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Macchine lavadischi a confronto

Macchine lavadischi Clearaudio Smart Matrix, Nitty Gritty 1.5 e VPI HW 16.5

[Clearaudio Smart Matrix]

[Nitty Gritty 1.5]

[VPI HW 16.5]

[English version]

Dati del Fabbricante
Fabbricante Clearaudio Nitty Gritty VPI
Model Matrix 1.5 HW 16.5
Tipo di rotazione Motorizzata, bidirezionale Motorizzata Motorizzata
Rimozione del fluido Aspirazione tramite braccio Aspirazione da foro Aspirazione tramite braccio
Dimensioni in cm. (W x D x H) 35 x 35 x 20 38 x 21,5 x 21,5 39,5 x 36 x 23
Peso 9,3kg 5,8 kg 9 kg
Prezzo (USD) $1,000(YMMV) $629(YMMV) $550(YMMV)
Garanzia 3 anni 1 anno 1 anno sul motore, 2 anni sulla macchina

Recensore: Arvind Kohli - TNT USA
Recensione: Gennaio 2010
Traduzione: Paolo Mariani

Introduzione

La linea che separa il concetto di "manutenzione prudente" da quello di "ossessione irrazionale" è piuttosto sottile. E non ho mai saputo dire con certezza in quale punto si pone, su quel crinale, l’uso di una Macchina Lavadischi (MLD). Poiché non sono mai stato uno che prende per oro colato le parole degli altri, per me l’assunto "Macchina Lavadischi = necessità assoluta" non è così scontato. Tuttavia, essendo sempre più numerosi gli amanti del vinile che usano e suggeriscono energicamente l’uso di queste macchine, ho pensato che l’argomento fosse di quelli sui quali è opportuno formulare una valutazione seria. Così è cominciata questa avventura, che credo possa essere inquadrata con chiarezza tentando di dare una risposta a queste tre domande:

Proviamo ad affrontare la prima questione, la più spinosa. Gli approcci al tema possono essere molteplici. La strada preferibile dovrebbe essere quella dell’ascolto a confronto, ma la cosa non è così semplice da mettere in pratica. Devo ammettere di non essere riuscito a concepire un metodo ragionevole e capace di risultati attendibili. Non è molto pratico ascoltare un disco impolverato, effettuare la pulizia e quindi riascoltare il disco pulito per fare il confronto. Il tempo necessario per compiere l’operazione è più lungo della soglia di ritenzione della "Memoria Ecoica" (si tratta dell’equivalente uditivo della "Memoria Sensoriale" – N.d.T.). In pratica, quando avrete finito di pulire il disco il vostro cervello avrà dimenticato i dettagli relativi all’ascolto condotto in precedenza. Avessi avuto a disposizione l’attrezzatura adatta, avrei potuto registrare ad alta risoluzione il disco sporco e il disco pulito, e quindi operare il confronto. Ma questo metodo era al di là delle mie possibilità. Ho provato ad osservare alla lente di ingrandimento e al microscopio i solchi di un disco che sospettavo non essere perfettamente pulito (con ingrandimenti pari a 40x, 100x e 400x). Dopo una serie di tentativi, non ho trovato questi dispositivi adatti a determinare il grado di pulizia raggiunto dai solchi.

A livello di aneddoto posso affermare con la coscienza tranquilla che non vi è alcun bisogno di grandi doti di esperienza o di immaginazione per dire che i dischi puliti suonano meglio, specialmente se capita di acquistare dischi usati il cui stato di conservazione non è dei migliori. Il numero di "click" e "pop" sopportabile prima di interrompere bruscamente una sessione d’ascolto è abbastanza basso. Si dà il caso però che la mia esperienza soggettiva, per quanto mi sforzi di trasmetterla nel modo più onesto, non sia sufficientemente attendibile (pensa che tipo… trova che le cose sperimentate da lui direttamente pecchino di affidabilità…). Ma per quelli tra voi che non sono in grado di mettere un freno alle convulsioni a meno che io non fornisca informazioni che somiglino a un test d’ascolto posso affermare che soggettivamente, e tralasciando i tempi di risposta tipici della memoria ecoica, i dischi ascoltati hanno suonato meglio da puliti, anche quando le loro condizioni precedenti il trattamento sembravano buone.

L’approccio finale si basa su un processo deduttivo. Proviamo ad accumulare una serie di osservazioni casuali e di fatti non dimostrabili e vediamo dove andiamo a parare. Se vi è già capitato, ascoltando un disco relativamente pulito, di sentire un click - o un pop - e di ispezionare i solchi sospetti per trovare il "colpevole", vi sarete resi conto che basta poco per modificare la traiettoria di uno stilo. Considerate che il solco di un disco è largo circa 1 "mil", cioè un millesimo di pollice – molto meno di un millimetro. In termini di metrica si tratta di circa 25 micrometri (0.025 mm). Per fare un paragone, un capello umano ha uno spessore variabile tra i 18 e gli 80 micrometri. Dunque la presenza di un oggetto estraneo dello spessore di un capello sul percorso dello stilo provocherà una specie di cataclisma (sonicamente parlando). Immagino che una macchiolina o una fibra errante della copertina di carta che abbiano lo spessore di un quarto di solco influenzino il suono in misura udibile. Persino particelle più piccole, non in grado di produrre effetti avvertibili se prese da sole, accumulandosi ad altre particelle sono capaci di impedire allo stilo di seguire picchi e avallamenti del solco. Pensate ai solchi come a depressioni in cui vanno accumulandosi minuscoli sedimenti, ognuno dei quali ha lo spessore di un micron, capaci di impedire all’estremità della puntina di aderire fedelmente alle pareti del solco. Non è così difficile dedurre che ci vuole un niente per interferire con lo stilo, e che mantenere i solchi puliti è una buona pratica.

Le macchine

Le tre unità hanno un paio di cose in comune: una pompa per aspirare il liquido e un motore per far ruotare i dischi. Ma il punto chiave, per la nostra analisi, risiede nelle differenze che le contraddistinguono.

La Nitty Gritty probabilmente è la macchina più "basica" del gruppo. Il manuale di istruzioni consiglia come prima cosa di applicare con generosità il fluido pulente sulle labbra in tessuto del foro di aspirazione. Quindi montate il disco sul perno e infilate la parte esterna del disco sotto il labbro della guida ( - capstan drive - ) (ops, detta così la cosa suona un po’ sconcia!). Muovete l’interruttore verso il lato posteriore dell’apparecchio e il disco comincia a ruotare senza che la pompa entri in funzione. In questo modo dovrebbero avvenire sia l’applicazione del fluido, sia lo strofinamento della parte inferiore del disco. Sono un po’ scettico sulla bontà della seconda operazione. Dopo i 2-3 giri consigliati, muovete l’interruttore verso il lato anteriore. La pompa di aspirazione entra in funzione. Dai 3 ai 5 giri più tardi dovreste trovarvi tra le mani un disco decisamente più pulito rispetto all’inizio. Gli scaltri signori della Nitty Gritty hanno pensato di fornirvi una spazzolina ( - bottle brush - ) da usare per dare una ripulita ogni tanto al tessuto che ricopre i bordi di panno del foro di aspirazione. Essendo stato allevato dai miei genitori con la convinzione - ferma e tante volte sperimentata - secondo la quale l’olio di gomito può essere un aiuto prezioso, mi è dispiaciuto notare che l’intervento dell’utente per strofinare la parte superiore del disco durante la rotazione non è stato previsto. Ogni tentativo in tal senso provoca la flessione del disco, non essendoci nulla che possa controbilanciare la pressione della mano. Potrete strofinare leggermente il disco solo se sarete in grado di infilare la vostra spazzola con precisione tra il perno ( - spindle - ) e la guida ( - capstan - ). In ogni caso, scordatevi di poter applicare una pressione appena seria. La faccia positiva della medaglia è che nessun lato del disco potrà essere sporcato da eventuali residui presenti su una base d’appoggio.

La macchina VPI somiglia di più a un giradischi. Il disco va posato su un piatto dotato di un tappetino di sughero. Assicurate il disco al piatto tramite il morsetto ( - clamp - ) a vite e mettete in funzione il motore, applicate il fluido in quantità a piacere e passate la spazzola – potete applicare una leggera pressione per far sì che la spazzola penetri meglio nei solchi, o comunque per dare sfogo all’educazione rigorosa che avete ricevuto. Alla fine stirate il tubo di aspirazione fino a farlo puntare sul perno e attivate la pompa per 2-4 giri. Spegnete la pompa, riportate il tubo nella posizione originale, svitate il clamp e ripetete il procedimento sull’altro lato del disco. Questo è tutto, gente.

La macchina Clearaudio funziona grossomodo come la VPI, ma con un’aggiunta: un pulsante molto ingegnoso vi consente di cambiare il verso di rotazione durante le fasi di spazzolatura e di aspirazione, col risultato praticamente certo di una pulizia migliore. La macchina Clearaudio, inoltre - grazie alla sua finitura in metallo spazzolato - si avvicina meglio all’ideale di "bella apparecchiatura". Questo fa sì che esteticamente sia la più accettabile tra le macchine in prova. Anche se forse non è completamente centrato, viene in mente il detto "Come il rossetto su un maiale" (il significato di questo motto anglosassone è abbastanza comprensibile: la bruttezza non si può imbellettare più di tanto – N.d.T.).

Il test di pulizia

Proviamo a rispondere alla seconda delle questioni sopra esposte, se ci siano differenze nella capacità delle tre macchine di fare il proprio mestiere. Di nuovo sembrano emergere i problemi esposti sopra a proposito di memoria ecoica e di ispezioni al microscopio o con lente di ingrandimento. Per fortuna ho scoperto con la pratica che, nel caso di dischi da moderatamente sporchi a molto sporchi, il poter disporre di una bella fonte di luce rende possibile valutare abbastanza facilmente il grado di pulizia raggiunto. Così questo è il metodo empirico che ho adottato, conducendo tutti i test a partire da dischi usati e decisamente sporchi. Ciascun lato è stato pulito utilizzando macchine e fluidi diversi, e i test sono stati ripetuti molte volte prima di arrivare a una conclusione.

In una prima fase ho messo a confronto le macchine Nitty Gritty e VPI. La VPI si è dimostrata decisamente superiore in tutti i test. Tra l’altro ho scoperto che per pulire un disco più spesso con la Nitty Gritty è necessario spingere due leve (presenti sul lato superiore della macchina) fino a farle fuoriuscire. In questo modo si possono ruotare le viti di regolazione che permettono alla guida ( - capstan - ) di ospitare il disco. Non mi state credendo !?! Non è esattamente una cosa furba, non è vero? Ho anche confrontato la sola funzionalità "aspirazione" delle due macchine, strofinando i dischi con la VPI per poi testare le pompe della VPI stessa e della Nitty Gritty. In questo test la Nitty Gritty ha offerto effettivamente la prestazione migliore; suppongo sia perché la pompa della Nitty Gritty si trovi in una posizione più utile rispetto al "braccio" della VPI, che lavora sulla parte superiore del disco. Il fatto che i risultati complessivi siano migliori con la VPI mi porta a ritenere che, al fine della pulizia, la fase di strofinamento sia più importante della fase di aspirazione.

Proseguendo, ho confrontato la Nitty Gritty e la Clearaudio. La Clearaudio ha primeggiato sulla Nitty Gritty in tutti i test. Alla fine ho confrontato Clearaudio e VPI, con la Clearaudio che si è sempre dimostrata capace di risultati migliori, in misura variabile da "appena" a "significativamente" – le differenze erano più evidenti con dischi in partenza più sporchi. Ho quindi confrontato la capacità di aspirazione delle due macchine, usando solo la VPI per strofinare. Sorprendentemente mi è parso che il migliore effetto aspirante sia quello della VPI, che produce sui dischi un "effetto asciutto" più convincente. I risultati complessivamente migliori della Clearaudio riaffermano il principio secondo cui la fase di strofinamento è più importante della fase di aspirazione, e sospetto che il doppio verso di rotazione di cui è capace la macchina Clearaudio sia alla base della sua migliore capacità di strofinamento.

A questo punto ho cercato di affrontare la questione finale – ci sono metodi di pulizia migliori rispetto all’utilizzo di una MLD? In passato mi è capitato di usare tre metodi: getto d’aria umida tramite pulitore a vapore, sfregamento del disco in rotazione con panno in microfibra imbevuto di alcool, strofinamento con acqua e sapone per piatti (qui già prevedo email offensive e piene di rimproveri per l’eresia!). Ebbene, sappiate che a volte l’unico modo per sapere è provare! Tra questi metodi, il risultato migliore mi è parso quello ottenuto strofinando il disco con acqua e sapone per piatti e asciugandolo col panno imbevuto di alcool. Confrontando questo metodo con la macchina Clearaudio la MLD vince a mani basse.

Conclusioni

Se volete realmente raggiungere il massimo con la vostra esperienza vinilica usate una buona macchina lavadischi. A mio giudizio la macchina Clearaudio è la migliore tra quelle provate, così ho acquistato l’esemplare oggetto della prova. Penso non possa esserci migliore raccomandazione.

Apparecchi di riferimento
Apparecchio Fabbricante e Modello
Lettore CD Denon DVD-3910 con modifiche Underwood (level2 + masterclock)
Pioneer 414
Sony DVP-NS755V
Giradischi Technics/KAB SL1200 MkII, con braccio ammortizzato
Fonorilevatore Goldring Elite (MC)
Audio Technica AT-OC9 ML/II (MC)
Amplificatore Integrato Cayin 265Ai
NAD 317
Sistema di altoparlanti Jupiter Audio Europa
Dynaudio Contour 1.3 MkII
Triangle Electroacoustique Titus 202
NHT Superzero

Subwoofer

ACI Force
Velodyne F1500R
Amplificatore per Cuffie Practical Devices XM3
Cuffie Sennheiser HD497
Cavi Vari

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