e simultaneamente per una rivista commerciale, danneggia la nostra immagine di indipendenza. Si, lo so, siamo paranoici. E poi ci sono quelli che - dopo anni di collaborazione - spariscono senza neppure dire arrivederci e grazie. Signori.

Abbiamo persino avuto un recensore che, anche lui zitto zitto, si è fondato la sua aziendina HiFi, ha recensito il primo prodotto che ha realizzato e ha creduto pure di farla franca. Ma le bugie, nel web, hanno le gambe corte. Lui e il suo articolo sono stati immediatamente rimossi. E ora chissà che fine hanno fatto lui e la sua azienda, non c'è traccia alcuna sul web. Hasta la vista, baby.

Di recente un nostro recensore, a un certo punto, dopo circa 6 anni di collaborazione, ha cominciato a scrivere una serie di articoli, a tempo record, sui nuovi prodotti di una nuova azienda. In realtà una vecchia che aveva cambiato nome. A me le recensioni avevano fatto storcere il naso perché sembravano comunicati stampa dettati dal costruttore. Mi sono rifiutato di pubblicarli così com'erano. Ha corretto il tiro, aggiungendo qualche commento sul suono degli apparecchi. Poco tempo dopo però c'è ricascato. Mi ha inviato una recensione, sempre di un nuovo prodotto della stessa azienda (strano, solo lui li aveva in anteprima mondiale, sempre) dove l'unico commento sul suono dell'apparecchio - dopo accurata quanto inutile descrizione delle mirabolanti caratteristiche costruttive ed estetiche - era “it sounds fabulous” (suona favoloso). Nient'altro, tre parole. Ora questo recensore non fa più parte del nostro staff (eliminato al volo) e non solo quella recensione non vedrà mai la luce ma quell'azienda non avrà mai più recensito un prodotto sulle nostre pagine. A fare i furbi non sempre conviene, vedete?

In definitiva, voler essere completamente indipendenti non è certo un compito facile. È come camminare in un campo minato, con pericoli ad ogni passo perché evidentemente è nella natura umana vendere il proprio posteriore per pochi euro o tentare di corrompere chi cerca di fare onestamente questo “lavoro”.

Spero che apprezziate i nostri sforzi e la nostra leale trasparenza. Abbiamo preso un impegno, 25 anni fa, e cerchiamo di mantenerlo, anche prendendo decisioni dolorose o impopolari, allontanando coloro che - dopo tanti anni - credevamo fossero nostri amici che avevano sposato la “causa” TNT-Audio.
Che delusione.

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