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Lettore CD Teac CDP-1100

[Teac 1100]

[English version]

Prodotto: Teac CD-P 1100 - CD player
Produttore: Teac - Giappone
Distributore: Teac Italiana, Via C. Cantù 5, 20092 - Cinisello Balsamo
Tel. 02-66010500
Prezzo approssimativo: Lit. 290.000 (150 euro)
Recensore: Lucio Cadeddu

Chi ha detto che l'HiFi debba per forza costare molto? Tempo fa mi capitò di leggere che a meno di due milioni i lettori CD non erano neppure da prendere in considerazione (salvo poi parlar bene anche di quelli da 500.000, ma questo è un'altro discorso...).
La nostra filosofia ormai la conoscete: l'HiFi deve anche poter essere raggiungibile, oltre che ben suonante.

La Teac è ben nota a tutti gli appassionati per produrre dei lettori CD di ottima reputazione, ben progettati e costruiti, dal buon suono, e con una meccanica di livello eccellente, la VRDS in tutte le sue varianti, riciclata da blasonati Costruttori Hi-End come base di partenza per i loro lettori plurimilionari.
Mi chiedevo se tanta esperienza della Teac potesse avere un qualche ritorno sulla parte bassa del catalogo, cioè su quei lettori con meccanica convenzionale e chassis simile alla concorrenza, niente alluminio, niente pannelli spessi un dito etc etc.
Quale migliore occasione per verificare questa ipotesi di lavoro se non quella di mettere alla prova il più economico lettore della famiglia, il CDP-1100?
Il CDP-1100 è di quei lettori che non ammettono critiche: per quello che costa è già molto che funzioni :-)
A parte gli scherzi, questo lettore Teac costa di listino 300.000 lire ed in negozio si trova anche a 260.000 lirette che, per un lettore dotato di un completissimo telecomando, una meccanica centrale, un'uscita cuffia con volume regolabile ed innumerevoli possibilità di programmazione, sono davvero una cifra semplicemente ridicola.
Pensate che un metro di cavo di segnale medio-economico costa una cifra simile...e qui invece c'è pure il telecomando completo di pile :-) e persino un anno di garanzia!!!
Davvero, non si può chiedere di più.

Tecnicamente il Teac CDP-1100 è una macchina, dicevo, a meccanica centrale, dotata di un bel display arancio e di tante comode funzioni (qualcuna inutile, altre meno). Il telecomando è spartano ma completo e facile da usare.
La conversione è ad 1 bit, con filtro digitale a doppia risoluzione.
Il laser è a triplo raggio ed il tutto pesa circa 4 kg.
L'interno ha un aspetto abbastanza rassicurante ed ordinato, tutti i cavi sono fissati con colla termofusibile, il trasformatore d'alimentazione è ancorato saldamente al fondo del telaio ed un'unica scheda svolge tutte le funzioni.
Il cavo d'alimentazione è fisso ma, fortunatamente, i pin jack d'uscita ci sono, così che si possa provare a sostituire almeno il cavo di segnale (per quello d'alimentazione si vedrà :-) ).
A parte tutte queste notizie più o meno interessanti, lo scopo di questa prova è quello di verificare se anche con una cifra così bassa si riesce ancora a sentire Musica in modo decente.

Sua Maestà il Suono

Collegato il nanerottolo all'impianto *grande* per rivelarne tutti i possibili limiti, sono passato poi ad un ascolto più consono all'interno di un sistema economico ma costituito da oggetti al di sopra di ogni sospetto (i dettagli più avanti).
Sempre per mettere il lettore in grado di esprimersi al meglio ho utilizzato tre diversi cavi di segnale, un Monster Interlink 400 mkII (che costa quasi quanto il lettore), un Interlink 200 ed un cavo di segnale autocostruito (di cui ancora non sapete niente).
Ed il nanerottolo così si espresse:

La timbrica

Parlare di equilibrio timbrico in un apparecchio così incredibilmente economico può sembrare un'eresia, però tento ugualmente di descrivervi l'impostazione sonora di questo lettore.
Contrariamente a quanto uno si aspetta da un lettore super-economico, il suono di questo Teac CDP-1100 è caldo, con un deciso roll-off sulle altissime frequenze.
La gamma alta ed altissima è un tantino indietro, poco rifinita e brillante. L'effetto è sensibile sui piatti, poco metallici e piuttosto poveri di armoniche.
La gamma media invece ogni tanto si mette in evidenza, donando alla riproduzione uno strano effetto presenza.
Le voci però sono belle, nitide ed intelligibili, non ricchissime ma comunque convincenti. Ogni tanto affiora un filo di asprigno sul medio-alto, tipico di macchine molto economiche.
Nel complesso gamma media ed alta offrono una performance per certi versi insolita, dato che normalmente ci si aspetta un suono stridulo ed affaticante, con un deciso roll-off sugli alti che caratterizza la riproduzione di questo lettore in modo inequivocabile.
La gamma bassa è buona per estensione e potenza, scende piuttosto in basso anche se la sbavatura è sempre in agguato.
Ricorda per certi versi il basso di alcuni apparecchi valvolari old-style che ho ascoltato di recente: il basso c'è, profondo e pure abbastanza potente solo che nella prima ottava tende ad essere un po' ondivago e slabbrato.
Molto di ciò dipende comunque dal supporto sul quale si poggia il lettore e dal tipo di piedini utilizzati, ma di questo parleremo altrove.
Comunque sia il roll-off avvertibile sulla gamma alta, in basso è molto meno pronunciato e non c'è dubbio che la *presenza* di questa parte dello spettro audio è ben evidente e non passa certo inosservata.
Tirando le somme sull'impostazione timbrica di questo lettore direi che è per certi versi atipico: basso in evidenza ed alte a calare, con un medio che ogni tanto si dibatte per prendersi il ruolo da protagonista.
Una gran parte di queste sensazioni all'ascolto sono imputabili alla prestazione dinamica di questo lettore che vado subito a raccontarvi.

La dinamica

Il punto dolente dei lettori CD economici è proprio la dinamica, sia micro che macro, mancanza da imputare a mio parere allo stadio analogico d'uscita, realizzato con tutti i compromessi del caso.
Il Teac CDP-1100 non fa eccezione a questa specie di regola e presenta un suono a tratti moscio, lento, come se l'esecuzione avesse perso un po' di vita, tipo quando le cassette audio si smagnetizzano...
Attenzione, non sto dicendo che il CDP-1100 suona come una cassetta smagnetizzata, era solo per darvi un'idea. Infatti la dinamica che un lettore CD da tavolo, pur essendo economico, riesce a produrre non è neanche confrontabile con una compact cassette.
Però, in termini assoluti il suono rallenta un po' ed aggredisce meno, quasi si valvolarizza, se mi permettete di abusare di un termine forse inappropriato ma che dovrebbe rendere l'idea.
I contrasti dinamici si fanno meno violenti, le esplosioni della batteria di Jim Keltner nello Sheffield Drum Record (che ha meravigliato più di un audiofilo al Roma Audio Show, io credevo fosse un disco straconosciuto) sono meno devastanti del solito, pur conservando una scala di rapporti estremamente corretta.
Per spiegarmi meglio: non c'è una porzione dello spettro audio che è più dinamica di un'altra, tutto è ridotto ma rispettando le proporzioni.
Il suono si fa meno grosso ma con coerenza, una grande dote in un lettore così economico.
Tra l'altro ha l'ammirevole capacità di non scomporsi, neanche con le prove più difficili, tipo il pieno del coro o l'attacco di un grande organo.
Io mi aspettavo lo *strillo* isterico ed invece no, lui impassibile ha continuato a suonare come se niente fosse. Ed il grande coro è una delle prove più difficili per un apparecchio HiFi. Superata a pieni voti. In scala si, ma corretto e coerente. Complimenti davvero.
Anche la microdinamica è in scala, cioè quelle piccole variazioni velocissime tipiche degli strumentini a percussione, tutto è reso in scala ridotta, pur conservando, anche in questo frangente, una coerenza invidiabile.
Il pianoforte è meno vivo di quanto si vorrebbe però è realistico, sembra ripreso un po' più *da lontano* (quindi i contrasti dinamici sono meno evidenti) e, soprattutto sulla parte destra della tastiera più di tanto non riesce ad esprimersi.
Infine la velocità: l'ho in parte già detto, questo lettore è un pelino lento e sornione ma tutto sommato, all'interno del suo equilibrio ciò non guasta affatto, anzi, tutto si amalgama bene per produrre una rappresentazione molto rilassata dell'evento sonoro.
Nell'impianto *piccolo* invece, sistemato nella seconda sala d'ascolto di dimensioni minime, il Teac CDP-1100 si prende la sua (logica) rivincita e sfodera un suono a tratti persino aggressivo (in senso buono) dimostrandosi un ottima sorgente per impianti di livello economico medio-basso. Con un Rotel 920 ed un paio di diffusori sotto le 500 mila ci si può cominciare ad avventurare nel mondo dell'HiFi.

L'immagine

Se la dinamica è la spina nel fianco dei lettori economici, la ricostruzione prospettica è il vero calvario.
La profondità è appena accennata, i piani sonori schiacciati e le altre due dimensioni appena abbozzate.
Però la focalizzazione è buona, i cantanti stanno al centro della scena, fermi, stabili come mai mi sarei aspettato e la distribuzione spaziale degli strumenti nel senso *orizzontale* è davvero accettabile.
Anche in questo frangente tutto è un po' in scala ma ancora molto coerente.
L'altezza è limitata ma ciò si avverte solo con quelle incisioni che vi permettono di *bucare il soffitto*, con quelle *normali* tutto si mantiene entro limiti accettabili...nel senso che l'altezza dei cantanti è umana. E non è poco.

Consigli d'uso

Il Teac CDP-1100 non sembra molto sensibile al pre-riscaldamento e suona già al 90% da appena acceso. Poi migliora un po' ma non tanto.
È molto sensibile al posizionamento, invece. Ma su questo vi consiglierei di andare a leggere l'articolo separato che tratta della versione upgradata di questo lettore, il Teac CDP-1100 TLE Stage 1 (TNT Limited Edition :-) ) oppure il Teac CDP-1100 TLE Stage 2.
Cavi: inutile far finta di niente, con un lettore così economico è difficile abbinargli un cavo di segnale di prezzo proporzionale...forse il Monster Interlink 200 (circa 60.000 lire) può essere una buona scelta, oppure il Silver Tef mkII venduto dalla rivista Fedeltà del Suono a 85.000 lire.
In alternativa un cavo autocostruito come il nostro Shield a configurazione semibilanciata.
Ovvio che con cavi di livello più elevato il Teac si esprime meglio però bisogna rimanere nell'ambito del buon senso.
Da provare vari tipi di piedini, in quanto l'influenza sul suono di questo lettore è notevole. Anche per questo discorso vi rimando alla prova della versione TLE.

Conclusioni

Si può spendere così poco (ripeto, meno di 300.000 lire) e vivere felici?
Si, se il livello attuale della tecnologia ci permette di poter disporre di apparecchi così ben realizzati e completi.
Il suono? A questo prezzo ha dello sbalorditivo, ed il confronto, ad esempio, con un lettore CD portatile di prezzo anche più elevato è semplicemente improponibile: il Teac suona mentre l'altro arranca.
Se la vostra sorgente è un portatile, regalatelo alla nonna e prendetevi un serio lettore da tavolo.
Non solo, ma un lettore come questo ben si presta a facili modifiche (vedasi articolo sul tema) che possono fargli fare un bel salto di qualità. Con lettori di questo livello si può costruire un impianto che costa un milione e godersi tanta buona Musica, di qualità tale che i mini-midi-compatti si possono solo sognare, senza contare le infinite possibilità di upgrade, impossibili coi compatti.
Lo sto facendo suonare in una catena super-economica composta da un ampli Rotel RA 920 AX (circa 400.000 lire) e vari tipi di diffusori sotto il mezzo milione. Il risultato ha dell'incredibile.
Avete un compatto e volete *fare il grande salto*? Cominciate a prendervi il Teac CDP-1100, modificatelo un po', abbinategli un ampli NAD o Rotel sulle 400.000 lire ed un paio di casse, magari italiane, per una cifra intorno alle 600/700 mila lire. E poi raccontatemi se quello che sentite non ha, stavolta si, dell'incredibile.
A costo di infastidire i signori dell'HiFi multimilionaria, io continuo a ripetere la nostra filosofia: per avere un impianto HiFi decente non è necessario spendere cifre folli, ormai il vero buon suono è alla portata davvero di tutti !

Il modello 1100 è ora disponibile nella nuova versione CD-P 1120, provata da Stefano Monteferri.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu - https://www.tnt-audio.com

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