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Quasi analogico...

Prova a confronto tra DVD, CD e LP !!!

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Così più o meno è stato espresso il consenso dei membri della New Jersey Audio Society e degli ospiti che hanno ascoltato il notevole miglioramento dovuto alla maggiore frequenza di campionamento dei nuovi Dischi Audio Digitali (DAD) con codifica a 24 bit e frequenza di campionamento a 96 KHz. Di sicuro così ho espresso il mio consenso. In verità, ho pensato che se questo fosse stato il livello di partenza del CD, la promessa del "suono perfetto ed eterno" avrebbe potuto essere mantenuta, e l'LP non sarebbe sopravvissuto come ha invece fatto, nemmeno nel mercatino del modernariato.

Ci va così vicino. Ma non ci arriva abbastanza. . . ancora.

Una eminente dimostrazione organizzata da Mike Hobson, Presidente della Classic Records, ci ha fornito un'opportunità per un raffronto diretto fra un DVD 24/96, un CD standard 16/44 ed un LP inciso a 45 giri, tutti provenienti dallo stesso nastro master analogico! Per come funzionano i raffronti, è difficile ottenere di più in termini di possibilità di stabilire con validità e quantitativamente la differenza del suono fra i tre formati.

La selezione includeva brani dal successo Jazz di Red Rodney, 1957, originariamente registrato da Rudy van Gelder (a proposito, proprio qui a Bergenfield, NJ) direttamente incidendo un nastro a due tracce alla velocità di 15 pollici al secondo. Dopo abbiamo ascoltato un confronto simile della famosa registrazione analogica di David Hancock incisa su due tracce a 30 pollici per secondo delle Danze Sinfoniche di Rachmaninoff, e, infine, un raffronto fra la versione a 45 giri e quella a 24/96 solo di una registrazione acustica di Chris Whitley, cantante e chitarrista, in quella che è probabilmente una delle più insolite, se non unica, sala di registrazione mai usata: un capanno degli attrezzi !

Mike ha illustrato qualcuna delle ramificazioni politiche dell'imminente "guerra dei formati" che viene minacciata dal gruppo Sony/Philips, che intendono sostituire il cuore del sistema del DVD (Digital Versatile Disc) con la loro tecnologia DSD (Direct Stream Digital). E' chiaro come questi differenti approcci non abbiano assolutamente nulla a che fare con la qualità del suono, ma coinvolgono considerazioni finanziarie più mondane (e potenti), con problemi di royalty ed altri bottini societari in gioco. (C'è l'ombra della lotta fra il Cilindro di Edison ed il disco, o, più recentemente, del VHS contro il BETA . . .!) Ad ogni modo, il consorzio delle imprese che operano nel campo dell'audio (del quale fanno parte aziende come la Classic Records e la Chesky sul versante del software, e come la Conrad-Johnson, la Muse e la Ayre, solo per indicarne alcune, sul versante dell'hardware) hanno scelto di puntare il loro denaro sul cavallo DVD per alcune buone ragioni – sul mercato sono già in circolazione più di un milione di lettori, la porzione audio del DVD è già lì e pronta per essere usata per la riproduzione a due canali in modalità high-end e, aspetto più importante, i dischi hanno un costo di produzione inferiore. Quei signori non pensano che più di un milione di persone si faranno persuadere ad abbandonare il loro attuale lettore DVD in cambio di un formato che non offre una percettibile differenza, e che adopera un software dal costo di produzione quattro volte maggiore e che non contempla alcuna compatibilità con altri standard.

Vedremo. (E Mike prevede che il discorso verrà definitivamente chiuso prima della fine dell'anno.)

Un altro problema è se ci sarà o meno una corsa alla riedizione dei titoli esistenti su CD (sono uscite moltissime riedizioni di LP e nuove incisioni durante gli ultimi 12 - 15 anni) e se tali (eventuali) riedizioni costituiranno o meno un tentativo di vendere stampe da resuscitati master a 16 bit e 44.1 KHz che non sono aggiornabili al formato a 24 bit e 96 KHz. (I bit sono sempre bit, gente, e non potete farne di più rispetto a quelli con i quali siete partiti!) Ogni riedizione nel nuovo formato deve ripartire dal master analogico, sempre che questo esista.

Inoltre, la densità del formato 24/96 preclude qualsiasi forma di montaggio (ricadono sotto l'ombrello del "montaggio" cose come aggiungere un riverbero, ecc.). Ora, anche una registrazione "dal vivo" che potrebbe presumibilmente essere registrata nel formato 24/96, potrebbe ancora necessitare di qualche "aggiusto". Visto che ciò non è possibile col formato 24/96, Mike non ne prevede il decollo come un possibile formato per la masterizzazione.

La Classic records (ed altri) è dell'opinione che il formato 24/96 offra un 98% di approssimazione del come suonerebbe il nastro master. Già, proprio così vicino al Santo Graal, l'adorato e sfuggente Nastro Master verso il quale tutti abbiamo brancolato e per il quale tutti abbiamo bramato, rispettosamente considerandolo come la cosa migliore per il suono assoluto. . . ma che pochi audiofili hanno mai davvero ascoltato.

In realtà ci si stava dicendo che ci sarebbe potuto non piacere affatto il suono del nastro master! Che eresia era quella di cui andava dicendo Mike Hobson? In verità egli si è spinto tanto da affermare che mentre la fedeltà al nastro master offerta dal formato 24/96 è estremamente eccitante per quelli che possono fare il confronto diretto col master stesso, c'è una notevole opera di pulizia - come l'equalizzazione, l'aggiunta di lieve riverbero per ampliare la spazialità, ecc. - che ha luogo tra il nastro master e la registrazione finale che rende il suono più piacevole. Egli ha anche preconizzato che ciò potrebbe condurre ad una rinascita degli equalizzatori quale strumenti per creare il tipo di suono che l'ascoltatore singolo trovi più gradevole per le proprie orecchie. (Ho appena terminato una conversazione con un famoso e rispettato e pungente progettista di amplificatori degli anni '80 che insiste a dire che nei preamplificatori la mancanza di controlli di tono è un'amputazione (come la mancanza dello stadio phono) . . . In realtà ciò che aveva da dire su questo argomento è in larga parte non scrivibile.)

Va bene. . . come suonava ?

In entrambi i casi in cui era disponibile un CD standard a 16 bit, i dischi di Red Rodney e Johanos e della Dallas Simphony Orchestra, il suono era tipicamente buono, ma, per me, vetroso e bidimensionale. Molto piacevole e di indubbia qualità, ma non più eccitante dell'ascolto della FM. Nel caso del disco di Red Rodney, in verità preferivo la versione nel formato 24/96! Mentre la versione a 45 giri presentava un grande senso di ambienza della sala che disponeva gli esecutori in uno spazio vero, fornendo inoltre ai timbri ed alle tonalità degli strumenti una solidità ed un realismo quasi dal vivo, c'era l'inconfondibile rumore dello scorrimento della puntina lungo il solco tipico del vinile, rimarchevolmente assente nella versione a 24/96. Visto che tutto il resto è uguale, mi sentirei di preferire questo sottofondo più silenzioso, al cospetto del quale la dinamica del segnale musicale viene percepita in maniera più evidente

D'altro canto, e sempre secondo le mie orecchie, non c'è proprio stata gara con le registrazioni di Johanos, nonostante il lieve soffio da contatto superficiale: la versione a 45 giri ha vinto a mani basse in termini di mera gestalt musicale (come Harry Pearson definisce quell'indefinibile qualcosa che fa scintillare una registrazione con una forza da far rizzare i capelli in testa).

La versione a 24/96 di Chris Whitley di nuovo superava quella a 45 giri quanto a pura risoluzione e dettaglio dell'immagine. I suoni mediobassi dell'LP erano un po' spugnosi e sparati, e ciò si avvertiva maggiormente col suono prodotto dal pestare col piede ritmico e percussivo dell'artista. Con la versione DAD, non c'era dubbio che si trattava del suono di un piede calzato e che picchia su un pavimento di legno, mentre nella versione a 45 giri il colpo suonava invece un po' sordo. In generale, la voce suonava più proveniente dal petto, e la prospettiva della chitarra con la voce era migliore.

A fronte di tali risultati, sembrava strano che la registrazione di Johanos rimanesse il solo testamento della superiorità dell'LP. Avrei dovuto condurre una prova d'ascolto più lunga ed approfondita, per formarmi un'opinione senza se, ma ed o, ma ciò che ho udito mi basta per affermare che, allo stato attuale delle cose, si tratta di un g r o s s o miglioramento rispetto allo standard del CD, e per quanto mi riguarda sono contenta di non avere fatto pesanti investimenti sul lettore di CD (in effetti, non ho proprio investito nel lettore di CD - - non mi chiamo "Anna Logg" per nulla!).

Va bene . . . ed ora che si fa ?

Beh, quelli di voi che già hanno un buon lettore di CD possono, secondo Mike, realizzare gran parte del miglioramento sonoro dello standard a 24/96 già solo comprando un lettore DVD economico (se ne trovano per circa 400 dollari americani) per suonare i nuovi dischi fintanto che la tecnologia non si assesta, e nell'attesa che i costruttori di high-end sviluppino lettori CD/DAD di qualità audiofila. Il lettore DVD potrà eventualmente essere degradato per utilizzarlo in un impianto home theater se e quando deciderete di passare ad un lettore high end per DVD/CD di transizione.

Ombre di quei vecchi giradischi con la testina che poteva capovolgersi esponendo da un lato la punta per leggere gli LP e dall'altro quella per i 78 giri. Abbiamo sentito il futuro . . . e sembra che sia un ritorno al futuro con continui deja vu!

Commenti sul formato 24/96 dei membri della NJAS:

"Mike Hobson ci ha dato spunti di riflessione nel suo discorso sugli aspetti positivi e quelli negativi dei due tipi di base: il vinile ed il digitale. Dopo avere ascoltato cosa può fare il DVD, come dimostrato dalla Classic Records, a volte era difficile scegliere quale formato fosse da preferire. Si può dire ora che il digitale può competere in una buona posizione col vinile. E, per quanto abbiamo sentito, non suonano allo stesso modo. Poi, quale preferire dipende da quale formato sentite che offra meglio l'essenza della musica".

Bob Scott

* * * *

"Per quel che ho sentito, sia il nuovo DAD a 24/96, che l'LP a 45 giri suonavano molto meglio dell'attuale standard a 44.1/16.

Il formato a 96/24 ha mostrato un controllo migliore delle frequenze più basse ed una focalizzazione migliore su tutta la gamma delle frequenze udibili rispetto all'LP. Mentre Mike Hobson pensava che il formato a 24/96 si avvicinava molto al nastro master analogico, io credo che la tromba della prima traccia suoni più naturale nella versione a 45 giri. Nell'ascolto successivo di un altro pezzo, pensavo che il flauto suonasse più corretto sull'LP, più immediato o più palpabile sotto ogni profilo.

Inoltre appariva anche un interessante contrasto alle alte frequenze. Mentre le tracce a 96/24 avevano più energia negli alti e suonavano più avanti, l'LP era più soffice, più dolce e più riposato. Mentre confesso di avere preferito l'esecuzione dell'LP, sono portato a credere che gli alti del DAD erano probabilmente più vicini a quelli del nastro master.

SIAMO REALISTI !!!!

Se si pone mente alla circostanza che gli LP che abbiamo ascoltato erano di qualità elevata ed assoluta, ci vuole poco a capire che la media degli LP a 33 giri non si avvicinerà nemmeno alla qualità delle versioni a 45 giri della Classic records che Mike Hobson così graziosamente ha voluto dividere con noi - e suonandole con la sua sorgente Basis/Graham/Benz-Micro da circa 7/8.000 dollari americani.

Perciò, se, come asserisce Hobson, un DVD Panasonic da 400 dollari americani può fornire un suono di qualità simile e, in più, può riprodurre film con possibilità di audio surround a 5.1 canali, penso che la nostra scelta sarà chiara... Naturalmente salvo che la Sony decida di mandare tutto a scatafascio con una sporca guerra dei formati!

Frank J. Alles

* * * *

"Era facile sentire che il DAD a 24/96 era superiore al CD a 16/44. Era meglio dell'LP? Secondo queste orecchie sì, sotto quasi tutti gli aspetti. Il suono del CD è meno "esser lì" di quello dell'LP? E' il rumore di fondo dello sfregamento della puntina sul solco che rende il suono dell'LP più "esser lì", in virtù del fatto che siamo abituati a vivere in un mondo in cui i rumori di fondo quotidiani sono per noi normali, mentre una completa mancanza di sottofondo, come nella riproduzione di un CD, viene considerata anormale? Questi sono buoni argomenti per discussioni fra filosofi di psicoacustica, cioè i membri delle società di audio".

Steve Perlmutter

© Copyright 1998 Anna Logg
Traduzione: Carlo Iaccarino

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