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Genesis GR 180 - finale di potenza in classe D

Pugno di ferro in guanto di velluto

[Genesis GR 180]
[English version]

Prodotto: Genesis GR 180 - finale di potenza in Classe D, con moduli Hypex UcD180
Costruttore: Genesis Advanced Technologies - USA
Distribuito in Italia da: MondoAudio
Prezzo di listino: 5450 € (4850$ negli USA)
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT Italia
Recensito: Luglio 2009

Premessa

Non è più tanto sorprendente vedere quanti blasonati Costruttori di HiFi si stiano dedicando allo sviluppo di amplificazioni in classe D. Non ripeterò l'elenco già stilato in altre occasioni, stavolta mi limito ad aggiungere un nome, e che nome, alla lunga lista: Genesis Advanced Technologies! Per chi fosse troppo giovane o non abbastanza "addentro" per ricordare un po' di storia e chi si cela(va) dietro a questo marchio ed alle sue prestigiose realizzazioni dirò soltanto che Genesis fu fondata nel 1991 da Arnie Nudell, uno dei progettisti HiFi più acclamati sul pianeta. Tra le sue realizzazioni non si può non ricordare, già negli anni '60, la progettazione del primo woofer servocontrollato chiamato Servo Statik I (un sistema di controreazione sui movimenti della membrana, in pratica). Negli anni '80 Nudell guidava la Infinity e progettava uno dei sistemi di diffusione del suono più ambiziosi nella storia dell'alta fedeltà, il mastodontico Infinity IRS, dotato di rivoluzionari tweeters a nastro.
Più tardi Arnie Nudell venderà la Infinity al gruppo Harman, per fondare una nuova azienda, la Genesis Technologies per la quale progetta un altro "gigante" no compromise, il Genesis One. Pochi anni fa (2002) l'Azienda è stata rilevata da Gary Leonard Koh che cambia il nome in Genesis Advanced Technologies. Arnie Nudell si gode finalmente la meritata pensione.

Gary Leonard Koh aveva la necessità di utilizzare un amplificatore che fosse capace di pilotare i nuovi diffusori Genesis, producendo un suono di ottima qualità e che, allo stesso tempo, fosse abbastanza "robusto" da resistere all'uso gravoso di apparecchiatura test. Dopo aver sperimentato varie soluzioni, sempre in Classe D, alla fine la scelta ricadde sui moduli dell'olandese Hypex. Genesis Advanced Technologies produce due amplificatori finali, basati sui moduli Hypex da 180 e da 400 watt, il GR-180 oggetto di questa prova ed il GR-360 (più dei modelli mono). Abbiamo già recensito amplificatori utilizzanti questi moduli, in particolare il modello Hypex UcD-180 AD (nel 2006, a firma Giorgio Pozzoli).

Descrizione e caratteristiche

[Hypex UcD180ST] [Genesis GR180 UcD180]
Hypex UcD180ST (sinistra) & Hypex UcD180ST modificato coi due condensatori (destra)

Il cuore dell'amplificatore è il modulo di potenza Hypex UcD180ST da 180 watt per canale su 4 Ohm, leggermente modificato dalla Genesis nella componentistica passiva (due condensatori marchiati Genesis). I progettisti Genesis hanno lavorato principalmente sul "contorno" ovvero alimentazione e cabinet. Per l'alimentazione, dopo numerose prove, è stata scelta una strada sostanzialmente tradizionale, con un grosso box separato che ospita un trasformatore toroidale da 1150 VA (della Ningbo Wanji - Cina) al posto delle classiche alimentazioni "switching" presenti su altre realizzazioni in Classe D.
Questa scelta, impreziosita da una cura particolare di ogni singola parte dell'alimentazione, vanifica i vantaggi della Classe D in termini di ingombri e peso. In questo modo il finale GR180 è, in tutto e per tutto, equivalente ad un amplificatore "tradizionale".

[Genesis GR180 - cavo alimentazione Isotek]

Il trasformatore esterno è connesso al finale con un grosso cavo di buona qualità (della Isotek) terminato con connettori Neutrik Powercon e di lunghezza appropriata (circa 1 metro) per tenere distante il più possibile l'unità principale. Il cavo per collegare invece il trasformatore esterno alla rete elettrica è un normalissimo cavo tipo "elettrodomestico".
L'alimentazione, che sta tutta all'interno dell'amplificatore, contiene anche un filtro di rete per tenere i circuiti immuni dalle interferenze della rete elettrica. Altre caratteristiche utilizzate nell'alimentazione vengono denominate DPDS (Dynamic Power Delivery Supply) e SSLV (Super Silent Low Voltage). Invito a visitare il sito web del distributore per una completa descrizione. Dalle foto si evince che l'alimentazione fa uso di condensatori di dimensioni diverse: 2 Panasonic da 63V e 15000uF, due Xicon da 63V e 4700 uF più altri ancora più piccoli.
L'amplificazione è curata sul fronte della lotta alle vibrazioni: il cabinet contiene un foglietto di materiale smorzante che incolla sulla faccia superiore i cavi di potenza e quelli di segnale. Inoltre è fornito di serie di una base in acrilico trasparente, dotata di punte regolabili, che si avvita sul fondo dell'amplificatore su dei piedoni smorzanti in neoprene. Una luce blu si accende sotto l'amplificatore ad illuminare coreograficamente l'acrilico sottostante.
Completano la dotazione un ingresso per il pre (disponibile su richiesta single-ended RCA o bilanciato XLR), l'uscita per i diffusori, realizzata con pratici connettori multistandard in rame (ETI/Eichmann CablePods). Un piccolo interruttore a levetta, posto sul retro, accende il finale. L'interruttore in realtà è un microswitch (relay) che fornisce il consenso all'accensione, ma resta sempre nella stessa posizione. Si è scelta questa strada insolita, anche in questo caso, per privilegiare la qualità sonora.
Come upgrade è disponibile un alimentatore più grosso, denominato MDHR (Maximum Dynamic Headroom Reservoir) dal costo di 4300 €.
Questi i dettagli tecnici:

[Genesis Gr180 - toroidale]
[Genesis Gr180 - toroidale]
L'alimentatore con il toroidale cinese da 1150 VA marchiato Ningbo Wanji

Mi sia consentita qualche riga di commento alle caratteristiche tecniche che, ovviamente, ricalcano fedelmente quelle del modulo Ucd180ST utilizzato. Intanto la potenza, dichiarata su 4 Ohm con 1% di THD. Questo è un brutto vezzo che sta prendendo piede anche negli ambienti high-end più raffinati: non vedo il senso di dichiarare la potenza su 4 Ohm (e non quella su 8, che magari interessa di più) con un tasso di distorsione così elevato. Andando a spulciare le caratteristiche del modulo Hypex si nota che la distorsione scende a valori "normali" (0.1%) a metà potenza (90 watt). Di fatto questi moduli possono erogare una potenza molto più bassa del dichiarato quando pilotano carichi "normali" da 8 Ohm con THD "ragionevoli". Non è azzardato supporre, come si può evincere facilmente dai grafici nel datasheet ufficiale della Hypex che la potenza su 8 Ohm, accettando lo 0.01% di THD, è non superiore ai 60-70 watt per canale (visto che, su 4 Ohm, raggiunge lo 0.1% già a 90 watt). Mi sarebbe piaciuto anche conoscere i dati di potenza dinamica e su carico da 2 Ohm.
Non sono dati di per sé particolarmente rilevanti ma quando acquisto un amplificatore mi piacerebbe che il costruttore fosse sincero e trasparente ALMENO sui dati di potenza massima. La colpa non è, evidentemente, tutta della Genesis, ma principalmente della Hypex che, per ragioni commerciali tende a nascondere i dati "peggiori" e meno appetibili (quelli su 8 Ohm, per capirci). Più facile vendere un modulo d'amplificazione dichiarato per 180 watt per canale, ovviamente! Pochi andrebbero a "fare le pulci" sulle reali potenze in gioco su carichi standard e con distorsioni accettabili. Posso dire che si tratta di un atteggiamento che non mi piace per niente? Non siamo poi lontanissimi dai tristi artifici commerciali delle fantasiose potenze PMPO dichiarate nei diffusori per uso "audio del PC" dove i watt sono sempre tanti come se piovesse ;-)
No, cara Hypex, un po' di trasparenza in più non guasterebbe, anche perché non tutti sono in grado di leggere un grafico "Power vs THD+N" o un datasheet. Insomma, per dirla tutta, sarebbe come se un Costruttore di automobili dichiarasse per un suo modello consumi di 25-30 km/l senza specificare in quali condizioni di guida ed a quale velocità! O che la velocità massima fosse raggiunta in una discesa al 20%! Sarebbe serio?

La Genesis, d'altra parte, non è neppure del tutto incolpevole visto che avrebbe potuto chiedere specifiche più precise alla Hypex e/o evincerle, come ho fatto io in 5 minuti, dal datasheet del modulo UcD180. Leggerezza? Piccola astuzia commerciale? We'll never know.

[Genesis Gr180 - PSU]
I condensatori di diverso valore che sono il cuore del sistema Dynamic Power Delivery Supply

Disponibilità

I prodotti Genesis sono regolarmente importati nel nostro Paese dalla MondoAudio di Dalmine (BG) il cui sito web riporta il listino prezzi aggiornato a Maggio 2009. Il prezzo italiano, rapportato a quello USA non sembra molto diverso ma c'è da ricordare che il cambio Euro/Dollaro è ancora molto favorevole per la nostra valuta (e lo è già da diversi anni, ormai). Così, i 4850 dollari di listino USA diventerebbero 3450 € circa, contro un listino italiano di 5450. Immagino ci sia da tenere conto del solito vezzo italiano dell'onnipresente "sconto sul listino" ma la differenza di 2000 € netti comunque non è trascurabile. Non azzardo valutazioni, mi limito a fornire dati.

[Genesis GR180 - PSU]
Un altro particolare dell'alimentazione

Pugno di ferro in guanto di velluto

Questo GR180 è stato confrontato, per la maggior parte del tempo, coi due finali mono REF9 SE V2 di NuForce, che per tecnologia e costo si avvicinano moltissimo al Genesis in prova. La potenza d'uscita è differente (molto più generosi i NuForce: 190 watt su 8 Ohm, 300 su 4) e questo rende il confronto un po' impari, ma alla fine è anche vero che non si arriva mai ad utilizzare tutta la potenza disponibile. Le note d'ascolto che seguono sono sostanzialmente redatte usando i REF9SE come riferimento.

Prima di ascoltare questo amplificatore mi sono letto un'intervista al progettista, per capire un po' quale fosse il "target" che si era prefissato. Sia nell'intervista che nel manuale si ripete spesso il concetto del voler creare un amplificatore che sommasse i pregi delle valvole (calore, musicalità, dolcezza) a quelli dello stato solido (potenza e controllo in basso, dinamica). Queste, almeno, sono le leggende metropolitane che circolano intorno alle valvole ed allo stato solido.
Vere o false che siano (per me sono generalmente false) l'obbiettivo almeno era chiaro. Devo ammettere che lo scopo è stato perfettamente raggiunto: questo GR180 suona morbido in gamma alta, suadente, quasi "caldo" direi, mentre sul medio basso e sul basso sfodera una performance da stato solido "muscoloso". Per curiosità, mi sono andato a rileggere la prova dell'Hypex UcD 180 che pubblicammo 3 anni fa ed ho ritrovato sensazioni all'ascolto molto, molto simili. Il recensore (il nostro Giorgio Pozzoli) chiudeva la prova con una frase emblematica: un ampli con il tocco da farfalla del triodo e la potenza da toro di uno stato solido. Ecco, esattamente le stesse parole che userei per descrivere il suono di questo GR180. La gamma medio-alta è armonicamente ricca e naturale, le voci hanno un buon effetto presenza, sebbene quelle maschili appaiano un po' più "magre" di quanto mi aspettassi. Questo effetto è abbastanza evidente, ad esempio, sulla voce di Brian Johnson, che dovrebbe essere cattiva e graffiante ed invece appare un po' "ingentilita" se così posso dire. Molto più belle, invece, le voci femminili.

Tutta la presentazione è un po' "laid-back" come dicono gli inglesi, cioè tranquilla, non aggressiva. Questo va benissimo coi generi musicali più rilassati e rilassanti, dove la musica acquista un "respiro" notevole, ma è un po' penalizzante sul rock, dove l'aggressione sonora, vero punto di forza del genere, sembra quasi tenuta a freno.
Lo stesso effetto "addolcente" lo si avverte sul pizzicato delle chitarre e sulla rugosità del violoncello ma la performance è assolutamente piacevole e, se vogliamo, rilassante. Il suono si avvicina molto a quello che tanti audiofili cercano disperatamente: come da titolo, un pugno di ferro in un guanto di velluto.
Il "ferro", in effetti, in gamma bassa e medio-bassa si fa sentire. E' fatto di un pulsare ritmico, potente, articolatissimo, appena più leggero nella prima ottava ma senza particolari buchi di risposta. Si scende fin dove si può con assoluto controllo e decisione. Le sintetiche linee di basso alla Massive Attack, che devono creare quel senso di angoscia quasi sempre presente nei loro brani, appaiono un po' meno sotterranee e striscianti ma la porzione percussiva è eccellente per quantità e qualità. Il confronto con i REF9 SE, specie nella prima ottava, è emblematico e tutto a favore dei finali di casa NuForce.

Trattandosi di un'amplificazione in Classe D ero curioso di capire se la tipica "trasparenza" di questa tecnologia fosse possibile ritrovarla in un'implementazione come questa, che fa più il verso alle amplificazioni tradizionali. Ebbene, tale trasparenza c'è, è evidente nella capacità di estrarre minuti particolari "nascosti" e proporli all'ascoltatore con precisione e pignoleria, ma senza evidenziarli in maniera innaturale. La capacità di gestire tali microinformazioni all'interno di trame sonore anche molto complesse è alla pari con le migliori amplificazioni in Classe D che mi è capitato di ascoltare.

Dinamica

L'impostazione a tratti "sorniona" non deve trarre in inganno: la dinamica disponibile è elevata anche con programmi musicali complessi. Per ragioni fisiche ed elettriche non siamo ai livelli dei REF9SE che hanno davvero una marcia in più, ma, certamente, senza un confronto diretto mi sarebbe stato difficile segnalare questa differenza che, forse, non rende piena giustizia alla performance comunque notevole del GR180.
Anche a volumi sostenuti l'amplificatore mantiene controllo e compostezza, non impasta né tende a comprimere particolarmente. Di fatto, questo suo self-control aiuta molto a completare la sensazione di suono "piacevole" e poco affaticante. E' risaputo che, specie in ascolti prolungati ed a volumi elevati, un eccesso di dinamica possa stancare certi ascoltatori. Sono sicuro che la performance di questo GR180 possa incontrare i favori di appassionati con gusti anche molto differenti, proprio per questa sua caratteristica "solida" ma mai aggressiva.
Anche sul piano della velocità e del PRaT cede un po' il passo rispetto ai più ritmici REF9 SE, ma non dimentichiamo che questi sono dei veri campioni in questi particolari parametri della riproduzione. Di nuovo, questa particolare sensazione si evidenzia nella Musica rock più energica, dove la perfetta scansione dei ritmi è fondamentale per creare coinvolgimento e per far battere il piede in maniera "automatica".
La microdinamica è ottima, direi eccellente: piccoli particolari, specie se percussivi, vengono riprodotti con precisione e puntualità. Non è la massa informe di certi valvolari old-style: no, qui ogni singolo particolare sonoro trova la sua esatta collocazione, presenza e caratteristica. Ogni singolo suono è riprodotto con precisione, seppur non chirurgica, e trova il suo "senso" nel quadro generale dell'esecuzione musicale.

Immagine 3D e soundstage

La tendenza "laid-back" si ritrova anche sul piano dell'immagine, coi piani sonori sempre dietro la linea dei diffusori e mai, neppure una volta, "avanti". I particolari fuori campo, lateralmente ai diffusori, appaiono più vicini che coi REF9SE, ma si tratta veramente di sfumature. Tutto il palcoscenico è illuminato da una luce ambrata, a confermare quella sensazione di "guanto di velluto" del quale ho già detto. Strumenti ed interpreti appaiono ottimamente a fuoco, ben stabili ed immediatamente riconoscibili nella scena. Le tre dimensioni spaziali sono correttamente rappresentate, senza alcuna preferenza per una di queste.

Lamentele

Costruzione e finitura.
Questo Genesis GR-180 costa 5450 € di listino ma si arriva facilmente a 10.000 aggiungendo il superalimentatore MHDR che mi sono semplicemente rifiutato di provare. Possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo di economie di scala etc. ma queste cifre a me fanno comunque impressione, anche perché il cuore di tutto è un modulo che costa al pubblico circa 80 € di listino nella versione standard e 110 € per quella upgradata con chip AnalogDevices 8620 (si veda qui ad es.). Per un amplificatore stereo servono, ovviamente, due di questi moduli. C'è da considerare il fatto che Genesis modifica leggermente i moduli (dalle foto si notano due condensatori gialli marchiati Genesis) ma va anche detto che i prezzi sopra sono quelli AL PUBBLICO del distributore italiano, che avrà il suo buon margine di guadagno. Girando un po' in rete non è difficile trovare un modulo UcD180ST a 50 €. Senza contare questo e prevedendo un "industry price" ancora più basso, dalla Hypex direttamente ai partners commerciali come Genesis, si capisce che il "cuore" di questo amplificatore è un qualcosa che costa, nella peggiore delle ipotesi, 100-150 €, 200 a voler davvero esagerare. Il "contorno" ovviamente costa molto di più, dal cabinet all'alimentazione, fino alla "base acustica" in acrilico.
Il costo, dunque, specie se si considera il prezzo "italiano", è alto e difficilmente giustificabile con i componenti utilizzati. La finitura dell'unità principale è buona, molto bella è la base in acrilico ma l'alimentatore è spartano, decisamente brutto a vedersi ed assolutamente fuori luogo in un apparecchio di questo costo e pretese "high-end". Inoltre, dopo tutti i bei discorsi sull'isolamento dalle vibrazioni mai mi sarei aspettato un trafo montato dentro uno scatolotto metallico con 4 piedini di gomma dura di quelli che ormai non si vedono più neppure negli apparecchi più economici. Ad esempio, una rondella in gomma tra toroidale e cabinet avrebbe sicuramente diminuito le vibrazioni (e quindi il rumore). Ancora, due fogli di antirombo all'interno del cabinet avrebbero ulteriormente ridotto i disturbi causati dal trafo. Si obietterà che un cabinet carino anche per l'alimentatore sarebbe costato di più. A mio parere nei 4850$ del "pacchetto" un bel cabinet per l'alimentatore ci stava alla grande. Anche perché con un cavo di un metro che lo distanzia dall'unità principale non è affatto detto che lo si riesca a nascondere.

Dal punto di vista funzionale ho tre piccoli/grandi rilievi da fare: in primis, l'alimentatore ronza. O, almeno, quello del mio esemplare ronzava in maniera sensibile. Il distributore mi ha risposto dicendo che è normale nei primi giorni di utilizzo, poi diventa silenzioso. Nel mio caso è rimasto rumoroso tale e quale il primo giorno.
Non ho trovato traccia di questo "difetto" nelle due recensioni statunitensi già pubblicate, potrebbe essere che la versione a 110 Volts sia più silenziosa, non sarebbe la prima volta che accade. Il trafo dovrebbe essere lo stesso, infatti un cavo era staccato ed isolato, probabilmente si trattava di quello per i 110 Volts.
Seconda cosa, forse più seria: l'inserimento della spina di alimentazione nella presa elettrica faceva saltare sia i magnetotermici che il salvavita della mia linea dedicata all'impianto. Per poter convincere la rete elettrica che fosse tutto OK occorreva inserire salvavita e magnetotermico più volte. La spiegazione che mi è stata data è che l'alimentatore assorbe molto allo spunto. In casa questo fenomeno si è verificato anche con tutte le utenze staccate e, comunque, il distacco non avveniva per "sovraccarico sulla potenza impegnata" (che viene segnalato dal display del contatore ENEL) ma soltanto da salvavita e magnetotermico della linea separata per le amplificazioni che saltano quando "sentono" un problema di sicurezza.
Ovviamente, ho provato anche sulla linea separata dedicata alle sorgenti. E' la prima volta che si verifica un fatto di questo genere. Evidentemente qualcosa nell'alimentatore manda in crisi i dispositivi di sicurezza. Per ovviare all'inconveniente ho dovuto tenere l'alimentatore perennemente collegato e godermi il suo ronzio di sottofondo, anche quando non stavo ascoltando Musica. Sarò forse strano io...ma tutto ciò non mi sembra NORMALE ed è, a mio avviso, un bug di progetto anche perché, una volta riuscita la faticosa operazione di attacca/stacca, l'alimentatore ha sempre funzionato benissimo. Poiché la sala d'ascolto si trova al sottopiano ed i salvavita si trovano a ridosso del contatore ENEL dal quale si dipartono le linee dedicate, ed è al piano terra in un locale separato in giardino, capite che tutto questo sali/scendi attacca/stacca/riattacca sia stato particolarmente snervante. Da un apparecchio che costa oltre 5000 € mi aspetto di poterlo collegare alla rete e dimenticarmelo.
Terzo, la presenza del finale nel mio impianto generava ronzio su uno o entrambi i canali. In pratica, lo stesso ronzio del trafo si sentiva replicato sui diffusori. E' accaduto prima con il pre P-9 di NuForce (ronzio solo sul canale sinistro) e poi su entrambi i canali, quando ho collegato il pre phono Lehmann Black Cube SE + PWM. Ho cambiato cavi, allontanato le alimentazioni, niente da fare. Faccio notare che nel mio impianto sorgenti e pre stanno su una linea dedicata ed amplificazioni su un'altra, separate da magnetotermici e salvavita indipendenti già a livello del contatore ENEL. Ho risolto il problema collegando un pre Burson Audio ed evitando di provare il giradischi.
Inutile dire che questo problema di ronzio sui diffusori fosse per me assolutamente nuovo, nel senso che con tutti gli apparecchi che ho collegato all'impianto, anche di recente, persino di tipologia "switching" (Classe D), mai mi era successo di dover aver a che fare con ronzii di qualche natura.
Infine, qualche commento personalissimo sull'estetica. La lucina blu che illumina da sotto l'amplificatore la base in acrilico trasparente produce un effetto strano, ricorda molto i neon attaccati sotto alle auto "tuningizzate" alla Fast&Furious (quelli che illuminano lo spazio sotto la macchina, per capirci). A qualcuno potrà piacere, altri - me incluso - superato lo stupore iniziale lo troveranno senz'altro un'americanata molto kitch. E' meglio del led blu sparato dritto a perforare la retina, come si usa oggi, ma vorrei tanto si tornasse ad una lucina di colore "gentile" ed intensità moderata, rossa, blu, verde o arancio...purché sia discreta. E' chiedere troppo?
Ancora, è una mia fisima, ma non mi piacciono i cabinet bicolore, in questo caso frontale nero, pure con una brutta targhetta dorata e resto del cabinet argento. O tutto nero o tutto silver, queste zebrature le trovo molto poco eleganti. Questione di gusti, lo so :-)

[Genesis GR180 - alimentatore esterno]
Lo spartano scatolotto che contiene il toroidale d'alimentazione

Il "packaging" dell'amplificatore è curato, gli imballi sono di buona qualità (e sono TRE! Uno per ogni "pezzo") ed il manuale utente è chiaro ed esaustivo, solo in inglese, però. L'aspetto del manuale è povero, i fogli forati sono tenuti insieme con una spiraletta nera di plastica e la copertina è un semplice foglio trasparente che protegge la prima pagina. Il manuale si dilunga molto sulla costruzione e sulle particolarità dell'alimentazione e della "acoustic base" ma stranamente nicchia quando si tratta di parlare del cuore dell'amplificatore, ovvero del modulo Hypex UcD 180. Pudore? Viene denominato semplicemente "modified Class D power module"...e basta. Numerose pagine dedicate a tutto il resto e neppure una riga per spiegare cosa sia il dispositivo che fa suonare l'amplificatore o in cosa consistano le famose "modifiche". Anche questo, scusate, è un approccio che non mi piace, non condivido anche se, dal punto di vista commerciale, è certamente efficace.
Il fatto è che, grazie alla rete, gli audiofili di oggi sono molto più smaliziati di una volta e sempre più a fatica si riesce a prenderli per il naso. Le informazioni, che una volta passavano solo dai canali "ufficiali" (riviste e ufficio marketing, legati a doppio filo) ora circolano liberamente, così come i costi reali dei dispositivi utilizzati. Nascondersi dietro un dito non può essere una strategia vincente. Alla lunga...non paga.
Infine una nota a margine su quale senso abbia ricorrere alla Classe D per realizzare un amplificatore che tutto incluso sfiora i 30 kg di peso e consuma anche un po', visto che utilizza un circuito di "stay warm" per tenere l'ampli sempre in condizioni pienamente "operative". Il senso un po' mi sfugge ed un po' no, visto che, probabilmente, si è voluto "solleticare" il tipico punto debole dell'audiofilo quando si parla di amplificazioni ovvero: dimensioni massicce e peso "importante". Un modulo UcD180 pesa 90 grammi (e ce ne sono due), la batteria di condensatori ed i due circuiti di alimentazione non arrivano al mezzo chilo, realisticamente. Tutto il resto, per arrivare agli oltre 10 kg dell'unità centrale è puro...heavy metal ;-)

Infine, se vi state chiedendo come mai non ci sia una foto completa dell'interno dell'apparecchio è perché sollevando il pannello inferiore (si apre solo così) non si riesce comunque ad accedere alla vista completamente scoperchiata. Tutte le schede - due di alimentazione e due moduli UcD - sono fissate o sullo stesso pannello inferiore o sul retro e dei cavi cortissimi non consentono l'apertura completa del pannello senza smontare pezzo per pezzo tutto il layout. Ho sollevato il pannello in maniera da poter infilare la macchina fotografica dentro. Tra l'altro, credo che Genesis sia molto gelosa dell'interno dell'apparecchio: non mi è stato possibile reperire alcuna foto dell'interno, né sul sito ufficiale, né su quello del distributore, né sulle varie recensioni già pubblicate. Diversi avvertimenti scoraggiano la curiosità del recensore...ma la mia era troppa :-)

Suono.
Dopo la sfilza di lamentele di cui sopra forse vi aspettate qualcosa di analogo anche dal punto di vista sonoro. Non c'è invece molto da dire, l'amplificatore suona estremamente gradevole, anche sulla lunga distanza. E' un tipo di suono che probabilmente metterà d'accordo amanti delle valvole e dello stato solido, visto che è contemporaneamente "morbido" e "solido". Questo era infatti uno dei "target" del progetto, perfettamente centrato, direi.
Dal mio punto di vista strettamente personale avrei preferito un po' di grinta in più sui generi musicali più cattivi e, di tanto in tanto, una gamma media ed alta meno "addomesticate". Il basso è ottimo per impatto ma, forse complice la potenza non esuberante, la presenza della prima ottava non è così devastante come vorrei. Sempre secondo il mio gusto anche lo spunto dinamico e la velocità dovrebbero essere più convincenti ma....sarebbe un altro amplificatore.

[Genesis GR 180]

Qualche consiglio

Accertatevi che il trasformatore non ronzi, prima di acquistarlo e, nel caso accadesse, chiedete immediatamente la sostituzione. A questi livelli di prezzo un trasformatore che ronza non può essere la normalità, nonostante il progettista stesso ammetta che un po' di ronzio sia normale trattandosi di un trasformatore molto grosso.
Onde evitare troppi shock all'amplificatore ed all'impianto elettrico di casa, tenete l'alimentatore sempre collegato alla rete e l'amplificatore spento.
Tenete l'alimentatore il più lontano possibile dall'unità principale e dall'impianto stesso. Sentitevi liberi di sperimentare altri cavi d'alimentazione, quello fornito è un comunissimo cavo elettrico di sezione normale.
Sentitevi liberi di sperimentare dei sottopunta di vario tipo per interfacciare le affilate punte della "acoustic base" con il ripiano del vostro mobiletto HiFi. Tale base in acrilico va, ovviamente, messa "in bolla" ma ciò è semplice grazie alle punte regolabili.
Dal punto di vista sonoro non ho consigli particolari per l'abbinamento con un preamplificatore piuttosto che un altro, piuttosto accertatevi che non insorgano ronzii sui diffusori come è capitato a me. Nel caso, piuttosto che dannarvi a risolvere il problema con cavi diversi, fasi diverse e/o posizioni diverse, chiedete un secondo esemplare che non presenti questa criticità.
Per quanto riguarda i diffusori, le ottime doti di pilotaggio non mi pare pongano restrizioni particolari, neppure in caso di carichi particolarmente ostici. Ricordate che, per utilizzi particolari (diffusori a bassissima efficienza e/o sale d'ascolto molto grandi) esiste sempre la versione più potente (GR360).
Per altre particolarità d'uso, consiglio di leggere attentamente il manuale in ogni sua parte prima di utilizzare l'apparecchio (es. mai accendere l'ampli senza che i diffusori siano collegati etc.).

Conclusioni

Come avete potuto leggere, questo amplificatore ha generato in me sensazioni contrastanti. Criticabile sotto molti aspetti funzionali/costruttivi, troppo caro specie se si considera il prezzo italiano, dal punto di vista sonoro si è riscattato ampiamente, fornendo una performance sonora davvero notevole, pur con delle particolarità abbastanza evidenti.
E' l'ennesimo segnale di una Classe D matura per confrontarsi con le migliori realizzazioni "tradizionali". Merita senz'altro un ascolto attento e libero da pregiudizi. Anche perché del suono "freddo ed analitico", che molti riferiscono essere tipico della classe D, in questo GR180, davvero, non v'è traccia alcuna.

Copyright © 2009 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

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