On an Overgrown Pathé

[On an Overgrown Pathé]

Dal palcoscenico al grande schermo

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Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Novembre, 2016
Traduttore: Roberto Felletti

Il talento è qualcosa che viene tramandato in famiglia. Ad esempio, se diciamo “Bach” pensiamo subito a Johann Sebastian ma, in quel territorio che in seguito sarebbe stato chiamato Germania, molti membri della famiglia Bach si dedicavano alla musica; inoltre, con Bach si indicava genericamente un musicista ambulante, non necessariamente un parente! Ma, probabilmente, lo sapevate già. Tuttavia, non tutti sanno che molti artisti, che incisero all'epoca dei 78 giri, ebbero figli o parenti seguaci di Tespi, i quali hanno lasciato il segno in ambito teatrale, cinematografico o televisivo. Ho pensato che menzionarne alcuni potesse far piacere.

Leo Slezak (1873 - 1946) fu un tenore originario della Moravia (Repubblica Ceca), talvolta definito il “Caruso tedesco”, esponente di spicco della scena operistica e prolifico protagonista di registrazioni negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali. È possibile ascoltare la sua voce su cilindri e dischi a 78 giri, acustici ed elettrici. È sua la mia versione preferita di E Lucevan le Stelle, dalla Tosca di Puccini, pubblicata su cilindro di Edison 28146 da 4 minuti. Ebbene, egli stesso spianò la strada, per così dire, ai suoi discendenti, cominciando a comparire in film di lingua tedesca già nel 1932, e i suoi discendenti di sicuro seguirono le sue orme con entusiasmo. Il figlio, Walter Slezak, fu un attore caratterista di enorme successo, prima in Germania e poi a Hollywood, con più di 100 film all'attivo e con partecipazioni in produzioni radiofoniche; fu a Broadway, conquistando nel 1955 un Tony Award per il suo ruolo in Fanny, ed ebbe anche ruoli in programmi televisivi, compresa la parte del cattivo Clock King nel cult Batman. Anche la figlia di Leo Slezak, Margarete, ebbe successo nel cinema, ma la sua carriera fu circoscritta a produzioni tedesche. La figlia di Walter, e nipote di Leo, Erika Slezak, dopo l'esordio nel teatro “impegnato”, dal 1971 al 2011, e successivamente in una versione online del 2013, è stata ospite fissa della soap opera televisiva americana One Life to Live, che le ha fatto vincere 6 Daytime Emmy Awards.

Efrem Zimbalist (1889/1890 - 1995), virtuoso del violino, di origine russa e di fama mondiale, fu anch'egli un esempio di “talento tramandato in famiglia”, poiché suo padre fu un direttore d'orchestra. Dopo aver studiato con il famoso violinista e pedagogo Leopold Auer a San Pietroburgo, Zimbalist girò il mondo per poi stabilirsi negli Stati Uniti, dove ricoprì la carica di direttore del Curtis Institute of Music. Fatto insolito per un violinista del suo calibro e della sua generazione, egli si distinse nella musica antica e nel repertorio romantico di base; egli e il suo collega violinista Fritz Kreisler realizzarono, nel 1915, la prima registrazione del Concerto per due violini di Bach per la American Victor. In questa registrazione è presente un quartetto di archi come accompagnamento, e lo stile dell'esecuzione è decisamente quello tipico del XIX secolo, con un massiccio ricorso al portamento nelle parti lente; di sicuro non è il modo in cui lo ascolteremmo oggi!
Zimbalist sposò un'altra artista di spicco, americana ma rumena di nascita, il soprano Alma Gluck (1884 - 1938). Ella lavorò presso il Metropolitan Opera di New York, ma la sua attività principale, di gran successo, fu cantante da concerto e artista da studio; la sua registrazione Victor di Carry Me Back to Old Viginny, di James Bland, viene spesso ricordata per essere stata la prima incisione Red Seal ad aver raggiunto il milione di copie vendute. Ed ecco il collegamento “tespiano”: il figlio di Zimbalist e Gluck, Efrem Zimbalist Jr., esordì come attore di teatro e produttore; in quest'ultima veste, portò, con successo, Il console di Gian Carlo Menotti (che vinse il premio Pulitzer) a Broadway. In seguito, Efrem Jr. passò alla televisione, comparendo in parecchi programmi e diventando celebre per essere tra i protagonisti delle nove stagioni della serie F.B.I. Successivamente, entrò nel cinema, interpretando alcuni ruoli principali, e fu anche doppiatore per produzioni animate. Sua figlia, Stephanie Zimbalist, nipote di Efrem, è stata un'attrice di successo, in teatro, al cinema e particolarmente in televisione, famosa per aver ricoperto il ruolo della donna-detective nella serie tv Mai dire sì. Forse in omaggio all'ambito di attività del nonno, i suoi ruoli teatrali hanno incluso produzioni su Chopin e Tchaikovsky.

Thomas (Tom) Burke (1890 - 1969) fu un tenore inglese con una notevole carriera nell'ambito delle registrazioni, sia operistiche sia del repertorio popolare; iniziò nel 1920 con registrazioni acustiche per la Columbia inglese, continuando nell'era elettrica, oltre che per la Columbia, con varie altre etichette. Il suo curriculum teatrale annovera ruoli nelle prime inglesi del Gianni Schicchi e de Il Tabarro di Puccini. Sua moglie, Marie Burke, fu un'attrice dei primi anni del cinema e la loro figlia, Patricia Burke, scelse di seguire principalmente le orme materne anziché quelle paterne. I suoi ruoli più conosciuti sono quelli nei film Lisbon Story e The Trojan Brothers, ma ebbe anche una carriera di successo in televisione, compreso il ruolo da protagonista in Elizabeth of Ladymead (1949), oltre a svariate apparizioni nelle stagioni della serie tv Robin Hood (1955). Dal 1958 al 1972 ha fatto parte del cast del radiodramma inglese The Clitheroe Kid, ma vanta anche ruoli nel teatro “impegnato”: Shakespeare e Shaw all'Old Vic e Aristofane presso il Royal Court Theater.

Il nome Otto Klemperer (1865 - 1973) probabilmente è quello più conosciuto dal grosso pubblico di oggi, perché nella sua vita riuscì a realizzare registrazioni stereofoniche, sebbene i suoi inizi risalgano agli anni '20 del secolo scorso. Assistente di Gustav Mahler e figura di spicco tra i direttori d'orchestra negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra, egli sfuggì al regime nazista stabilendosi negli Stati Uniti, dove la sua carriera fu, a dir poco, movimentata, compreso il periodo in cui circolavano storie sui giornali che sostenevano fosse diventato malato di mente. Sua moglie, Johanna Geisler, fu un soprano di successo in Germania, ma il loro figlio, l'attore Werner Klemperer, può essere considerato il membro più celebre della famiglia. Papà Otto aveva fama di essere un artista di implacabile serietà, ma niente avrebbe potuto essere più distante da ciò del ruolo più famoso di Werner, quello del colonnello Klink nella serie tv commedia Gli eroi di Hogan, per la quale egli ottenne due Emmy Awards e nomination per ogni anno, dei sei, di durata della serie. Ma, prima di allora, Werner aveva già ricoperto altri ruoli nel premiato film del 1961 Vincitori e vinti, nonché in serie tv di generi diversi quali Maverick, Come sposare un milionario, Perry Mason e Gli intoccabili, oltre a un episodio di Alfred Hitchcock presenta (precedentemente, era apparso nel film di Hitchcock Il ladro, in un ruolo non accreditato). Avrebbe poi continuato a esibirsi a Broadway, compreso il revival di Cabaret (1987) che gli aveva fatto ottenere una nomination per il Tony Award, oltre che in produzioni operistiche a San Francisco e presso il Metropolitan Opera di New York. Nel frattempo, come Walter Slezak, ebbe una parte in Batman, continuando la sua variegata carriera televisiva con dei cameo in Lost in Space e Viaggio in fondo al mare. Fuori dalle scene, trascorse anni in veste di membro eletto del consiglio della Actors' Equity Association, ricoprendo infine la carica di vice-presidente del sindacato.

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