Inter.Vista con Alessandro Schiavi, proprietario e progettista della Diapason

by Lucio Cadeddu

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LC >
Diapason è nata da esperienze nel campo del professionale. Potresti raccontarci come è avvenuto il *passaggio*?

AS >
Agli inizi degli anni '80 io ed Alessandro Orizio, oggi produttore discografico, abbiamo creato uno studio di registrazione che doveva essere assolutamente innovativo. Il sistema si basava sulla tecnica di ripresa *purista*, due microfoni, i migliori cablaggi ed un sistema PCM.
L'anello mancante della catena era il monitor, ovverosia quell' elemento che fosse in grado di farci comprendere quale tipo di struttura stereofonica stavamo riprendendo.
Da quel momento la ricerca sulla materia della percezione dei suoni attraverso il perfezionamento delle tecniche di ripresa e di progettazione degli altoparlanti diventò l'aspetto predominante del mio lavoro. Durante le sessioni di registrazione dal vivo per l'archivio storico del *Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo* , le registrazioni con G.C. Ricci di Fonè, l' *Audiorecord n.1* , il *Suono n.0* ed altre produzioni discografiche sono stati sviluppati il primo ed il secondo diffusore poi immessi sul mercato, Diapason Prelude e Diapason Adamantes.

LC >
Nella progettazione di un diffusore acustico ci sono tanti fattori da tenere nella giusta considerazione ai fini dell'ottenimento di un compromesso ideale.
Alcuni progettisti danno massima importanza al crossover, altri al mobile, altri alla qualità degli altoparlanti. Quali sono le idee guida di ogni progetto Diapason?

AS >
La complessità progettuale di un sistema di altoparlanti risiede nel fatto che vi sono infinità di elementi concatenati producenti variabili pressochè infinite, di fatto la mia attenzione è rivolta all'ideale accordo di tutte le componenti. Il fattore che comunque mi ha sempre affascinato è lo studio della forma. Da sempre sottovalutata nella sua importanza, vedi il fatto che la maggior parte dei diffusori sono dei banali parallelepipedi squadrati, o utilizzata a soli fini estetici, la forma può fungere da elemento discriminante tra due diffusori egualmente ben progettati. La forma inoltre suggerisce sensazioni emotive visive e tattili tali da contribuire nella comprensione del segnale musicale.

LC >
E' sempre più diffuso l'utilizzo di piccoli woofers non filtrati ed il vostro approccio Direct drive fa uso proprio di quest'idea progettuale.
Quali sono i vantaggi e soprattutto quali le difficoltà nella realizzazione pratica di un simile sistema?

AS >
I vantaggi sono molteplici, il più intuibile è il maggior controllo che si può esercitare sull'altoparlante anche con minori potenze, l'induttanza presente nella quasi totalità dei normali filtri crossover attenua ed allontana gli effetti dei nostri amati amplificatori.
La musicalità, la velocità sono altri elementi immediatamente percettibili con sistemi di altoparlanti progettati per funzionare con la tecnologia Diapason Direct Drive.
Le problematiche da affrontare con questi particolari altoparlanti sono ovviamente molto complesse, il tradizionale studio del crossover è abolito e tutti gli sforzi sono rivolti alla migliore realizzazione possibile del componente primario, il woofer, in armonia con la struttura del cabinet ed il condotto reflex.

LC >
Estremizzando il concetto del woofer non filtrato si arriva in modo naturale all'idea dell'altoparlante a larga banda, ora sempre più di moda con l'avvento delle amplificazioni valvolari monotriodo single-ended di bassa potenza. Ti sei fatto un'opinione su questo approccio alla progettazione dei diffusori acustici?

AS >
Devo dire che l'idea Diapason Direct Drive scaturisce in parte dagli studi di questi sistemi che reputo interessantissimi ed estremamente evolutivi. Tutto questo mi fa tra l'altro tornare in mente che forse la responsabilità del progetto DDD è della radio di mio nonno Mario, una Korting della metà anni cinquanta, la quale utilizzava un mid woofer da 7" pilotato direttamente e due tweeter isodinamici montati a lato e filtrati da un condensatore in serie. Per anni mi sono domandato se il progresso fosse solo un avvenimento pubblicitario.

LC >
Mi pare che Diapason stia guardando con crescente interesse al mercato del multimediale e dell'Home Theater in particolare. Secondo il mio personalissimo parere i diffusori pensati per l'HiFi difficilmente vanno altrettanto bene in un impianto HT, basti pensare al fatto che i diffusori anteriori dovranno fare i conti con la fastidiosa presenza di un centrale, con possibili problemi (leggi interazioni) in termini di omogenità della risposta, coerenza d'emissione e risposta in fase.
C'è allo studio un sistema stand-alone esclusivamente pensato per le esigenze dell'HT?

AS >
Il problema principale del difficile connubio tra HiFi e HT è il software, la tecnologia ci fornisce la possibilità di gestire 5.1 canali in maniera indipendente con qualità superiori a quella sino ad ora ottenute con il tradizionale lettore CD.
Questo vuole dire che se un attento ingegnere del suono gestisce bene le sue carte il full è assicurato. L'altra faccia della medaglia è l'installazione di un sistema HT, sono rarissimi gli specialisti in grado di assicurare le massime prestazioni, pochi sanno come collocare i vari componenti, attenuare problemi di interazioni e conferire all'impianto la capacità di essere un autorevole sistema stereofonico ed anche un capace sistema HT.
Di fatto tutti i prodotti Diapason sono pronti per l'eventuale inserimento in sistemi HT, purchè siano HT di livello assoluto.

LC >
Parlando d'altro, quali sono le difficoltà che il prodotto italiano deve affrontare per affermarsi all'estero? Può la rete Internet essere d'aiuto per uscire dai confini nazionali?

AS >
Le principali difficoltà sono la scarsa propensione dei mercati ad accettare prodotti fuori dagli schemi, forse intendevo dire fuori dalle *organizzazioni*.
Sembra ormai utopia pensare che un prodotto valido si possa imporre nella sua nicchia di mercato solo perchè se lo merita, ecco che Internet può essere di aiuto almeno fino a che ci saranno delle persone vere dietro un nominativo, se le grosse organizzazioni riusciranno ad oscurare quella libertà che si respira ancora oggi sul nostro amato WWW avremo la replica di quello che succede oggi sulla carta stampata, notizie tendenziose, interessate o quando va bene *nell'interesse della collettività* e collettività è il codice del conto corrente del furbone di turno.
Non voglio fare la figura del pessimista, Diapason ha ricevuto infatti i più alti riconoscimenti della carta stampata e del web senza il più ben che minimo contributo pubblicitario ad alcuna rivista, ma il problema rimane.

LC >
Solita e scontatissima domanda finale: c'è qualche anticipazione su nuovi prodotti Diapason che puoi svelare ai nostri lettori?

AS >
La continua evoluzione del mercato nella direzione del multicanale e dell'HT ci vedrà sicuramente impegnati con prodotti specificatamente studiati per la casa, per lo studio di registrazione e per le applicazioni professionali. In particolare saranno disponibili alcuni modelli da pavimento, uno speciale sub woofer, delle staffe da parete per minidiffusori e molti altri accessori. Una sorpresa c'è, ma al momento non è descrivibile.

Cortesemente Alessandro Schiavi per TNT-Audio.

Copyright © 1999 Lucio Cadeddu