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Il tavolino apparecchi-ato

Un aspetto spesso trascurato da chi è in procinto di acquistare il primo impianto (ma non solo) è la giusta sistemazione dei componenti HiFi.
Do per scontato che abbiate già letto l'articolo dedicato all'importanza ed alla scelta dei supporti per i diffusori (Come scegliere i supporti per i diffusori) e che siate alla ricerca di un mobiletto dove sistemare ampli e sorgente.

Al solito occorre sgombrare il campo da pregiudizi e convinzioni più o meno fondate: i famigerati *rack* in truciolare con antine in vetri fumee e dotati di plasticose rotelle non hanno niente a che vedere coi veri tavolini per uso HiFi.
Svolgono, è vero, la loro funzione, che è quella di offrire uno spazio alle nostre elettroniche però si limitano a quello, niente di più.
I motivi sono tanti e cercherò di spiegarveli uno per uno.

Problemi strutturali

Questi rack che andavano tanto di moda negli anni '70 non costituiscono un appoggio sicuro ai componenti HiFi. Normalmente sono fatti di truciolare e tenuti insieme da viti a legno ed incastri di varia natura e foggia: niente di particolarmente solido ed affidabile.
Nel tempo il truciolare, sotto il peso degli apparecchi e spesso anche degli LP, tende ad indebolirsi, scheggiarsi e piegarsi. La struttura diventa così instabile, ballerina, e persino pericolante.
Inoltre le antine fumee (e non) sono delle superfici piuttosto ampie, libere di vibrare e di trasmettere le vibrazioni agli apparecchi.

Un altro problema strutturale è dato dal fatto che tali rack sono normalmente dei mobili chiusi su tre lati, rendendo ardue le operazioni di cablaggio e di spostamento dei vari componenti e questo, oltre a limitare fortemente la dissipazione termica del calore prodotto dagli apparecchi stessi, rende le operazioni di normale manutenzione (leggi: pulizia e spolvero) estremamente difficoltose.
É pur vero che la parete posteriore si può rimuovere (ma non sempre), restano tuttavia le due pareti laterali che impediscono una presa sicura di apparecchi che possono arrivare tranquillamente oltre i venti kg di peso.

Altro aspetto criticabile, sempre presente nei rack, sono le famigerate rotelle. Tali aggeggi infernali, oltre a mal sopportare il peso di grossi amplificatori, rendono l'insieme quanto di più instabile ed insicuro si possa immaginare.
Infine, sia per la presenza delle rotelle sia per la costruzione a viti ed incastri, è praticamente impossibile *mettere a bolla* i vari ripiani. Anzi, a causa dell'approssimazione strutturale potrà capitare che un ripiano è *a bolla* mentre un altro non lo è, rendendo la messa in piano degli apparecchi un vero e proprio incubo.

Problemi statico-dinamici

Il rack in truciolare è un mobile pesante, instabile e poco rigido, magazzino di stoccaggio ideale per vibrazioni endogene e esogene, fonte di grossi problemi sia per le sorgenti (giradischi e lettore CD) sia per le amplificazioni, specie se a valvole.

Il mobile HiFi ideale deve essere rigido, stabile e deve o opporsi completamente alla propagazione delle vibrazioni oppure lasciarle scaricare verso terra con rapidità.
Il rack non fa né l'una né l'altra cosa ed utilizzarlo come supporto per il giradischi (o per il lettore CD) è quanto di meglio si possa fare per rovinare le prestazioni di tali sensibilissimi apparecchi.
Il volume semichiuso del mobile rack, unito alle antine libere di oscillare, è in tutto e per tutto una cassa acustica: un elemento libero di vibrare (altoparlante) con un volume d'aria chiuso dietro di esso (cassa).
Se questa analogia non vi convince provate ad infilare la testa dentro un mobile rack mentre state ascoltando l'impianto, magari con un programma musicale ricco di basse frequenze. Durante l'esperimento occhio a non farvi vedere da nessuno, io declino ogni responsabilità sulle possibili conseguenze socio-matrimoniali di un tale comportamento... e poi non dite di averlo letto su TNT!!!

Ora, sistemare un giradischi sopra una cassa acustica capirete anche voi che non è certo il massimo (avete letto la Religione del Tempio del Tweaking?).
Spero di avervi convinto. Altrimenti provate da soli a sistemare il vostro impianto su un mobiletto apposito per HiFi (vedi sotto) e valutate la differenza ad orecchio.

Un tavolino ideale per HiFi

Abbiamo già detto che il tavolino ideale per i componenti HiFi deve essere stabile e solido, innanzittutto.
Il raggiungimento di questo obbiettivo può essere ottenuto per mezzo di strade diverse e per certi versi in contrasto tra loro: c'è chi preferisce costruire dei tavolini estremamente pesanti e massicci, con l'intento di renderli completamente immuni alle risonanze, mentre altri scelgono la strada dell'estrema leggerezza, secondo la logica del combattere le vibrazioni *scaricandole* verso terra.
A seconda della scelta progettuale, i materiali usati possono essere i più diversi: dall'acciaio alle leghe di alluminio con ripiani in medite per i tavolini *leggeri*, fino al marmo ed al piombo per quelli più massicci.
Qualunque sia l'approccio, normalmente tutti i costruttori fanno uso di punte metalliche regolabili per accoppiare le zampe del tavolino al pavimento e, spesso, tali punte regolabili sono presenti anche in ogni singolo ripiano.
Il vantaggio del poter disporre di punte regolabili su tutti i ripiani è enorme dal punto di vista della messa in piano degli apparecchi. Le punte poi consentono quell'accoppiamento rigido col tavolino e quindi col pavimento, utilizzando il principio della *pressione infinita* (massa divisa superficie infinitesima) come abbiamo già spiegato in vari articoli su TNT dedicati all'argomento.

I ripiani, nei tavolini leggeri, sono realizzati per lo più in medium density (MDF o medite che dir si voglia), ma nulla vieta di sostituirli con altri di diverso materiale a nostra scelta.
Alcuni costruttori prevedono la possibilità di utilizzare al posto della medite dei ripiani in cristallo. Volendo, possiamo farci tagliare una lastra di cristallo dal nostro vetraio (costo risibile) e provare a sostituirla al ripiano *di serie*.
Il risultato sonoro può essere molto variabile, sia a seconda del tavolino che stiamo usando sia a seconda del tipo di appparecchi. Alcuni riferiscono che i ripiani in cristallo danno un suono un po' più asciutto e definito rispetto a quelli in medite, però questa è un'affermazione che non mi sento di sottoscrivere visto l'elevato numero di variabili in gioco.
Altra particolarità dei tavolini leggeri a struttura metallica e ripiani in medite è che talvolta le gambe possono essere riempite con materiale smorzante tipo sabbia, pallini di piombo o talco.
Anche in questo caso occorrerà valutare caso per caso i risultati sonori, non esistono ricette magiche che funzionano sempre.

I tavolini a struttura pesante invece hanno dimensioni, ingombri e costi molto diversi dai loro concorrenti *leggeri*.
I ripiani sono spesso in cristallo molto spesso o in policarbonato e talvolta persino in marmo o simili. Altre volte utilizzano sistemi di smorzamento delle vibrazioni molto ingegnosi, per esempio con sospensioni ad aria compressa.
Come dicevo, i costi di questi tavolini sono spesso molto elevati e quindi giustificati solo se l'impianto che andranno ad ospitare è già di livello d'impegno considerevole.
Non pensiate quindi che un tavolino da un paio di milioni possa far suonare divinamente un impianto economico che costa altrettanto. Viceversa, se avete un impianto di notevole impegno, è meglio stanziare un buon budget (e tanta pazienza) per la scelta di un tavolino in grado di mettere nelle condizioni ideali il vostro sistema.

Altra caratteristica comune a tutti i tavolini per uso HiFi è quella di essere normalmente aperti su tutti i lati, per i motivi già esposti (risonanze, dissipazione termica e manutenzione).
Sono piuttosto comuni i tavolini a tre gambe anzichè a quattro. I vantaggi di questa scelta dovrebbero essere evidenti: mettere perfettamente in piano tre appoggi è molto più semplice che livellarne quattro (c'è sempre un piede che balla...).
Inoltre, se la strada che abbiamo scelto per minimizzare l'immagazzinamento delle risonanze è quella dell'estrema leggerezza, una gamba in meno è tutto peso risparmiato.

Come ultima cosa da prendere in considerazione suggerirei un supporto diverso per la sorgente analogica, magari un bel tavolinetto da ancorare direttamente al muro.
In questo modo, oltre a risultare posizionato in una modo più *protetto* (cani e bambini difficilmente andranno ad urtarlo se lo posizionate abbastanza in alto), esso risulta collegato al *mondo esterno* nella maniera più semplice ed *indipendente* possibile. Le sue vibrazioni non si propagano al resto degli apparecchi della catena e viceversa.

Conclusioni e consigli finali

Se siete in procinto di acquistare il vostro primo impianto serio (e dico *serio*, non necessariamente *costoso*) oltre ai cavi mettete in preventivo anche l'acquisto di un buon tavolinetto per uso specifico HiFi. Decidete il numero di ripiani che vi servono e tenete conto che a parità di costruzione un numero maggiore di ripiani incide sul costo finale.
OK, sembra un'osservazione banale, ma spesso si è tentati di acquistare qualcosa che non serve solo perchè *prevediamo* che in futuro avremo il lettore DVD, il convertitore separato, il pre ed il finale e chissà quanti altri componenti.
Meglio acquistare ciò che ci è necessario adesso: per comprare un secondo tavolino c'è sempre tempo. Inoltre meglio due tavolini con pochi ripiani che un solo mobile multiripiani con 100 kg di apparecchi sopra.
La spesa per un semplice tavolino a due ripiani parte dalle 250.000 lire circa. Fortunatamente abbiamo in Italia degli ottimi costrutturi di questi accessori, nomi molto apprezzati anche all'estero: Solidsteel, GM Audio, Archidee e tanti altri (e mi scuso per quelli non citati).
Tuttavia, se non vi sentite di investire in un tavolino *commerciale*, non avete da fare altro che sfogliare la vostra TNT nella sezione Tempio del Tweaking precisamente sottosezione Officina del Tempio, per trovare un bellissimo progetto di tavolino portaelettroniche da farsi in casa con pochissima spesa e ottimi risultati, sia estetici che sonori: il nostro The TNT Flexy Table®.

La sistemazione in ambiente è infine di fondamentale importanza: acquistare un tavolino per HiFi e non mettere in piano (*a bolla*) i vari ripiani vanifica gran parte del risultato sonoro ottenibile.
Quindi armatevi di una livella a bolla (in drogheria o fai-da-te, tipo quelle da muratori) e di tanta pazienza, levellate i ripiani con l'ausilio del punte regolabili e riverificate tale settaggio sia dopo averci poggiato gli apparecchi sopra sia in seguito a distanza di qualche mese: i materiali tendono ad assestarsi, le punte a farsi strada dentro i ripiani ed il vostro paziente lavoro di allineamento va a farsi benedire.

Bene, ora che avete apparecchiato il vostro tavolino non vi resta che sedervi ed assaporare tanta buona Musica.

© Copyright 1997 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

 

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