Inter.Vista con Joe Skubinski, Presidente e progettista dei JPS Labs

di Lucio Cadeddu

LC >
Puoi dire ai nostri lettori come è nato il progetto JPS?

JS >
La JPS ha cominciato nel 1990 costruendo un prodotto oggi ben conosciuto, il Golden Flute, un filtro per il riallineamento delle basse frequenze inizialmente inteso per sostituire quelli *di serie* dei diversi Costruttori (vedasi più avanti per i dettagli).
Dopo un paio d'anni di attività cominciammo a renderci conto che i nuovi clienti che non avevano mai posseduto un filtro *di serie* avevano necessità di una coppia extra di cavi di segnale, di costo medio di 750$, per accoppiarli con quelli già in loro possesso.
Questo fatto, combinato col costo del filtro per i bassi, non consentiva il decollo delle vendite (per via del costo elevato).
Quindi dovevo reperire un cavo da vendere insieme al Golden Flute, di prezzo abbordabile e che non apportasse modifiche sonore al Golden Flute ed all'impianto preesistente.
Fu così che nacque la nostra linea di cavi ed oggi il nostro Superconductor ed i nostri cavi d'alimentazione sono tra i migliori sul mercato.

Devo però dare credito ai tanti clienti che nel passato hanno discusso con noi le loro esigenze, che ci hanno aiutato con consigli, incoraggiamenti, dando fiducia ai nostri prodotti anche quando eravamo agli inizi.
Ora siamo un'Azienda forte ed in continuo sviluppo i cui prodotti possono sorprendere chiunque abbia modo di ascoltarli.

LC >
Il dibattito (polemica?) sui cavi HiFi è sempre molto vivo: molti audiofili ancora non credono che i cavi possano fare alcuna differenza all'interno di un impianto HiFi oppure si lamentano che tali cavi siano troppo costosi per la (bassa) tecnologia utilizzata per costruirli.
Ricevo periodicamente molti e-mails la settimana di audiofili che si lamentano di quella che loro chiamano La Grande Truffa dell'HiFi (cioè i cavi).
Forse potresti dirci qualcosa in proposito.

JS >
Non posso parlare per tutti i Costruttori ma solo dal mio punto di vista personale quale progettista di questo genere di accessori per molti anni.

Il più grande fraintendimento che gli acquirenti hanno riguarda le dimensioni e il modo di operare di una Azienda HiFi e dei costi che si sostengono.
Un esempio grossolano potrebbe essere il sistema statale, dove le dimensioni enormi non consentono un'alta efficienza e quindi le perdite ed i deficit incidono in maniera pesante sul bilancio.
D'altra parte la comunità hi-end è relativamente ristretta e la maggior parte delle Aziende è piccola, diciamo sotto i 100 dipendenti.

C'è in realtà un picco, ovvero una dimensione ottimale per la quale un'Azienda che operi in una regione molto produttiva riesce ad ottimizzare i costi ed i profitti.
Le grandi Aziende fanno soldi a palate e sebbene molto di questo possa andar perso, molto rimane ancora come profitto puro. D'altra parte le Aziende più piccole come i Costruttori audio a stento hanno abbastanza profitti da potersi espandere, tendendo conto delle spese necessarie, precisamente pubblicità e stampa, campioni prova, Ricerca e Sviluppo, stoccaggio (cioè soldi investiti in prodotto invenduto), costo della manodopera etc etc.
Tutto questo richiede tempo e denaro, senza contare altre possibili implicazioni.
Per esempio, fare un avviso pubblicitario per una rivista, ben realizzato da un bravo grafico, può costare vari milioni senza contare quelli necessari per farlo apparire ogni mese.
E questa è solo una stima approssimativa!

Molte Aziende hi-end famose spendono gran parte dei loro profitti in pubblicità e promozioni. Si può persino arrivare, e non sto esagerando, oltre il 25% dei profitti netti reinvestiti in pubblicità.
Questo è quello che ci vuole perchè una piccola Azienda possa essere conosciuta dal grande pubblico, in mezzo al quale, se va bene, ci saranno solo un paio di persone che diventeranno clienti affezionati.
L'High-end audio è un'attività che punta più sulla qualità che sulla quantità quindi ogni singola vendita assume una grande importanza.
Un'Azienda deve comunque realizzare dei profitti altrimenti le 70 ore lavorative a settimana che il proprietario impiega per mandare avanti tutto sarebbe meglio spenderle lavorando a tempo pieno per McDonalds (almeno ti pagano la previdenza...).
Senza questo grande impegno l'Azienda chiuderebbe i battenti molto presto. Nell'hi-end nessuno va in giro in limousine.
Siamo persone normalissime con la Passione per l'audio e col desiderio di mettere a disposizione di tutti le nostre capacità.
E' più una questione di Passione che altro e solo poche Aziende hanno i profitti che la gente si immagina.

Forse sono un po' partito per la tangente in questa risposta ma vorrei che la gente cercasse di capire quanto difficile e faticoso è farsi strada ed emergere in un qualsiasi ambito (non solo HiFi).
Prendi me, ad esempio. E' necessario un impegno enorme, più di quanto si possa immaginare, e la situazione non diventa più semplice col passare del tempo.
Ma questo è tutto e non potrebbe essere altrimenti.

Un cavo, per la maggior parte della gente, è semplicemente un cavo ma per un produttore hi-end anche il prodotto più semplice (o ciò che appare semplice dal di fuori) ha avuto bisogno di almeno 6 mesi o più per realizzarlo ed immetterlo nel mercato.
E questo è solo l'inizio. Prendiamo sempre per scontato ciò che gli altri fanno meglio.
La maggior parte di coloro che non credono nell'efficacia dei cavi sarebbero felici di usare un qualunque spezzone di filo che si trovano in casa e questo va benissimo finchè sono soddisfatti dei risultati.
Ciò che noi perseguiamo nel campo dell'hi-end è la riproduzione fedele della Musica ed ognuno ha la sua sensibilità sul *come* questa riproduzione dovrebbe essere e, naturalmente, sul budget che ci si può destinare. Ad ognuno il suo...
Il vero problema sta in coloro i quali non hanno mai provato (parole sante!!! NdR) o non hanno mai avuto modo di assistere ad una dimostrazione seria eseguita da persone serie con materiale di qualità, non le solite cazzate (traducete un po' voi BS... :-) NdR).
Quello che si perdono è il non poter godere della Musica in casa propria, nel modo migliore. Questa mancanza di esperienza, tuttavia, non dovrebbe essere usata per denigrare gli altri che invece hanno perso del tempo per imparare ad ascoltare.
I veri perdenti sono coloro che non vogliono neppure provare a sentire differenze, è così cresceranno i loro figli con queste idee in mente, e così i nipoti etc etc.
A proposito, ti racconto una breve storia:
I miei figli hanno tutti un'età compresa tra i 9 e gli 11 anni ed è affascinante vedere come siano in grado di riconoscere come suona la buona Musica. Ognuno di loro suona uno strumento e sebbene non siano audiofili, da nessun punto di vista, sono in grado di riconoscere un buon suono da uno cattivo, questo grazie al mio impianto principale ed al loro impiantino che ho messo su così da non utilizzare il mio :-)
Tempo fa eravamo in vista da dei parenti e quando stavamo andando via mio figlio ha commentato su quanto male si sentisse l'impianto rack coordinato presente in quella casa.
Mi venne da ridere ma in realtà questo ragazzo era già molto più avanti di quanto non fossi io alla sua stessa età.
Non sto dicendo che chiunque dovrebbe spendere un anno di stipendio per acquistare un impianto hi-end ma il buon suono si può ottenere anche con poco, basta acquistare un impiantino da un buon negozio HiFi con l'intento di migliorarlo nel tempo.
Probabilmente alla fine ti costerà di più e potresti forse spendere meno in un rack tutto compreso (le mogli adorano di bei pezzi d'arredamento, quindi una buona scusa la si trova sempre...) ma ti posso assicurare che dopo aver acquistato un impianto serio non torni più indietro.

Ammetto che se torno indietro a 15 anni fa, le mie conoscenze tecniche non erano sufficienti per consentirmi di credere in tali enormi differenze, sebbene non ne facessi una questione di fede.
E' stato un lungo cammino per arrivare alla situazione attuale, una curva in continua ascesa. Devi solo prenderti un po' di tempo e godere dei miglioramenti progressivi oppure, come è accaduto a me e ad altri Costruttori, utilizzare l'esperienza acquisita e mettere su un'attività.

LC >
Quali sono i parametri (materiali, geometria, schermatura etc.) che influiscono maggiormente sulle performances di un cavo?
Come mai hai scelto l'alluminio come conduttore per i tuoi cavi?

JS >
Per rispondere in modo esastivo a questa domanda ci vorrebbero come minimo delle ore.
Tutti i parametri fisici/elettrici influenzano le prestazioni di un cavo. Il progetto di un cavo va molto oltre le grandezze fisiche tipo induttanza, capacità e resistenza ma non c'è alcuna formula magica o stupidaggini del genere, è solo fisica portata alle estreme conseguenze di sofisticazione.
Ritengo che molto di ciò che facciamo noi progettisti hi-end possa trovare spazio all'interno di altre Aziende ad alta tecnologia e viceversa.
JPS combina concetti avanzati di ingegneria con una visione molto particolare garantitaci dai tanti anni di esperienza nel campo. Molto di ciò che facciamo è unico nel nostro campo e costituisce un riferimento.

L'alluminio è un marchio di fabbrica per i laboratori JPS e noi siamo l'unica Azienda ad utilizzarlo in quel modo per realizzare cavi HiFi.
Abbiamo lavorato per farne una miscela ottimale con rame di qualità ultra selezionata. Semplicemente l'abbiamo trovato superiore a qualsiasi altro materiale oggi conosciuto ed utilizzato.
Lo schermo realizzato con un tubo in rame, sebbene contribuisca a rendere il cavo poco flessibile (confermo! :) NdR), consente una schermatura TOTALE permettendo così al conduttore centrale di fornire le migliori prestazioni.
Consiglio di visitare il nostro sito per maggiori informazioni tecniche su questo argomento.

LC >
Tu progetti e commercializzi tre tipi di cavi d'alimentazione, uno per sorgenti analogiche, uno per il digitale ed un terzo per amplificazioni.
Tempo fa qualcuno mi disse che il cavo che ha il ruolo principale all'interno di un impianto HIFi è proprio quello di alimentazione.
Qual'è il tuo punto di vista sull'argomento?

JS >
Concettualmente, se ogni cavo fosse progettato per essere il migliore possibile e per svolgere una funzione specifica allora ogni inserzione di un simile cavo in una catena HiFi porterebbe certamente ad un miglioramento delle performances del sistema.
Questo è lo spirito che anima i progetti della JPS che hanno mostrato risulati eccellenti in ogni tipo di applicazione.
Secondo me ogni tipo di cavo (segnale, potenza, alimentazione) può fare una grande differenza. Il fattore limitante è sempre il sistema completo ed il suo suono finale. Ognuno ha le sue opinioni per individuare il componente colpevole di un cattivo suono e naturalmente non sono mai i nostri cavi :-)

Scherzi a parte, raccomando che i cavi d'alimentazione siano gli ultimi ad essere acquistati, dopo che l'intero sistema è stato ottimizzato al meglio.
I cavi di segnale e di potenza sono molto importanti e decisivi per la qualità del suono e, in alcuni casi, possono limitare i miglioramenti che altri apparecchi possono produrre. E' una strada a due corsie e ci sono varie ragioni tecniche per questo.

Io preferisco partire con un sistema semplice e cominciare a cambiare tutti i cavi, di segnale e di potenza, allo stesso momento, senza aggiunte di qualche tipo qua e là e poi collegare tutto alla presa di corrente nel modo più diretto possibile, un approccio minimalista, in definitiva.
Questo permetterà una scelta oculata del sistema di cablaggio.

Scegliendo prima tutti i cavi giusti consente di rendere l'ottimizzazione molto più semplice evitando complicate fasi di accoppiamento tra cavi diversi.
Naturalmente questo è il mio approccio da *purista* e non si può escludere che altri, seguendo altre strade non possano esere pervenuti a buoni risultati. Una regola d'oro che molti dimenticano è mai assumere che ciò che funzionava bene nel passato continuerà a funzionare altrettanto bene anche oggi.

Per quanto riguarda la differenza fatta dai cavi d'alimentazione, beh, questa è fortemente dipendente da ogni sistema e da ogni apparecchio.
Alcuni migliorano in modo drammatico altri meno.
Tuttavia la maggior parte degli apparecchi consente di far sentire la differenza tra un cavo d'alimentazione normale ed uno speciale per uso audio.
Questo normalmente è un (buon) segno di un sistema in buone condizioni poichè quando non si sente alcuna differenza è altamente probabile che nell'impianto ci siano dei componenti che limitano fortemente le prestazioni complessive (una specie di collo di bottiglia NdR).
Ho scoperto che gli apparecchi più sensibili alla sostituzione del cavo d'alimentazione sono gli amplificatori e i convertitori digitali.
Una delle cose che ci differenziano dalla concorrenza è proprio l'aver progettato tre cavi d'alimentazione specifici per ogni tipologia d'apparecchio, quello Digitale per apparecchi digitali, pensato per eliminare i problemi associati con l'introduzione nella catena audio di un apparecchio digitale, precisamente il rumore digitale che si propaga dall'apparecchio e va ad inquinare la rete elettrica che alimenta gli altri componenti.
Il cavo analogico è preposto ad evitare ogni possibile contaminazione esterna dei delicati segnali analogici transitanti tra pre e finale o tra pre phono e pre.
Il cavo d'alimentazione per amplificatori invece è pensato per trasportare grandi quantità di corrente, sia in regime statico che dinamico.
Questi tre cavi si comportano al meglio con gli apparecchi per i quali sono stati pensati, liberando l'audiofilo dall'incubo di dover provare vari cavi d'alimentazione di diverse marche prima di arrivare alla soluzione ottimale. Poteva essere più semplice di così?

Il principio grazie al quale i cavi d'alimentazione possono fare una differenza drammatica per quanto riguarda la riproduzione musicale è che essi fanno parte integrante del sistema stesso. E sebbene è pur vero che il segnale musicale non transita direttamente nei cavi d'alimentazione tanti altri sono i fattori che possono influenzare le prestazioni di un sistema HiFi.
Ad esempio, gli amplificatori hanno bisogno di corrente, spesso in grandi quantità per brevissimi intervalli di tempo.
Qualsiasi fattore che possa limitare questa richiesta di corrente può alterare in modo pesante le loro prestazioni.
Le sorgenti digitali danno sempre molto più di quanto noi gli avessimo mai chiesto, precisamente una quantità imprevedibile (ma abbondante) di rumore digitale che può mascherare il dettaglio e la trasparenza della riproduzione.

Non vorrei dilungarmi troppo, vorrei solo aggiungere che non ho più alcun dubbio che i cavi di alimentazione possano seriamente influire sulla qualità della riproduzione musicale.

LC >
Oltre ai cavi la JPS LAbs produce un filtro attivo per estendere la risposta alla basse frequenze di molti diffusori sul mercato.
Tali componenti attivi sono stati utilizzati da lungo tempo da famosi Costruttori (si ricordi il Kube della Kef) ma, sebbene fossero realmente efficaci, la comunità audiofila sembra non abbia gradito molto l'uso di questi apparecchi, visti come manipolatori del segnale transitante all'interno del sistema HiFi.
Puoi dirci quali siano i pro ed i contro (se ve ne sono) di questi sistemi attivi?

JS >
I Golden Flutes sono il primo prodotto dei JPS Labs, ogni coppia è realizzata a mano da tubi in ottone, protetti da uno strato di vernice trasparente.
Immessi all'interno del percorso del segnale musicale il loro intervento è assolutamente neutrale. Inizialmente furono progettati per rimpiazzare i dispositivi di serie, come, appunto, il Kube della Kef e per estenderne la risposta all'estremo basso di circa 10 Hz.
Poichè ognuno di essi è progettato per lavorare con uno specifico diffusore, l'integrazione è totale. Non è tuttavia come aggiungere un subwoofer, col quale può essere raggiunta una quantità enorme di bassi spesso a scapito del buon accoppiamento con la gamma bassa del diffusore principale.
Essi semplicemente aggiungono laddove non c'è niente, in modo tale che non ci siano scollamenti di risposta.
Comiciammo sostituendo il filtro attivo della B&W e poi lentamente tutti gli altri, dai Kef ai Thiel ai Totem e a tanti altri, fino a coprire un range di circa 60 modelli di diffusori.
I pro di questa soluzione superano di gran lunga i contro, visto che di questi ultimi ce ne sono davvero pochissimi (diciamo, nessuno). Ovviamente non si può sempre far contenti tutti, ci mancherebbe. Sono degli oggetti realizzati con cura e funzionano molto bene.
Prossimamente il cabinet in cilindro d'ottone sarà rimpiazzato con qualcosa in alluminio (coincidenza?) che è rifinito altrettanto bene come gli attuali fatti a mano.

Sebbene si tratta di un prodotto molto particolare è una delle cose che ci riescono meglio, poichè progettiamo e costruiamo filtri per altri Costruttori, disegnati su loro specifiche.
Purchè sia collegata con l'audio, siamo pronti a costruire qualsiasi cosa...basta chiedere :-)

LC >
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Pensi di progettare un cavo specifico per sorgenti analogiche, per noi amanti del vinile?

JS >
Beh, di fatto un cavo phono è nei nostri intenti da un po' di tempo sebbene i nostri SuperConductor funzionino bene anche come cavi per l'analogico, ove sia disponibile una coppia di connettori RCA.

Nei nostri piani futuri è anche compresa una terza linea di cavi più economici, da installare come fornitura di serie di alcuni attenti Costruttori di elettroniche e forse una nuova linea di cavi di livello no-compromise, sia dal punto di vista del progetto che del prezzo.
Possiamo realizzare cablaggi hi-end su specifiche a chiunque ne facesse richiesta, ad esempio per fornirli con una linea di amplificazioni etc. oppure qualcosa di esotico per chi vuole il top del top.
Immagina un cavo realizzato appositamente per un dato impianto, per qualcuno che ha il denaro e la pazienza per potersi permettere qualcosa di veramente custom-made.
Abbiamo tanti altri progetti in mente, è solo una questione di tempo per realizzarli.

Cortesemente Joe Skubinski per TNT.

Copyright © 1998 Lucio Cadeddu