Un insolito percorso audiofilo

[English version here]

Autore: Richard Varey - TNT Nuova Zelanda
Data di pubblicazione: Aprile, 2016
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

Qual è il Sacro Graal per un audiofilo? Per me è l'esperienza musicale, anche se si tratta sempre di registrazioni riprodotte nella mia stanza d'ascolto e raramente di eventi dal vivo. Inoltre, ascolto musica attivamente e non mi piacciono i suoni in sottofondo. Ma per molti di noi l'ambiente d'ascolto è fondamentale e, in certi casi, bisogna scendere a compromessi.

Quando si scelgono i componenti audio, quali sono i modelli di riferimento? Parlando con un audiofilo della zona, è venuta fuori la questione dell'“impronta sonora” di un ambiente d'ascolto, e di come essa venga, di solito, ignorata. Curioso nel saperne di più, sono andato a visitare la sala d'ascolto di Paul Quilter (PQ Imports) che si trova a Hamilton (in Nuova Zelanda, dove vivo). Per l'appassionato Paul, melomane di lunga data, il riferimento è costituito da musicisti dal vivo in ambienti dedicati. Lo scopo nel confrontare e scegliere le apparecchiature è entrare “in sintonia” con la musica, così come il compositore e i musicisti hanno pensato debba essere ascoltata. Nel corso della visita, Paul ha fatto ascoltare, come esempio, quel perfetto insieme di musicisti, canzoni e arrangiamenti che è l'album Olympia di Bryan Ferry; questi ha fatto del suo meglio per assicurarsi che un'accurata selezione e realizzazione dei brani, del gruppo e degli arrangiamenti riuscisse a trasmettere la sua musica, rendendola eseguibile anche dal vivo (vedere il recente film-documentario The Making of Olympia).

I 45 anni di esperienza di Paul nell'uso e nella vendita di apparecchiature per l'hi-fi domestico iniziarono, come per molti di noi, con l'entusiastica ricerca giovanile di musica, successivamente incentrata sulla qualità del suono e, di conseguenza, sulla scelta delle apparecchiature. Più di recente, egli ha ripreso a concentrarsi nuovamente sulla musica e sull'esperienza musicale che ne deriva. Perciò, da qualche anno a questa parte si è dedicato alla progettazione e costruzione di una sala d'ascolto dedicata, dopo aver considerato gli speciali requisiti che permettono di ottenere quella tanto ricercata sinergia con l'arte dei musicisti.

[Opzioni per l'amplificazione dell'impianto]

Prima di analizzare l'attuale impianto di Paul e il suo ambiente d'ascolto, alcuni cenni biografici ci aiuteranno a comprendere il percorso che l'ha condotto alla configurazione attuale. Di formazione tecnico di telecomunicazioni, ha lavorato presso l'allora Ufficio Postale Neozelandese (diventato poi Telecom e ora Spark) dal 1970 al 1976. In seguito, è stato direttore di un negozio di materiale elettrico dal 1976 al 1978, per poi aprire, sempre nel 1978, un proprio negozio di hi-fi e strumenti musicali chiamato The Listening Post; fondato da Paul e Joy, dapprima trattava dischi e soprattutto apparecchiature hi-fi di seconda mano, per poi crescere con la vendita di prodotti high-end. L'attività comprendeva quattro negozi, successivamente venduti (nel 2003 - 2004) per concentrarsi sull'azienda che si occupa di importazioni, PQ Imports, nata nel 1986 con lo scopo di importare marchi audio specializzati, non disponibili in Nuova Zelanda.

Attualmente, Paul e Joy si occupano di brand development (o brand management - NdT) per marchi high-end quali: T+A, VTL, Magnepan, Jeff Rowland e Transparent Cable. Precedentemente, hanno portato in Nuova Zelanda marchi quali: Cambridge Audio, Paradigm, Proac, Sumiko, Michell, QED, Anthem, Wireworld, Glass, REL e Nitty Gritty. Ora stanno facendo conoscere Ruark Audio al popolo della “terra dalle lunghe nuvole bianche (Aotearoa)” (la Nuova Zelanda - NdT).

Alcuni anni fa, un invito a un matrimonio, svoltosi in una casa di paglia, convinse lui e la moglie a decidere di costruire una nuova casa, usando proprio la paglia. Per quale motivo? Perché a Paul era piaciuta l'acustica di quell'edificio; nonostante i pavimenti fossero piastrellati e ci fossero dozzine di persone che chiacchieravano, il suono non era mai risultato “affaticante” né rumoroso. Quindi, era iniziato un processo, durato sette anni, di progettazione e costruzione di una casa “ad hoc” che ospitasse loro stessi e l'attività, e naturalmente l'impianto.

L'edificio multifunzione ha una superficie di oltre 1.500 m2, con una sala home-theatre e una sala audio dedicate. In cima alla lista dei desideri c'era un'ampia sala d'ascolto, dedicata esclusivamente all'impianto di Paul. Nessun televisore, né proiettori o altri compromessi: essa sarebbe stata riservata solo all'ascolto della musica! E avrebbe dovuto avere un'estesa risposta in gamma bassa. Una visita alla cattedrale di Cambridge (Regno Unito) aveva fatto capire a Paul quanto in basso riesca a scendere un grosso organo a canne. La totale scioltezza del basso e il modo in cui lo strumento energizzava/comprimeva l'aria all'interno dell'edificio era impressionante. Dopo essersi reso conto di ciò, era proprio quello che voleva!

La sala d'ascolto

[La sala d'ascolto]

La stanza avrebbe dovuto presentare uno smorzamento minimo, poiché egli riteneva che aggiungerne troppo avrebbe tolto energia e vitalità alla musica. Paul era partito dal presupposto che un giusto equilibrio tra materiali morbidi e duri abbinati a un'elevata massa sarebbe stata la soluzione migliore. Aveva fatto qualche calcolo per stabilire le aree delle superfici relative necessarie per mantenere un equilibrio uniforme tra riflettività e assorbimento. Paul non voleva che alcuna parete fungesse da “pelle”, come spesso succede con le pareti in cartongesso che ricoprono intelaiature in legno. Similmente, non ci sarebbero state pareti in cemento; l'unica parte in cemento sarebbe stata il pavimento, rivestito con un basamento morbido e un tappeto.

Le dimensioni sono state scelte in ottemperanza al Rapporto Aureo tra lunghezza, larghezza e altezza. La lunghezza è 10,4 m, la larghezza 5,5 m e l'altezza misura 6 m al vertice. Le pareti sono alte 4,1 m. Le nicchie nei muri per sistemare le apparecchiature, e particolarmente il giradischi, sono state predisposte in punti teoricamente neutri, allo scopo di ridurre al minimo gli effetti delle interferenze acustiche. Gli unici trattamenti alla sala, a lavori conclusi, sono stati costituiti da alcune trappole acustiche per i bassi, con l'intento di tagliare alcuni lievi picchi a 36 Hz, 70 Hz, 102 Hz e 112 Hz. Queste trappole sono dei cilindri a quarto d'onda, fatti in casa, e sono collocate ai quattro angoli della sala. Il risultato finale è essenzialmente una risposta lineare della stanza, per tutti i diffusori, tra 10 Hz e 10 kHz, con una leggera pendenza a circa 20 kHz.

La stanza è stata costruita con balle di paglia, le quali, con uno spessore di 35 cm, conferiscono un buon isolamento acustico dalle stanze adiacenti. Ad entrambi i lati di ciascuna balla è stato applicato dell'intonaco di calce naturale, con uno spessore aggiuntivo per la parete posteriore della stanza. Intorno alla zona in cui si trovano le apparecchiature sono state erette pareti più spesse (con doppie balle). Solo in questa stanza ci sono, complessivamente, 6,5 tonnellate di intonaco! Per assicurarsi che le onde stazionarie restino ai livelli minimi, le pareti sono state mantenute “ondulate” dagli intonacatori, i quali hanno seguito le superfici ondulate delle balle, anziché riempire gli spazi vuoti allo scopo di ottenere pareti perfettamente lisce. Il soffitto a cattedrale è composto da una struttura a tre livelli: del robusto multistrato da pavimento sopra le travi, poi un doppio strato di materiale smorzante in lana tra le travi e, per finire, dei pannelli in legno dolce di pioppo, non verniciati, semplicemente fissati con un leggero strato di impregnante e rifiniti con olio. Con questa procedura si evitano le splendenti vernici risuonanti e le rifiniture altamente riflettenti delle superfici. Ecco il motivo per cui le pareti non sono state tinteggiate; esse sono un intonaco di calce naturale. Il pavimento in cemento è coperto da uno spesso basamento in gomma e da un tappeto, anch'esso abbastanza spesso.

L'arredamento è in legno massello e la base su cui poggia il giradischi contiene oltre una tonnellata di sabbia; in questo modo, la piattaforma sopra la quale girano i vinili è molto stabile. Il progetto della stanza di Paul permette di sistemare 500 CD nei cassetti e 1.500 LP, ma egli ha già riempito entrambi gli spazi e ha dovuto aggiungere mensole per i CD, dovendo anche vendere alcuni dischi per fare spazio a nuove esplorazioni musicali.

Paul mi ha detto di essere estremamente soddisfatto della stanza, fa quello che lui vuole e anche di più. La prossima sfida sarà quando andrà in pensione e dovrà ridimensionare il tutto. Come farà a riadattarsi a una stanza più piccola? Per Paul, solo il tempo potrà dirlo.

Le apparecchiature

[Il mobile porta-elettroniche]

Nel corso degli ultimi 45 anni Paul ha regolarmente aggiornato il suo impianto, nella sua continua ricerca e passione per la riproduzione musicale domestica di alta qualità. Persino durante gli otto giorni del viaggio di nozze, nel 1973, egli ne ha trascorsi cinque in negozi hi-fi, tornando a casa con un amplificatore Sony TA88 (ora esposto in corridoio), un giradischi Pioneer PL12D con testina Shure e diffusori Sony SS610. Arrivare a un passo dal divorzio in luna di miele non faceva parte del piano, ma almeno sua moglie si era fatta una prima idea di come sarebbe stato il futuro; ora, 42 anni dopo, resta la più accondiscendente delle mogli, e ha a malapena sollevato un sopracciglio quando il marito, recentemente, ha acquistato più di 500 CD usati in una sola settimana!

Nei primi anni '90, Paul possedeva una casa con un salone, teoricamente adatto a ospitare diffusori molto grandi; il suo impianto dell'epoca comprendeva un giradischi Sota Cosmos con braccio ET2 a sospensione pneumatica e testina MC Garrott su misura, pre-amplificatore VTL Ultimate, monoblocco valvolari VTL MB250 per gamma media e alta e amplificatori Plinius SA250 per pilotare i woofer. I diffusori erano bi-amplificati, gli Infinity IRS Beta con servocontrollo. Per i CD usava un impianto Wadia 9 composto da quattro apparecchi: meccanica 270se, controller 931 e due DAC 922. I collegamenti erano tutti in fibra di vetro.

Quando si era trasferito in una casa molto più piccola aveva dovuto “ridimensionare” il reparto audio, mettendo da parte i grossi diffusori e il giradischi (con quasi 2.000 LP); i CD restavano l'unica sorgente a disposizione. Erano stati provati molti diffusori e, alla fine, i Magico V3 diventarono il nuovo riferimento. Essi funzionavano abbastanza bene nella stanza più piccola, però i loro bassi portentosi, a volume elevato, facevano tintinnare i vetri delle finestre e l'arredamento. Cercando diffusori adatti per quella piccola stanza (che comunque fossero di qualità sufficientemente buona da poter ascoltare musica), Paul scoprì che le Magneplanar MG3.6R erano perfette se abbinate a due subwoofer REL Storm. Alla fine, la stanza si riempì di apparecchiature, ma la sensazione di ampiezza della scena sonora e di realismo non era male per un ambiente così piccolo.

E ora parliamo dell'impianto attuale. Nel corso degli anni, il giradischi è rimasto lo stesso, ma il pre-amplificatore VTL ha lasciato il posto a uno stadio phono TP 6.5, dotato di trasformatori MC con cablaggio in argento, collegato, tramite cavi di segnale Transparent XL, a due pre-amplificatori VTL TL7.5, i quali alimentano una coppia di monoblocco VTL Siegfried attraverso cavi bilanciati Transparent XL lunghi 15 metri. Gli amplificatori VTL sono collegati a una coppia di Magneplanar MG 3.7i tramite cavi di potenza Transparent XL (fortunatamente, lunghi solo 3 metri). Due subwoofer REL G1, collocati nei due angoli frontali, contribuiscono a rafforzare la gamma bassa; essi sono pilotati direttamente dai finali VTL tramite uscite di alto livello. Curiosamente, le Maggie 3.7i scendono in modo pulito e uniforme fino a 34 Hz e, di conseguenza, la frequenza di taglio dei REL G1 è stata impostata a 33 Hz. Il loro contributo è più in termini di spazio ricreato che di basso, fenomeno del tutto dimostrabile che ho percepito distintamente quando abbiamo ascoltato l'album di Bryan Ferry e che mi ha fatto tornare in mente il gruppo, in studio, nel DVD del documentario.

L'impianto Wadia a quattro elementi è stato sostituito, nel 2013, da un prodotto tedesco, il T+A MP3000HV; si tratta di un apparecchio multifunzione (lettore CD, streamer, DAC e sintonizzatore, tutto in un unico cabinet) le cui prestazioni, per quanto riguarda i dischi, equivalgono a quelle del Wadia con l'aggiunta della comodità delle radio via Internet e della possibilità di ascoltare musica in streaming da un NAS, un Synology DS214SE. La rete è cablata con cavo CAT6 e utilizza switch Cisco ad alta velocità oltre ad access point wireless dual-band. Tutti i file sono in formato FLAC.

[Diffusori IRS con servocontrollo]

L'impianto è questo. Nella foto potete vedere un dispositivo di servocontrollo Infinity IRS. Sì, Paul possiede ancora i diffusori IRS e talvolta li rimette in funzione. Essi suonano ancora in maniera eccellente (dopo 26 anni di vita) e restano i suoi diffusori preferiti per l'ascolto di musica hard rock ad alto volume. Diversamente, Paul si gode la scioltezza e la grazia delle Maggie che gli offrono il realismo del palcoscenico e gli permettono di percepire lo spazio tra gli strumenti. Esse rendono l'ambiente d'ascolto molto coinvolgente, focalizzando l'attenzione sui musicisti anziché sull'impianto.

Recentemente, Paul ha provato, nel suo impianto, i diffusori GoldenEar Triton, scoprendo che sono quanto di più vicino agli Infinity IRS abbia trovato finora, in termini di velocità, peso e corposità della risposta in gamma bassa. Tuttavia, egli è contento del suo impianto, ma non si fa problemi nel ricercare alternative.

Ringrazio Paul per avermi gentilmente concesso l'uso delle foto.
PQ Imports ha sede a Hamilton, Nuova Zelanda, e rifornisce una rete di negozi, sia in Nuova Zelanda sia in Australia.

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