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nuforce DDA-100

[nuforce DDA-100, frontale]

De do do do, De DDA

[English version]

Nome del prodotto: DDA-100 DAC e amplificatore integrato
Produttore: nuforce - USA
Costo: 549$ (in Italia prezzo di listino: 649 € spedizione compresa)
Distribuito in Italia da: Mad For Music
Recensore: Andy Norman - TNT UK
Traduttore: Luca Martini
Data recensione: Ottobre 2012

Introduzione

Nuforce progetta i suoi apparecchi negli USA e li produce a Taiwan; è nota per le sue amplificazioni in classe D e per le combinazioni DAC/amplificatore per cuffie. E non ho perso il tasto "maiuscole"... semplicemente il marchio nuforce usa sempre la "n" minuscola. Oggetto della recensione è un amplificatore integrato con ingressi esclusivamente digitali, un apparecchio di tipologia nuova e piuttosto specialistica con un approccio differente da qualsiasi altro abbia mai visto prima. Normalmente il viaggio che i dati digitali compiono fino all'altoparlante inizia con la conversione in un debole segnale analogico, segue la selezione e l'amplificazione attraverso un preamplificatore, e infine avviene l'ulteriore innalzamento del livello necessario per pilotare gli altoparlanti attraverso un amplificatore di potenza. Il nuforce evita la maggior parte di questi passaggi. Si interfaccia solo con segnali digitali eseguendo poi la conversione digitale/analogica nella fase finale utilizzando un convertitore che modula direttamente il segnale in uscita agli altoparlanti. E il suono sarà diverso? Pare proprio di sì!

Di che si tratta?

Il DDA100 è un box in alluminio largo circa 2/3 e alto la metà dei normali cabinet. Sul frontale troviamo un controllo del volume e un display che mostra l'ingresso scelto e il livello di uscita tramite un'insolita e gradevole rappresentazione a matrice di punti. Sul retro vi sono due ingressi ottici, uno coassiale e uno USB insieme a una coppia di terminali per gli altoparlanti; inoltre c'è un'uscita ottica che ripete il flusso di dati in ingresso. Quest'ultima potrebbe essere indispensabile se si desidera aggiungere ulteriori possibilità di uscita, infatti non ci sono ingressi o uscite analogici. Ciò appare piuttosto restrittivo se si desiderasse, ad esempio, aggiungere un amplificatore per cuffie che quindi avrebbe bisogno di un proprio DAC (nuforce, naturalmente, produce anche un apparecchio del genere...). L'alimentazione di rete giunge con un normale cavo, niente rumorosi trasformatori da parete.

Qualità dei materiali

Per essere un apparecchio economico la qualità è eccellente. Il materiale è alluminio spazzolato, argento nell'unità in prova, ma è disponibile anche nero. La pulizia del frontale ricorda la serie iQualcosa di Apple (ma non abbastanza perché nuforce rischi una denuncia... ). C'è qualcosa nelle proporzioni che, ai miei occhi, lo rende più elegante di molti DAC/integrati economici suoi potenziali concorrenti. Il cavo di alimentazione fornito è di gran lunga migliore rispetto al consueto, un cavo robusto con buoni connettori e un massiccio anello in ferrite per attenuare i disturbi in radiofrequenza captati dal cavo stesso. Purtroppo non tutto è perfetto. Il telecomando è nel formato carta di credito, appare un po' modesto rispetto al resto dell'apparecchio ma funziona abbastanza bene. I terminali degli altoparlanti sono di qualità media; i fori per il filo spellato sono insolitamente piccoli, quindi se il filo non è sottile sarà bene utilizzare forcelle o banane. Ho parlato di tutto ciò a nuforce. Apparentemente il costo per avviare una produzione di telecomandi personalizzati è proibitivo per i piccoli costruttori, e so bene che è così, mentre i terminali sono stati giudicati adeguati ad un apparecchio economico, come questo è in effetti; in realtà funzionano bene. Queste piccole critiche non influenzano il suono o il buon funzionamento, quindi le vedo come la conseguenza di usare un apparecchio di prezzo moderato, di un piccolo produttore. Il reale vantaggio è il rapporto prezzo/prestazioni (suono) e su questo tornerò fra breve. Esaminiamo prima i dati tecnici.

Specifiche

nuforce dichiara:

Ingressi:

• Digitali: 2 x TOSLINK, 1 x RCA coassiale 75 Ohm, 1 x USB2.0 adaptive mode

Frequenze di campionamento:

• USB: 44,1, 48, 96kHz

• S/PDIF: 44,1, 48, 88,2, 96, 176,4kHz

• Risoluzione: 16-24 bit

Uscite: • Potenza di uscita agli altoparlanti: 75W x 2 (4 Ohm), 50W x 2 (8 Ohm), 250W picco.

• THD+N = 0.07% @ 15W

• Risposta in frequenza: 20 Hz - 20kHz +/- 0,1dB

• SNR > 95dB pesatura A

• Alimentazione: universale 100 - 240 VAC

Dimensioni

• 22,5 x 21,2 x 5 cm ca.

• Peso: 1,2 kg. Peso di spedizione 2,5 kg

Ci sono alcuni aspetti da sottolineare in questi dati. Prima di tutto le frequenze di campionamento che non includono i 192 kHz mentre l'ingresso USB non supporta gli 88,2 kHz (ma gli altri ingressi sì). La mancanza del supporto del sampling rate 88,2 kHz potrebbe essere un problema per alcuni essendo comune per file come quelli da HDTracks, sebbene sia abbastanza semplice da risolvere con un upsampling sul computer (o utilizzando uno degli altri ingressi). Sarebbe anche possibile ovviare alla mancanza del 192Khz, ma chi ha investito denaro in download ad altissima definizione potrebbe irritarsi.

La distorsione totale in uscita è maggiore di quanto mi sarei aspettato, ma non c'era alcun accenno di distorsione nel mio ascolto, immagino quindi sia più una questione teorica che pratica. La risposta in frequenza è molto lineare e l'aspettativa di un suono molto equilibrato si è confermata nei test di ascolto.

Durante la conversione l'apparecchio sovracampiona fino a 3GB/s, una cifra apparentemente impressionante. Non avevo mai visto citare l'upsampling in gigabit al secondo, quindi mi è difficile fare paragoni (normalmente si tratta di cicli al secondo). Tuttavia si dichiara che ciò dia un suono molto naturale, e dal momento che è una caratteristica che evidenzierò relazionando sul suono, ho pensato che valesse la pena di menzionarla.

La potenza di uscita è specificata in 50 watt su 8 ohm; non era sufficiente per pilotare le mie bookshelf Usher di bassa efficienza, che non sono però un termine di paragone sensato, ma al contrario portava le mie Acoustic Energy AE509 (efficienza 91dB) a livelli perfino eccessivi senza mostrarsi a disagio. La potenza di picco raggiunge i 250 watt, quindi con i giusti diffusori non ci dovrebbe essere carenza di dinamica, anche se i test di ascolto hanno suggerito che la dinamica potrebbe essere limitata dalla velocità dell'amplificatore. Come sempre l'accoppiamento con le casse è importante e ho il sospetto che il DDA-100 suonerà tanto meglio quanto maggiore sarà la loro sensibilità.

Installazione e configurazione

L'installazione è stata elementare, grazie al cielo (caso raro per me) non vi è stato alcun problema di driver. Windows ha riconosciuto l'amplificatore e in pochi secondi sono stato pronto a iniziare. I collegamenti erano semplici e tutto ha funzionato come doveva. Trovo che l'ingresso USB abbia dato una presentazione più dinamica del S/PDIF ma la differenza era relativa.

[nuforce DDA-100, retro]

Prove di ascolto

"Naturale" è la prima parola che mi viene in mente pensando al periodo che l'amplificatore ha trascorso nel mio sistema. Il suono non era quello del vinile, ma nemmeno duro e innaturale come il digitale a basso costo può talvolta essere. Era correttamente dinamico senza spingersi eccessivamente in avanti, e rimaneva equilibrato pur essendo al tempo stesso dettagliato. Nel complesso, un suono nettamente raffinato e ben equilibrato.

Vediamo alcuni esempi. La versione 96kHz di St. Thomas di Sonny Rollins aveva un buono swing, con i piatti correttamente metallici e gli intermezzi percussivi dinamici e con una buona profondità. Il sax era equilibrato, ma l'attacco era sufficiente a dare espressività allo strumento stesso. Ricchezza di dettagli. I dischi di Mary Chapin Carpenter contengono sempre registrazioni esemplari e il suo nuovo album Ashes and Roses non fa eccezione. Il nuforce rendeva le chitarre con grazia, mantenendo intatte le sfumature dell'intima vocalità. Ora un po' di rock: ho ascoltato molti chitarristi ultimamente e Eric Johnson è quasi in cima alla lista dei miei clienti abituali. Nell'album del 2010 Up Close, le sue qualità strumentali sono stupefacenti; il disco caso mai è messo in ombra, a mio parere, da quelle vocali (Frank Zappa non sbagliava quando ha detto "chiudi la bocca e suona 'sta chitarra"). Ma il suono blues della Stratocaster "esce" perfettamente dal mix e l'accompagnamento rock è restituito intatto.

Ora passiamo a suoni più massicci; e restando in tema di chitarre, ho provato Steve Vai, l'album Passion and Warfare. Qui mi sono chiesto se il suono non fosse così dinamico come so potrebbe essere, cioè se forse non era un po' troppo "educato". So che la cassa e il rullante in questo materiale hanno davvero grande spinta, e nei sistemi più dinamici ciò diviene tangibile. In questo caso il risultato era leggermente appiattito. Il basso era profondo e la potenza non mancava, ma non c'era una spinta esplosiva. Confrontandolo con l'incredibile dinamica dell'integrato Wyred4Sound che ho recensito di recente, il nuforce non ha quella capacità di rendere le variazioni dinamiche in una minima frazione di secondo. Quando si ascolta un gruppo dal vivo la velocità e l'intensità della cassa e del rullante hanno un impatto fisico che è difficile da riprodurre con un impianto hi-fi. L'amplificatore W4S vi si avvicina grazie alla sua velocità di risposta ai transienti. Così però stiamo chiedendo fin troppo al nuforce, che ribatte invece con i suoi punti di forza: naturalezza e fluidità di presentazione.

Questa facilità ha efficacemente sottolineato la bellezza del pianoforte in Baroque Reflections di Alessio Bax, che uso volentieri per testare il suono del pianoforte. Il nuforce ha restituito la riverberazione della location di registrazione e le qualità liriche dell'esecuzione. Anche in questo caso non era al top nel catturare i transienti d'attacco, ma non si percepiva alcun tipo di carenza e l'ascolto era molto piacevole. L'estensione del pianoforte ha messo alla prova le specifiche sulla risposta in frequenza, prova ottimamente superata grazie al basso profondo e agli acuti presenti e corretti ma senza asprezza.

Per evidenziare i punti di forza del piccolo amplificatore gli ho dato in pasto l'album Silencio del violinista Gidon Kremer, e sono stato ben ricambiato con il calore e la naturalezza della sezione degli archi, senza però scendere a compromessi sul piano del dettaglio. Ho esplorato ancora gli archi con la colonna sonora di Michael Nyman Drowning by Numbers, i cui suoni più aspri degli archi sono stati restituiti fedelmente.

Nel complesso questo amplificatore dal prezzo modico ha fornito prestazioni sonore impressionanti. Direi che se il vostro principale interesse è verso l'estremo più duro del rock potreste cercare altrove, ma se trovate che molti suoni digitali risultino troppo aspri, potreste rimanere incantati dalla naturalezza del suono del nuforce.

Conclusioni

Questo amplificatore ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, specialmente se acquistato negli USA. In Italia, tra IVA e balzelli vari, il prezzo sale a 649 € di listino (passibile di sconti e la spedizione è compresa nel prezzo). Con casse ben accoppiate e materiale musicale adeguato, regala un suono davvero incantevole, ma in ogni caso rimane perfettamente adeguato a un'ampia gamma di generi musicali, mostrando solo una certa preferenza per quelli vocali e orchestrali piuttosto che per l'hard rock. Si tratta di un progetto raffinato che appaga l'occhio e funziona bene. Se non vi causano problemi la mancanza di ingressi analogici e qualche scelta bizzarra sulle frequenze di campionamento è sicuramente un apparecchio da tenere ben presente.

© Copyright 2012 Andy Norman - andy@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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