Consulenza HiFi - Lettere alla Redazione di TNT-Audio

Settimana 23/9/2023 - 30/9/2023

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  1. Ampli cuffie
  2. Streamer
  3. Upgrade
  4. Consiglio ampli o dac
  5. Kali Audio speakers
  6. Carenza di medi
  7. Test pressings e Mastercuts
  8. Amplificatore Yamaha 2010
  9. Voglia di upgrade
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Ampli cuffie
Buonasera, ho letto l'
articolo per l'ampli cuffie, molto bello. E anche molto interessante perchè ho un po' di cuffie e vorrei migliorare l'ascolto.
Solo per curiosità, ho queste cuffie:

Tutti bei commenti che lasciano il tempo che trovano perché le ascolto con quegli adattatori integrati nei cavetti, mi sto perdendo certamente qualcosa, come raffinatezza e come quantità di corrente necessaria. Chissà...
Solo le 770 Pro sono collegate ad un Fiio K3, ma sono in un'altra residenza per cui non posso usarlo anche per le altre. Fiio K3: come audio è ottimo ma mi sarei aspettato più differenza rispetto al cavetto/adattatore. Ottimo come connessioni, soprattutto il fatto che sia molto versatile, in quanto, nonostante non sia alimentato a batteria e quindi non è considerato portatile, direi che è un semi-portatile, perchè ha l'ingresso USB-C che funge anche da alimentatore. Ovviamente è anche un dac. Quindi con 1 cavetto lo colleghi al pc o al telefono o tablet e lo sposti con estrema facilità.
E qui veniamo al punto, tutti e 3 gli esemplari in prova credo non siano facilmente utilizzabili nel mondo reale. Nel senso che realisticamente si possono usare solo in prossimità di un impianto Hi-FI o in una postazione di lavoro/scrivania, ma in questo caso va accoppiato ad un DAC. Mi chiedo come nel 2023 si possa non mettere un dac in oggetti del genere, al limite bypassabile. Spesso viene detto che sarebbe meglio semplificare gli impianti evitando pre + finale. Anche in questo caso, meglio semplificare e avere meno cavi, pensa quanti in un sistemino per cuffie dac-ampli, doppia alimentazione, rca di connessione...).
Un'altra cosa assurda sono le alimentazioni USB-B oppure gli spinotti proprietari (ricordo che siamo nel 2023:). Un bel USB-C pareva brutto, che si potevano usare alimentatori e cavi qualsiasi che abbiamo a disposizione? Si può arrivare fino a 100W, non credo che ci sia bisogno di maggiore potenza.
Gli stessi marchi recensiti propongono dac+ampli tutto incluso, però viene sempre il dubbio se poi le prestazioni sono le stesse. Rimangono poi tutti i dubbi riguardo alle connessioni. Sarei quasi pronto per fare un acquisto, ma per tutti questi punti di cui sopra, aspetto ancora di trovare l'oggetto perfetto, anche a costo di spendere qualcosa in più.
P.S. Ecco la risposta alle mie richieste. Certo che il prezzo esplode! https://www.amazon.it/gp/product/B09H39DBY6.
Ciao,
Michele - E-mail: pareoparty (at) gmail.com

LC
Caro Michele,
sono io che non capisco, invece. Innanzitutto non comprendo la necessità di avere quattro cuffie diverse, quando ne basterebbe una, migliore di tutte e quattro. In secondo luogo, non mi pare che le tue cuffie siano il massimo della portatilità, perché pretendere questo da un ampli cuffia, quando le cuffie stesse non lo sono? In ogni caso, nel mondo reale - come dici tu - tanti audiofili, credo la maggior parte, ascolta le cuffie in casa, non in giro, semplicemente per problemi di orario/convivenza/condominio. Gli ampli cuffia che ho recensito si possono collegare tranquillamente a una sorgente qualunque, non mi sembra che la mancanza di DAC sia così fondamentale o castrante. In ogni caso, esistono tanti ampli cuffia con DAC incorporato, ma mi pare più che ovvio che, a parità di qualità sonora, il prezzo debba salire. Esistono anche DAC/ampli cuffia di basso prezzo ma, non avendoli provati a confronto con questi che ho recensito, non mi sento di esprimere pareri.
Sul discorso adattatori/alimentatori, invece, mi trovi d'accordo, ma è un problema vecchio, esistono connettori di ogni misura e tanti standard diversi pure per la USB. È fastidioso, ma dobbiamo farcene una ragione.
Quel che non capisco, però, è perché immaginare che le proprie esigenze debbano essere lo standard per tutti. Trovo questa deriva autocentrata estremamente pericolosa. Ciò che è fondamentale per te, può essere assolutamente superfluo o inutile per tanti altri.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Streamer
Ciao, Lucio. Utilizzo come sorgente del mio impianto hi-fi un PC fisso - piuttosto performante - sul quale utilizzo Qobuz + Roon. Il segnale viene trasferito tramite Bluetooth ad un ricevitore Advance Paris WTX-TUBES. Il risultato è notevolissimo! Il resto dell'impianto è formato da un valvolare push-pull Dynavox da 40 watt per canale che pilota una coppia di diffusori Sonus Faber Minima FM 2. Di recente ho preso in considerazione l'idea di acquistare uno streamer di rete. Il modello che ho preso in considerazione è l'Audiolab 7000 N play. In termini prestazionali è preferibile la soluzione attualmente utilizzata (PC + Qobuz e Roon) o è meglio passare allo streamer di rete?
Ti ringrazio anticipatamente.
Sergio - E-mail: melfisergio (at) gmail.com

[Sala d'ascolto]

LC
Caro Sergio,
l'accoppiata PC + Qobuz + Roon andrebbe benissimo, se il PC fosse ottimizzato per l'audio (in uso esclusivo, possibilmente) e, soprattutto, se il segnale fosse trasferito all'impianto in modo fisico e non tramite Bluetooth, che non è una soluzione non ottimale per la qualità audio. Quindi, in questa situazione, lo streamer secondo me è vincente se puoi collegarlo in modalità fisica al resto dell'impianto. Naturalmente, siccome mi sembri già soddisfatto così, potresti anche lasciare il sistema allo stato attuale, le differenze tra sorgenti, entro una certa fascia di prezzo, sono spesso trascurabili.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade
Gent.mo sig Cadeddu, mi chiamo Davide e sono ancora un neofita di alta fedeltà; da ormai diversi anni mi sono avvicinato a questo mondo, ma ho ascoltato sempre troppi pareri e ho francamente poco ascoltato. Ultimamente ho un po' più attivamente frequentato l'impianto hi-fi di mio padre, vecchio, molto vecchio, audiofilo, che naviga da decine di anni tra materiale Quad, Radford, Rogers, LEAK, EAR, Brinkmann... e cavi DNM, Van Damme, ecc...
Vivo a Pescia dove il negozio di riferimento per questo hobby è Audio Natali e dove difficilmente esistono brand che possano, a detta dei vari clienti e/o amici, anche solo avvicinarsi a quelli da lui importati. Ora leggendo le Sue recensioni, specie quella sui pre-amplificatori, e non da ultimo quella sui finali Zero Zone, mi sono letteralmente illuminato, perché, finalmente, come immaginavo, ho avuto la dimostrazione che un Signor Impianto audio può avere anche costi irrisori e suonare meravigliosamente bene! A tal proposito mi sarei deciso ad acquistare la coppia di finali mono sopra menzionati e, proprio per questo, sono a chiederLe un'alternativa al pre-amplificatore passivo della Tisbury dato che, tra il cambio e la dogana, il costo delle 164 sterline quasi raddoppia (280 euro) e magari esiste un'alternativa migliore a parità di importazione che possa “illuminare” ancora di più tutta la definizione ed il dettaglio dei due finali!
Dovrei accoppiare pre e finali ad una coppia di Magnat 2002 da pavimento con le quali ascolto prevalentemente musica acustica (chitarre) e rock leggero (ad esempio Alex Britti). Attualmente avrei possibilità di accoppiare i due Zero Zone con un pre Radford ZD 22 o un Sun Audio VC-500 ma non vorrei creare incompatibilità o filtri coi finali, per questo l'idea del pre passivo mi ispirava molto! Adesso nella mia mansarda ho questo ZD 22 con un finale Radford STA15 ed una coppia di Rogers con cui mi trovo benissimo sulla media-alta ma che pecca sui bassi. Uso cavi di segnale Mogami microfonici e dei classici Van Damme di potenza (black/Tour series) a cui vorrei sostituire, dato il prezzo ora raddoppiato e proprio per i due Zero Zone, un semplice cavo Tasker da 1,5 mm (mod. 1020) o magari un Qed Strand 79. Quale tra questi (o analogo) può consigliarmi per la mia futura configurazione coi finali mono? Il Qed è molto pulito nella medio-alta e non so se sia complementare o meno ai diffusori ed ai finali che posso immaginare già “autosufficienti” nelle medio-basse.
Mi scuso per essermi dilungato ma ci tenevo troppo a raccontarle queste mie piccole esperienze.
Grato per ogni qualsivoglia suggerimento possa darmi Le porgo i miei migliori saluti dalla Toscana!
Davide - E-mail: doc.moroni (at) gmail.com

LC
Caro Davide,
per le tue Magnat l'accoppiata ZeroZone + Tisbury è persino troppo buona! Comunque, visto il costo, non obbietto. Preciso solo che, per sentire tutte le meraviglie che ho descritto nella recensione di questi due apparecchi, servirebbero ben altri diffusori. Sarebbero un bel collo di bottiglia i tuoi Magnat! Ciò premesso, il pre Tisbury non arriva a costare, spedito, 280€ e, comunque, per quella cifra, non si trova altro che ci si avvicini. Diciamo che 200€ dovrebbero bastare, tra pre, spedizione, cambio e dogana. Puoi anche rimandare l'acquisto, visto che sei già in possesso di preamplificatori abbastanza buoni. Sui cavi non mi esprimo perché abbiamo chiuso la consulenza su questi componenti da tantissimi anni ormai. Se il problema fosse una carenza di bassi, stai pur certo che con gli ZeroZone risolvi, ambiente permettendo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio ampli o dac
Caro Direttore,
le riscrivo dopo "molti" anni per dirle che l'impianto che mi ha aiutato a comporre (Indiana Line Arbour 4.40, Garrard 990b, dayton dta 100a) ha suonato musica per tantissime ore, ore bellissime. Volevo disturbarla però perché col tempo sono cambiati gusti e necessità. Di tutto l'impianto è rimasto il Dayton dta100a e lo ho poi affiancato alle Elac 6.2 Reference. Ho smaltito purtroppo tutti i vinili ed ora sto iniziando con la musica liquida qualità cd. Il problema è che il Dayton ha un solo ingresso rca o jack e volevo prendere un dac tipo il fiio bta30 pro e connettermici via bluetooth ma poi mi sono detto...e se attacco invece un amplificatore uguale o meglio del mio (su capacità pilotaggio e qualità audio) con già bluetooth e dac integrato e che riesca a dare il giusto valore a quelle casse?
Quindi ecco la mia domanda: mi potrebbe gentilmente dare la sua opinione se aggiungerebbe solo un dac o prenderebbe un ampli nuovo? (e quale prenderebbe, ampli o dac che sia). Per l'ampli solo tre necessità non sotto i 30/40W (mi piace il suono bello corposo e a quelle casse piace la corrente), sotto ai 1000€ e con il bluetooth per l'hi-res.
Ho provato a rispondermi da solo, cerca e cerca su internet, una marea infinita di nomi cinesi e nomi blasonati...ho smesso subito, mi sono accorto che tanti articoli presenti online o su youtube ormai erano marchette e non sapevo più a cosa credere.
Ho deciso quindi di chiedere a persone che parlano per esperienza e in maniera trasparente.... voi di TNT ;)
Scusi lo sproloquio, spero le vacanze vi siano andate bene, e !Grazie! per il lavoro che fate per tutti noi!!!
Un saluto,
Davide - E-mail: davidecosi.86 (at) gmail.com

LC
Caro Davide,
la soluzione è uno dei tanti ampli con DAC integrato e connettività Bluetooth, sia di marchi noti (Rotel, NAD,...) che di qualche buon outsider, come ad esempio Argon Audio (vedi recensione del modello
SA-1). Non è necessario spendere tutta la cifra a tua disposizione, anche questo SA-1 potrà far suonare molto bene le tue Elac. Qualora desiderassi qualcosa di più tradizionale, sia NAD che Rotel hanno a catalogo modelli dotati di tutte le caratteristiche richieste. E non temere, suoneranno tutti allo stesso livello (se non superiore) del buon vecchio Dayton DTA100. Tieni conto, come già precisato in altra lettera di questa settimana, che la connettività Bluetooth non è ancora al livello di un buon collegamento elettrico oppure ottico.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Kali Audio speakers
Caro Direttore,
Sul numero di agosto di AudioReview c'è la recensione degli speaker attivi Kali Audio LP-6 V2. Il costo è contenuto (sui 400 eur/coppia), hanno un DSP facile da usare e secondo il recensore suonano benissimo. Da fan degli speaker attivi sono andato a curiosare sul sito aziendale e mi chiedevo se tu potessi recensire i leggermente più costosi IN-5 o IN-8, che sono 3-way su 2 drivers.
Grazie e buone vacanze,
Francesco - E-mail: francesco.fabiano (at) libero.it

LC
Caro Francesco,
grazie per la segnalazione, i diffusori attivi mi piacciono molto, risolvono tanti problemi logistici e, in più, col DSP, anche parte di quelli ambientali. Ho contattato il distributore italiano, e una coppia di IN8 è in arrivo!
Grazie per il suggerimento!
Lucio Cadeddu

Carenza di medi
Buon pomeriggio, sono un anziano fruitore di un "anziano" impianto risalente a più di trent'anni orsono. Premetto di non essere competente in materia e che l'unico criterio da me adottato è il non affaticamento nell'ascolto anche prolungato di musica di vario genere (sinfonica, jazz, fusion, rock, progressive). Ho un sistema così composto: piatto Oracle Delphi con braccio Mayware mkIV e cartuccia Ortofon MC, pre Kenwood L08 c, finali Kenwood L08 M (2 monofonici) e Audio Research D350 b, diffusori JBL 4430 con crossover esterno JBL dedicato, biamplificate, cavi Monster. L'ambiente è un locale di circa 25/30 mq con tetto in legno spiovente (alt. mt.3/2,50), tappeti e divano frontale alle casse.
Nessun controllo di tono. A volte mi sembra carente la zona medi. Che consigli?
Grazie,
Gaetano - E-mail: larocca.avvocati (at) gmail.com

LC
Caro Gaetano,
il tuo impianto, sulla carta, non dovrebbe avere carenze particolari. Il fatto che tu scriva “A volte mi sembra carente la zona medi” non aiuta, perché o questa è sempre carente oppure tale carenza dipende, come immagino, dai dischi, che suonano tutti molto diversi. Hai provato a posizionare i diffusori in maniera diversa? Il tetto spiovente magari non aiuta, a seconda di dove tu hai installato le JBL. Dalla descrizione l'ambiente d'ascolto sembra vuoto (non ci sono mobili, tende?) il che mi farebbe pensare a un'acustica ambientale non ottimale. Senza una foto dell'ambiente o una piantina è difficile essere più specifici. I diffusori sono abbastanza particolari, magari non ti piacciono più, hai provato ad ascoltare qualche diffusore da pavimento moderno e più tradizionale?
Mi servono altre informazioni per provare a individuare il problema, se questo è insito nell'impianto e nella sua interazione con l'ambiente.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Test pressings e Mastercuts
Egregio direttore,
al fine di ottenere una sua riflessione e, auspicabilmente, di stimolare un dibattito tra i lettori, mi permetto di riportare la notizia della vendita, da parte di talune prestigiose etichette specializzate nel jazz, di alcuni test pressings e mastercuts:
jazz.centerstagestore.com/pages/test-pressings, jazz.centerstagestore.com/collections/mastercuts.
La ringrazio cordialmente e la saluto con grande stima.
Luca - E-mail: luca.cogoni1975 (at) gmail.com

LC
Caro Luca,
boccio senza possibilità di alcun appello le edizioni MasterCuts per un semplice motivo: il prezzo, che è ridicolo. Mai spenderei 500€ (cinquecento) per un singolo disco. Suona meglio di una stampa non diretta dai master? E chissà. Se anche fosse, il gioco non vale la candela. Anche i test pressings mi sembrano troppo costosi (una media di 75€) e, anche in questo caso, è tutto da verificare l'eventuale plus sonoro. A me sembra solo l'ennesimo tentativo di spremere i pochi polli rimasti, irretendoli con la promessa di paradisi sonori artificiali e tutti da verificare. Quale stratosferico livello di impianto consentirà di apprezzare tali differenze?
Non solo, ma la tecnologia per disporre dei file master originali esiste ed è a basso costo. Basterebbe che le case discografiche vendessero i file master originali. Sono semplici file digitali, pronti da trasferire. Perché non lo fanno? Semplice: devono alimentare questa follia dei remaster e delle edizioni a tiratura limitata.
Infine, perdonami, ma sono stanco - anche se il termine corretto sarebbe più colorito - di questo proliferare di edizioni limitate, speciali, rimasterizzate e chi più ne ha più ne metta, sempre degli stessi dischi. Basta, non se ne può più. C'è tanta nuova musica là fuori, meritevole di essere ascoltata, possibile che dobbiamo rigirarci sempre gli stessi album?
Grazie del feedback,
Lucio Cadeddu

Amplificatore Yamaha 2010
Buongiorno,
scrivo questa mail per chiedere un informazione. Ho un amplificatore Yamaha CA 2010 dove a volte non scatta il relè innesto casse; mi può indicare un sito dove trovare lo schema per capire dove è posizionato è risolvere il problema? Ho trovato quello del 1010 ma non quello del mio 2010.
Ringrazio in anticipo per la risposta, e vi faccio i complimenti per i contenuti interessanti che seguo sempre volentieri.
Cordiali Saluti,
Tiziano - E-mail: tizianobademer (at) gmail.com

LC
Caro Tiziano,
trovi il manuale di servizio del tuo Yamaha CA2010 in
questo sito o in questo, ammesso di aver capito di quale modello stiamo parlando. In ogni caso, un qualunque tecnico dovrebbe essere in grado di localizzare il relè colpevole, immagino sia posizionato vicino alle uscite per gli altoparlanti.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Voglia di upgrade
Buonasera,
negli ultimi due anni le ho inviato un paio di mail a cui lei ha prontamente risposto, aiutandomi molto nell'orientamento audiofilo. In questa nuova le allego il mio impianto rivisto dopo alcune sue indicazioni.

Dimensione spazio: stanza 6x5 mt., soffitto 3,50 mt., una porta-finestra; spazio posteriore ai diffusori, circa 2,5 mt.
Mi piacerebbe ricevere da lei un nuovo parere e eventuali consigli. Una curiosità: ha senso la differenza entry level e hi-end?
Grazie mille.
Cordiali saluti,
Fabrizio - E-mail: fabriziology (at) yahoo.it

LC
Caro Fabrizio,
il tuo mi sembra un impianto equilibrato in tutti i suoi componenti. Se l'ambiente avesse una buona acustica, l'unico punto sul quale interverrei, ma con un budget consistente, sono i diffusori. Potresti valutare qualche modello più impegnativo ancora in casa Sonus Faber, magari anche dando un'occhiata al mercato dell'usato. Lascerei il resto dell'impianto inalterato.
Per quanto riguarda l'ultima tua domanda, faccio un po' fatica a capire. Per high-end si intende, in genere, la parte più alta del mercato, dove prezzo e prestazioni sono ai massimi livelli. Per capire di che prezzi parliamo, basta dare un'occhiata alla classifica dei prodotti che Stereophile ha recentemente messo in categoria A: si parla di cifre a cinque e persino sei zeri per singolo componente, costi improponibili per i comuni mortali. I prodotti entry-level sono nella parte opposta del mercato. In questo caso i prezzi sono bassi ma le prestazioni audio, pian piano, si stanno distanziando dai bassi livelli di una volta, andando a importunare prodotti che stazionano in fascia media. Quella che si sta svuotando è infatti proprio la classe media, schiacciata dall'high-end in alto e infastidita dall'entry-level sempre più competitivo dal basso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Caro Direttore,
ho seguito il suo consiglio e ho comprato un paio di Larsen e, complice una buona offerta su EBAY.DE, ho preso le 8.2. Nonostante siano sicuramente castrate dal mio ambiente devo dire che rispetto alle mie gloriose Allison male posizionate ho riscoperto il piacere di ascoltare. Il palcoscenico non è molto esteso in profondità ma in verticale ed in orizzontale è molto soddisfacente (almeno per i miei standard).
Se il mio EC1 (che ho dimenticato di dirle che è stato ricappato circa 5 anni fa) non mi lascerà per strada sono a posto per altri 10 ann...
Ora vado a mettere su un disco.
Buone ferie e a presto,
Aldo - E-mail: Aldo.Capurro (at) cconsulting.it

LC
Caro Aldo,
come vedi il mondo va avanti e, per quanto gloriose potessero essere le vecchie Allison, le Larsen 8.2 suonano meglio. Nel mio ambiente tutte le Larsen che ho provato sono riuscite a creare anche un palcoscenico ragionevolmente profondo, compatibilmente col fatto che sono addossate alla parete, per cui credo che il tuo ambiente ci abbia messo lo zampino (malefico). Si tratta di diffusori pensati e realizzati per liberarsi della gran parte delle paranoie audiofile: suonano, facilmente, senza doversele trovare tra i piedi e, in più, fanno dimenticare l'impianto e tutte le sue fisime. Solo ore e ore di ascolti puliti e rilassanti.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Il Takács Quartet, fondato a Budapest ma naturalizzato statunitense, vincitore di numerosi premi tra i quali il Grammy Award for Best Chamber Music Performance nel 2003, pubblica per Hyperion Records il Quartetto d'archi No.13 Op. 106 di Dvorák: questo è il 3° movimento: Molto Vivace.

Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.

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