Crossover attivi per i diffusori Yamaha NS1000M modificati Chevron Audio

Il suffisso “Monitor” diventa ancor più appropriato

È il livello successivo?

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Prodotto: conversione dei diffusori attivi Yamaha NS1000M
Produttore: Chevron Audio - UK
Prezzi: il prezzo può variare a causa dei dazi doganali e delle fluttuazioni dei cambi
* Componente elettronica - set di due crossover elettronici attivi del quarto ordine a tre vie e sei amplificatori Hypex UCD 250 LPOEM con relativi alimentatori ad elevata erogazione di corrente - 1.300 sterline
* Cabinet dedicato, lavorato a macchina, per amplificatori e crossover - 550 sterline la coppia
* Adattatori per morsettiera Speakon - 90 sterline la coppia
* Manodopera per la completa conversione eseguita da Chevron, per i clienti che possiedono gli NS1000 - 250 sterline la coppia
* Disponibilità di un pre-amplificatore dedicato
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Marzo, 2017
Traduttore: Roberto Felletti

[Diffusore Yamaha NS1000M modificato Chevron Audio]

Diffusori Yamaha NS1000M: modello attivo

L'incredibile trasparenza e il basso livello di distorsione dei diffusori Yamaha NS1000M, da oltre 40 anni e con la sola apparente limitazione dovuta al crossover passivo, invoglia a fare degli esperimenti con i crossover attivi, allo scopo di elevarne di un gradino il livello, o anche di più. Lo splendido libro di Martin Colloms, High Performance Loudspeakers (Diffusori ad alte prestazioni - NdT), racchiude informazioni, compresa la distorsione, sugli Yamaha NS1000M confrontati con diffusori a tre vie moderni; leggete le pagine 432-433 (sesta edizione) per conferma. Si tratta esattamente di ciò che un possessore di Yamaha NS1000M (nella foto a lato) ha chiesto a Chevron Audio. Quelli del Coro della Plebe dotati di buona memoria ricorderanno che Chevron Audio (ex Chevin Audio) ha sede in una cittadina che si trova dalle parti del vostro Vecchio Scriba, il quale ha conosciuto Colin Yallop, titolare di Chevron Audio, in occasione delle modifiche applicate al lettore CD Shanling CDT100C. In tema di recensioni audio i rapporti interpersonali devono essere dichiarati, e i lettori dovrebbero sapere che il lavoro sullo Shanling CDT100C è stato retribuito. Su TNT-Audio non accettiamo pubblicità né bustarelle, e nemmeno facciamo favori in cambio di recensioni compiacenti; spesso offriamo e ci vengono offerte tazze di tè.

Conoscendo la ben nota preferenza del vostro Vecchio Scriba per i diffusori attivi, Colin lo ha invitato ad ascoltare il suo progetto di crossover attivo, che ha portato alla stesura di questi articoli nonché a fare la conoscenza dell'ing. Gary Hargreaves, possessore degli Yamaha NS1000M, il quale ha anche realizzato gli stand e smanetta sui giradischi. Il vostro Vecchio Scriba ha insistito per conoscere meglio i rinnovati Yamaha NS1000M passivi, restaurati da Gary in ricordo di un giovanile amore audiofilo. Sostituire il modello passivo con quello attivo significa che i cambiamenti delle variabili devono essere ridotti al minimo, allo scopo di stabilire quali siano gli interventi attivi che contribuiscono a qualsiasi modifica percettibile della qualità sonora. Chevron fornisce un pre-amplificatore bilanciato per il sistema attivo e un amplificatore integrato, con gli stessi moduli Hypex utilizzati nell'unità di amplificazione attiva. La sezione di pre-amplificazione dell'amplificatore integrato è simile a quella presente nel pre-amplificatore bilanciato in classe D fornito come amplificatore integrato.

Le altre inevitabili variabili sono, nel sistema attivo, il lungo cavo “linea” dal pre al crossover, il quale contrasta con l'assenza di cavi nell'amplificatore integrato. Restando fedeli al nostro credo, che non prevede l'utilizzo di cavi elettricamente eccentrici quale rozzo metodo per equalizzare il suono, è stato usato un cavo per microfoni, bilanciato e professionale, di elevata qualità. L'altra differenza è che ciascuno dei cavi di potenza, a bassa resistenza e a bassa capacità, proveniente dai sei amplificatori attivi è lungo meno di un metro. Nella configurazione passiva, ci sono dei cavi simili, corti e volanti, che vanno dal crossover passivo esterno ai connettori Neutrik Speakon sul cabinet, più 4 metri di cavi di potenza dall'amplificatore integrato al crossover passivo. Il confronto è alla pari, perché questa è una delle principali differenze di configurazione tra quella passiva, tipicamente domestica, e quella attiva. La potenza totale disponibile e un cablaggio maggiore (per il modello attivo) costituiscono le principali variabili in aggiunta alle caratteristiche del crossover attivo.

Il crossover attivo

La scelta delle pendenze del crossover del sistema attivo è del tipo Linkwitz-Riley. Il crossover passivo originale era stato progettato per:

Il crossover Linkwitz-Riley (1976) non può essere impiegato in crossover passivi, a causa della sua elevata complessità e dei suoi componenti ad elevata potenza. Siegfried Linkwitz e Russ Riley presentarono il loro progetto di filtro alla AES nel 1976 (il vostro Vecchio Scriba si era lasciato convincere facilmente dalle loro idee alla Birmingham Public Library, quell'anno). Questa topologia di filtro è anche conosciuta come filtro Butterworth al quadrato, per ragioni che risulteranno evidenti. Il classico filtro Butterworth del secondo ordine (12 dB per ottava), insieme con il suo successore, il filtro CSA (Constant Summed Amplitude), ha dominato la progettazione commerciale negli anni '60 e '70. Il filtro Butterworth è caratterizzato da una risposta massimamente piatta (Q = 0,707 ovvero circa la metà della radice quadrata di 2), ottenibile facilmente con una combinazione condensatore/induttore. La ricerca nel campo della psicoacustica suggerisce che, con un valore di Q pari a 0,5, la curva del filtro presenta migliori caratteristiche di fase per la musica. I tipici crossover del primo ordine a componente singolo ottengono questo risultato con evidenti benefici di costo ma con evidenti sovrapposizioni degli altoparlanti che causano una risposta in frequenza disomogenea e fuori asse. Non appena un progettista abbandona la follia di cercare di progettare e costruire crossover passivi efficaci, la libertà offerta dai progetti di filtri attivi offre la possibilità di un maggior controllo sulle pendenze più ideali per i crossover.

Poiché il Linkwitz-Riley (1976) è, a tutti gli effetti, composto da due filtri Butterworth in cascata allo scopo di ottenere il desiderato quarto ordine (24 dB per ottava), il fattore Q (la forma della curva tra la banda passante lineare e la pendenza definitiva) corrisponde al prodotto dei due poli del filtro. Pertanto, il valore di Q del Linkwitz-Riley equivale a 0,707 x 0,707; diciamo, per comodità: Q = 0,5, valore che molti ritengono sia l'ideale per lo spostamento di fase nei filtri audio. Quando si converte in attivo un sistema di diffusori, bisogna ricordare che questa operazione cambierà il carattere generale dei diffusori in quel particolare ambiente di ascolto. Pendenze maggiori riducono la sovrapposizione tra gli altoparlanti nella zona della frequenza di taglio. L'interazione tra le emissioni degli altoparlanti crea un effetto fuori asse, simile a quello di un filtro pettine, per cui pendenze maggiori dovrebbero essere maggiormente positive se applicate senza deleteri effetti collaterali che superino i vantaggi.

Uno svantaggio nella sostituzione di filtri passivi ben progettati con semplici filtri attivi a banda passante lineare è costituito dal fatto che i primi possono abilmente sommarsi alla risposta degli altoparlanti per migliorare le prestazioni sonore. La contemporanea (1976) evoluzione dei diffusori Kef104aB, del terzo ordine (aB sta per acoustic Butterworth su progetto di Malcolm Jones, il quale aveva anche progettato i crossover attivi utilizzati nel sistema di diffusori descritto in questo articolo di TNT-Audio), permetteva di ottenere una risposta in frequenza più precisa rispetto a quella di un filtro da manuale. Kef sosteneva che, precedentemente, i filtri per i crossover venivano progettati principalmente basandosi sulla risposta elettrica del filtro, ma, al lato pratico, l'attenuazione acustica è anche una caratteristica della naturale attenuazione della risposta degli altoparlanti.

Modifiche alla disposizione in ambiente

La rimozione di un induttore di serie dai woofer, con la sua limitata e sostanziale resistenza elettrica, unitamente ai cavi di potenza ultra-corti al posto dei serpentoni da 4 metri sparsi sul pavimento, permette di ottenere un'impedenza molto più ridotta (meglio conosciuta come fattore di smorzamento). L'allineamento passivo si comporta come un filtro Bessel (Qts = 0,577). Esaminando i risultati di affidabili test dell'epoca (compresa la mia collezione di numeri di HiFi Choice), il grafico del test anecoico sembra quello di un Bessel, anche se su Internet viene dichiarato un valore di Q = 0,7. I monitor NS1000 erano stati progettati per l'uso a parete, quindi presentano un allineamento di Q basso e a lieve pendenza che genererebbe una risposta simile a quella di un filtro Butterworth nel caso di sistemazione su stand contro la parete posteriore. Potrebbe essere qui dove le descrizioni differiscono, poiché la risposta in ambiente sarà sostanzialmente differente da quella che si ottiene in un'ampia camera anecoica.

Gli induttori di serie da 5 mH (filtri o bobine) dei crossover passivi dei woofer hanno una resistenza alla corrente continua (DCR) pari a 0,4 Ω, il che significa una riduzione del controllo di impedenza dell'amplificatore sui 4,9 Ω di DCR dei woofer, tipicamente di un fattore 12. Ogni qual volta un progetto di diffusori passivi viene convertito in attivo, la risposta complessiva del sistema amplificatore/crossover/diffusori, diventando crossover/amplificatore/diffusori, genera una risposta in ambiente, in gamma bassa, molto più esile. Il già basso allineamento di Q degli Yamaha NS1000M si riduce ulteriormente, sembrando ben al di sotto di Q = 0,5. L'intenzione originale del progetto Yamaha, per il posizionamento a parete, non può beneficiare dall'essere ancor più vicino a qualcosa con cui è già a contatto. Tenendo a mente le comuni pratiche di correzione ambientale, l'equivalente al montaggio pseudo-incassato veniva ottenuto collocando dei diffusori ancora più alti accanto agli Yamaha NS1000M attivi. La coppia extra di diffusori, agendo da “ali”, come quelle utilizzate per migliorare la riflessione dei bassi nei diffusori da esterno, rendeva al meglio quando lo spazio tra i baffle degli Yamaha e le ali era ridotto al minimo, con le superfici frontali di ciascun diffusore perfettamente allineate. Pertanto, l'abituale risposta in gamma bassa veniva prontamente ripristinata.

Sebbene i dischi test non siano un argomento abituale su TNT-Audio, essi si rivelano molto utili quando occorre posizionare i diffusori. Il posizionamento a parete significa che gli NS1000M devono essere collocati ben lontano dall'area neutra, stabilita da tecniche quali il metodo Wilson. Tuttavia, il loro allineamento implica il fatto che essi hanno una loro area neutra, un misto tra ambiente e allineamento. Ciò comporta la stessa cura adottata dalla generazione Allison, Naim o Isobarik/Sara per ottenere, in ambiente, la risposta in potenza ideale. Ottenerla, come era nelle intenzioni di quei progettisti, permette di avere un preciso equilibrio musicale, con una riproduzione, in ambiente, più accurata possibile del timbro degli strumenti rispetto a quella di diffusori ottimizzati che necessitano di aria intorno, diffusori che poi finiscono in fretta a ridosso delle pareti a causa dei limiti insiti negli ambienti domestici. È ironico pensare che, nel caso degli Yamaha NS1000M, l'intenzione di ottenere la precisione in piccole cabine di regia sia ancor più utile nei salotti di normali abitazioni.

Gli sforzi per ottenere, in ambiente, una risposta in frequenza ragionevolmente lineare potrebbero far pensare, di primo acchito, a una compromissione delle condizioni di ascolto ideali, in almeno due modi:

Per quanto concerne questa recensione, l'altra coppia di diffusori è una presenza costante in questa sala di ascolto. Un altro mito della congrega che sta a nord del Vallo di Adriano sosteneva che perfino gli orologi digitali con sveglia sono in grado di disturbare le dimostrazioni in queste sale particolari ma, ammesso che questa affermazione sia mai stata fatta davvero, nonché dimostrata in cieco, il migliorato equilibrio in frequenza ottenuto con questi cabinet non ha presentato lati negativi.

Lo svantaggio di un posizionamento ravvicinato è costituito dalle riflessioni primarie, le quali hanno effetti deleteri sul palcoscenico. Negli anni '70, la ricerca nell'ambito della psicoacustica sosteneva, per quanto riguarda gli ambienti domestici (che sono piccoli campi riverberanti), che la risposta in frequenza, che crediamo di percepire, in realtà non è altro che la somma delle onde sonore in asse, emesse direttamente dai diffusori, e di ciò che risulta dall'emissione fuori asse entro 30 ms (millisecondi) dall'arrivo del suono diretto, in asse. Quindi, noi percepiamo un'energia riflessa imprecisa (pensate solo alla risposta di molti diffusori a 30° e a 45°) insieme al suono diretto, per cui in un monitor per ascolto ravvicinato, progettato per essere posizionato a ridosso della parete, è molto più plausibile che la risposta in gamma bassa sia più equilibrata con la gamma media. Tuttavia, quelle riflessioni entro 30 ms creano potenziali problemi alle frequenze più alte.

Il ben noto Chesky Audiophile Test Disc contiene alcuni tra i migliori test, per analizzare il palcoscenico, che siano mai stati registrati. I test della profondità della batteria e dei clicker sono ottimi. Con molti diffusori a più vie, il primo evidenzia gli errori, tipo i tweeter che guidano il fronte d'onda, con i piatti in evidenza sulla batteria. Con i diffusori Yamaha NS1000M, configurati in modalità attiva, simili problemi non ci sono. Tuttavia, la posizione, arretrata, dei clicker e della batteria è distante dal punto di registrazione in cui c'è il microfono (una ventina di metri). Probabilmente, la vicinanza alla parete ostacola la profondità (come suggerito dai risultati del test LEDR), e solo i tweeter a tromba a dispersione controllata con crossover a basse frequenze di taglio sono riusciti a ottenere una profondità accurata, per il vostro Vecchio Scriba, quando i diffusori sono posti così vicino alle pareti.

Considerazioni economiche

Quanto tutto questo costi agli attuali possessori di Yamaha NS1000M, dipende da quanto lavoro essi intendono svolgere da sé. Le elettroniche Chevron, da sole, costano 1.300 sterline; per questa cifra, il cliente ottiene:

Gli acquirenti possono sistemare questi componenti in un cabinet che già possiedono, magari recuperato da qualche amplificatore guasto oppure da quel vecchio Krell andato che raccoglie polvere in un angolo della stanza. In alternativa, l'azienda produttrice di Gary può fornire cabinet su ordinazione lavorati a macchina, con pannelli frontali anodizzati provvisti di fori per le manopole; il tutto tramite Chevron, al prezzo di 275 sterline ciascuno, comprese le minuterie metalliche, etichette e targhe. È anche disponibile un pre-amplificatore bilanciato dedicato, con ingresso linea singolo oppure a più ingressi.

I pannelli degli adattatori Speakon degli NS1000, formati da due parti, tagliati col laser e verniciati a polvere, permettono il montaggio esterno (che è sempre una miglioria) dei crossover passivi oppure l'alloggiamento dei crossover attivi e dei moduli di amplificazione; il costo è pari a 45 sterline per diffusore. Anche in questo caso, Gary e i suoi ingegneri possono fornire degli stand isolanti da abbinare al modello oggetto della recensione. Il prezzo ammonta a 245 sterline la coppia; la finitura è in elegante tessuto nero, ed è presente un vano speciale, con isolamento dalle vibrazioni, per alloggiare le elettroniche attive. La manodopera necessaria per una completa trasformazione presso Chevron costa, ai possessori di NS1000, 250 sterline la coppia. Con questo siamo arrivati a 2.435 sterline (una cifra che fa venire le lacrime agli occhi); per questa somma la gente può montare esternamente e rimettere a nuovo i propri crossover passivi, comprare stand di prezzo analogo e risparmiare comunque più di 1.000 sterline da investire in un nuovo finale. La nostra intenzione è stabilire quale sia la scelta migliore.

Naturalmente, ci saranno degli audiosciocchi che allegramente spenderanno così tanti soldi per degli spezzoni di cavo da interporre tra i loro attuali amplificatori e i loro vecchi e stanchi trentenni crossover passivi, ma, dopo aver letto alcune pagine di TNT-Audio, anche loro raggiungeranno l'illuminazione.

Qualità del suono

I diffusori Yamaha NS1000M attivi si spingono oltre, colpendo l'ascoltatore con una precisione ancor maggiore alle basse frequenze e con più trasparenza. Il ritmo migliora, rendendoli, probabilmente, ancor di più tra i favoriti della compagnia dei sostenitori della Terra Piatta (coloro secondo i quali solo il ritmo conta - NdT). Il miglior controllo di quel woofer così grande inserito nel suo grosso cabinet chiuso aumenta ulteriormente le prestazioni a livello di PRaT. Il già esile basso diventa leggermente più esile, il che è normale quando si passa dai crossover passivi a quelli attivi. La causa è dovuta a un migliore controllo della risonanza di sistema dei diffusori, specificatamente il contributo dato dalla risonanza elettrica (Qes) al Q di sistema complessivo (Qts), perché non c'è più quell'induttore (filtro) di serie da 0,4 Ω tra l'amplificatore e la bobina, ciascuno dei quali con la propria resistenza significativa.

La precisione del pitch in gamma bassa degli Yamaha NS1000M passivi, già superiore a molti sistemi di diffusori, con caricamento reflex, equivalenti (per età, prezzo o dimensioni) diventa più evidente. Senza ricorrere a un linguaggio da super-esperti, il vostro Vecchio Scriba ha pochi avverbi a disposizione. È una questione di risonanza dei woofer meglio controllata, sebbene sia già ai minimi termini. La tendenza a un equilibrio sottile può essere compensata regolando gradualmente la risposta dei tweeter, allo scopo di creare una maggiore simmetria tra gli estremi di banda. La mancanza di coloriture del midrange significa che questa regolazione, per quanto imprecisa, è ottenuta senza che la gamma media urli. Giocare con il caricamento delle testine può dare risultati simili per chi usa l'analogico. I cabinet sono strapieni di ovatta in fibra di vetro e lo smorzamento extra dato dal collegamento diretto con l'amplificatore può invogliare a sperimentare togliendo un po' di roba.

La prestazione degli Yamaha NS1000M passivi presenta alcuni problemi in gamma altissima. Nella configurazione passiva, la risonanza incontrollata dei tweeter produceva intermodulazioni. Questa è una caratteristica inevitabile del resistore di livello dei tweeter, che impedisce alla bassa uscita dell'amplificatore il controllo d'impedenza sul comportamento risonante dei tweeter, i quali possono risuonare alla loro frequenza fondamentale (muovendo la massa avanti e indietro tramite le sospensioni) e alle frequenze di taglio. Tuttavia, a volumi elevati compare una nuova serie di intermodulazioni, apparentemente tipica della configurazione attiva. A volumi di ascolto normali, intorno ai 90 dB o poco più, non sono stati riscontrati problemi evidenti alle alte frequenze, ma i sistemi attivi, solitamente, permettono di raggiungere volumi maggiori senza distorsione. Non appena il volume saliva verso i 100 dB, le armoniche dei piatti diventavano appariscenti, le sibilanti venivano messe in evidenza, gli ottoni avanzavano e suonavano strabordanti. Il test delle frequenze aveva rivelato delle incongruenze. L'uso di una serie di frequenze a onda sinusoidale aveva dimostrato un'intermodulazione discendente con frequenze ascendenti sopra i 12 kHz, circa. Questo non è il comportamento di un trasduttore elettro-meccanico difettoso, sembra più un problema di alimentazione dell'amplificatore. Alla fine il problema è stato individuato nell'interfaccia reattiva preamplificatore-cavo. Una modesta coppia di resistori ha costituito la soluzione, economica, per il pre-amplificatore Chevron, e i problemi di intermodulazione sono scomparsi.

Tali risonanze dei tweeter (evidenti sia con la musica sia con semplici generatori di segnale) sono, effettivamente, controllate meglio quando si installano i crossover attivi. Esse sono comunque inferiori rispetto a quelle prodotte dalle cupole morbide, e la rigidezza delle cupole le rende elettricamente più controllabili da parte del circuito pilota. Un altro buon motivo per scegliere questo modello per il pilotaggio attivo. La sensibilità molto maggiore dei tweeter implica che, di solito, essi sono collegati con dei resistori (in questo caso un grosso reostato). I tweeter in berillio presentano risonanze con un elevato Q (alti picchi stretti), le quali sono già meno intrusive rispetto alle ampie multiple risonanze delle cupole morbide, diventando meno evidenti con un collegamento diretto all'uscita di un amplificatore.

Non appena il sistema attivo era stato ottimizzato, esso semplicemente offriva molte più informazioni della stessa qualità. La trasparenza, il tempo eccellente, l'ampio palcoscenico diventavano, rispettivamente, maggiore trasparenza, tempo più eccellente e palcoscenico più ampio. In termini di larghezza, quest'ultimo si estendeva ben oltre i diffusori, presumibilmente grazie a una ridotta sovrapposizione degli altoparlanti e a una fase del filtro più precisa; probabilmente, questo spiega anche la maggiore profondità del palcoscenico. La microdinamica migliorava, grazie a un maggiore intervallo dinamico in basso.

Mentre i tweeter in berillio sono nettamente superiori alle cupole morbide, gli squawker (la vera definizione per un midrange) in berillio (“squawker” è chi urla, ma colloquialmente indica anche gli altoparlanti - NdT) sono ancor più chiaramente superiori ai midrange a cupola morbida quando non c'è l'effetto maschera dato dai crossover passivi e reostati. Le voci migliorano, diventando più intelligibili e precise.

Conseguentemente, anche la macrodinamica migliora incredibilmente. Alle alte potenze il suono non si inasprisce all'aumentare del volume. L'asprezza era chiaramente un artefatto causato dalla crescente imprecisione dei crossover, poiché i componenti si surriscaldano e i loro valori di resistenza cambiano. Momenti quali il pieno di un organo, come in Snoopy's Search di Cobham, acquistano maggior impatto e trasparenza senza i soffocanti crossover passivi. I moduli UCD 250 LPOEM sono stati ottimizzati per questo sistema. Con gli alimentatori di serie Hypex solitamente forniti, essi, tipicamente, erogano 250 W, ma con gli alimentatori ad elevata erogazione di corrente, scelti per sfruttare le potenzialità degli altoparlanti Yamaha, essi sviluppano 180 W su 4 Ω. Gli aggettivi che vengono subito in mente, mentre si gira la manopola del volume fin dove il pre-amplificatore Audio Research Reference 3 riesce ad arrivare, sono: disinvolti e chiari.

Un po' di musica

Nel periodo in cui era in corso questa recensione, era arrivata, da oltre Atlantico, la ristampa, su triplo vinile a 45 giri, Gain 2 Original Master Recording - Mobile Fidelity, dell'album di Bob Dylan Blonde on Blonde.

Wha-a-a-a-a-a-a-agh? Quel basso e quella batteria in Stuck Inside of Mobile sono talmente più chiari che alcuni strabordanti giri di batteria sono più evidenti mentre si sentono i piatti e le bacchette?

“Il Vecchio Scriba cerca così disperatamente un posto in Pseud's Corner (rubrica del periodico satirico inglese Private Eye - NdT) al punto che le sue parole sembrano quelle di una recensione di Melody Maker del 1973.”, sostiene la Plebe a sinistra del palco. “E questo album deve essere così familiare a ogni matusa over 50 al punto che nulla di nuovo merita di essere ascoltato, detto o sia rilevante nel 2016.”

Eravamo talmente ispirati al punto che avevamo cercato online se qualcuno producesse ancora cappellini in pelle di leopardo. La ristampa della compilation dei The Charlatans (pionieri della costa ovest degli U.S.A., da non confondere con l'omonimo gruppo indie delle Midlands occidentali inglesi) presenta perlopiù pezzi mono, che servono a dimostrare la precisione dei crossover attivi da canale a canale. L'immagine monofonica è stabile, in tutto l'arco dello spettro sonoro, senza ondeggiare lateralmente né avanti e indietro. La qualità variabile della registrazione si nota, ma non compromette il godimento della musica.

Commenti simili si applicano al tanto vituperato Batlight Clearkid di Beefheart, le cui eccentriche idee sulla disposizione dei microfoni sono esplicite. È persino un po' più sconclusionato di Trout Mask Replica o Lick My Decals Off Baby, ma bisogna considerare che è un insieme di pezzi live realizzato da John Peel (influente radio DJ della BBC) per la sua etichetta Dandelion Records.

“Spesso il Vecchio Scriba ha affermato che metà della sua collezione è merito dell'ascolto delle trasmissioni radiofoniche di John Peel, per cui è probabile che avesse già ascoltato questa roba alla radio, ispirandogli un momento proustiano che mina la sua capacità di giudizio.”, commenta la Plebe a sinistra del palco, con un'insolita attenzione per i dettagli e persino per la letteratura.

Serve un impianto davvero scadente per rovinare le registrazioni audiofile e serve un impianto davvero musicalmente trasparente per rendere al meglio registrazioni particolari o mediocri, senza ricorrere a una sovrapposizione di melensa eufonia. Il ritmo di Lo Yo Yo Stuff viene ricreato nella sua essenza, chiaramente e con un tempo perfetto, lungo tutto lo spettro sonoro, malgrado la registrazione sia stata effettuata dentro un guardaroba accanto a una cabina isolante per batterie. Gli aspri scoppiettii presenti nella voce autodistruttiva di Van Vliet richiamano le condutture di cemento in cui, presumibilmente, essi sono stati registrati. In realtà, la trasparenza e la dinamica non sforzata contribuiscono a rendere difficile descrivere il “suono” di questo sistema. È stato evidente che il piccolo pre-amplificatore bilanciato potrebbe rappresentare un collo di bottiglia limitante le prestazioni dell'impianto. Gli Yamaha NS1000M attivi, restaurati e modificati Chevron, sono diventati una finestra talmente aperta che tutto l'insieme beneficia di questa maggiore trasparenza. La sostituzione dell'Audio Research Reference 3 (un buon compromesso tra il suono moderno 5SE e simili, e il più caldo e cicciottello Reference Two MkI) ha aperto ancor di più la finestra, una volta completamente in temperatura. Gli ottimi cavi bilanciati professionali per microfono restano in servizio, in mancanza di olio di serpente e di polvere magica.

Dubbi etici

Il vostro Vecchio Scriba assume una posizione ben documentata, quando ci sono in ballo certe cifre, e i sistemi di diffusori attivi riescono a convertire con maggiore precisione i segnali elettrici in spostamenti d'aria rispetto a un grosso amplificatore e a una manciata di circuiti ad alta potenza che separano le frequenze. Il vostro Vecchio Scriba ora conosce Colin e Gary, e loro conoscono i gusti del vostro Vecchio Scriba...

“Il Vecchio Scriba preferisce i sistemi attivi e conosce questi due produttori, per cui non può essere obiettivo.”, osa la Plebe a sinistra del palco. “Che essi siano stati influenzati dalle sue opinioni nel costruire questo sistema o che sia stato lui ad essere influenzato dal loro entusiasmo, comunque sia questa è faziosità nei loro confronti.”

“Parimenti, il Vecchio Scriba è stato accusato di essere contro l'amplificazione digitale.”, obietta la solitamente silenziosa Plebe a destra del palco. “A lui non è nemmeno piaciuto l'universalmente elogiato T-Amp, nemmeno quando ha aggiunto un massiccio alimentatore lineare e ha usato una coppia di T-Amp con crossover attivi.”

Conclusioni

Come la Plebe anticiperebbe, il vostro Vecchio Scriba ha provato i diffusori Yamaha NS1000M in configurazione attiva e ha riscontrato ordini di grandezza migliori, in tutti i sensi, rispetto alla versione passiva. Ma ogni lettore di TNT-Audio non si sarebbe aspettato una conclusione diversa, da parte di questo autore.

“La domanda cruciale è se tutta l'operazione di upgrade e conversione vale 2.500 sterline o se una cifra simile sarebbe spesa meglio nella sostituzione della componentistica dei crossover passivi e nell'acquisto di un grosso amplificatore e cavi vistosi per collegare il tutto...”, sottolinea la Plebe originale, a sinistra del palco.

Adesso che la sterlina britannica è quasi pari all'euro e al dollaro U.S.A., quanta parte di un amplificatore, cavetteria e condensatori di ricambio si compra con 2.500 sterline? I soli condensatori per i crossover passivi se ne porterebbero via una bella fetta, se parliamo degli ultimi modelli a basso ESR, pur escludendo quelli strettamente audiofili. Avanza giusto quanto basta per acquistare un combo pre/finale, con cavi di segnale e di potenza, in quanto il finale potrebbe costare fino a tre volte la cifra complessiva (probabilmente il costo dei componenti sostitutivi dei crossover ad alta potenza supererebbe quello di un crossover attivo). L'Hypex 250 è rinomato per essere il migliore nel suo genere, per cui la scelta sarebbe tra un alimentatore migliore oppure un amplificatore completamente differente (per circa 700 sterline più 250 sterline risparmiate sulla manodopera, altre 250 sterline per il cabinet e 90 sterline per i pannelli dell'adattatore (1.290 sterline in tutto). Anche un finale usato, di prezzo inferiore alle 1.500 sterline, sarebbe limitato dai crossover passivi se confrontato con la configurazione attiva.

“Gli Yamaha NS1000M sono i candidati ideali per questo intervento o sarebbe meglio spendere i propri soldi per trasformare un altro tipo di diffusori?”, domanda la Plebe a sinistra del palco.

Gli Yamaha NS1000M sono leggendari per la loro trasparenza e precisione e quindi sono i candidati ideali per migliorare ulteriormente queste qualità. Qualsiasi altro diffusore di classe monitor con crossover passivo (come erano conosciuti all'epoca) ne beneficerebbe ugualmente. Se un vecchio diffusore che piace necessita di revisione per adeguarsi agli standard moderni di trasparenza, questo approccio acquisterà notevoli consensi e sarà un buon investimento. L'opportuna riconfigurazione che può essere applicata con crossover passivi e finali implica che i diffusori potranno essere sostituiti in futuro, mantenendo sia i crossover sia i moduli Hypex.

Il vostro Vecchio Scriba è di parte, perché nessuno ha mai dimostrato, con successo, che un grosso amplificatore e un crossover ad alta potenza sono in grado di essere migliori di un crossover attivo e di modesti finali multipli, a parità di costo. Tuttavia, qui la differenza è data dall'insieme crossover attivo/finale; il pre-amplificatore aveva richiesto una modifica per poter pilotare cavi di segnale così lunghi e poi non era così trasparente come il resto dell'impianto.

Questa è un'alternativa audiofila fattibile a crossover attivi professionali e a gruppi da sei di amplificatori lineari, perché offre un margine maggiore rispetto agli amplificatori lineari e un crossover di livello più audiofilo. La combinazione crossover attivo/modulo Hypex, assemblata da Colin presso Chevron Audio, aumenta in maniera soddisfacente le prestazioni di questi vecchi diffusori, portandole a un livello più alto di quanto si sarebbe ottenuto da un upgrade passivo di pari costo. Non c'è nulla in grado di competere con l'aumentata trasparenza, la disinvolta dinamica e il maggior margine di un sistema di diffusori attivi confrontato con un equivalente passivo di prezzo analogo. L'elettronica, unitamente al restauro affettivo degli altoparlanti e dei cabinet originali, infonde nuova vita alle vecchie scatole.

Il lungo elenco di musica ascoltata indica quanto sia stato arduo recensire questi diffusori, per poi tradurre in parole cosa fanno e come suonano. Hanno una qualità disinvolta che è difficile da descrivere e una trasparenza che sfugge a ogni tentativo di descrizione, perché aggiungono poco che possa essere raccontato con aggettivi. Se l'equilibrio dell'esile basso può essere modificato dal posizionamento e dalle sorgenti, una sufficiente neutralità può essere mascherata e ostacolata da un sistema vecchio come questo, che semplicemente rivela la musica presente nelle registrazioni.

[Diffusori Yamaha NS1000M attivi e passivi a confronto]

Musica ascoltata durante la stesura di questa recensione

  • Dave Clark: Charcoal Eyes
  • Captain Beefheart: Lick My Decals Off Baby
  • Captain Beefheart: Batlight Clearkid - vinile giallo, etichetta Dandelion
  • Black Sabbath: Master of reality - ristampa BMG 180 g
  • David Bowie: Diamond Dogs
  • Caravan: In the Land of Grey and Pink
  • Eric Clapton: Bacless
  • Chick Corea: The Mad Hatter
  • The Doobie Brothers: Farewell Tour
  • Bob Dylan: Blonde on Blonde - MoFi Gain 2, triplo vinile 45 giri 200 g
  • Fleetwood mac: The Pious Bird of Good Omen
  • Fleetwood mac: Kiln House
  • Jimi Hendrix: Electric Ladyland - edizione originale UK su vinile, ancora
  • Jimi Hendrix: Electric Ladyland - ristampa rimasterizzata su vinile pesante a cura della Hendrix Foundation, ancora
  • Jimi Hendrix: Electric Ladyland - ristampa rimasterizzata su CD a cura della Hendrix Foundation, ancora
  • Led Zeppelin: Led Zep I
  • Bob Marley: Exodus - MoFi
  • Howling Wolf: Off The record
  • Hugh Masekela: Hope - ristampa audiofila Analogue Productions
  • Rickie Lee Jones: Rickie Lee Jones - mi dispiace per questo, è un tale cliché da audiosciocchi, ma il progettista del sistema ne aveva procurato una copia nuova su vinile 180 g
  • Little Feat: Time Loves a Hero - un vecchio cliché del Vecchio Scriba
  • Orbital: Satan Live - ristampa su vinile 12" 4X
  • Orbital: Peel Session
  • Tom Petty & The Heartbreakers: Full Moon Fever
  • Pink Floyd: Animals - ispirato dal suo uso, per cercare di estrarre dai solchi più informazioni, all'epoca
  • Lou Reed: Sally can't Dance - ispirato da un campionario dei nuovi missaggi
  • Stevie Wonder: Songs In The Key of Life
  • Neil Young: After The Goldrush
  • Frank Zappa: Apostrophe
  • Tapper Zukie: MPLA
  • Artisti Vari: Blue Note Trip Jazznova: Mashed - doppio LP
  • Artisti Vari: Dancehall Vol.2 - doppio LP

Test LEDR con il disco HiFi News & Record Review Test Disc III (HFN030), prodotto da Martin Colloms e Tony Faulkener
Gamma di frequenze con il disco HiFi News & Record Review Test Disc (HFN003)

Riferimenti
Linkwitz, S. & Riley, R. (1976)
Active Crossover Networks for Noncoincident Drivers, JAES, Volume 24; Issue 1, pag. 2-8, versione attiva

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