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Prodotto: RCD-951 HDCD
Player
Produttore: Rotel
- Giappone
Nr. serie: 017-0491194
Prezzo: approx. 600
Euro
Recensore: Dejan V.
Veselinovic
Data recensione: Maggio 2001
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Quest'anno è il 40esimo anniversario della Rotel. Negli anni, da azienda che imitava prodotti, si è trasformata in un marchio rispettato, che commercializza prodotti propri. Cosa abbastanza insolita, alla Rotel sono stimati non per un solo tipo di prodotto, ma per diversi. La fama dei loro ampli è ben nota, ma, ultimamente, hanno avuto grossi riconoscimenti anche per i loro CD player. Qui vi presentiamo la loro offerta più piccola, l'RCD-951.
Prima di aprire il telaio, la cosa che noterete subito è il peso oltre la media; anche se non è straordinariamente pesante, con i suoi 5,4 kg è comunque più pesante di molti altri. Una delle ragioni di questo peso è costituita da un trasformatore di potenza molto solido, che è schermato dalle elettroniche da una copertura in plastica semi-trasparente; soluzione economica, è vero, ma efficace. Per la verità, l'intera linea di alimentazione è schermata in questo modo.
Esternamente, la meccanica non ha etichetta, ma se devo tirare ad indovinare, direi che è una Sony; assomiglia infatti terribilmente a quella che c'è sul Harman/Kardon HD730, e che è chiaramente marcata Sony.
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La scheda principale sostiene tutte le elettroniche più importanti. Vi trovate infatti un convertitore D/D PCM69 Burr-Brown, supportato da un filtro/decoder digitale PMD100 Pacific Microsonics, che è compatibile con le registrazioni HDCD. Lo stadio d'uscita consiste di due operazionali doppi OPA 2604, ancora Burr-Brown, che mettono in evidenza terminali frontali FET (featuring FET front ends). Siccome questi sono operazionali doppi si può presumere che una metà faccia da filtro passa-basso (LPF) e convertitore corrente/tensione (I/V), mentre la seconda metà è il vero e proprio operazionale d'uscita.
Gli stadi primari usano resistenze a film metallico all'1%, mentre gli stadi d'uscita usano resistenze al 2%, e presumibilmente anche a film metallico. Ci sono in evidenza un buon numero di condensatori (circa 20) Rubycon Black Gate, favoriti dalla Rotel, come anche alcuni condensatori Nichicon Muse. La corrente continua è filtrata da due condensatori Rubycon da 4700 µF/50V, e ho contato 4 regolatori di tensione, ma potrebbero essercene di più, visto che c'è intorno un po' di tecnologia discreta, e senza gli schemi di servizio posso solo indovinarne lo scopo. Mi hanno creato un po' di disappunto i diodi 1N4003 usati per i raddrizzatori, si poteva pensare a diodi migliori senza dover alzare il prezzo più di tanto. Ma allora, cosa avrebbe fatto la brigata dei tweaker?
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Sul retro, trovate solo tre spinotti RCA - uscita analogica destra e sinistra, più un'uscita coassiale S/PDIF. Il conduttore della rete è captive (The mains lead is captive). Comunque, devo farvi notare che, Nonostante gli spinotti RCA non siano placcati oro, sono in ogni caso di una qualità migliore della media e sembrano abbastanza robusti.
Infine, il telecomando. È molto standard, con tutte le solite funzioni. Anche se non risulta poi male, non ha niente in particolare di cui scrivere. Al contrario, la fascia anteriore ha un look molto piacevole - il display, di un bel colore blu, dà molte informazioni ed è molto leggibile, secondo me è quasi l'ideale. Mi piace molto la disposizione dei controlli, la forma, la qualità e la localizzazione dei pulsanti, incluso l'indicatore HDCD a led. Anche se di solito non faccio commenti sull'aspetto di un prodotto, devo dire che questo è ordinato e pulito, un prodotto senza controsensi fatto da gente che ovviamente sa esattamente cosa fa.
Io ho ricevuto un pezzo nuovo di zecca, così per prima cosa ho dovuto rodarlo. Come per il Marantz CD6000 OSE, appena tirato fuori dalla scatola l'RCD-951 suona in maniera terribile, molto stridula, e potrebbe suggerire il suicidio, dopo aver sborsato il prezzo richiesto, perchè quel genere di suono è standard per il prodotto più economico tra gli economici. Tuttavia, dopo 4 giorni, o 96 ore di lavori forzati, le cose sono cambiate in meglio, ancora come per il Marantz CD6000 OSE.
Perciò, se ne ascoltate uno, accertatevi che non sia nuovo di zecca, altrimenti non riuscirete a sentire di cosa è capace.
Persino dopo 4 giorni ed oltre, il soundstage sembrava avere una buona potenzialità, ma era in qualche modo evasivo, come se stesse oscillando. Dovesse accadere, avrete bisogno di aprire il telaio e avvitare ulteriormente le quattro viti che fissano la meccanica; non si muoveranno di molto, ma comunque sentirete facilmente che si muovono. Il che suggerirebbe a chi si occupa dell'assemblaggio di rivedere il modo in cui montano i loro apparecchi, visto che sembra essere poco accurato.
Ho provato la mia solita varietà di cavi, incluso il coassiale RG56/U con alcuni connettori placcati in oro (autocostruiti), il MIT Terminator 4 e il Van den Hul D102 Mk.3 con connettori Neutrik. Come al solito, ho ottenuto il miglior bilanciamento con il VdH, che quindi ho usato per l'ascolto critico.
Il mio ultimo ed inevitabile test l'ho fatto con (esatto, avete indovinato! :-)) le punte SoundCare. Fortunatamente, sono più alte dei piedini del Rotel, così non c'è stato bisogno di smontare niente. Come dovevo aspettarmi quasi implicitamente, hanno portato dei benefici migliorando l'immagine, lasciando più spazio ai dettagli e schiarendo l'intera larghezza di banda - niente di sbalorditivo ma, secondo me, vale la pena usarle, visto il prezzo richiesto.
A bassi livelli d'ascolto, usando materiale che già di suo ha un contenuto musicale a basso volume, l'RCD-951 mi ha quasi sorpreso. Mi aspettavo un buon suono, ordinato, ed è quello che ho ottenuto, ma oltre a ciò, ho sentito anche un'abbondanza di dettagli. Dettagli che erano lì, in maniera molto naturale. Per esempio, sembra essere in grado di distinguere ogni corda come se fosse accarezzata su di una chitarra classica, o di individuare il cigolio del pedale della batteria. Di solito, mi riesce difficile sentire tutto ciò, anche se so che c'è.
Con musica più lenta, più da ambiente, l'RCD-951 ha fatto bene, ma, sono contento di dirlo, ha fatto lo stesso anche con musica più veloce e complessa, anche se qui comincia ad apparire qualche incrinatura. Stranamente, non nella gamma dei bassi, che sono solitamente sospetti, ma nella gamma degli alti. Niente di particolarmente sbagliato, ma io trovo che agli alti manchi un po' di vita. Suonano un po' distaccati, come se non gli importasse particolarmente di unirsi alla festa, in qualche modo indecisi.
Alzando il volume al Karan KA-i180, ed usando del materiale potente tipo Hevia, Blue Man Group, Vangelis ed Enigma ho ottenuto un suono notevole. I bassi sono pieni, e se anche non sono così convincenti come per altri apparecchi, sono senz'altro migliori di quello che si trova normalmente in questa classe di prezzo. Il midrange è veramente molto buono, ed è infatti praticamente il migliore che ho mai sentito in questo (ed anche un pochino al di sopra) range di prezzo.
Ma gli alti distaccati sono ancora lì. Sembra che siano in qualche modo indecisi, ed è molto facile da notare con gli strumenti a percussione, come nel CD dei Blue Man Group, per esempio. Sono sicuro che sapete che quando si comincia a picchiare di brutto sulle percussioni, si è tutto tranne che gentili con gli strumenti; ora, io voglio sentire la violenza dei colpi sulle percussioni, ma anche i colpi sui piatti. Quello che ho sentito invece è sì la forza sui tamburi, ma non sui piatti, come se il batterista avesse paura di romperli perchè di vetro.
È difficile da spiegare - gli alti sono puliti e chiari, ma in qualche modo esitanti, poco decisi, ancor meno incisivi. Anche se in realtà questo non danneggia il contenuto musicale, lo priva di un po' di emozione, di una certa durezza quando serve.
Il CD Blue Man Group Audio è di fatto un HDCD. Ho parecchi altri titoli che sono in questo formato. Ovviamente, ho dato una particolare attenzione ad ogni cambiamento che avrei potuto sentire in confronto alle registrazioni standard. Purtroppo, non sono riuscito a scoprire benefici particolari derivanti da questo formato.
Può darsi che non ce ne fossero, o che questo Rotel non fosse in grado di trarne il meglio. Escluderei me stesso, perchè in genere riesco a cogliere anche le differenze più sottili, e sono sicuro che avrei sentito dei benefici se ce ne fossero stati o se mi fosse stato permesso di sentirli.
Mentre i depliant della Rotel affermano che esistano oltre 1500 titoli da 175 etichette in questo formato, devo dire che sono rimasto deluso, nonostante l'indicatore a LED per il formato HDCD si accendesse ogni volta che mettevo un disco con quel formato.
Questo è un CD player molto orientato al dovere. Ha un approccio alla musica che è molto professionale, come se sapesse che è quello per cui è stato fatto, ma con questo approccio sembra perdere un po' di emozione. Lavora bene, e probabilmente non riuscirete a mandarlo in confusione anche con il materiale più complesso, incluso le grandi orchestre sinfoniche che interpretano pezzi elaborati, anche se è vero che si trova più a suo agio con musica da ambiente, più semplice. Dà sicuramente il meglio di sè con i quartetti d'archi, per esempio, o con la musica da camera in generale. Con il jazz rende onore ai suoi progettisti, ed io oserei dire anche ai musicisti, visto il prezzo modesto.
Anche se è molto professionale, in qualche modo manca di un po' di emozione. Purtroppo, succede nei registri più alti, il che può essere negativo per chi ascolta molta musica che ha molte percussioni, e che usano specialmente strumenti d'ottone.
Per venire al punto, ed anticipare quello che so che mi verrà chiesto, fatemelo confrontare con i suoi concorrenti più vicini, il Marantz CD6000 OSE e lo Yamaha CDX-993.
In confronto al Marantz, l'RCD-951 è più dolce, avendo più finezza ed un bilanciamento generale migliore. Dovendo scegliere tra i due, prenderei il Rotel. Il CD6000 OSE non ha la forza del Rotel. D'altra parte, il Rotel, qui, è circa il 20% più costoso del Marantz, una differenza che non si può ignorare facilmente.
Ma il vero concorrente è lo Yamaha CDX-993. Qui costa anche circa il 6% in meno rispetto al Rotel, ma non è così ovunque, perciò controllate dai vostri rivenditori, potreste anche scoprire che, dove vivete, lo Yamaha è più caro. Ad ogni modo, il 6% è abbastanza poco da essere trascurabile.
Il Rotel dà un po' più di dettagli ed un po' più di coerenza in generale, ma lo Yamaha ha dei bassi meglio definiti e più profondi ed una gamma alta più dolce, a cui non mancano decisione ed incisione quando serve. Infatti, il solo vero difetto dello Yamaha è che per alcuni gusti potrebbe essere un po' troppo dolce. Sarei veramente in difficoltà se dovessi dire che uno è meglio dell'altro, visto che sono semplicemente due approcci alla stessa cosa che però usano percorsi diversi. Scegliere è veramente una questione di gusti - ed il mio va verso lo Yamaha.
Una nota - Io ho modificato il mio Yamaha sostituendo nella sezione LPF gli operazionali NJR per gli AD826. Ciò lo ha reso un po' meno caldo, ma molto più veloce e con molta più definizione. L'esperienza mi insegna che l'OPA2604 è un'operazionale pigro, con un tipico leggero velo Burr-Brown, evidente anche nelle serie 134 (2134); perciò, sono convinto che il Rotel beneficierebbe dal cambio degli operazionali. Per confronto, ho rimesso gli originali NJR nello Yamaha, senza ottenere grandi risultati visto che avevo installato degli zoccoletti di ottima qualità proprio per questi casi.
Così, tutto sommato, il Rotel RCD-951 è un lettore molto competente, con molti aspetti a suo favore e, secondo me, il suo unico vero difetto è l'esitante gamma alta, per la quale spingo verso il cambio degli operazionali. Ma questo è molto soggettivo, ed inoltre può essere dipendente dal resto dell'impianto, così nel vostro caso, le vostre conclusioni potrebbero essere molto differenti. Sicuramente, fareste un grosso errore di omissione se non riusciste ad ascoltarlo. È infatti un apparecchio comunque molto buono, ben fatto da progettisti molto competenti, che usano diversi componenti di prima qualità, ed inoltre con un look, sebbene molto classico, incredibilmente attraente.
Per tirare le somme, qui abbiamo un lettore dal prezzo molto onesto, con una grande performance, ed un "involucro" molto solido ed elegante. Che poi il suono non sia esattamente di mio gusto è un'altra storia, visto che molte persone la penseranno sicuramente in maniera diversa, e con ottime ragioni. Questo è un modello che non dovreste trascurare di ascoltare, perchè è veramente ben fatto.
E badate bene che non sono in contraddizione - La Mercedes-Benz costruisce automobili che io non comprerei semplicemente perchè io sono un fanatico della trazione anteriore, ma sono sicuramente d'accordo sul fatto che la Mercedes fa grandi macchine. Così è per il Rotel in questione - non è di mio gusto, ma resta comunque un eccellente prodotto.
L'esperienza mi ha insegnato a stare lontano dagli operazionali lineari Burr-Brown; li trovo deboli e velati. Leggendo una qualsiasi rivista in inglese, potrei fare una lista di prodotti che li usano che in un modo o nell'altro presentano questo tipo di problema, ma non è questo il punto. Se questo Rotel fosse mio, farei almeno un paio di cose. Cambierei quei diodi standard 1N4003 per altri molto veloci, come per esempio I BY254 o 255. Io toglierei anche gli operazionali OPA 2604, installerei degli zoccoletti placcati oro e proverei i miei due chip favoriti, l'OP275 (PMI, Analog Devices) e l'AD826 (Analog Devices). Il primo perchè in alcuni prodotti, soprattutto lettori CD Marantz, semplicemente suonano meglio di qualsiasi altro ho mai provato, ed il secondo perchè secondo me è il migliore operazionale per audio attualmente disponibile ad un prezzo sano. Inoltre, installerei anche delle punte Soundcare, come del resto ho fatto. Infine, del BluTac intorno al telaio non guasterebbe affatto.
Risposta in frequenza: 20 ... 20,000 Hz, +/- 0.5 dB
Linearità di ampiezza: +/- 0.5 dB
Linearità di fase: +/- 0.5 degrees
Rapporto segnale/disturbo: 100 dB
Range Dinamico: 100 dB
Separazione canali, 1 kHz: > 100 dB
THD + Noise, 1 kHz: 0.005% (-86 dB)
Distorsione IM ad 1 kHz: 0.005%
Massima uscita linea audio: 2 Vrms
Livello uscita digitale: 0.5 V picco-picco
Impedenza uscita digitale: 75 Ohms
Consumo: 20 W
Dimensioni: 440 x 72 x 316 mm (LxAxP
Peso netto: 5.4 kg
Impianti usati
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© Copyright 2001 Dejan
Veselinovic - https://www.tnt-audio.com
HTML Editing: Scott Faller -
Traduzione: Gianluca Lozza
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