Inter.Vista con Leo Lam, redattore tecnico per la rivista inglese HiFi World

di Lucio Cadeddu

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LC >
Ci sono vari aspetti della tecnica audio che rimangono un mistero per la comunità audiofila meno tech-oriented.
Per esempio, il modo col quale i cavi possono alterare la riproduzione musicale. So che si tratta di un argomento trito e ritrito ma ricevo continuamente messaggi di lettori che chiedono spiegazioni tecniche su questo particolare argomento.
Puoi fare un po' di luce dal punto di vista strettamente tecnico?

LL >
I cavi sono in tutto e per tutto dei componenti elettronici. Un cavo ha delle caratteristiche elettriche che possono alterare la forma d'onda in ingresso e quindi un cavo rappresenta, pertanto, una vera e propria funzione di trasferimento.
Ad esempio la resistività attenua il segnale, la capacità attenua gli acuti ed aggiunge allo stesso tempo un *polo* allo stadio d'uscita dell'amplificatore, causando talvolta persino fenomeni di instabilità.
Poi c'è l'effetto pelle (sebbene possa essere considerato trascurabile in banda audio), perdite di corrente (per caratteristiche proprie del dielettrico) e fenomeni di interferenze elettromagnetiche da considerare.
Basandomi su queste argomentazioni posso concludere che i cavi fanno una vera differenza e che la costruzione degli stessi richiede una grande arte nel combinare scienza e tecnologia.
Il vero problema è che la tecnologia è a tutt'oggi molto limitata.

LC >
Un altro vecchio dibattito riguarda il modo col quale le misure elettriche su un dato apparecchio possano rivelare il modo col quale quell'apparecchio riproduce la Musica.
Per alcuni apparecchi poi, questa relazione tra misure ed ascolto è davvero molto difficile da trovare (es. i CD players). Qual'è il tuo punto di vista?

LL >
Davvero una buona domanda. Permettimi di utilizzare un altro esempio.
Consideriamo la sweepata in frequenza: dice sicuramente se l'apparecchio in esame è tonalmente bilanciato oppure no ma non dice nulla sulla fase ne' sulla struttura armonica poichè misura soltanto l'ampiezza del segnale passante.
Sarebbe come ascoltare un violino privo completamente di armoniche...tanto vale ascoltare direttamente la sinuoisoide di ogni singola nota.
Il punto principale è, e concordo in questo con un famoso costruttore di diffusori, che dobbiamo trovare un set di misure *corretto*, che sia in grado di descrivere la qualità del suono riprodotto.
Si tratta di un problema molto complesso e credo che gli esperti di psicoacustica e di misure elettroniche dovrebbero darsi da fare in quest'ambito!

LC >
Durante gli ultimi decenni le elettroniche a stato solido (transistors) sono state notevolmente migliorate ma sembra che una gran parte della comunità audiofila preferisca ancora le elettroniche valvolari. Secondo te quali sono i vantaggi delle valvole?

LL >
E' vero, la tecnologia a stato solido ha fatto dei passi avanti ma le topologie circuitali non sono cambiate più di tanto. Inoltre i FET seguono ancora una legge quadratica e i BJT una legge esponenziale, nessun dispositivo a stato solido è lineare.
Gli ingegneri utilizzano modelli teorici che trattano segnali a basso livello ed un circuito integrato funziona a meraviglia con tale tipo di segnali. Il problema è che una forte richiesta di corrente allo stadio d'uscita di un amplificatore fa crollare il modello teorico.
Il guadagno cessa di essere lineare e ciò causa distorsione armonica. Questo è piuttosto imbarazzante dato che mi sto specializzando in dispositivi a semiconduttori....passiamo alle valvole.
Sebbene la capacità di pilotaggio sia inferiore le valvole sono molto più lineari quando utilizzate nel modo corretto. La curva I-V della famosa valvola 300B e quasi una linea retta.
Pensandoci, le valvole possono essere considerate allora come dispositivi più fedeli di quelli corrispondenti a stato solido e non fa meraviglia che molte persone, me incluso, siano ben predisposte al suono valvolare.
Un'altra triste verità è che i componenti a stato solido analogici sono ora ottimizzati per applicazioni digitali e questo causa un'altra serie di problemi di progetto.

LC >
Per i diffusori sembra che le usuali misure di risposta in frequenza, risposta nel tempo e fuori asse non dicano molto sulle reali performances di un diffusore.
Che tipo di misure suggeriresti per tentare di colmare questo divario?

LL >
Non mi posso considerare un esperto in questo particolare campo ma ritengo che la cosa migliore per capire come suona un diffusore sia quella di avere sempre più recensioni sulle riviste specializzate in modo tale che i lettori abbiamo un campionario vasto dal quale attingere e farsi un vaga idea delle caratteristiche di un diffusore. Questo, ovviamente, dipende anche dalla capacità del recensore.

LC >
Come consideri i nuovi supporti per l'audio ed il video (DVD, SuperCD etc.)?

LL >
Direi che il DVD con lo standard 24/96 (24 bit - 96 kHz) è la scelta migliore. Standards superiori sarebbero ancora meglio ma costosi da produrre in larga scala allo stato attuale della tecnologia.
Dal punto di vista tecnico lo standard 24/96 porterebbe ad un minore errore di quantizzazione, maggiore ampiezza di banda e miglioramenti nella risoluzione spaziale (l'effetto stereo, per capirci).
E' stato già dimostrato che questo standard suona meglio dell'attuale CD ma ci vorrà del tempo perchè si affermi come reale alternativa.
Il mio desiderio segreto è un lettore DVD della Krell o della Mark Levinson che sia indefinitamente upgradabile nel tempo e dotato di circuiti analogici d'usciti di livello elevatissimo...

LC >
Essendo un recensore tecnico ed ingegnere elettronico come consideri i semplici test d'ascolto dove è solo l'orecchio del recensore che giudica tutto?

LL >
Credo che le mie risposte precedenti abbiano più o meno chiarito il mio punto di vista.
Oggi la tecnologia non è in grado di fornire una precisa correlazione tra caratteristiche elettriche e suono soggettivo percepito dall'orecchio umano.
Quindi l'unica via d'uscita è affidarsi alle orecchie dei buoni recensori audio. E vorrei mettere l'accento più sull'aggettivo *buoni* che sul sostantivo *recensori*.
Ci vorrebbe molto spazio per spiegare il significato di *buono* quindi, per semplificare, un *BUON RECENSORE* dovrebbe conoscere il suono della relatà, tipo ad esempio il suono vero di un violino e quindi decidere di conseguenza quanto fedele all'originale sia il suono riprodotto che sta giudicando.

LC >
Come consideri il fenomeno dell'autocostruzione e del tweaking?

LL >
Perchè no? Io stesso sono un tweaker!!! :-) I problemi di costo impediscono ai Costruttori di utilizzare componenti di alto livello (selezionati): una volta un managing director di una famosa Azienda inglese di HiFi mi disse che una sterlina (3000 lire) investita nella produzione si trasforma in 10 sterline sul prezzo di vendita.
Quindi non c'è niente di sbagliato se noi riusciamo ad ottenere un miglioramento da 10 sterline investendone una sola, vi pare?
D'altra parte HiFi significa anche Alta Risoluzione e questa, senza componenti altamente selezionati difficilmente può essere raggiunta.

Cortesemente Leo Lam per TNT.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu