Inter.vista con Ted Jordan, di E.J.Jordan Designs

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Premessa. La prima parte dell'intervista a Ted Jordan è in terza persona perchè Ted ha preferito citare una sua biografia. Inoltre, parte dell'intervista è avvenuta tramite interposta persona (Bill Pilcher).

TNT-Audio >
Potresti brevemente riassumerci la tua impressionante carriera di brillante progettista audio "fuori dagli schemi"?

EJJ >
La prima foto di Edward James Jordan, (Ted, per tutti) fu scattata nel 1933 e lo mostra seduto sulle ginocchia del padre mentre indossa una cuffia e regola un "crystal set", (uno dei primi tipi di ricevitori).
Con la madre proveniente da una famiglia musicale ed essendo suo padre un costruttore di radio amatoriale molto esperto, è probabile che Ted possa essere stato "2geneticamente predisposto" per la sua vocazione.

Sei anni prima della nascita di Ted, Rice e Kellogg avevano inventato l'altoparlante a bobina mobile. Quando egli aveva due anni, Sir Edward Elgar realizzò la storica registrazione del suo concerto di violino con il sedicenne Yehudi Menuin agli studi EMI di Abby Road.

Durante la prima fanciullezza, il suo più grande tesoro era costituito da un grammofono a carica e la collezione di dischi. Più tardi, il suo amore per la musica lo portò ad un breve incontro con il piano ma dato che dopo tre lezioni ancora non riusciva a dominare l'Emperor Concerto di Beethoven imparò ad usare il saldatore e si costruì un registratore.

Vivendo a Londra, Ted ebbe accesso alle maggiori sale da concerto nelle quali la sua esperienza di musica dal vivo piantò il seme dell'insoddisfazione verso la musica registrata che rimase la forza trainante del suo lavoro per il resto della sua vita.

Marinando un po' gli studi in Architettura e tecnologia delle costruzioni, Ted iniziò la sua carriera come assistente nei laboratori radio della GEC (Marconi). La sua prima esperienza hi-fi fu l'ascolto dell'Overture di "The Mikado" di Gilbert e Sullivan attraverso il nuovo altoparlante metallico a cono da 8" GEC sviluppato da Hugh Britten.
Per la prima volta sperimentava un'approccio incredibilmente vicino al suono del concerto dal vivo. Comunque qualche "colorazione" convinse Ted che il pieno potenziale dei coni non era stato raggiunto.

Con questo in mente, Ted si associò a Goodmans. Industrie di Wembley, dove la direzione molto progressista dette a Ted l'opportunità di sviluppare le sue idee (con la condizione che se avessero funzionanto il salario di Ted sarebbe raddoppiato, altrimenti....).
Ted aveva quindi la libertà di utilizzare i più avanzati laboratori di elettro-acustica in Europa e cominciò i suoi studi basilari sul comportamento del cono alle alte frequenze.
Osservò che la flessibilità del cono giocava un ruolo vitale e necessario nelle prestazioni sugli alti e che una risposta molto regolare ed estesa poteva essere raggiunta controllando queste flessioni attraverso una specifica progettazione del profilo del cono.

Il risultato fu il Goodmans Axiette, che fu il primo vero full range monomembrana. La sua regolare ed estesa risposta in frequenza surclassava tutti gli altri altoparlanti dell'epoca.
Senza dubbio, le prestazioni soniche erano fortemente migliorate dall'assenza del crossover. MA, sebbene molto meno colorato, egli perdeva, rispetto agli altoparlanti GEC, sulla vitalità e fu questo che permise a Ted di riconoscere i vantaggi dei coni in metallo leggero (ma ciò lo vedremo più avanti).

Di seguito Ted ridisegnò l'intero catalogo degli altoparlanti GIW, realizzando una estesa ricerca su nuovi metodi di carico e scrisse numerosi articoli pubblicati in Gran Bretagna e all'estero. Sviluppo' anche un full range ESL che fece il suo debutto parallelamente al (e con notevole costernazione di) QUAD.
L'ultimo progetto di Ted per Goodmans fu un sistema di altoparlanti in miniatura che utilizzava un'unità da due pollici full range, che è la base di molti piccoli sistemi multi-mediali di oggi.

Nel 1962 le conoscenze e l'esperienza di Ted furono riassunte nel suo libro, "LOUDSPEAKERS", che non è mai stato eguagliato per la sua completa analisi matematica della teoria degli altoparlanti e la prima principale derivazione di tutti i parametri dell'altoparlante, (ora spesso conosciuti come i parametri "TM").

Tecnologia nel Mercato

Gli anni '60 annunciarono l'emergere di una gioventù relativamente agiata che, insieme con l'avvento della musica pop e rock elettronica richiedeva una totale revisione nella progettazione di un diffusore per il quale la prestazione era giudicata da; Il livello massimo ottenibile, "gli attacchi", "il ritmo", "la dinamica" ed epiteti simili.
Oltre a ciò sembrò esserci qualche piccola motivazione commerciale. Mentre queste qualità, pur importanti, possono essere ben ottenute da un woofer da 8 pollici e un tweeter da 1 pollice chiusi in un mobile, la riproduzione realistica di voci, strumenti ed orchestre dal vivo è molto più difficile. Ed è in questo campo che E.J.Jordan Designs aveva stabilito la leadership mondiale.

Ted abbandonò l'audio di massa nel 1963 e fondò la Jordan-Watts Ltd. dove egli specializzò il suo lavoro sulla flessibilità controllata del cono. Il Jordan-Watts monomembrana precorre i correnti altoparlanti con membrana metallica di 30 anni.
Ted Jordan è a tutt'oggi l'unico, nel mondo dell'industria, ad aver continuato a sviluppare e produrre coni metallici per tutto questo tempo.

L'odierna azienda di Ted nasce nel 1975 con il lancio del JORDAN 50mm MODULE, l'antenato del corrente JX53. Questo era un'altoparlante da 2" con cono metallico che copriva l'intera banda sopra i 150Hz e richiedeva solo un crossover del primo ordine per essere usato con un'unità bassi già disponibile.

Questo prodotto ebbe tanto successo che la compagnia prosperò solo su questo per anni. Migliaia di queste unità furono vendute anche solo per raccomandazioni sentite dire.
Oltre 900 furono usate nella sede hi-tech dei Lloyds a Londra e furono anche usati come riferimento sulla voce dalla British Telecom per il controllo qualità della telefonia. Quest'altoparlante inoltre fu l'elemento base per gli studi di Ted sull'effetto dei "Fronti d'onda modellati" sull'immagine stereofonica

Nel 1982 l'azienda di Ted fu ristrutturata in "E.J.JORDAN DESIGNS’" per dare maggior risalto al suo aspetto di azienda specialistica e consulente di altre industrie. La sua attività oggi non comprende solo gli altoparlanti high-end per casa ma anche per auditorium, broadcasting, difesa, telecomunicazione e applicazioni mediche.

L'accordo di Ted con il costruttore di diffusori high end tedesco ALR iniziò nel 1991 quando il loro direttore tecnico, Karl-Heinz Fink, si accordò con Ted per riunire le risorse tecnologiche. Di seguito ALR fu rinominata ALR Jordan.

Ted ha continuato un avanzato programma CAD e nel 1995 ha introdotto la sua leggendaria serie di altoparlanti per diffusori JORDAN JX. Il suo lavoro sulla presentazione di un palcoscenico e di un sound "dal vivo" è culminato nella più avanzata realize del suo sistema ad array verticale, che raggiunge il suo obiettivo con un realismo mai visto prima.

TNT-Audio >
Tu hai sperimentato le prestazioni dei driver full-range per decenni, progettando alcuni altoparlanti notevoli come il Goodmans Axiette e il Jordan Module. Oggi sembra che la febbre del monovia full-range stia nuovamente infettando il mondo dell'audio grazie ai diffusori tipo Lowther e agli ampli SE di bassa potenza.
Puoi parlarci della tua esperienza con gli altoparlanti a gamma intera? I pro ed i contro, i benefici e le controindicazioni, etc.

EJJ >
Il suono naturale, dal solista alla grande orchestra ha una struttura armonica immensamente complessa, una riproduzione naturale di questa richiede un diffusore capace di un dettaglio molto spinto, particolarmente ai bassi livelli.
Dato che qualsiasi componente elettronico, meccanico o acustico nella catena di riproduzione degraderà il dettaglio fine, meno componenti ci saranno migliore sarà il risultato finale.
Questo include anche i crossover tradizionali, che, in più, distruggono la naturale integrità della struttura armonica tramite la brusca separazione delle armoniche dalla fondamentale.

Questi problemi sono eliminati con l'altoparlante a cono singolo che sta al diffusore come la ruota sta alla macchina. Semplice, funzionante e senza alternative.
I vantaggi sonici derivano dal comportamento intrinseco del cono che tende a fornire un naturale complemento al carico d'aria sulla sua superficie.
A grandi linee, le proprietà del carico d'aria sono tali che la radiazione a bassa frequenza richiede un cono relativamente grande e rigido dove invece le alte frequenze richiedono una progressiva riduzione dell'area e della massa.
I coni degli altoparlanti tendono ad assecondare queste richieste in quanto sono sostanzialemente rigidi a bassa frequenza mentre tendono a flettersi ad alta frequenza riducendo quindi l'area e la massa effettivamente vibrante.

Il lavoro pionieristico da me fatto sulle flessibilità degli altoparlanti, ha ottimizzato questo comportamento in modo da raggiungere un perfetto accoppiamento tra le caratteristiche del cono e del carico d'aria.
Formati da una leggera lamina di metallo, i miei coni rispondono con precisione istantanea agli spostamenti richiesti dalla bobina mobile raggiungendo uno standard di naturalezza ineguagliato.

Anche il supporto del cono è stato oggetto di attenzione. Un buon progetto richiede che il movimento del cono sia controllato dalla sospensione posteriore, che normalmente consiste in un centratore in tessuto corrugato posizionato dietro al cono. Tests hanno dimostrato che la performance di questo è molto incerta alle basse frequenze dove le sue proprietà cambiano con l'età, la temperatura e il livello del segnale.
L'effetto sui parametri del cono sono tali che possono portare ad un errore, sul progetto del mobile, anche del 60%.
Questo fu dettagliato nell'articolo "The Parameter Game" di Ted Jordan, pubblicato su "Hi-Fi News" di Luglio 1996. La nostra risposta a questo è stata la sospensione JORDAN Axiline inserita sui nostri drivers per i bassi dietro al magnete.

Il realismo può essere fortemente migliorato dal mantenimento del dettaglio a basso livello, problema che abbiamo già risolto, e dall'attenzione all distribuzione del suono nell'ambiente d'ascolto.
La risposta polare normalmente utilizzata è abbastanza insoddisfacente. Il mio approccio fornisce una risposta direttiva e leggermente crescente in alta frequenza con i diffusori piazzati in modo che i due assi di emissione si incrocino davanti all'ascoltatore. È anche fortemente raccomandato(nuovamente contro tutte le convenzioni) che i diffusori siano posizionati il più vicino possibile al muro.
La ragione di ciò è che le riflessioni delle pareti creano due 'virtualì diffusori che generano molte interferenze e danneggiano la spazialità. (L'ideale ma impossibile soluzione sarebbe di montare gli altoparlanti nel muro).

L'ultima frontiera del realismo è raggiunta dal JORDAN LINEAR ARRAY che include, per ogni canale, 4 JORDAN JX53 montati in un array verticale in-linea.
Il suono viene emesso come se fosse un'onda cilindrica, che fornisce un'immagine tridimensionale molto stabile. La prestazione "live" e il realismo raggiunti non hanno precedenti e l'immagine viene mantenuta indipendentemente dalla posizione dell'ascoltatore.
Questo sistema richiede di essere completato da un buon basso, a tal uopo esiste un buon numero di opzioni.

TNT-Audio >
Uno dei peggiori incubi degli audiofili è il "soundstaging". Questa ricerca di un realistico palcoscenico "virtuale" nel proprio ambiente d'ascolto sembra essere uno dei compiti più difficili oggi. Data la tua vasta esperienza, puoi suggerire qualche regola d'oro per avere un'immagine ampia e precisa?
O è semplicemente una delle tante pazzie audiofile (come molti progettisti dicono) e dovremmo semplicemente fare attenzione alla dinamica e alla bassa colorazione scordandoci l'immagine 3D?

EJJ >
La risposta polare di un altoparlante è funzione delle sue dimensioni e della larghezza di banda. La radiazione del cono comincia a diventare significativamente direttiva quando il diametro del cono è paragonabile ad un quarto della lunghezza d'onda della nota emessa.

Di primo acchitto sembrerebbe logico progettare un sistema con il più largo angolo di dispersione, in effetti l'ominidirezionale sembrerebbe l'ideale, ma in realtà questo non è proprio vero. È oggi generalmente riconosciuto che i sistemi omnidirezionali non sono mai stati popolari, ma le ragioni non sono mai state analizzate e sono queste:

  1. Una emissione in tutte le direzioni rende eccessivo il rapporto riflessa/diretta e la qualità tende ad essere molto dipendente dall'acustica ambientale.
  2. Non è possibile, per un sistema omnidirezionale, fornire una prestazione stereofonica soddisfacente.
D'altra parte sarebbe abbastanza insoddisfacente avere un diffusore direttivo alle alte frequenze perchè la risposta in alto cambierebbe ad ogni movimento della testa dell'ascoltatore.
Il compromesso più soddisfacente per un sistema semplice è un diffusore che mantiene una risposta abbastanza stabile su un angolo di 60 gradi. Con i diffusori posizionati normalmente, sarà difficile trovare una posizione d'ascolto che non rientri in quest'angolo.

In molte situazioni si può guadagnare dall'utilizzo di fronti d'onda modellati. Questi possono facilmente essere raggiunti tramite l'utilizzo di array multipli di altoparlanti identici montati vicini. Tramite la scelta della forma e della dimensione dell'array, l'angolo di distribuzione su qualsiasi piano può essere determinato.
Ciò è di grande aiuto in ambienti ampi o in auditorium dove il suono può essere indirizzato con molta precisione con un forte controllo del riverbero.

Un problema incontrato di frequente nei teatri, sale da concerto, chiese, etc, è che il suono non viene adeguatamente percepito alla fine della sala.
Non solo il livello del suono diretto si attutisce ma quello del suono riflesso aumenta e l'effetto è la totale perdita del dettaglio. Il parlato in particolare può essere reso quasi incomprensibile. Una soluzione può essere l'utilizzo di diffusori distribuiti attraverso la sala, ma questo da solo è insoddisfacente perchè il suono apparirà sempre come emanato dal diffusore più vicino invece che dalla sorgente sul palco
Inoltre sarà presente una notevole confusione dovuta ai itardi tra i diffusori e la sorgente. Una soluzione parziale sarebbe quella di introdurre delle linee di ritardo in modo che in ogni punto il suono del diffusore più vicino risulti in fase con quello prodotto sul palcoscenico. Questa tecnica è costosa e non completamente soddisfacente.

Una soluzione reale può venire dall'utilizzo di due array multipli specificatamente progettati e correttamente posizionati nell'auditorium.
È ovvio che questi potrebbero dover gestire potenze molto elevate specialmente in auditorium grando dove le potenze possono essere di molti kilowatts. Nel passato, questi diffusori erano molto grandi, pesanti e brutti rendendo il corretto posizionamento difficile.
I recenti sviluppi nella tecnologia dei diffusori hanno reso possibile progettare array di potenza con dimensioni molto contenute. Per esempio, un array da 1 kilowatt può essere contenuto in un mobile da 24 litri con un'area frontale di meno di 0.1 metri quadrati. L'array può operare fino a 100Hz.

Le frequenze più basse possono essere trattate da grandi sistemi sub appropriati, che possono essere posizionati lontani dagli array principali.
L'uso di una frequenza di crossover di 150Hz dovrebbe assicurare che le basse frequenze sembrino emesse dai due piccoli array.

RIPRODUZIONE STEREOFONICA

Abbiamo già indicato l'importanza della distribuzione polare per la performance stereofonica ed ora andiamo in dettaglio.
Consideriamo inizialmente i fattori che determinano come la locazione di una particolare immagine è definita dentro il palcoscenico effettivo. Imaginate due diffusori in posizione stereo convenzionale che riproducono una voce al centro.
Se l'ascoltatore è posizionato centralmente tra i diffusori egli sentirà un'immagine centrale della voce dato che il volume da ogni diffusore sarà uguale e la fase corretta.

Se l'ascoltatore si sposta a sinistra, l'apparente livello sonoro del diffusore di sinistra aumenterà mentre quello del diffusore di destra diminuirà. Chiameremo questo l'effetto di prossimità, e se i diffusori hanno un angolo di dispersione polare ampio (che implica un fronte d'onda sferico) il livello sonoro all'ascoltatore sarà inversamente proporzionale al quadrato della distanza.
Inoltre, il tempo affinchè il suono raggiunga l'ascoltatore diminuirà per il diffusore sinistro e aumenterà per il destro. Questo è chiamato l'effetto di precedenza, e il tempo preso sarà proporzionale alla distanza.

Quindi sembra che se l'ascoltatore si sposta dal centro verso sinistra entrambi gli effetti di prossimità e precedenza operino per spostare l'immagine a sinistra; e dato che con i sistemi omnidirezionali l'effetto di prossimità opera con una legge quadratica anche un piccolo spostamento dell'ascoltatore tenderà a muovere l'immagine sopra al diffusore di sinistra o comunque diventerà vagamente larga e spostata a sinistra

Se adesso la voce si spostasse a destra il livello dovrebbe aumentare sul diffusore destro e diminuire sul sinistro; ma la voce dovrebbe muoversi parecchio a destra prima che l'aumento di livello del diffusore destro sia sufficiente a compensare l'effetto di prossimità del sinistro che in ogni caso è ancora valido.
A questo punto il nostro ascoltatore ancora pazientemente seduto sulla sinistra sentirà la voce come un'immagine largamente stirata tra i due diffusori, senza un buon posizionamento.

Quando si ascolta in questa situazione la maggior parte del suono apparirà raggruppato intorno al diffusore più vicino con l'immagine indefinita tra le due casse.

In pratica la situazione non è così brutta dato che molti diffusori non sono omni-direzionali e il loro effetto di prossimità è ridotto

TNT-Audio >
Hai lavorato con coni in metallo per decenni. Oggi abbiamo una pletora di coni metallici (molti in alluminio e titanio) e anche in materiali spaziali.
Come vedi lo sviluppo di materiali applicato alla costruzione di altoparlanti? Per esempio, pensi che le matrici metalliche (Alluminio + ceramiche) possano essere usate proficuamente nell'Audio come già lo sono in altri campi?

EJJ >
Alcuni materiali potrebbero farlo ma non presenterebbero vantaggi particolari e potrebbero presentare problemi di produzione. Abbiamo pienamente investigato a proposito.
Può essere obiettato che il processo di anodizzazione introduce una componente ceramica nella struttura dei nostri coni, comunque i nostri coni sono stati sviluppati per ottimizzare il rapporto alluminio/rivestimento anodico.

TNT-Audio >
Parlando di crossover, abbiamo una vasta scelta di "Correnti principali", quelli che dicono che il 6dB/Oct. è l'unico crossover che possa essere utilizzato in hi-fi, quelli che preferiscono non utilizzare proprio il crossover (sacrificando la parte più bassa dello spettro, ad esempio) ed infine quelli che utilizzano reti complesse.
Qualèè la tua opinione su questo tema "caldo"?

EJJ >
L'ideale in termini di risoluzione del dettaglio e integrità della fase è sicuramente l'assenza del crossover. Comunque per riprodurre l'estremo basso il crossover è un male necessario.
Comunque, aderendo al concetto del primo ordine e tenendo la frequenza del crossover il più bassa possibile, si elimina qualsiasi problema nelle critiche frequenze medie e medio alte.
Reti molto complesse possono dare ottimi risultati sulla carta ma nella realtà possono seriamente danneggiare la qualità del suono.

TNT-Audio >
Con lo sviluppo del multi-canale, l'audio sarà probabilmente forzato a installare 5 o 6 diffusori invece di due. Questo, ovviamente, aggiunge nuovi problemi e variabili. Qual'è il tuo punto di vista sul futuro dell'Home Audio?
La riproduzione stereofonica è condannata a finire?

EJJ >
Non posso tentare di far commenti sul futuro dell'home audio data la confusione che regna nel settore. È triste notare che la ricerca tecnologica in termini di DVD/AV/Audio serve più alla nostra propensione per gli stimoli sensori piuttosto che all'apprezzamento della musica.
La riproduzione stereofonica è condannata a finire? In realtà la sua promessa non è mai stata adempiuta (vedi le note sulla dispersione polare).

TNT-Audio >
Puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti presenti/futuri?

EJJ >
Stiamo ovviamente cercando modi per migliorare i diffusori ma preferirei non parlarne.

Cortesemente Ted Jordan per TNT.
Intervista a cura di Bill Pilcher

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Traduzione: Giovanni Aste