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Burson Audio Timekeeper - finale di potenza

[Burson Audio Timekeeper - vista frontale]

Timeless timekeeping - I Parte

[English version]

Prodotto: Burson Audio Timekeeper - amplificatore finale di potenza
Costruttore: Burson Audio - Australia
Distribuito in Italia da: Audio Azimuth
Prezzo di listino: 2600€ (può variare a seconda della nazione)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Gennaio, 2014

Premessa

Abbiamo già recensito più volte prodotti dell'australiana Burson Audio, e sempre con risultati piuttosto lusinghieri. Questo è il primo tentativo dell'azienda australiana di progettare e commercializzare un finale di potenza che fosse abbastanza originale ma comunque fedele alla filosofia di casa Burson ovvero: less is more (design minimale), tecnologia allo stato solido e nessun utilizzo di circuiti integrati. Negli ultimi anni molti costruttori tradizionali hanno iniziato a commercializzare amplificazioni in Classe D (persino due classici come NAD e Rotel!) ma alla Burson Audio non hanno voluto rassegnarsi, ritenendo i circuiti integrati un male da evitare a tutti i costi. Va sottolineato, a onor del vero, che mica tutte le amplificazioni in classe D utilizzano chipset integrati! Comunque sia, ecco il frutto di diversi anni di studio e di progettazione: un amplificatore stereofonico di potenza completamente a discreti, con una alimentazione assolutamente tradizionale, che può essere messo a ponte, per funzionare in mono, in pochi secondi. Realizzato orgogliosamente in Australia, da australiani.

Uno sguardo all'interno

[Burson Audio Timekeeper - vista interna]
L'ordine assoluto regna sovrano nonostante gli spazi ridottissimi!

Il Timekeeper è un finale di potenza compatto da 80+80 watt che può essere trasformato in un finale monofonico da ben 240 watt su 8 Ohm. In questa prima parte della recensione mi concentrerò sull'utilizzo e le caratteristiche sonore di questo amplificatore come unità stereofonica assolutamente standard.

Mentre il pannello frontale è minimale, così come si conviene a un austero finale di potenza (neppure l'interruttore d'accensione, solo un piccolo led blu!) il pannello posteriore è piuttosto affollato: una coppia di RCA per l'ingresso linea sbilanciato, un singolo RCA per il collegamento in mono sbilanciato, un ingresso linea XLR bilanciato e i morsetti per i diffusori. Inoltre, è presente una piccola ventola che si attiva soltanto in presenza di temperature molto elevate o condizioni d'utilizzo particolarmente gravose, un selettore di tensione (230/110 volts), l'ingresso IEC per il cavo d'alimentazione, l'interruttore d'accensione e un interruttore a scorrimento per selezionare le tre modalità operative: stereo sbilanciato, mono sbilanciato, mono bilanciato.

Poiché si tratta di un apparecchio molto piccolo e compatto, ma potente, la dissipazione del calore prodotto potrebbe essere un problema: per questa ragione i pannelli laterali sono essi stessi dei dissipatori di calore e l'intero cabinet è stato realizzato in alluminio per lo stesso scopo. La ventola, normalmente inattiva, si attiva solo in condizioni estreme (mai accesa nel corso delle mie prove).

L'interno dell'apparecchio è un piccolo capolavoro di ingegnerizzazione e layout intelligente. La scheda dedicata all'alimentazione è posizionata centralmente, e ingloba il trasformatore toroidale da 300 VA e sei condensatori di filtro per una capacità totale di 40.000 uF. La componentistica utilizzata è tutta Elna for Audio e Elna Slimic II, con resistenze Vishay/Dale di tipo militare all'1% di tolleranza. Le schede di potenza, invece, sono montate una per lato, addossate ai pannelli laterali.

Specifiche tecniche

[Burson Audio Timekeeper - vista posteriore]
Piuttosto affollato qui per un finale di potenza!

Timeless timekeeping

Questo apparecchio, contrariamente a tanti concorrenti che cavalcano le ultime tendenze, è un prodotto che strizza l'occhio al passato e alle tecnologie ben note e affidabili. È esattamente come un orologio tradizionale meccanico (un timekeeper, appunto) in un mondo di orologi digitali. Un segnatempo senza tempo. Non sto dicendo che il suono di questo amplificatore sia vecchio stile ma c'è qualcosa di maledettamente familiare e corretto nel suo modo di porgere la musica che mi ricorda le grandi amplificazioni a stato solido del passato recente, come Mark Levinson e Naim, per citare i primi due marchi che mi vengono in mente (e che hanno fatto parte, in momenti diversi, dei miei impianti di riferimento).

Il bilanciamento timbrico è sostanzialmente corretto: una gamma bassa potente, articolata e profonda sorregge in maniera armoniosa le gamme media e alta, senza tracce di incroci innaturali, enfasi o carenze particolari. Tutto suona in una maniera naturale e priva di sforzo apparente. Confrontato con alcune amplificazioni top di gamma in classe D (es. nuforce) forse manca di un po' di trasparenza e di precisione, ma questo significa anche che questa amplificazione tende a perdonare qualche incisione non esattamente perfetta.

In gamma bassa, dicevo, la performance generale è molto buona, ottimo punch, impatto e articolazione, come ci si aspetta da un sano progetto a stato solido di buona potenza. Nonostante questo aspetto muscolare resta ancora lo spazio per una certa nota di velluto, che riesce a ricordarmi la performance di un amplificatore che ho recensito tempo fa, il Genesis GR180, Classe D tramite moduli Hypex. Si tratta di una muscolarità non priva di una certa grazia.

In gamma media il suono è pulito e preciso, senza tracce di asprezza. Le voci, sia maschili che femminili e persino i grandi cori, appaiono naturali, con il giusto corpo e il loro cantato rende la comprensione dei testi abbastanza semplice. Persino le voci processate elettronicamente (ad es. Massive Attack in Teardrop) suonano tollerabili, grazie al fatto che l'amplificatore non aggiunge distorisione propria.

Gli strumenti a corda suonano dettagliati e molto ricchi dal punto di vista armonico. Certi strumenti a percussione (ad es. il rullante) potrebbe suonare più gradevoli all'orecchio di quanto non siano in realtà, segno che quel tocco di velluto di cui parlavo si estende un po' anche alla gamma media. Diciamo che questo Timekeeper non fa molto per impressionare facilmente l'ascoltatore, e questo è ovviamente un punto a suo favore!

Anche in gamma medio-alta e alta il comportamento è simile: precisione e dettaglio sono sempre offerti con un guanto di velluto. I piatti, ad esempio, suonano sì metallici ma mai duri o aspri, le trombe possono suonare forte ma la fatica d'ascolto resta sempre bassa. Tutto questo è anche certamente merito del basso tasso di distorsione, anche durante i momenti più impegnativi, a conferma di un progetto pensato senza risparmi dal punto di vista della riserva energetica. Pianoforte e clavicembalo traggono beneficio dalla ricchezza armonica di questo amplificatore, che non suona mai asciutto o sterile.

Micro & macrodinamica

Utilizzato come semplice amplificatore stereofonico il Timekeeper ha abbastanza potenza ed energia per muovere anche gli altoparlanti più...pigri! La potenza d'uscita è più che sufficiente per la maggior parte degli utilizzi, anche perché la potenza dinamica è veramente notevole. L'amplificatore suona dinamico e vivace, persino ad alti livelli d'ascolto, o mentre pilota carichi difficili, indipendentemente dal fatto che stia riproducendo la furia di un gruppo rock o la mole di una grande orchestra. La riserva di potenza è notevole e gli consente di superare senza imbarazzo passaggi musicali anche abbastanza impegnativi.

In gamma bassa l'energia e l'impatto sono veramente notevoli e sarebbe stato un vero miracolo trovare la stessa energia anche in gamma media. Come già osservato, il rullante, ad esempio, manca di un po' di forza bruta e gli attacchi non sono così violenti come dovrebbero essere. In ogni caso, non occorre neppure dimenticare il prezzo d'acquisto di questo amplificatore e, infatti, in relazione al prezzo, la performance dinamica è ottima!

Anche a bassi livelli d'ascolto la vitalità del Timekeeper si fa sentire e rende gli ascolti notturni assolutamente poco noiosi. Non bisogna infatti pensare che questo tipo di performance sia fuori dalla portata di un amplificazione a stato solido di buona potenza, non sempre occorre pensare a piccoli amplificatori di bassa potenza per poter godere di ascolti soddisfacenti a basso volume.

Gli amanti del pop e del rock non saranno certamente delusi dal Timekeeper, che può infatti suonare in maniera assolutamente like live quando richiesto, basta alzare il volume e godersi il suono che diventa via via più grande e vigoroso, sino a livelli di party privato :-)

Soundstage 3D

La performance tridimensionale del Timekeeper è generalmente molto buona ed eccezionalmente buona per la fascia di prezzo nel quale si colloca. L'altezza e la profondità del soundstage sembrano più convincenti della larghezza ma certamente il palco immaginario che questa amplificazione riesce a creare è credibile, realistico e molto ben a fuoco.
La sua riserva di energia gli consente di conservare le giuste proporzioni tridimensionali anche a volumi d'ascolto molto elevati, evitando che il soundstage collassi in una zona ristretta tra lo spazio in mezzo ai diffusori. Si possono identificare abbastanza facilmente diversi piani orizzontali nello stage virtuale, così che cantanti e strumentisti appaiono sempre ben distinti e facili da identificare, se la registrazione lo consente, naturalmente!

Lamentele

Costruzione & finitura
La qualità della realizzazione è di livello assoluto e così pure la finitura, quindi c'è ben poco di cui lamentarsi in questi ambiti specifici. Tutto è al posto giusto e facile da utilizzare: i connettori, di buona qualità, sono spaziati tra loro in maniera ragionevole, il cabinet non ha spigoli vivi e la procedura di mettere l'amplificatore a ponte è semplice persino per un principiante assoluto. Le dimensioni ridotte dell'amplificatore sono un plus se usato come unità stereofonica ma diventano un problema quando se ne debba utilizzare due in configurazione mono perché i due apparecchi non possono essere affiancati su uno stesso ripiano (larghezza totale: 26.5 + 26.5 cm!). Considerando quanto affollato sia l'interno dell'apparecchio non si poteva, però, fare di meglio.
Ho testato questo amplificatore nella stagione autunnale/invernale, con una temperatura in sala d'ascolto di circa 23 gradi. Anche a volumi d'ascolto molto elevati la ventola di raffreddamento non è mai entrata in funzione, l'amplificatore si scalda un po' e basta. Magari in estate potrebbe essere diverso, ma ne dubito.
Suono.
Se siete dei fan della classica amplificazione a transistor in Classe AB non resterete certo delusi da questa originale realizzazione della Burson Audio. Dal mio punto di vista avrei preferito un po' più di presenza e di contenuto energetico in gamma media. Infine, probabilmente il tocco vellutato del Timekeeper potrebbe non incontrare il gusto di tutti.

Conclusioni

Questo Burson Timekeeper è un amplificatore molto interessante: stile classico, suono concreto, armonicamente ricco, tanta potenza e dinamica a disposiizione, bassa distorsione. Si tratta di un componente che tende a sparire evitando inutili protagonismi e lasciando il posto a tanta bella musica. Se siete a caccia di un apparecchio ben realizzato, dal suono maturo e preciso, dovreste tenerlo in seria considerazione. Come un buon orologio meccanico di pregio scandirà con precisione il tempo della vostra musica preferita per anni e anni. Complimenti alla Burson Audio!

Nella seconda parte di questo articolo sarà esaminato il comportamento di due Timekeeper messi in configurazione monofonica, sono curioso di scoprire quali aspetti del suono saranno confermati e quali altri, eventualmente, stravolti.

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© Copyright 2014 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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