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DAC USB Diy HiFi Supply Cleo

[Il DAC USB Diy HiFi Supply Cleo]

Un DAC USB Asincrono

[English version]

Prodotto: Diy HiFiSupply Cleo
Produttore: Diy HiFi Supply
Costo: 1075 dollari USA - 790 euro circa. (Il costo può variare a seconda del paese)

Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Data: Ottobre 2011
Traduzione: Marco Fiorani

A giudicare da quanti DAC USB nuovi escono sul mercato in questi giorni e da quanti ne arrivano a casa mia per essere recensiti, al momento in cui mi accingo a scrivere i DAC USB sembrano essere l'apparato hi-fi più popolare. I giorni in cui il lettore CD era il metodo normale per riprodurre musica digitale sono agli sgoccioli e sembra che le apparecchiature di riproduzione basate su computer (siano essi DAC USB o sistemi di streaming) andranno a colmare il vuoto. Il Cleo è la prima avventura di DIY HiFiSupply nel mondo dell'audio basato su PC e deriva da un DAC USB della Musiland. Alla DIY HiFiSupply lo hanno modificato inserendo il proprio Clock ad alta precisione e aggiungendo uno dei loro stadi di uscita a valvole, poi l'hanno alloggiato in uno dei loro contenitori e completato col loro alimentatore di qualità. Ulteriori componenti del Musiland sono stati sostituiti con altri di qualità migliore.

In realtà ho ricevuto il Cleo dopo la recensione del mio collega inglese Maarten Van Casteren e mi è stato chiesto di dare una seconda opinione, vista la mia maggiore esperienza con questo tipo di aggeggi. Il Cleo sembra quasi identico al preamplificatore in kit DIY HiFiSupply - EZ Linestage che ho recensito nel giugno 2009. Si tratta di un contenitore attraente, robusto e privo di risonanze. Solo quando lo si apre, magari per cambiare una valvola, si comincia a porsi qualche domanda riguardo il suo progetto! Sul frontale c'è l'interruttore di accensione e l'accecante led bianco a cui si riferisce Maarten. Si spera che questo difetto sarà eliminato nei prodotti di serie. Sul retro si trovano gli ingressi IEC dell'alimentazione e quello USB. Il Cleo ha solo l'ingresso USB e quindi non può essere collegato all'uscita SPDIF di un trasporto CD.

Il Cleo è un DAC asincrono, il che significa che gestisce autonomamente il flusso dei dati che provengono dal computer, piuttosto che lasciarne a quest'ultimo il controllo. Questo a sua volta riduce i problemi di jitter e migliora l'accuratezza.

Su mia richiesta, sono stato informato da DIY HiFiSupply che il mio esemplare era uno dei loro prototipi e che i modelli di produzione avrebbero beneficiato di un lay-out interno più pulito. Eccone un esempio nell'immagine qui di seguito.

[L'interno del DAC USB Diy HiFi Supply Cleo]

Il Cleo viene fornito con i propri driver. In realtà si tratta dei driver del Musiland ma si riesce a installarli facilmente. DIY HiFiSupply fornisce inoltre un esauriente manuale per la configurazione del Cleo. Dato che al momento in cui scrivo non sono disponibili driver per sistemi operativi basati su Linux o MAC, il Cleo può essere utilizzato solo con sistemi operativi Windows. Una volta installati i driver avrete bisogno del programma di riproduzione adatto per farlo funzionare al meglio. A mio parere ci sono due possibilità (magari ce ne sono altre): Winamp utilizzando il plug-in di uscita ASIO, oppure Jukebox della J-River utilizzato con il proprio "Direct Output". Se siete completamente a digiuno per quanto riguarda l'audio su PC vi suggerisco di utilizzare Jukebox dato che è più facile da configurare e utilizzare. Bisogna comunque puntualizzare che utilizzare il Cleo con l'output nativo di Windows servirà solo a compromettere seriamente le sue prestazioni. Questa recensione non è un manuale su come utilizzare un DAC USB, quindi supporrò che abbiate a disposizione della musica salvata su un disco fisso, siate capaci di configurare il software di riproduzione in modo da trovare i brani e siate pronti a suonare un po' di musica.

All'inizio ho utilizzato il Cleo in quello che definisco il mio sistema secondario, che all'epoca era composto dal PC, dal Cleo e dall'amplificatore integrato Onix A55 che pilotava i miei diffusori MS Pageant modificati. Fra l'altro questo era quello che stavo utilizzando in quello stesso periodo per provare altri tre o quattro DAC USB. Il Cleo mi ha immediatamente impressionato (utilizzando Winamp in accoppiata con gli ASIO). Andava così in profondità nell'estrarre informazioni dalle registrazioni da farmi pensare ad un ulteriore passo avanti verso la perfezione dell'hi-fi. Ma non si trattava solo di quantità di dettagli, si trattava anche della grande qualità tonale della musica. Ha una presentazione leggermente più scura del KingRex UD-01 Pro, tanto per citarne un altro, forse anche un po' meno "ariosa" ma certamente più autorevole. Il palcoscenico sonoro è largo e molto tridimensionale. In effetti con una coppia di tracce, il palcoscenico sonoro andava ben al di la delle pareti. Il basso era estremamente profondo e ben definito mentre gli alti erano cristallini senza mai divenire fastidiosi. Il passo e il senso del tempo erano ben evidenziati. Quando si confrontano delle apparecchiature hi-fi è spesso difficile decidere senza esitazioni qual è la migliore o almeno quella che si preferisce, ma per quanto mi riguarda il Cleo è il miglior DAC USB che io abbia ascoltato finora.

Il suono del Cleo è contemporaneamente molto musicale e particolarmente buono per quanto riguarda tutte le caratteristiche che si richiedono ad un apparato hi-fi. Utilizzando il mio fedele disco di prova "Amused to Death" ho notato come la posizione e la qualità dei Q-sounds fossero le migliori che avessi mai sentito con qualsiasi altra apparecchiatura. La qualità tonale è ricca e variata, come si può notare con le chitarre di "Stairway to Heaven" suonate da Rodrigo e Rodyella. Ciascuna singola nota è riprodotta in maniera meravigliosa. Ascoltando un estratto della quarta sinfonia di Brahms, l'orchestra poteva essere ascoltata in tutta la sua profondità e il pezzo risultava molto emozionante. In alcune tracce dell'album "Long Road out of Eden" degli Eagles le linee di basso suonavano veloci e ben definite. Le tracce risaltavano con un ritmo che dava assuefazione, mentre i testi erano così ben evidenziati da tutto il resto da rendere qualsiasi parola perfettamente intelleggibile. Le voci soliste come quelle di Stacey Kent e Diana Krall venivano proiettate più vicino all'ascoltatore rendendole più intime. Con musica più "impegnativa", come ad esempio "Skinny Grin" di Acoustic Ladyland's, tutto era tenuto assieme con estrema fermezza.

L'utilizzo di Jukebox al posto di Winamp ha prodotto gli stessi risultati con il Cleo e ritengo che non ci sia alcuna differenza fra i due software. Ho provato anche Foobar ma non sono riuscito a farlo funzionare con i plugin di uscita ASIO, quindi non l'ho utilizzato per questa prova.

Avendo stabilito che il Cleo era probabilmente il mio DAC USB preferito in quel periodo, ho deciso di provarlo con del materiale sonoro a risoluzione più alta. La maggior parte di noi possiede una collezione musicale digitale in gran parte registrata secondo lo standard Red Book, ovvero a 16 bit/44.1 kHz (quella dei normali CD, ndt). Il Cleo è uno dei pochi DAC che può suonare materiale a 24 bit, sia a 96 kHz che a 192 kHz (come pure a 88.2 kHz e 176.4 kHz). Non soffermiamoci comunque troppo sui numeri in quanto, a frequenze di campionamento più alte corrisponde una maggiore quantità di dettagli. Basta pensare alle immagini sullo schermo dei nostri computer. Sullo schermo qualsiasi immagine che abbia all'incirca 96 punti per pollice (dpi, dots per inch) risulterà di qualità accettabile; se invece doveste stampare 2 volte la stessa immagine a 96 dpi e, diciamo, anche a 300 dpi (che è una risoluzione migliore) vi accorgereste facilmente che quella stampata a 300 dpi è più definita e contiene maggiori dettagli. Questo è lo stesso effetto che si ottiene con file musicali di maggiore risoluzione.

Ho scoperto un solo album registrato a 24/96 fra quelli che possiedo e sono andato in Internet a cercare alcuni brani gratuiti da scaricare. Sono anche debitore nei confronti di Soundkeeper Recordings. Mi hanno già fornito alcuni CD a 16/44.1 della Equinox album. Mi hanno successivamente inviato anche i relativi file in formato 24/96 e 24/192 per consentirmi un confronto. Le registrazioni standard 16/44.1 suonano decisamente bene. Non sono state assoggettate ad alcuna post-produzione: sono stati utilizzati solo un paio di microfoni per registrare muisca dal vivo in tempo reale mentre era suonata. La semplicità di questa metodologia unita alla mancanza di qualsiasi post-produzione ha prodotto delle registrazioni molto trasparenti e naturali. In ogni caso appena ho provato le versioni 24/96 era ben evidente che il suono era leggermente più a fuoco e i dettagli erano migliorati (più definiti). Con la versione a 24/192 ho dovuto ascoltare con estrema attenzione per accorgermi di ulteriori miglioramenti che comunque c'erano, anche se in misura marginale. Dopo aver ascoltato la versione a 24/96 e a 24/192 dei brani sono tornato a quella 16/44.1 che ha prodotto un suono che non saprei meglio definire se non leggermente sfocato. Ma, in tutta onestà, dopo un paio di minuti, il tutto suonava di nuovo "normale".

Quindi le registrazioni in formato ad alta risoluzione danno dei vantaggi? Sicuramente sì, direi. Riprodotta con un apparecchio come il Cleo, la musica diventa più "reale". Ma tutto questo rende allora obsolete le nostre registrazioni in formato 16/44.1? Non credo proprio; per quanto mi riguarda, me le sono godute lo stesso, anche ascoltandone altre ad alta risoluzione per tutto il tempo di questa recensione. Forse in questo caso è utile fare un'analogia con la televisione. Uno dei miei vicini di casa possiede un televisore HD (alta definizione) e io vado qualche volta a trovarlo per guardare le partite. Mi godo la migliore qualità delle immagini ma non provo alcuna frustrazione quando torno al mio normale televisore.

In realtà il DAC Cleo dimostra appieno tutte le sue possibilità quando si riproduce materiale ad alta risoluzione. Una delle tracce che ho scaricato in formato 24/176.4 (da Design W Sound) suonava meglio di qualunque altra cosa avessi mai sentito uscire da dei diffusori hi-fi. E tutto ciò con la normalissima valvola Tesla ECC88 al proprio posto. DIY Supply mi ha inoltre inviato una Philips Miniwatt Ecc 88 da provare al suo posto, e con questa ho notato un piccolo miglioramento. Ha tirato fuori un po' più di frequenze medie in modo tale da far sembrare gli esecutori più vicini all'ascoltatore e ha messo maggiormente a fuoco i dettagli, proprio come quando si guarda un'immagine attraverso una lente di ingrandimento. Comunque, in tutta onestà, con entrambe le valvole il risultato è stato talmente buono da tenermi lì inchiodato ad ascoltare traccia dopo traccia.

Dei tre DAC USB in grado di gestire la risoluzione 24/192 che ho recensito fino ad oggi, il Cleo è chiaramente quello che preferisco. Per dirla in tutta semplicità, ha un fattore di successo clamoroso che non ho ritrovato negli altri. Non ha le funzionalità del Wyred4Sound DAC2, o dell'ONIX 25A (che fra l'altro è molto meno caro) ma se è la qualità sonora che state cercando e vi basta suonare musica dal vostro disco fisso tramite una porta USB, vi consiglio decisamente il Cleo.

Il confronto fra il Cleo e gli altri DAC USB, come ad esempio l'ottimo ONIX 25A, merita una considerazione finale. Ho preferito il 25A dopo averlo collegato ad un buffer di uscita a valvole mentre il Cleo, dotato del proprio stadio di uscita a valvole, ha ottenuto gli stessi risultati connettendolo direttamente all' amplificatore. Bisogna tenere conto di questi particolari quando si confrontano i costi, specialmente se vi piace l'effetto che hanno le valvole sul suono quando le piazzate da qualche parte nell'impianto.

© Copyright 2011 Nick Whetstone - nick@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com

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