AudioKultura Iskra 1

[Stadio phono AudioKultura Iskra 1]

Stadio Phono MM/MC

[English version here]

Prodotto: stadio phono AudioKultura Iskra 1
Produttore: AudioKultura - Polonia
Prezzo: € 291 (Il prezzo può variare)
Recensore: Graeme Budd - TNT Francia
Pubblicato: Febbraio, 2020
Traduttore: Roberto Felletti

È di nuovo tempo di stadi phono, per cui chiedo scusa a tutti i patiti del digitale che stanno leggendo, per i quali la necessità di un altro stadio di amplificazione è una di quelle strane cose che spinge noi, paladini dell'analogico, ad acquistare, spendendo anche ingenti somme di denaro, un'apparecchiatura che ci permetta di trasformare i nostri deboli segnali in qualcosa che i nostri amplificatori possano gestire. Questa volta, però, tralasciamo i prezzi da high-end per tornare concretamente nel mondo reale con l'AudioKultura Iskra 1.

Confesso che non conoscevo AudioKultura, così ho fatto qualche ricerca in Internet. L'azienda è polacca e, in realtà, produce apparecchiature da studio; l'Iskra 1 rappresenta la loro prima "incursione" nel settore hi-fi. E quale modo migliore per iniziare, se non con uno stadio phono completo e dal prezzo competitivo, specialmente quando uno dei loro prodotti in commercio è un pre-amplificatore per microfono di elevata qualità? L'Iskra viene venduto direttamente sul loro sito, con un periodo di prova di 30 giorni e rimborso del denaro, per cui potete provarlo con calma a casa vostra e con il vostro impianto. All'interno della UE la spedizione è gratuita.

Ero curioso di scoprire cosa volesse dire il nome "Iskra". Secondo il traduttore di Google significa "scintilla" in polacco, il che potrebbe sollevare battute a non finire, ma prometto di non menzionare nulla che vada a fuoco da nessuna parte in questa recensione...

L'Iskra 1 gestisce testine sia MM che MC e permette di regolare il guadagno, il carico e la capacità per mezzo di dip switch posti sotto; c'è anche un QR code stampato accanto ad essi, per accedere al manuale online nel caso in cui perdiate quello cartaceo. Questa disposizione consente altresì di mantenere il pannello frontale, di una piacevole sfumatura di blu, pulito. Dietro c'è il solito set di ingressi e uscite RCA oltre a un connettore per la terra. In dotazione c'è anche uno stiloso cavo di terra, ben realizzato, che rispecchia il look di casa AudioKultura.

A vista, esso potrebbe essere considerato un po' un prodotto Marmite (vale a dire che potrebbe suscitare opinioni contrastanti); a me il blu piace, ma di sicuro stona in un mobile porta-elettroniche (a meno che non abbiate un amplificatore Lavardin Limited Edition rosso anodizzato, nel qual caso potrebbe passare inosservato...). A parte l'estetica, è chiaramente un prodotto per il quale la robustezza della costruzione è stata preferita alla sfarzosità - non ci sono pannelli frontali spessi centimetri, né dissipatori lavorati a macchina e nemmeno piedini dorati. Questo è un bene, perché significa che il denaro è speso per l'interno, dove conta, e i vostri 291 euro sono ben spesi! Questo è ancor più evidente esaminando il layout interno, ben costruito; anche la scheda sembra ben realizzata.

[Stadio phono AudioKultura Iskra - l'interno]

L'alimentazione avviene tramite un trasformatore CC da parete - qui non ho lamentele da fare, poiché non ronza né interferisce con il resto dell'impianto. Forse l'alimentazione potrebbe essere migliorata per incrementare ulteriormente le prestazioni, sebbene io non abbia provato, anche perché l'unico altro alimentatore migliore che ho è quello del Graham Slee, la cui tensione di uscita è maggiore di quella che l'Iskra si aspetta di trovare. Perciò ho lasciato perdere e l'ho fatto funzionare in maniera standard.

Ho provato l'Iskra con due giradischi: la combinazione Linn Axis/AO Akito/Reson Etile per i test in modalità MC e la combinazione AN TT2 Deluxe/Arm II 2/AN Io 1, con trasformatore AN S3, per i test in modalità MM. Gli stadi phono GSP Accession, CEC PH53 e Audio Note R Zero II erano a disposizione per dei confronti e i soliti Canary Audio CA 608LV e Living Voice IBX-RW3 avevano il compito di trasformare quello che veniva fuori dall'Iskra in qualcosa che potessi ascoltare.

[Stadio phono AudioKultura Iskra - retro]

L'ascolto

Ho iniziato con la combinazione Audio Note e l'Iskra in modalità MM, confrontandolo con gli altri stadi phono. Come mi aspettavo (anche se tutti noi sappiamo che non sempre quando si spende di più si hanno prestazioni migliori), in base alla differenza di prezzo esso non ha la fluidità musicale dell'Audio Note né la profondità in gamma bassa o la trasparenza del GSP Accession. Sinceramente, sarei rimasto sbalordito se fosse stato così. Come esempio, rispetto all'Audio Note, se ascoltate Have A Good Time, dall'album Brother Sister dei Brand New Heavies, la chitarra è meno presente, il sassofono non ha la medesima consistenza e il basso è, forse, leggermente più lento. Passando al secondo brano dell'album, l'interazione tra le due voci soliste non viene riprodotta molto bene e le voci hanno una minore individualità. Dopo aver ascoltato qualche altro album, posso dire che all'Iskra mancano un po' di mordente e di brio sui piatti (evidente con All Res dei GoGo Penguin) e l'attacco sulle voci femminili (Freak Like Me delle Sugababes - Capoeira Twins Remix). Inoltre, l'Iskra si perde un po' con i ritmi complessi mano sinistra/destra al pianoforte. Ma per il resto porta alla luce dettagli ambientali tipo oscuri rumori sintetizzati, e solo per questo alcune persone potrebbero preferirlo, perché si può dire che ha la capacità di ricreare un'immagine più completa. Ma l'Iskra ricrea anche un palcoscenico ampio, con una disposizione precisa degli strumenti e una profondità credibile.

Prima che mi accusiate di essere negativo, vi prego di continuare a leggere perché vorrei aggiungere a questo il fatto che l'Iskra non si posiziona molto indietro rispetto ai concorrenti più costosi, su nessuno degli aspetti che ho menzionato, e direi che in un impianto con diffusori che normalmente accompagnano uno stadio phono da meno di 300 euro le differenze sarebbero trascurabili. E questo, signore e signori (va bene - forse 'signore' è un po' ottimistico secondo me) è ciò che qui conta. Ascoltatelo separatamente e con componenti verosimilmente adeguati, e vi renderete conto che l'Iskra offre una prestazione davvero molto raffinata!

Per dimostrare questo punto il mio Canary 608 è andato nel panico e ha massacrato un paio di valvole di uscita. Durante la sua (troppo lunga) assenza ho usato l'Iskra con il mio vecchio e fedele Cyrus One. Con questa combinazione ero molto più propenso a trovare delle differenze ancor più significative, particolarmente a livello musicale. Potrei menzionare un palcoscenico leggermente più stretto o una minore separazione degli strumenti, se dovessi essere critico (che poi è lo scopo di questo articolo), ma ho l'impressione che, in un certo senso, non renderei l'idea. L'Iskra coglie le cose importanti nel modo giusto, permettendovi di godere di ciò che c'è nei dischi.

Durante questo periodo ho usato l'Iskra anche con la Reson Etile - la possibilità di regolare il carico mi ha permesso di impostarlo per i 100 Ω richiesti dalla Reson, per cui ero pronto per un inizio promettente. Spesso, in questa fascia di prezzo, l'opzione MC è una caratteristica un po' perdente. La cosa non sorprende, perché realizzare uno stadio MC a basso rumore è qualcosa di costoso e alcuni produttori, naturalmente, sanno che a questi prezzi molte persone usano l'MM, però aggiungono l'opzione MC in nome della completezza. Ovviamente non è il caso di AudioKultura, poiché francamente non ho notato alcuna prestazione inferiore rispetto alla modalità MM e non c'era alcun rumore importuno. Ho messo a confronto l'Iskra con il mio CEC PH53 (che cinque anni fa costava 750 sterline) e ancora una volta l'Iskra ha dato vita a una prestazione più che dignitosa, perdendo terreno soltanto marginalmente su aspetti simili a quelli a cui abbiamo accennato prima.

Conclusioni

Dunque, per riassumere: quello che abbiamo effettivamente qui è uno stadio phono al di sotto dei 300 euro che riesce a tenere testa a stadi phono che costano tre o quattro volte tanto. Basandomi su questo risultato, penso che AudioKultura abbia svolto un lavoro superbo con l'Iskra. Ascoltato separatamente non presenta omissioni lampanti e non dà mai l'impressione di trattenere la musica. Il fatto che possa essere configurato per abbinarlo a una vasta scelta di testine e amplificatori, grazie alla possibilità di regolare guadagno, carico e capacità, lo rende un buon investimento a lungo termine per chi lo acquista.

Ho apprezzato molto ciò che ha fatto e se dovessi abbandonare i miei altri stadi phono, potrei conviverci felicemente. Se usate una discreta MM o un'accessibile MC, potreste soddisfare le vostre necessità di pre-amplificazione phono. Per coloro che possiedono una MC costosa c'è un Iskra 2 in fase di sviluppo. L'Iskra ha stuzzicato sufficientemente il mio appetito da farmi capire che potrebbe essere qualcosa di davvero speciale.

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