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Editoriale di Aprile 2007

HIFICRITIC, una nuova rivista hi-fi indipendente

[English Version]

[HiFi Critic]
Rivista HiFi Critic

Prodotto: HIFICRITIC giornale dedicato all'audio
Prezzo: £8 ad uscita
Autore: Maarten van Casteren - TNT UK
Traduzione: Roberto di Paola

Introduzione

Non capita tutti i giorni che venga lanciata una nuova rivista di alta fedeltà, per cui quando ho sentito parlare di HIFICRITIC, la cosa mi ha interessato parecchio, in particolare perché si tratta di una rivista indipendente e senza pubblicità come TNT-Audio, e si concentra esclusivamente sull'audio due canali di alta qualità. Le persone coinvolte in HIFICRITIC sono alcuni tra i più accreditati recensori dell'audio britannico: essa è pubblicata da Martin Colloms ed edita da Paul Messenger. Tra i recensori ci sono Chris Binns, Christopher Breunig, Chris Bryant, Tony Faulkner, Nigel Finn, Alvin Gold, Ken Kessler, Barry Fox and Malcolm Steward. HIFICRITIC è un mensile, ed è stato appena pubblicato il secondo numero.

L'indipendenza certamente non è in sé garanzia di qualità, anche se noi di TNT pensiamo che essere indipendenti sia fondamentale. Naturalmente c'è una gran quantità di ottime riviste che sono per lo più finanziate dalle inserzioni pubblicitarie.
Non è che ci siano problemi di per sé in questo. Ma è importante che esista anche una piattaforma indipendente, giusto per equilibrare le cose e per consentire l'espressione di opinioni che sarebbe più difficile pubblicare se sono le aziende a finanziare le pubblicazioni. Comunque, questa totale indipendenza non sempre è possibile: anche noi di TNT solitamente contiamo sulla collaborazione dei produttori per avere componenti da testare. Alla fine della fiera, penso che ci sia bisogno anche di voci commerciali, che rendano quelle indipendenti come HIFICRITIC delle testate valide.

Uno svantaggio dell'indipendenza è legata al prezzo di vendita che - nel caso di HIFICRITIC - è piuttosto alto. Mentre TNT mantiene basse le spese di gestione essendo una pubblicazione esclusivamente on line, HIFICRITIC è una bella rivista cartacea e questo fa inevitabilmente lievitare i costi. Ogni singolo numero costa £8, circa il doppio rispetto alle £4,50 richieste per un numero di Hifi+, ed alle £4,00 per Hifi News o Hifi Choice, alcuni esempi di pubblicazioni "commerciali" di qualità. Rispetto alle oltre 100 pagine di queste ultime, HIFICRITIC - con appena 50 pagine - è anche relativamente sottile. Ma come abbiamo già detto, non ci sono contenuti pubblicitari. Tuttavia, ho contato oltre 90 pagine di "contenuti effettivi" nel corrente numero di Hifi+ e più di 75 nell'ultimo numero di Hifi News; pertanto, il rapporto costo/pagine di queste pubblicazioni è decisamente più favorevole rispetto a quello relativo ad HIFICRITIC. ma ovviamente qui non stiamo discutendo di costi. HIFICRITIC è qualcosa di diverso. Come TNT, essa dice le cose come stanno.

E la rivista certamente non le manda a dire. Tutti gli articoli sono ben scritti ed approfonditi, e se necessario, non si risparmiano le critiche. Altre riviste certe volte perdono un po d'autorità in quanto elogiano quasi tutto quello che recensiscono, e dopo tutto non è possibile che qualunque prodotto "valga quanto i concorrenti al doppio del prezzo". HIFICRITIC offre opinioni più equilibrate e riporta anche mal funzionamenti e problemi degli apparecchi. I redattori non temono di esporsi, infatti, in ambedue i numeri quattro di loro recensiscono lo stesso prodotto. Nel primo numero ciò si è verificato con l'Arcam Solo, e nel secondo con il preampli passivo Creek OBH-22. Leggere queste recensioni è una cosa interessante poiché ogni recensore, come è ovvio, ha il proprio punto di vista sulle cose, ma alla fine le loro opinioni sulle proprietà generali dei prodotti convergono abbastanza.

Un'altra caratteristica ricorrente in questa pubblicazione consiste nel provare più componenti a confronto. La prima uscita vedeva coinvolti tre lettori CD: l'Arcam CD192, il Creek Classic ed Naim il CD5i. Nel secondo numero è toccato a tre amplificazioni, il Cambridge Audio Azur 840A, l'Icon Audio Stereo 300 e l'accoppiata pre+finale Croft Micronaut Precession 2 / Polestar 3. In entrambi i casi i prodotti hanno ricevuto critiche sia positive che negative, sebbene le ampie differenze di prezzo tra gli amplificatori (dalle £750 alle £5000) ha reso questo confronto meno rilevante rispetto a quello che coinvolgeva i lettori CD.

Uno dei punti di forza di questi articoli riguarda le eccellenti misurazioni fornite per ogni prodotto in prova, e lo sforzo fatto per collegare i risultati delle misurazioni alle caratteristiche riscontrate all'ascolto. Quest'ultima cosa non sempre è possibile poiché in qualche caso il suono prevale, ma in altri casi i numeri possono dare interessanti informazioni.
Riportare misurazioni decenti è qualcosa che, al giorno d'oggi, manca alla maggior parte delle pubblicazioni hi-fi. Neanche noi di TNT, purtroppo, il più delle volte siamo capaci di effettuare misurazioni sugli apparecchi. Fa bene vedere che queste cose vengano prese sul serio.

Gli unici articoli che mi hanno fatto un po' storcere il naso sono stati i due in cui Martin Colloms si è occupato di cavi. Anche se sono state fornite misurazioni per ognuno dei 16 cavi di potenza, con assegnazione di un punteggio finale a ciascuno, penso ancora che alcune delle sue dichiarazioni in materia non siano provate.
In particolare, a mio modesto parere, la controversia sulla direzionalità dei cavi non era ben argomentata. Certamente la direzionalità è possibile quando lo schermo è collegato alla terra da un solo lato del cavo, o in presenza di un qualche componente interno ad esso (alcuni produttori ritengono che ciò sia necessario, sia che si tratti di reti di compensazione sia che si tratti di isolare meccanicamente il cavo dalle vibrazioni), ovvero in tutte quelle situazioni che rendono i cavi non simmetrici per costruzione o disposizione in tutta la loro lunghezza. Penso che questo sia di per sé evidente, e non quello che viene generalmente riportato quando si parla di direzionalità.
So che ci sono persone - in vero rispettabilissime - che sostengono la tesi della direzionalità di tutti i cavi e che essa è confermata dalle misurazioni, ma finché tali misurazioni non verranno pubblicate e confermate, io rimango scettico. In definitiva, siccome un segnale audio è pura e semplice corrente alternata, io sono convinto che la direzionalità sia solo un mito. Ma chi sono io per dirlo? Forse ci sono delle ragioni per cui essa fa effettivamente qualche differenza. Tuttavia, io faccio affidamento sul principio secondo il quale "un'affermazione straordinaria necessita di straordinaria evidenza"; quindi, prima di cambiare opinione attendo le prove. Per esser giusto, dirò che sebbene non fossi totalmente d'accordo, i due articoli in questione, per me, sono stati una lettura interessante.

Conclusioni

Tutto sommato, una pubblicazione molto degna si aggiunge alle altre esistenti sul mercato, ed è anche un tentativo davvero lodevole. Dal sito potete farvi un'idea, ma purtroppo HIFICRITIC è solo in abbonamento, il che esclude l'opzione dell'acquisto di un solo numero per prova. Stando così le cose, dovreste impegnarvi per almeno un anno e vi costerebbe £50. Io l'ho fatto e non lo rimpiango. Se siete seriamente interessati alla hi-fi a due canali, HIFICRITIC è altamente consigliata. L'unico problema, a mio avviso, è che altre riviste hanno un miglior rapporto costo/pagine. Mi riferisco in particolare ad Hifi+, la quale offre quasi il doppio delle pagine di contenuti scritti parzialmente dalle stesse persone, costa quasi la metà, e oltretutto sembra magnifica. Ma questo è il prezzo dell'indipendenza, per cui vale la pena pagare di più. Ricordate che proprio questa indipendenza mi permette di scrivere anche questo pezzo!

© Copyright 2007 Maarten van Casteren - www.tnt-audio.com

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