[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Teac VRDS-9 contro VRDS-9 by AM-Audio - CD player

Denim...and leather

[Teac VRDS-9 CD player]

[English version]

Prodotti: Teac VRDS-9 & Teac VRDS-9 modificato da AM-Audio
Costruttore: Teac - Giappone e AM Audio - Italia
Prezzo approx.: Teac VRDS-9: 1000 Euro
Prezzo approx.: VRDS-9 by AM-Audio 1265 Euro (disponibile anche come upgrade separato a 450 Euro)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensiti: Maggio, 2003

Sono sicuro che sia ben noto a tutti il fenomeno degli apparecchi HiFi rimarchiati, fenomeno particolarmente diffuso nel campo delle sorgenti e dei lettori CD. In pratica, essendo la costruzione delle meccaniche di lettura e dei chip di conversione appannaggio dei grandi costruttori - giapponesi in particolare - molte Aziende HiFi non fanno altro che modificare macchine già esistenti, sostituire il cabinet con qualcosa di più attraente e....cambiare marchio.
Qualche volta si è trattato veramente di una semplice operazione di facciata (nuovo cabinet e poco più), altre volte ci si è limitati a sostituire lo stadio d'uscita (vedasi prova del lettore CD Atoll CD 100), più raramente, alimentazione e conversione.
Non così la AM Audio che, limitandosi a sostituire gli stadi d'uscita dei lettori CD della giapponese Teac, si è ben guardata dall'appropriarsi di meriti non suoi. Così, il Teac VRDS 9 by AM-Audio è perfettamente indistinguibile dalla macchina originale. Neppure una misera scritta tradisce l'elaborazione cui è stata sottoposta la macchina giapponese. L'unica nota che lascia supporre qualcosa di "diverso" è la presenza di un uscita multipolare sul pannello posteriore, pensata per il collegamento di uno stadio d'alimentazione esterno dedicato allo stadio d'uscita. Nient'altro. Niente sigle, marchi, scritte altisonanti.
In parte questa scelta ricorda quella di molti "tuner" di automobili che - pur intervenendo pesantemente sulla "sostanza" della macchina non lasciano trasparire niente all'esterno, in modo da rendere indistinguibile l'esemplare elaborato da quello di serie. Un po' come fa la stessa BMW con la sua sportiva M3, la quale, a parte piccoli particolari evidenti solo all'occhio esperto, sembrerebbe quasi una normalissima berlina serie 3, e non un mostro con circa 350 CV :-)
Questo tipo di attitudine si chiama, nei Paesi anglosassoni, understatement cioè voglia di apparire MENO di ciò che si è.
La AM-Audio non è nuova a questo genere di operazioni, in quanto da tempo sottopone i migliori lettori CD Teac alle sue "attenzioni". Nel passato recente abbiamo provato il VRDS 25X, con esiti piuttosto positivi. Il VRDS 9 condivide con quest'ultimo la stessa scheda d'uscita che ancora può essere utilizzata sul convertitore top di gamma P-70, sempre della Teac.

Questa prova d'ascolto cercherà sia di mettere in luce le differenze tra la macchina originale e quella modificata che raccontare la personalità sonora del Teac VRDS 9 standard.

Il VRDS 9 è un lettore CD di dimensioni ridotte (largo appena 28 cm anzichè i consueti 43) facente uso della famosa meccanica Teac VRDS anti-vibrazioni, qui nella versione CMK-4.2. Utilizza 4 DAC da 20 bit, uno chassis a prova di bomba impreziosito da un pannello frontale in spesso alluminio anodizzato oro. Dispone di uscite digitali sia coassiali che ottiche, un telecomando completo per ogni funzione (anche il "display off" ed il volume digitale) ed una coppia di bei connettori RCA placcati oro. Più precisamente, ecco alcune delle caratteristiche dichiarate:

[Vista interna del Teac VRDS 9]

Teac VRDS-9 standard - vista interna

[Vista interna del Teac VRDS 9 by AM-Audio]


Teac VRDS-9 by AM-Audio - vista interna

L'elaborazione

Questo è quello che è stato effettuato dalla AM-Audio sugli stadi d'uscita del lettore CD Teac VRDS 9 (tratto da documentazione ufficiale AM-Audio):

Dopo la conversione il segnale viene prelevato e inviato ad un invertitore/sommatore, costituito da un amplificatore differenziale, uno specchio di corrente e uno stadio d’uscita a configurazione semplificata al massimo e privo di reazione negativa tra uscita e ingresso invertente. In questo modo i due ingressi del differenziale, realizzato con un fet duale U 406, sono liberi e identici rispetto alle due fasi del segnale prelevato dall'uscita della conversione e caricate con un opportuno valore di resistenza, scollegando ovviamente gli altri componenti presenti sullo stampato originale. Si ottiene così in modo del tutto naturale un rapporto di reiezione dei disturbi di modo comune (CMRR) di oltre 90 dB.
Il fet duale è caricato su ognuno dei due rami con un transistor bipolare ad ingresso di emettitore e base a potenziale fisso, costituendo un cascode con polarità invertita rispetto al fet duale, a basso potenziale d’uscita in assenza di segnale, mentre lo specchio di corrente inverte una delle due polarità del segnale e la somma all’altra ricostruendo il segnale completo. Segue uno stadio di guadagno in corrente a push/pull di bipolari polarizzati in modo da lavorare sempre in classe A anche su impedenze molto basse.
Successivamente alla modifica l'impedenza di uscita è di soli 47 ohm, contro gli oltre 1000ohm della versione originale e quello che più conta, gli stadi di amplificazione si semplificano da due a uno, che come poc'anzi descritto è privo di controreazione.
Esistono due tipi di alimentazione per la modifica, la più semplice attinge l'alimentazione dal gira cd, l'altra dall'esterno con maggiore qualità, dovuta ai circuiti presenti in tutti i Preamplificatori AM Audio o dall'alimentatore indipendente PW-2.

Denim...and leather

Il lettore CD Teac VRDS-9, di serie, fornisce un suono che definirei inoffensivo, un po' gonfio sui bassi e morbido sugli alti, con una certa carenza di dettaglio in gamma media. Pur essendo superlativa dal punto di vista meccanico e funzionale, questa macchina digitale non riesce a suonare convincente e "consistente". Fornisce un suono col quale è facile convivere (raramente aggressivo, cioè) ma forse proprio per questo, alla lunga, fa sentire la mancanza di vitalità e di coinvolgimento emotivo. L'accuratezza tonale e prospettica non sono i suoi campi di battaglia preferiti ed un approfondito test con il suono del pianoforte lo mette subito in evidenza: le note del piano appaiono provenire da un'area ristretta in mezzo alle casse e non è sempre facile capire quando si tratti di un vero pianoforte o di un piano elettrico. Non esattamente quel che uno si aspetterebbe da una macchina di questa fascia di prezzo.
Così, mentre la parte sinistra della tastiera appare priva di grinta, mordente e dramma, la parte destra manca di quella ricchezza armonica propria delle note acute del pianoforte "vero".
Con le voci le cose migliorano un po' sebbene si senta sempre una certa traccia di "sporco" nei registri della gamma medio-alta, una sorta di leggera distorsione che è frequente incontrare nei lettori CD entry-level. Sia chiaro, non sto dicendo certo che questo VRDS-9 suoni come uno di questi! E' anni luce distante da performance così scadenti. Piuttosto, io mi aspetterei di più da un lettore CD di recente generazione e dal costo di circa 1000 Euro.

Dal punto di vista della macro-dinamica la performance è sostanzialmente buona ed appare finalmente adeguata alla sua classe di prezzo. Quel che sembra mancare ancora, però, è una sorta di capacità a suonare coi "tempi" giusti. Appare, a tratti, lento e privo del ritmo corretto. Alle prese con Musica pop e rock ad alto contenuto energetico/emozional-adrenalinico, questo lettore CD si mostra spesso noioso nel lungo termine. Quella pacatezza che sembra essere la sua arma vincente ad un primo ascolto si trasforma in noia dopo un ascolto prolungato con questi generi musicali.
Si trova invece a suo agio con Musica jazz "leggera" e classica non troppo impegnativa.
Visto il suo comportamento "sornione" potete ben immaginare la performance nel campo della micro-dinamica. Non riesce ad estrarre tutti i dettagli più minuti e, di conseguenza, impoverisce il messaggio musicale privandolo della ricchezza armonica propria degli strumenti "veri", proponendoli quindi privi di lucentezza e di "anima".

Dal punto di vista dell'immagine tridimensionale non c'è molto da segnalare. Il soundstage è - come già detto - piuttosto piccolo e non esattamente a fuoco. Lo stage si estende alle spalle dei diffusori (ma non molto) mentre non riesce a superare la loro distanza reciproca in orizzontale. L'ampiezza della scena è di conseguenza limitata allo spazio definito tra i diffusori. Il fuoco ed il dettaglio dei particolari non sono esattamente il suo piatto forte.

Rileggendo queste note d'ascolto, mi auguro di aver reso abbastanza chiara una cosa: il VRDS-9 non mi è piaciuto molto. E' certamente una questione di gusti personali ma questa macchina fallisce in alcuni aspetti della riproduzione che io reputo fondamentali, a partire dalla capacità di suonare coinvolgente e vitale. Chi cerca una macchina abbastanza "mansueta" e sostanzialmente incapace di "mordere" (mi si perdoni l'accostamento, ma rende l'idea) probabilmente troverà nel VRDS 9 un compagno fidato e leale. Io, francamente, l'ho trovato piuttosto noioso.
Sia chiaro che, tuttavia, il mio giudizio è SEMPRE riferito alla fascia di prezzo nella quale il VRDS 9 si colloca.

Potete dunque immaginare quanto potessi essere curioso nel provare la versione "elaborata" da AM Audio. Ho sempre ritenuto lo stadio d'uscita analogico uno dei punti deboli dei lettori CD e quello che maggiormente influenza le prestazioni complessive, molto di più della conversione e della meccanica.
E' sufficiente mettere operazionali scadenti e componentistica passiva di basso livello per distruggere il suono di una macchina digitale di buona qualità.
Come già spiegato, AM Audio ha sostituito interamente gli stadi d'uscita del Teac con i suoi "custom", dotati di componentistica di ottima qualità distribuita su un circuito piuttosto raffinato. Tali circuiti, per una resa sonora ancora migliore, possono essere alimentati anche da uno stadio esterno. Nella versione in prova, però, l'alimentazione era fornita dallo stesso alimentatore del Teac, quindi possiamo dire che si trattava dell'elaborazione più "semplice" possibile.

La prima cosa che si nota confrontando le due macchine è il livello d'uscita, notevolmente più alto sul VRDS 9 modificato AM-Audio. Non si tratta di una differenza di piccola entità. Occorre abbassare notevolmente il volume per poter equiparare i di due livelli, tanto sono diversi. AM-Audio dichiara di aver elevato il livello d'uscita di circa il 6%. Ad orecchio, francamente, mi sembra molto di più. Probabilmente, l'aver abbassato l'impedenza d'uscita contribuisce all'evidenza del fenomeno.
La prima cosa, dunque, chiara anche a chi non ha mai ascoltato apparecchi HiFi, è che la macchina modificata suoni più forte, molto più forte di quella di serie. Questo, di primo acchito, lascia perplessi perchè sembra un trucco per "colpire" l'ascoltatore meno smaliziato. In un confronto diretto, l'apparecchio che suona più forte viene normalmente preferito. Per fortuna, un qualunque audiofilo con un minimo di esperienza d'ascolto è capace di "fare la tara" e concentrarsi sulla qualità del suono, anzichè sull'accresciuto volume sonoro. Per fare i confronti, dicevo, è stato necessario regolare ogni volta il volume. Per fugare ogni dubbio, comunque, altri confronti sono stati effettuati con lettori aventi lo stesso livello d'uscita del Teac VRDS 9 standard (Cairn Fog 2 + Soft, Rega Planet).

Dal punto di vista sonoro è difficile ammettere che a suonare sia la stessa macchina. Ad occhi chiusi, si fa davvero una gran fatica, tanto differenti appaiono le due impostazioni. Sorniona e pacata quella di serie, aggressiva, dinamica e "grassa" la seconda. Nella macchina modificata il suono colpisce per la potenza - unita alla precisione - della gamma bassa, e per un inaspettato registro alto chiaro e cristallino. Il suono, grazie ad un accentuato effetto presenza della gamma media, appare di tanto in tanto un po' in yer face come usano dire gli anglosassoni, ovvero un po' "sbattuto in faccia". L'attitudine distaccata ed annoiata della macchina di serie lascia il posto ad una performance scintillante, nervosa e ricca di punch ed impatto. Un po' come se sul VRDS 9 avessero montato un turbocompressore :-)
I parametri di macro e micro-dinamica riguadagnano le posizioni "corrette" per la fascia di prezzo del lettore. Anzi, questa voglia di "protagonismo" tende a portare tutto un po' troppo in primo piano, ottenendo l'effetto di avvicinare i piani sonori all'ascoltatore. Infatti, col VRDS 9 modificato l'immagine fa un bel po' di passi in avanti, nel vero senso della parola, persino troppi. Si riduce un po' la profondità, aumenta la lateralizzazione ma i piani sonori si avvicinano.
Non ho mai gradito particolarmente gli apparecchi HiFi con questa propensione a suonare "tutto avanti" perchè in certe situazioni stravolgono le giuste proporzioni. Ad esempio, in "Piano man" di Billy Joel, le posizioni relative di cantante e pianoforte risultano troppo "vicine" una all'altra. Si ha la sensazione che Billy Joel canti dentro i microfoni dedicati al piano (o viceversa :-)).
Un rapido controllo con altre macchine presenti in sala d'ascolto riporta ognuno al suo posto. Non c'è niente di particolarmente sbagliato, si tratta di una "interpretazione" molto personale fatta dalla macchina, che io non gradisco molto ma che altri ascoltatori potrebbe trovare più confacente al loro modo di sentire.

Riassumendo, direi che la versione "turbo" del VRDS 9 suona nettamente meglio della macchina originale, sotto molti punti di vista, in particolare su quella della ricchezza armonica, del dettaglio e della "vitalità" dinamica. Si tratta dunque di un upgrade VERO e non di un'operazione di facciata. La differenza di prezzo tra un VRDS 9 ed uno modificato è così piccola che farete fatica a trovare un sistema migliore, che non costi il doppio, per migliorare le prestazioni del vostro VRDS-9. L'operazione più conveniente, però, a mio avviso, consiste nell'acquisto della macchina già "elaborata".

Lamentele

Dal punto di vista costruttivo il VRDS 9 è una macchina alla quale è impossibile muovere critiche sensate. Robusto e solido come pochi, utilizza una meccanica di prim'ordine in uno chassis superlativo. Pulsanti e funzionamento generale garantiscono una sensazione di robustezza e di qualità che è raro riscontrare in macchine di prezzo molto superiore.
Dal punto di vista sonoro - come già detto - il VRDS-9 standard ha troppo poco "mordente" per convincermi del tutto. Non è il tipo di prestazione che mi aspetto da un lettore CD tutto sommato non economico.

Il lettore modificato AM Audio è un consistente upgrade del modello di serie ed ha il vantaggio di non costare una fortuna (un buon DAC separato costerebbe almeno il doppio).
Mi è piaciuto quasi tutto tranne le due cose già accennate: primo, la tendenza a portare "tutto avanti", strumenti, cantanti, fondo della scena...tutto insomma. Non mi piacciono le impostazioni "forward". Secondo, nel confronto diretto (anche con altre macchine), è un po' fastidioso quel suonare più forte che certamente non sarà voluto ma che mi ricorda tanto il vecchio trucco per far preferire, nei confronti A-B, un diffusore piuttosto che un altro: quello più sensibile, con più alti e più bassi, vince (sul momento, poi è un'altra storia, come ben sapete).

Comunque sia, la modifica AM Audio riporta il rapporto qualità/prezzo della macchina originale su valori di assoluto interesse, arrivando a competere con (buone) macchine digitali tra i 1500 ed i 1800 Euro.

Conclusioni

L'understatement funziona. AM Audio ha utilizzato la sostanza solo dove realmente necessario, rifuggendo alla tentazione di eseguire una mera operazione di facciata. Qui si punta sul concreto, ovvero sul suono. Niente make-up o facelift, trucchi, abbellimenti estetici o altro per ingannare l'acquirente. Una macchina in tutto e per tutto identica all'originale, ma equipaggiata con uno stadio d'uscita che riesce a fare la differenza.

© Copyright 2003 Lucio Cadeddu - https://www.tnt-audio.com

[ Home | Redazione | FAQ | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]