Quest'anno non c'era da camminare tanto: le salette, tutte raccolte al secondo piano dell'Hotel che ospitava la mostra, erano in tutto dodici, più il salone del decimo piano dedicato alle le riviste (quelle vere, di carta...) e alle case discografiche, ovvero l'immancabile Fonè di Giulio Cesare Ricci e l'altrettanto immancabile Red Records di Sergio Veschi. Il restante spazio era occupato da attrezzature professionali da studio e da stage, diavolerie su cui non mi sono soffermato più di tanto.
Prima visita (in ordine casuale) alla sala Outline
con le belle e ben suonanti elettroniche Pathos, collegate alle grandi
Klipsch Belle. Purtroppo ottimizzazione dell'impianto era scarsa e la correzione di ambiente zero: conseguenza un suono che lasciava a desiderare ma sottointendeva molte qualità.
Nel primo pomeriggio, però, l'ho sentita suonare meglio, evidentemente
qualcosa era stata sistemata o la mattina l'impianto era stato appena acceso.
Seconda tappa la sala Fase di Morrovalle (MC), vale a dire Synthesis Art in Music, le belle realizzazioni valvolari tutte legno rosso e cromature di Luigi Lorenzon.
Grande colpo d'occhio con la intera gamma dei Nimis colorati che ci lasciano supporre spettacolari ed inusuali sviluppi futuri, e la gamma intera di tutto il resto della produzione *convenzionale* che ben conosciamo. In sala suonavano CDP e convertitore 3D-LAB, cavi Shinpy e diffusori da stand Claravox Altair. Ottima prestazione sonora, che ho gustato bene quando all'ora di pranzo il pubblico era scomparso.
Molto interessante l'elegantissimo integrato (in esposizione statica) Seamus, (nella foto accanto) un push-pull di EL 34 JJ Tesla con alimentazione separata che prossimamente potrebbe essere oggetto di un nostro test di ascolto.
Se la sua prestazione sonica pareggerà la sua classe estetica ed essenzialità, ci sarà di che ascoltare.
Di fronte la sala Marantz: grande proiettore LCD, DVD di A Bug's Life e tanto pubblico a vedere il film: esco e mi chiedo, ma non producevano hi-fi tanti anni fa?
High Fidelity presenta staticamente testine Stanton,
Ortofon ed elettroniche Roksan, in funzione invece sorgente ed ampli Anthem (senza coperchi) con diffusori mini-mini (ma non nel prezzo) Acoustic Energy Reference Series.
Ottimo suono con la collaborazione di Mariano Licciardi *gran diavolo* in Puglia della assistenza e riparazione di impianti hi-fi.
Nella sala Audiogamma faceva bella mostra di sè la gamma Nautilus B&W con un impianto messo a punto da Michele Ranieri e dai suoi collaboratori che forse è stato quello che più ha catalizzato l'attenzione del pubblico. Saletta sempre piena: entrarci era un'impresa ed ascoltare bene impossibile per il continuo vociare.
Colpo di fulmine, sempre nell'orario della siesta, nella grande sala Audio 4 & C., che per tutto il giorno aveva fatto andare un impiantone-one-one HT: entro catturato dal suono di Eric Bibb & the Needed Time e vedo elettroniche Meridian (CDP 506, pre 501, finale 557) che pilotavano le mastodontiche Kef - The Maidstone. Non mi era mai capitato di ascoltarle ed è stato un tuffo al cuore: pensate a tutto quello che avreste voluto da un diffusore e non avete mai osato chiedere. Le Maidstone ve lo danno.
Ora sognate con forza che state per ordinarle e poi... svegliatevi: 18.770.000 lire l'una vi riporteranno certamente alla realtà.
La loro costruzione è impressionante, praticamente una serie di parallelepipedi sovrapposti che sfiora il quintale! Con una unità Uni-Q con tweeter e midrange concentrici, un mid-bass da 25cm ed un sub da 38cm. Il tutto che suonava con la leggerezza di una farfallina e con l'imperiosità di un colpo di cannone, quando serviva. Davvero da ascoltare!.
Proseguendo, salto a piè pari le sale dove sentivo pistolettate e sgommate di auto in corsa, vale a dire quelle di M.P.I. che presentava l'HT secondo McIntosh, P.F.G. sempre HT con i bei diffusori Monitor Audio, Italaudio con
Yamaha, che sembra aver monopolizzato l'entry-level nell'HT di qualità:
salone enorme sempre pieno di spettatori, sullo schermo concerti e film a
raffica.
Audio Equipement era dedicata all'audio professionale. Chiudo
la visita nella solita grande sala Chario, sempre la stessa, composta,
precisina, fredda ma ben suonante dove si dimostravano i monitor da stand
Constellation Delphinus.
Ogni anno sembra che le aziende hanno meno voglia di ritornare e lo si nota dallo scarso impegno nella partecipazione (generalizzo, ma qualche eccezione c'è). Spesso una saletta accroccata, magari popolata dagli apparecchi in deposito dal rivenditore di zona "... e abbiamo fatto la fiera...".
Allora qualcosa va rivista, anche se so bene che questa è una frase semplice da pronunciare ma difficile da attuare. Solo che, dopo questa edizione non era contenta l'organizzazione, non erano contenti gli espositori e non lo erano tutti quelli che avevano fatto un bel viaggetto per arrivare a Bari.
Solo una cosa allora è certa: bisogna andare di più incontro alle esigenze del pubblico.
Vi pare possibile che, con il grande ritorno del disco nero, per esempio, non ci fosse presente un solo impianto, dico uno, che mostrasse le inarrivabili possibilità espressive di questo mezzo? Fra tutte le sale c'era solo un bellissimo Pro-ject 6.9 completamente in
plexyglass, che giaceva tristemente incartato nel cellophan e quasi invisibile su un
tavolino, per il resto nulla.
Fabio Valenza, l'organizzatore si chiedeva proprio questo: cosa vogliono i
visitatori? Più prodotti ed aziende in esposizione! E cosa
vogliono le aziende? Un folto pubblico. E cosa fare per avere un
folto pubblico? Boh!
Vi riporto allora le quattro parole che ci siamo
scambiati qualche giorno dopo la mostra.
TNT - Se le mostre fotografano il mercato qui resta poco da scherzare: quest'anno non è andata tanto bene...
FABIO VALENZA - Dal nostro punto di vista, quello di organizzatori non è andata male: abbiamo avuto 3000 partecipanti in due giorni, le aziende leader del settore erano presenti ed c'è anche stata ottima musica live; purtroppo l'Hotel Ambasciatori non ci ha voluto noleggiare i piani 1, terra e interrato, dove nel '98 avevamo alcune aziende che quest'anno non abbiamo potuto accogliere; per contro avevamo due sale in più al secondo piano che ospitavano nomi come Audiogamma ed Audio Equipments.
TNT - La colpa non può mai essere da una sola parte: vediamo un po' di dare ad ognuno le sue?
FV - Come organizzazione, forse dobbiamo ritrovare l'entusiasmo dei primi
anni, quelli "pionieristici", nel ricercare qualche elemento di novità
che aveva contraddistinto le edizioni di BHE fino al '97.
Gli espositori non hanno altre colpe se non quella di non esserci. Qualcuno ha
lamentato a volte una scarsità di prodotti esposti in sale di aziende
importanti, ma bisogna capire che una mostra non è un ipermercato dove ci si
aspetta di trovare tutta la gamma dei prodotti.
TNT - Diverse aziende giudicano elevato il costo degli spazi espositivi: siccome è una cosa che sento da tempo non sarebbe chiarire una volta per tutte?
FV - Se dovessimo fare questa manifestazione solo per i benefici economici
forse non saremmo arrivati alla decima edizione (e il Bari Hi-End è l'unico
caso in Italia, se escludiamo la mostra organizzata dall'APAF a Milano). Detto
questo voglio spiegare che il problema per le piccole aziende non è il costo
del canone di partecipazione, ma tutte le altre spese collegate ai
trasferimenti, vitto, alloggio, personale, corrieri ecc.
Coloro che affermano di non venire a Bari per il costo del noleggio non verrebbero neanche se semplicemente regalassi loro lo spazio espositivo. Se qualcuno pensa che
vogliamo guadagnare troppo, giova forse ricordare che Bari Hi-End non gode di
finanziamenti, patrocini e assistenze di alcun genere: facciamo tutto quanto con
i nostri mezzi, e per ottenere i risultati dobbiamo anche spendere, e molto; se
poi all'organizzazione che dedica a BHE alcuni mesi di lavoro resta qualcosa in
tasca, da fastidio?
TNT - Non pensi che si debba cambiare qualcosa nella formula per schiodare la gente da casa e gli espositori dalle loro sedi?
FV - Per il decennale vogliamo dare alla manifestazione un taglio più informativo e formativo attraverso piccoli seminari e ascolti guidati con un programma che metteremo in cantiere già dalle prossime settimane.
Crediamo che il pubblico sia interessato anche alle strategie produttive,
commerciali e ad aspetti tecnici dell'hifi tanto più se questo gli viene
raccontato dai protagonisti e se gli viene data la possibilità di fare domande
ed avere risposte in diretta.
Alcune cene del dopo-fiera sono state talmente
interessanti ed istruttive che abbiamo pensato di dare a questi scambi una veste
istituzionale.
TNT - Non credi che anche il periodo in cui si svolge ti penalizzi?
FV - Abbiamo spesso posto il problema alle aziende ma con un nulla di fatto; la
collocazione dopo il TopAudio e prima di Natale sembra che soddisfi un po'
tutti, specie da quando c'è Roma Audio Show a Marzo.
Ma proprio su questo ed anche sugli altri temi che abbiamo toccato vorrei cogliere l'occasione che TNT ci sta dando per chiedere ai vostri lettori dei suggerimenti: "diteci come la volete che noi tenteremo di farla".
Dico davvero, vorremmo dei suggerimenti da parte degli appassionati: la nostra mailbox fvalenza@mail.media.it è a disposizione.
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