Audio di rete - Seconda Parte

[Apparecchiature in sala d'ascolto]

La sala d'ascolto e lo streamer Pioneer N-50

[English version]

Autore: Werner Ogiers - TNT Belgio
Data: Luglio, 2015
Traduttore: Roberto Felletti

La storia continua

Nell'articolo precedente, avevo esaminato non solo una soluzione fattibile per ottenere uno streaming audio di sottofondo nel salotto, ma avevo avuto anche una chiara indicazione che una soluzione seria per la sala d'ascolto avrebbe richiesto un impegno maggiore.

Sin dall'inizio del 2012, avevo buttato gli occhi sullo streaming DAC Pioneer N-50. A parte le ragioni puramente emotive (ho sempre desiderato possedere apparecchiature Pioneer), l'N-50 mi aveva colpito perché disponeva sia di ingressi di rete sia di ingressi digitali, compreso quello Toslink. In sala d'ascolto, avrei voluto mantenere una rigida separazione galvanica tra i componenti “sporchi” (TV al plasma, lettore DVD) e l'impianto buono; purtroppo, l'unico ingresso Toslink del mio DAC Apogee era, ovviamente, riservato al DVD, privando così il televisore di un collegamento all'impianto. Per farla breve, mi ero procurato un convertitore toslink-coassiale, dotato di alimentatore, però sapete cosa penso di tutti questi piccoli raccogli-polvere nascosti dietro l'impianto. Un oggetto come l'N-50 avrebbe risolto il problema, fornendo all'impianto ingressi digitali più puliti. (Esiste anche un modello più economico, l'N-30, che, in pratica, è un N-50 senza ingressi digitali e con un'alimentazione e uno stadio d'uscita inferiori).

Tuttavia, ero anche un po' in ansia: numerose recensioni mostravano la delusione nei confronti di Pioneer per la sua tremendamente pessima applicazione di controllo per gli “iDispositivi” e per Android. A che sarebbe servito lo streaming se il semplice sfogliare l'indice fosse stato un esercizio di autolesionismo? Pertanto, avevo iniziato ad accantonare l'idea per studiare qualche soluzione che tenesse l'utente in maggiore considerazione.

Un primo candidato era stato lo Squeezebox Touch, ma anch'esso aveva le sue pecche. Essendo una scatola brutta, dall'aspetto economico, avrebbe stonato sul mio mobile porta-elettroniche (l'estetica per me è importante, l'impianto sarebbe stato in piena vista) e, comunque, con le apparecchiature poste a quattro metri di distanza dal divano, il touchscreen sarebbe stato inutile. Però, sarebbe andato bene lo stesso: un piccolo contenitore per dischi, accanto al punto d'ascolto, mi avrebbe permesso di sistemare il Touch in maniera più opportuna. Un cavo digitale coassiale, collegato al DAC Apogee, ne avrebbe permesso l'inserimento nell'impianto e al diavolo l'isolamento galvanico. Anche se... l'aggiunta di un equalizzatore digitale Behringer alla pila di elettroniche mi avrebbe permesso di avere pulsanti in più con cui giocare e avrebbe consentito al DAC, in futuro, di operare la conversione in AES/EBU. La faccenda sembrava stuzzicante... ma anche no: no a causa di un ammasso extra di apparecchiature nella stanza e no per via di tutte quelle decine di metri di cavi sparsi un po' qui e un po' là. Fortunatamente, Logitech aveva posto fine ai miei tentennamenti non producendo più la serie Squeezebox. E comunque, al momento mi ero già convinto che un piccolo PC senza ventole, nascosto dietro le elettroniche, sarebbe stato la soluzione da adottare.

Un attimo: volevo davvero assemblare e tenere un PC in sala d'ascolto?!

[Lettore di rete Pioneer N-50 - vista posteriore]

Ci stiamo arrivando

Un caso fortuito mi aveva portato a investigare tra le applicazioni generiche di controllo del DLNA. Ne avevo trovate alcune, provandone le versioni demo, e alla fine ne avevo acquistate due; lo sviluppo di una di esse era stato subito abbandonato. Quella sopravvissuta era 8player, che avevo provato, ancora una volta, con la smart TV in veste di ripetitore audio (tramite l'Apogee), convincendomi che tale strada sarebbe stata quella praticabile. Quindi, avevo concluso ordinando un Pioneer N-50. Alla fine, la soluzione apparentemente più semplice si era rivelata quella vincente.

Potete leggere ovunque quanto il Pioneer sia ben costruito (e lo è) e quanto suoni bene (confermo). Non c'è bisogno di ripeterlo: è un prodotto sicuro di sé e vivace, non ottiene attenzioni immeritate e, in definitiva, una volta arrivato l'N-50, a stento avrei ancora ascoltato un disco tramite il MiniDAC. (Questo vale per il Pioneer nella configurazione audio più pura, non ci penso neanche a provare i suoi vari marchingegni di elaborazione del suono).

Ed ora, l'esperienza da utente: funziona, però richiede una rigida procedura da parte dell'utente stesso, cioè io. Questo significa lanciare l'applicazione 8player dall'iPod, selezionare l'N-50 come uscita audio e solo dopo è possibile accedere alla collezione musicale che si trova sul server; l'N-50 si accenderà non appena il primo brano verrà selezionato per l'ascolto. Se sbagliate la sequenza, si blocca tutto quanto e sarete costretti a riavviare.

E tale sequenza è lunga. Devo navigare attraverso vari menu per interagire con ciò che, sostanzialmente, si riduce a due o tre operazioni standard:

Avrei voluto che le applicazioni di controllo prevedessero l'uso di preimpostazioni definite dall'utente, come anche l'impiego di macro per le modalità più utilizzate. (Bubble UPNP dispone di alcune utili preimpostazioni; funziona solo su Android e, dopo alcune prove iniziali, nella mia rete aveva mostrato alcuni problemi di affidabilità).

Semplice, no? Però, le iApparecchiature avevano avuto sempre difficoltà a riprodurre autonomamente, e ogni volta mi chiedevano a quale server accedere e se avessi voluto vedere foto e film.

Un problema maggiore del Pioneer è (era, leggete un po'!) che non supporta lo streaming senza pause tra i brani. All'inizio, avevo pensato di accettare la cosa e, comunque, non possiedo così tanti album incisi in questo modo. Almeno, così pensavo. Solo dopo aver trascorso molto tempo senza preoccuparmi di questo aspetto mi sono reso conto di quanti dischi vengano prodotti con brani che sfumano lentamente gli uni negli altri, e non parlo soltanto di musica classica o di registrazioni dal vivo; è fastidioso. Ma nessun problema, con la comparsa di economiche e capienti chiavette USB avrei potuto copiare questi album particolari e riprodurli da tali dispositivi, no? No: il Pioneer non riproduce senza pause nemmeno dalle chiavette. Tramite Airplay è possibile ma, limiti di risoluzione a parte, nel mio caso non è una soluzione fattibile. Avevo provato Airfoil, un software che consente di usare Airplay come uscita audio del PC, ma ero rimasto tutt'altro che colpito quando il computer di prova si era inchiodato completamente. Di conseguenza, avevo dovuto disinstallare Airfoil e provvedere a un lungo ripristino del sistema operativo. Comunque, tale software non supportava risoluzioni superiori a 48 kHz / 16 bit...

Questa era la situazione nel momento in cui pensavo di terminare questo articolo: ero parzialmente soddisfatto, ma con un crescente senso di frustrazione riguardo le stranezze e la diffusa “incompletezza” dell'N-50. (Guarda caso, provavo le stesse sensazioni nei confronti di una fotocamera Fujifilm X-E1). Però, in seguito, per un'incredibile coincidenza, il produttore rilasciò un importante aggiornamento del firmware, che avrebbe garantito la riproduzione senza pause, un certo numero di nuovi formati lossless (senza perdita di informazioni - NdT), frequenze di campionamento più elevate dall'ingresso USB e una migliore applicazione di controllo: il tutto sarebbe stato sufficiente per trasformare, potenzialmente e completamente gratis, l'N-50. Grazie, Pioneer!

In men che non si dica, avevo provveduto a installare l'aggiornamento, operazione svoltasi tranquillamente e senza trasmettere la benché minima paura o preoccupazione (gli aggiornamenti a iOS 6, per i miei iPad e iPod, erano stati veri incubi, che avevano rovinato un fine settimana del tutto piacevole; grazie, Apple).

Avevo poi avviato 8player, ah... l'ansia, e messo “The Wall”: ... pause ... pause ... ancora pause. Ma che diamine...?

Mi ero detto: OK, allora proviamo un ambiente tutto Pioneer. Avevo avviato la nuova applicazione di controllo. Sì, davvero, a questo punto il display dell'iPod mostrava più di quattro brani. E lo scorrimento era più veloce, ma ancora troppo lento (8player lo superava di gran lunga e visualizzava le copertine, all'avvio). Avevo rimesso “The Wall” e, evviva!, le pause erano scomparse. Purtroppo, però, mentre la vecchia applicazione di controllo era del tutto inutile, la nuova era solo leggermente meno inutile; era comunque sempre una seccatura. Le voci, secondo cui ci sarebbe stata un'altra versione dell'applicazione a metà 2013, sono rimaste solo voci.

Ma, allora, perché 8player non riproduceva i brani senza pause? Ebbene, 8player è un controller DLNA, l'applicazione di controllo Pioneer no. È un telecomando di rete, dedicato, in grado di svolgere compiti impossibili in un ambiente basato su DLNA. Pertanto, c'è da aspettarsi che futuri aggiornamenti, che siano dell'N-50 o controller di terze parti, non permetteranno la riproduzione senza pause con questo tipo di controller. Alla luce di questi fatti, non resta che sperare in un ulteriore sviluppo dell'applicazione di controllo basata sull'esperienza degli utenti.

A proposito di esperienza degli utenti... Il fato mi aveva fatto imbattere nel software di controllo Kinsky di Linn, senza sapere che esso era libero e con compatibilità UPnP. In effetti, possiede entrambe le caratteristiche. Se Linn sa fare bene una cosa, è tenere in considerazione le esperienze degli utenti; è l'unico aspetto che mi piace dell'LP12. Ma, ahimè, sebbene Kinsky avesse funzionato bene con il Marantz, l'aver trascorso settimane a trafficarci non mi aveva tuttavia insegnato a riprodurre un intero album senza premere millemila pulsanti, né a farlo funzionare con il Pioneer. Resterò con 8player, e con l'applicazione di controllo, quando saprò in anticipo che ne avrò bisogno.

Non è una questione di cavi

Il problema successivo era di natura più infrastrutturale. L'applicazione di controllo, eseguita su un iPod, richiedeva il wi-fi per comunicare con l'N-50. Il mio access point wireless era collocato sotto la TV principale, in salotto, a circa sei metri dall'impianto in sala d'ascolto e a undici metri dal punto d'ascolto. Ma, più importanti di queste distanze, erano le quattro solide pareti lungo la traiettoria, oltre a un'imponente barriera di grandi elettrodomestici, rivestiti in acciaio, piazzata in mezzo al passaggio, in lavanderia. Non c'è bisogno di dire che l'affidabilità del wi-fi, in sala d'ascolto, era praticamente senza speranza e quindi l'iPod, usato come telecomando, era praticamente inutile.

La soluzione ovvia sarebbe stata dotare la sala d'ascolto di un access point aggiuntivo, che avrebbe comportato l'utilizzo di uno switch e del trasmettitore corrente accanto all'impianto. Non essendo particolarmente entusiasta di ciò (a causa del disordine che ne sarebbe derivato e, nel peggiore dei casi, delle radiazioni), avevo acquistato un ripetitore wireless, impostato per scandagliare i locali canali wi-fi con il programma gratuito inSSIDer, allo scopo di trovare la sistemazione ottimale per il ripetitore stesso e per selezionare il canale migliore. Non che ci fosse molto da scegliere; il posto migliore era risultato la camera da letto, proprio a ridosso della mia testa dormiente. No, grazie. L'unico altro punto disponibile, che fosse a portata del trasmettitore principale, era in lavanderia, comunque a due pareti di distanza dal punto di destinazione del segnale. Tuttavia, aveva funzionato in maniera abbastanza soddisfacente e, per la maggior parte del tempo, l'iPod operava da telecomando affidabile e veloce. Soltanto in seguito, l'intera rete wireless aveva iniziato a bloccarsi, di tanto in tanto (avevamo aggiunto alcune altre cosine wireless, i bambini crescevano...), ma la rapida adozione della pratica del riavvio settimanale dell'access point e del ripetitore, nel giorno delle pulizie, pareva aver risolto il problema. Dovevo solo ricordarmi che, quando l'arredamento definitivo per il soggiorno sarebbe stato acquistato, esso avrebbe dovuto assicurare un facile accesso all'interruttore di accensione dell'access point e, naturalmente, non avrebbe dovuto ostacolare la trasmissione più di quanto il mobile porta-tv già presente stava facendo.

L'aspetto software della faccenda

Come sono andate le cose dal punto di vista della gestione dei file? Ero solito utilizzare iTunes per “liquefare” i CD e per interagire con la collezione musicale, e ne ero pienamente soddisfatto. Poi, Apple rilasciò la versione 11, trasformando iTunes in un pastrocchio totalmente inutile e quindi, con mia grande sorpresa, l'avevo rapidamente abbandonato. Ora, lo uso solo per copiare i brani sull'iPod, vale a dire, grossomodo, quasi mai.

I file audio erano stati organizzati in due unità separate, sul NAS. Una è (tuttora) etichettata “iTunes”, e contiene materiale in MP3 e AAC, destinato prevalentemente ai dispositivi portatili. L'altra si chiama “FLAC” e contiene, beh..., immaginate. La struttura delle directory e dei file è artista/album/brano, con il numero della traccia che precede il titolo (come nome del file).

Il processo di acquisizione e quello di assegnazione automatica iniziale dei tag ai file era stato realizzato con dbpoweramp. Questo software ha la piacevole caratteristica di poter convertire, contemporaneamente e su dischi differenti, il file di origine sia in formato FLAC che in formato MP3. Inoltre, può anche operare un'elaborazione del segnale. Lo uso per decodificare i pochi HDCD che possiedo (che, per metà, sebbene riportino la dicitura “HDCD”, in realtà NON hanno alcun reale contenuto HDCD!).

La gestione dei tag e delle copertine era stata fatta con mp3tag, un programma gratuito che, ancora una volta, fa più di quanto ci si aspetti. Per quanto riguarda le copertine, avevo scoperto che è meglio limitarne la dimensione a 512 x 512 pixel, per poi includerle in un unico file esterno, denominato “folder.jpg”, da collocare nella directory che contiene l'album.

Non uso più un gestore di librerie musicali in quanto tale. L'Esplora Risorse di Windows 7 e i programmi summenzionati sono sufficienti. Nei rari casi in cui desidero qualcosa dall'estetica migliore, utilizzo JRiver Media Jukebox, principalmente quando ascolto musica mentre sto lavorando al PC. (Il mio PC multimediale è connesso, tramite trasformatore, al Cyrus One e ai diffusori Quad L-ite).

Fine della storia

E questo è quanto. Lo streaming ha cambiato tutto. Ora ascolto più musica con meno scatole. Il lettore DVD e i giradischi non sono stati praticamente usati nel corso degli ultimi sedici mesi. Le prospettive del DVD sono cupe, quelle dei Michell ancora peggio, sta arrivando l'inverno e con esso lo stagionale cambio di testina (Lyra a riposo e Alaerts al lavoro). Tuttavia: potrà capitare che il mio futuro con l'hi-fi sarà “monoscatola”? Qualcosa tipo un Devialet, se solo avesse la compatibilità UPnP?

© Copyright 2015 Werner Ogiers - werner@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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