Cabinet Onken Estesi

Diffusori over the top

[Vignetta]
[English version here]

Prodotto: progetto di diffusori fai-da-te
Recensore: Chris Templer - TNT Sudafrica
Pubblicato: Luglio, 2021
Traduttore: Roberto Felletti

Questa realizzazione è dovuta in parte al desiderio di usare alcuni altoparlanti che ho da poco acquisito e in parte per capire fino a che punto posso spingermi nel realizzare un sistema di diffusori in un certo senso insoliti, ma efficaci. Devo sottolineare che c'è ben poco di nuovo nel progetto del cabinet - Onken, il nome di un progettista giapponese che ha preso il progetto Jensen Ultraflex originale e lo ha modificato. Poi è arrivato Jean Hiraga, il quale ha applicato il pensiero audiofilo (logica laterale e inversa) e ha costruito il suo “Petit Onken”, che io ho copiato in una realizzazione davvero riuscita con altoparlanti Altec 604-H. Inoltre ho cercato di renderlo esteticamente meno monolitico.

Peter L. Jensen e Edwin Pridham nel 1915 svilupparono il primo altoparlante come noi lo conosciamo, il Magnavox. Nel 1927 Jensen fondò la Jensen Radio Manufacturing Company. QUI c'è un link ai progetti originali dell'Ultraflex; QUI e QUI ci sono due link a un sito informativo russo. Seguendo un po' una via laterale, William E. Haskell sviluppò un metodo per abbassare il tono del basso nelle canne dell'organo con un sistema sorprendentemente simile al progetto base dell'Ultraflex, QUI. Non sto insinuando che questo facesse parte del pensiero di Jensen, ma secondo me è una coincidenza interessante.

Un signore di nome Joseph Hofmann giunse alla formulazione della sua IRON LAW, la quale stabilisce che, sostanzialmente, c'è bisogno di un cabinet grosso per il basso profondo se è richiesta anche la sensibilità. Hofmann è stato la “H” nei diffusori KLH. Irrilevante per questo, ma altrettanto interessante è la citazione attribuita a Carrol Shelby: “Non c'è alcun sostituto per i centimetri cubi!”

[Diffusori]

Gli altoparlanti che avevo a disposizione erano:

La foto in alto a destra mostra una coppia di tweeter Goodmans Trebax che ho deciso di non usare, perché da un'esperienza precedente ho scoperto che sono fragili e molto difficili da riparare.

Tramite un ottimo amico mi sono procurato anche quattro lenti Celestion nuove di zecca. Di nuovo per esperienza so che montare tweeter o midrange gemelli fianco a fianco crea interferenze (una specie di filtro a pettine) e le lenti risolvono il problema. Oltretutto sono belle da vedere!

Se qualcuno è interessato a setacciare il sito VOX, la VOX è stata l'unica azienda produttrice di amplificatori a sponsorizzare i Beatles e il loro primo amplificatore utilizzava un Audiom 51 e tromba Midax; successivamente, la VOX è passata ad altoparlanti gemelli Celestion 12", ma ha tenuto la Midax.

Anche il Force 12 è un altoparlante per chitarra.

Avevo pensato di usare il cabinet Onken nel formato di Jean Hiraga, ma poi ho scoperto che mi serviva una maggiore altezza per montare tutti gli altoparlanti e ho deciso di allungare il cabinet di 200 mm, pensando che se ne avessi avuto bisogno, avrei potuto mettervi dentro qualcosa per ridurre il volume. Ho ascoltato sia l'Audiom sia il Force 12 fuori dai cabinet, e sebbene siano molto diversi, mi è sembrato che si “amalgamassero” quando sono stati ascoltati insieme.

L'Audiom ha un suono caldo, con un bel po' di estensione in alto (l'Axiom è sostanzialmente la stessa cosa con un cono whizzer attaccato); il Force 12 ha un suono più pulito (meno colorato) e anch'esso si estende in alto. Entrambi sembrano equivalersi come sensibilità (il Force 12 è dichiarato a 98 dB/watt/metro). La sensibilità dell'Audiom è sconosciuta, ma deve essere almeno pari a quella dell'EV. I Goodmans hanno un Fs di 35 Hz, gli EV 55 Hz. L'impedenza è 16 Ω per l'Audiom, 8 Ω per il Force 12, ma poiché ho intenzione di pilotarli in parallelo non è che questo mi importi molto.

Il cabinet stesso è stato costruito con pareti spesse e tutto, tranne il pannello inferiore e i due pannelli interni, è spesso 36 mm; i lati e le parti superiore e frontale raggiungono i 40 mm. Le pareti sono realizzate con truciolato da 20 mm stratificato con supawood (MDF) da 16 mm e poi 4 mm di multistrato di palissandro impiallacciato. Il truciolato ha una pellicola nera plastificata su un lato.

[Costruzione 1][Costruzione 2]

Il materiale smorzante è di un tipo locale utilizzato per l'isolamento termico ed è leggermente meno valido della fibra di vetro o del Dacron, a parità di spessore; tuttavia, questo è spesso 100 mm prima di graffettarlo in posizione e diversamente dal Dacron o dalla fibra di vetro, non necessita di piccole bacchette per evitare che si stacchi. Diversamente dai progetti Onken/Ultraflex standard, il pannello laterale è rimovibile (26 viti) e a gradini per consentire una buona tenuta stagna.

[Progetto finito]Ci sono stati suggerimenti da parte di molti, sia su forum locali che altrove, secondo i quali il multistrato di betulla del Baltico è la via per realizzare qualsiasi cabinet per diffusori. I motivi riportati includono invariabilmente il suono o il tono superiore.

A quello rispondo: non sto costruendo un violino per il quale la risonanza o il “tono” è necessario o effettivamente voluto. Io voglio che i miei cabinet siano il più possibile non-risonanti o “sordi”. L'MDF è più denso del multistrato - pesa di più.

La resistenza strutturale non è un requisito perché a parte il suo stesso peso, l'unico lavoro, qui, è reggere l'altoparlante per evitare che cada, per cui una superiore rigidezza alla torsione è irrilevante e la costruzione è tale da rendere i cabinet enormemente rigidi.

I crossover sono molto semplici. Le unità da 12" sono pilotate a largabanda in parallelo, le trombe mediane allo stesso modo, con un semplice condensatore in serie per limitare il basso, e lo stesso sul tweeter a fessura. Ho usato un resistore variabile per limitare il guadagno in gamma media, ma successivamente l'ho tolto perché i diffusori sono bilanciati.

Non misuro i miei diffusori in quanto tali (Shock! Orrore!), ma quando riesco a bilanciare i vari altoparlanti, effettivamente conduco uno sweep test per controllare che non ci siano picchi o cali chiaramente udibili. In questo caso non ce ne sono stati, o se ce ne sono stati né io né gli altri siamo riusciti a sentirli!

I più attenti avranno notato uno spazio tra il pavimento e il cabinet. Quello è dovuto al fatto che i diffusori sono su rotelle, la falda in basso è realizzata con palissandro massiccio da 25 mm.

Il suono è, e qui riporto dalle persone che lo hanno ascoltato - “molto realistico, la riproduzione del sassofono è come quando suono il mio; altrettanto il pianoforte” e “non puoi fare meglio di così”.

Trovo molto facile non ascoltare i diffusori, soltanto la musica/esecuzione/registrazione con questi cabinet.

Questa improbabile combinazione di altoparlanti funziona meglio con la musica di qualsiasi sistema di diffusori abbia ascoltato finora, con un'eccezione, che possiedo.

Essi sono trasparenti fino al punto che un violoncello o un contrabbasso sono come li potete sentire a un concerto; nessun rigonfiamento extra, nessun suono enfatizzato, solo naturalezza.

Penso che per la maggior parte questo sia dovuto al fatto che le membrane fenoliche delle trombe Midax non sono spigolose come invece lo sono spesso quelle metalliche, e inoltre l'assenza di induttori aiuta (secondo me).

Un'altra opinione è che sia molto probabile che l'autocostruttore possa realizzare qualcosa di molto, ma molto migliore di qualsiasi cosa a parte i sistemi più costosi, e a volte fare meglio anche di quelli. Incoraggio coloro che ne sono capaci a provare!

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