[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Braccio Tri-Planar mk VII

[Triplanar]

[English version]

Prodotto: Braccio Tri-planar mk VII
Produttore: Tri-Planar - USA
Prezzo appross.: circa 4000 €/$
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Data recensione: Ottobre, 2004

Introduzione

Nell'universo dell'alta fedeltà esistono pochi componenti oggetto di numerose e spesso conflittuali teorie quali sono i bracci dei giradischi. Rigidi o flessibili, smorzati o non smorzati, tangenziali o tradizionali, a bassa o ad alta massa, unipivot, a cuscinetti, sospesi su filo, flottanti in materiali fluidi, canne del braccio in un unico blocco o in numerosi pezzi meccanici, realizzati in legno, in fibra di carbonio, bamboo, alluminio, acciaio, titanio, magnesio, ceramici - l'elenco è praticamente infinito. A mio avviso, ogni costruttore di bracci è in grado di sostenere una difesa del tutto credibile delle proprie scelte progettuali, motivando le cause per cui tutti gli altri hanno torto dando per scontato che coloro che non riescono a percepire le differenze sono totalmente sordi. Tutto ciò trasforma una recensione in un incubo. Penso di avere una buona conoscenza dei sistemi meccanici e molta esperienza, ma ancora adesso, quando si inizia ad argomentare su queste teorie non riesco a distinguere quelle sensate da quelle campate in aria.

Il Tri-planar rappresenta un classico esempio. Contravviene ad alcune "regole" e segue delle specifiche ben precise, per cui cosa devo fare? Bene, parlerò della costruzione, ma resta il fatto che all'analisi finale solo un fattore rimane rilevante - suona?

Il Tri-planar rappresenta qualcosa di leggendario nel mondo dei bracci e vanta un seguito di fieri fedelissimi. È grazie a questo braccio che quasi 30 anni fa si rese possibile la regolazione micrometrica del VTA utilizzando il VTA "tower", adesso tanto riproposta in particolare negli USA, al punto tale che qualsiasi braccio che abbia velleità high-end necessita di questo tipo di regolazione per poter sperare di ottenere successo in quel mercato. Il nome "Tri-planar" si riferisce proprio a questo, ossia il braccio prevede la regolazione e corregge la geometria su tre piani. Durante gli anni si sono succedute modifiche e miglioramenti che hanno portato a questa ultima versione, la Mk VII.

Progetto

Ho già detto nel mio articolo sul progetto dei bracci che alcuni possono esseere considerati "bracci cantinari", nel senso che potrebbero essere stati realizzati in un laboratorio piccolo, ben attrezzato e spesso diretto da una sola persona. Secondo questa scala lo SME V è un prodotto di massa, il Tri-planar è un "cantinaro". Prima che qualcuno possa risentirsi voglio specificare che quanto detto non vuole essere una critica. È come confrontare una Mazda MX5 con una Caterham "7". Ma osservando il braccio appare evidente che è costituito da un elevato numero di minuscoli componenti e sottoparti. Non ho fatto un conto dei componenti ma dubito che esistano molti bracci ad articolazione cardanica con un numero di parti superiore. E la qualità si avvicina talmente alla perfezione che non ci sono differenze. Nella mia recensione del Morsiani dissi che mostrava il suo aspetto "artigianale" con orgoglio, e che la finitura era chiaramente migliore (e questo dovrebbe giustificare il prezzo), ma sicuramente non potrete avere dubbi sul fatto che si tratta di un oggetto sul quale qualcuno ha speso diverse ore di lavoro per realizzarlo. Basta guardare la complessità e l'eleganza dell'alzabraccio, dove molti non avrebbero fatto altro che avvitarcene uno OEM. Sicuro il braccio è costoso, ma in un mondo in cui tutto è sovrastimato veramente non me la sento di giudicare.

La struttura principale del braccio è in lega di alluminio, con una spessa canna in fibra di carbonio. Potrei iniziare a parlarvi delle peculiarità caratteristiche dei materiali utilizzati, ma preferisco farlo nel prossimo paragrafo... Gran parte della struttura è avvitata insieme con delle minuscole viti, la canna del braccio incollata al grande portatestina, realizzata in modo da permettere la regolazione della testina stessa, e che si trova a suo agio praticamente con qualsiasi tipo di testina. Tre diversi contrappesi si adatteranno al meglio con le testine di qualsiasi peso, anche se la forza di tracciamento può essere regolata spostandoli aventi ed indietro - è necessario un bilanciamento. I cuscinetti sono regolabili - il fatto che il braccio si abbina perfettamente con la testina Music Maker, componente dalla elevata cedevolezza notoriamente molto esigente sulla qualità dei cuscinetti, la dice lunga sulla sua bontà. L'anti-skate è del tipo regolabile a leva e a filo, anch'esso un po' troppo complesso, ma che imprime correttamente la forza per tutta la durata del disco. L'azimuth viene regolato allentando la canna del braccio e piegandola delicatamente, si tratta di un'operazione semplice e la superficie piuttosto ampia rende le regolazioni di fino molto semplici. È anche presente una canalina per migliorare lo smorzamento se riempita del fluido siliconico fornito a corredo - alcune testine potrebbero trarne giovamento, ad altre la cosa potrebbe dar fastidio.

Passiamo a descrivere la torretta del VTA. Si tratta della grande sporgenza a che si trova a sinistra della canna del braccio e con un quadrante sulla sommità. Svitando un piccolo dado di protezione è possibile spostare l'intera struttura del braccio in alto o in basso a piccoli passi - il quadrante vi permette di ritornare al settaggio precedente anche se è necessario contare il numero di giri. La procedura è molto delicata ed è possibile effettuare la regolazione durante l'ascolto del disco, basta prestare attenzione quando togliete il dadino.

L'utilizzo

Il braccio è stato utilizzato con il SOTA Millenium e con il mio Michell Orbe - due giradischi molto diversi ma entrambi di qualità allineata al prezzo del Tri-planar. Il braccio di riferimento è stato il mio SME IV (con lo smorzatore ed il regolatore di VTA presenti anche sullo SME V).

Prime regolazioni. Come detto in precedenza il Tri-planar facendo uso di una torretta per il VTA di precisione micrometrica, rende la regolazione del VTA talmente semplice che non ve lo immaginate neanche. Se siete ossessionati dal VTA, e vi piace modificarlo ad ogni disco, allora solo per questo motivo dovreste prendere in considerazione il Tri-planar - al giorno d'oggi altri bracci come il Graham ed il VPI sono altrettanto facili da regolare, ma questi sono due unipivot e quindi si dovrebbe tener conto di ben ulteriori questioni.

[Triplanar]In questo contesto lo SME resta indietro, il VTA può essere regolato ruotando la vite filettata che va dal braccio alla sua basetta. Tramite questa è possibile allentare la basetta in modo da poter spostare in su lentamente il braccio, tutto ciò può essere effettuato durante l'ascolto - non è un'operazione semplice, vi costringe a rimuovere la vite dopo ogni regolazione e rende impossibili le regolazioni ripetute e di precisione. Siamo sicuramente un passo avanti rispetto al metodo convenzionale dello scorrimento e blocco della vite di tipo Allen che viene utilizzato per i bracci quali ad esempio l'EKOS, ma a confronto con il Tri-planar la regolazione è molto più grezza. E a proposito di grossolanità, gli altri tipi di regolazione sono tutti a favore dello SME. Il Tri-planar fa uso di un portatestina tradizionale ad innesto per l'overhang e l'allineamento - lascia un po' a desiderare, lo SME ha un inserimento del tipo a slitta il che significa che l'intero braccio si sposta avanti e indietro mediante una leva (anche quando si ascolta un disco). Il portatestina ha bisogno solo dei fori piuttosto che delle scanalature per cui il cambiamento dell'allineamento inficia l'overhang - è molto funzionale e non ci sono bracci che ne hanno uno migliore (anche se sono obbligati i bulloncini della testina da 9.5mm).

Lo SME prevede il dispositivo per la regolazione dell'antiskate, il Tri-planar fa uso di un peso scorrevole più filo. Come detto in precedenza per regolare la forza d'appoggio il Tri-planar usa il metodo tradizionale di spostare il contrappeso avanti e indietro, e questo metodo, insieme al bilanciamento dello stilo, non è né preciso, né funzionale. Nello SME IV il contrappeso si sposta tramite un regolatore filettato molto preciso - è necessario contare i giri ma è abbastanza semplice e la calibrazione permette di fare regolazioni semplici, ripetibili e con un grado di precisione di 0.125 gr (nella pratica ho constatato che le regolazioni a 0.05gr sono semplici - verificando il risultato con una bilancina elettronica che ha una risoluzione di 0.02 grm). Lo SME V ovviamente ha un regolatore per la forza d'appoggio ancora più semplice.

La questione è che a causa del significativo effetto che la forza di appoggio ha sul VTA, sarebbe lecito osservare che la precisa e facile regolazione della forza di appoggio caratteristiche dello SME rende vani almeno alcuni tra i vantaggi dovuti alla torre del VTA del Tri-planar, senza evitare una maggior complessità e una rigidità compromessa che una struttura del genere apporta. Solo questo argomento meriterebbe un articolo a se stante e a breve proverò a svelarvi alcuni misteri relativi al VTA.

Qualità del suono

Bello. Da quando lo stilo della Dynavector XX-2 ha iniziato a seguire il solco del disco ho capito che mi trovavo di fronte a qualcosa di particolare. Lo so, si dice sempre così, ma con il SOTA e con l'Orbe, il Tri-planar vi porge la musica in modo tale da farvi dimenticare che dovreste parlare di hi fi e vi mettete semplicemente ad ascoltare la musica. Il suono risulta piuttosto diverso rispetto allo SME IV del quale non si può dire che bene, ma se tutti i bracci proponessero la stessa presentazione che ne sarebbe delle ottimizzazioni degli interfacciamenti degli impianti?

Sin dai primi ascolti il Tri-planar restituiva un suono più rilassato - meno vigoroso rispetto allo SME. Un po' dipendeva dal disco messo sul piatto, alcune volte lo SME si faceva preferire al Tri-planar che sembrava un po' troppo educatino, ma in altre occasioni era lo SME ad apparire troppo stridente. Il mio periodo musicale preferito è quello che comprende gli anni 60 e i 70, e le incisioni pop e rock di quel periodo non si possono definire di stampo audiophile, ma il Tri-planar conferiva a molte di quelle registrazioni compresse e aride, un maggior senso di naturalezza rispetto allo SME.

Adesso non pensate che il Tri-planar arrotondi gli estremi dello spettro, perdendo i dettagli, si tratta invece di una questione di priorità nel riproporre la musica. Considerate ad esempio i violini in un'orchestra. Lo SME mette in eidenza il suono della resina, il timbro e la granularità dello strumento, il Tri-planar mantaneva queste caratteristiche, ma quello che resta impresso è l'insieme e l'armonia del gruppo, il tono ed il decadimento degli strumenti, il timbro dei legni - non fa meglio, solo diverso. Allo stesso modo lo SME restituisce il pianoforte a coda come uno strumento a percussione più del Tri-planar, il quale a sua volta prediligeva il timbro.

Passando alle voci femminili il carattere non cambia, lo SME restituisce il suono delle labbra e dell'aria che esce dalla bocca piuttost oche quello delle cordde vocali e della cavità facciale. Tenete presente che stiamo parlando di dettagli e di sfumature, non pensiate che si tratti di differenze eclatanti...

Quanto all'effetto sui giradischi, ho già detto in altri articoli che a mio avviso lo SME trasmette al telaio dell'Orbe troppe vibrazioni rispetto alla norma, provocando un "bloom" all'inizio della gamma bassa, (risolto utilizzando la modifica Pedersen alla basetta del braccio) per cui il Tri-planar vince con un minimo scarto. Il già di per se sostanzioso e dinamico Orbe va meglio con il sobrio e riservato Tri-planar. Sul SOTA il risultato è opposto, il telaio del SOTA poco risonante, tende a smorzare gli animi per cui in combinazione con il Tri-planar alcune volte mi sono ritrovato insoddisfatto a causa della macanza di velocità e di energia - una sensazione molto personale, ma tant'è.

La qualità del basso è quasi la stessa per entrambi i bracci, sia con la XX-2 sia con la DRT-1s, ma con la Music Maker il Tri-planar è chiaramente in vantaggio, la combinazione è molto ben assortita mentre con lo SME si nota una certa granularità. In generale il Tri-planar risulta molto piacevole e completo, facendo un ottimo lavoro con le sibilanti, un parametro con il quale spesso gli unipivot sembrano essere in vantaggio.

Il palcoscenico viene riproposto in modo diverso. Lo SME disegna un soundstage di grandi dimensioni e deciso con una grande profondità ed ampiezza, il Tri-planar appare meno imponente, le immagini diventano un po' più piccole ma comunque ampie e distinguibili - se consideriamo lo SME come un braccio da "prima fila", il Tri-planar vi riserva un posto piuttosto indietro in platea con l'orchestra ben distribuita davanti a voi. Il primo appare più accattivante, il secondo più naturale.

Durante il corso di tutte queste prove ho sempre avuto una sensazione di "deja vous", avevo già ascoltato un'apertura simile, con le stesse caratteristiche di naturalezza e di dettaglio. Si tratta dell'unipivot di Morsiani. L'unica cosa che i due bracci hanno in comune è la realizzazione della canna - spessa, in fibra di carbonio con un portatestina incollata in alluminio. Potrebbe aver influenzato le prestazioni, o si tratta di una semplice coincidenza? Ma, ad ogni modo, la somiglianza è sorprendente. Infatti, se la memoria non mi gioca qualche brutto scherzo devo dire che se state cercando qualcosa che restituisca una presentazione naturale e immediata il Tri-planar rappresenta una scelta eccellente, ma il Morsiani va ancor più in questa direzione, e rappresenterebbe la mia scelta personale. I punti deboli di questa scelta sono naturalmente dovuti alla miglior finitura, la miglior estetica e la maggior facilità di settaggio e regolazione (in particolare per il VTA) del Tri-planar. Inoltre dimostra una maggior "energia" - il che potrebbe far pendere dall'altro lato l'ago della bilancia.

Conclusioni

Ma vi rendete conto quanto siamo fortunati? 20 anni dopo la "morte del vinile" abbiamo a disposizione una scelta maggiore di apparecchi dedicati all'analogico rispetto a quella che abbiamo mai avuto negli anni passati. Il Tri-planar rappresenta un grande braccio, da un suono gradevole, ben realizzato e che vi mette a disposizione il miglior regolatore di VTA sul mercato. Non penso possa presentare idiosincrasie con nessuna testina e dalla sua costruzione traspare la passione profusa dal costruttore. Si tratta del miglior braccio del mondo come qualcuno vorrebbe farci credere? No. Non esiste qualcosa del genere, ma solo una ristretta cerchia di contendenti ognuno dei quali si sente in diritto di riproporre la sua versione della "verità". Il Tri-planar appartiene a questa elite e se siete alla ricerca di un braccio di fascia alta allora questo merita sicuramente un ascolto.

Sistema utilizzato

© Copyright 2004 Geoff Husband - www.tnt-audio.com
Traduzione: Fabio Egizi

[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]