Un Calderone di Dilemmi in HiFi

Prima Parte

[Un Calderone di Dilemmi]

[English version here]

Recensore: Chris Templer - TNT Sudafrica
Pubblicato: Marzo, 2021
Traduttore: Roberto Felletti

La Musica e l'Audio sono stati l'ossessione di quasi tutta la mia vita - “hobby” è un termine troppo banale! Nel corso degli ultimi circa 60 anni ho “fatto cose” da abbastanza normali a quasi più che leggermente folli. Strada facendo sono riuscito ad acquisire un orecchio relativamente discreto per la musica, una mente terribilmente chiusa relativamente a quale musica posso tollerare, un orecchio molto stizzoso per il tono (che mi tormenta ogni volta che ascolto cantanti pop e qualche struttura con una tuba e un organo a canne). Entrambi posso/potrei a malapena suonarli, principalmente per la mancanza di volontà per esercitarmi e, più probabilmente, per la mancanza di talento. Le mie “orecchie” sono state allenate da un amico che suonava tutti gli strumenti a tastiera, tutti gli strumenti a fiato e sosteneva di potere soltanto “fare rumore con gli strumenti a corda”. Comunque sia, il mio senso del tono deriva dal suo allenamento. Anche un altro amico, pianista da concerto, è da incolpare per alcune mie idiosincrasie - notate come le prime quattro lettere di “idiosincrasie” combinate con “ta” diano “idiota”...

Tra le mie idiosincrasie, e sono perfettamente consapevole che i sinonimi della parola comprendono “affettazione” e “peculiarità”, c'è l'avversione per i compositori moderni quali Cage, Berg, Stockhausen, Messiaen e altri. Detto ciò, apprezzo molto Jon Leifs. Andando indietro nel tempo, ho un'avversione per Mozart, quello della scuola di musica tinkle tinkle bang bang. Mi aspetto di essere attaccato per quest'ultima cosa e tutti i commenti odiosi saranno ignorati.

In seguito a una varietà abbastanza ampia di scelte professionali ho finito con il riuscire a fare molte grandi cose, sebbene forse non ai livelli di un artigiano. Per esempio: sono riuscito a realizzare un paio di file di canne d'organo in legno, sono stato capace di far funzionare un microscopio elettronico a scansione e so utilizzare macchinari industriali, dal tornio al trapano a colonna in linea. Sono stato anche coinvolto nel Radiantismo, che mi ha fornito delle basi abbastanza buone in elettronica, antenne e loro alimentazione. Senza parlare degli anni trascorsi a occuparmi di teatro e mimica amatoriale; sono stato anche co-produttore di un Ice Panto. Più qualche abilità nella registrazione dal vivo. Ho citato quanto sopra solo come background per alcune mie riflessioni.

[Strega]Il titolo di questo articolo è Un Calderone di Dilemmi in HiFi e sicuramente è pertinente al nostro hobby, poiché una buona parte del pensiero audiofilo sembra essere basato sulla stregoneria e non sulla scienza. Ci sono fornitori di apparecchiature che assecondano quelle credenze mistiche e un'intera industria il cui scopo è persuadervi a fare infiniti upgrade (e qui uso il termine con prudenza) a caro prezzo. Ci sono ciarlatani che mentono per farvi spendere chissà quanti soldi in ciarpame. Questo punto è un tema ricorrente nella mia vita, ed è uno di quelli che irritano.

E prima che lo chiediate, la strega a sinistra non ha messo la scopa al contrario - presumibilmente mette delle candele nella spazzola per illuminare la strada! (Attribuita a Robert Heinlein in Anonima Stregoni).

Ognuno ha la sua idea sull'audio, qualcuna più balzana di altre, e molto di ciò che facciamo è dovuto all'affettazione più che alla musica. Quando Rice e Kellogg inventarono l'altoparlante, nei primi anni '20 del secolo scorso (Edward Wente allo stesso tempo, indipendentemente), esso diede vita a una nuova branca della storia umana e accrebbe la precedente invenzione del triodo di Lee de Forest. Da lì si passò al suono registrato; ed ecco che entriamo in scena noi. Dopo che la polvere si fu depositata, le registrazioni su nastro trasferite su LP diventarono lo standard finché la Philips e la Sony, nei primi anni '80, non introdussero sul mercato il CD, che diventò il formato digitale di riferimento. E non dimenticate il transistor, che portò un'altra rivoluzione. Oggi gli audiofili tendono a schierarsi in “fazioni” (stato solido vs. valvole, digitale vs. analogico) e annaspano lungo strade che li portano nell'esoterico. E in quell'ambito rovinosamente costoso conosciuto come Audio High End. Lo scopo del nostro hobby, secondo me, dovrebbe essere riuscire a riprodurre il più fedelmente possibile l'evento musicale al quale non possiamo assistere.

Io credo che l'analogico abbia fatto il suo tempo e sia stato rimpiazzato dal digitale, ma essendo anche un audiofilo, possiedo una selezione di piastre a bobina perché il suono che offrono è “bello”. “Bello” e “analogico” sono, suppongo, altre parole per “coloritura”. Un altro motivo per attaccarmi!

Ci sono molte riviste che offrono opinioni basate su valutazioni soggettive o secondi fini dei loro recensori (TNT-Audio è una delle poche riviste dove prevale un po' di buonsenso e l'editore non censura). Perlopiù queste riviste sono influenzate da introiti pubblicitari che, senza dubbio, vengono meno se qualcuno diventa troppo veritiero. Vedere http://www.high-endaudio.com/reviewers.html per un'opinione, diciamo bizzarra, sui recensori delle riviste. In un articolo dello scomparso Peter Aczel -- QUI -- ho trovato il Critico Audio enormemente interessante, ma come ogni cosa nella vita il tutto deve essere filtrato attraverso ciò che Carl Sagan definiva il suo Kit di Rilevazione delle Sciocchezze -- QUI. Peter Aczel, con la collaborazione di alcuni ingegneri che la pensavano allo stesso modo, asseriva che «Qualsiasi amplificatore progettato con competenza dovrebbe suonare nello stesso modo» e per questo valanghe di acrimoniosa verbosità gli furono rovesciate addosso. Forse la parola competenza dovrebbe essere in maiuscolo e in grassetto. Bob Carver lo dimostrò a lui e a Stereophile, ma ribadisco il sospetto che la pubblicità si sia frapposta.

Possiedo, e uso, una coppia di amplificatori a triodi 300B SE, un Leak Stereo di fine anni '50 e un amplificatore TacT/Lyngdorf, in classe D, abbastanza moderno. Soltanto il TacT/Lyngdorf è accurato, nel senso che non aggiunge né sottrae alcunché al suono. Gli altri due, e a dire il vero tutti gli altri amplificatori che ho ascoltato (tranne uno), modificano il suono strada facendo. La recensione -- QUI -- (al paragrafo The Sound) è menzionata solo a supporto della mia affermazione sul TacT/Lyngdorf che, nonostante i borbottii contrari, fa le cose differentemente rispetto ai minuscoli amplificatori in classe D. Questa recensione risale ad alcuni anni dopo che ho scelto il TacT. Sia i 300B sia il Leak sono a valvole ed entrambi sono “colorati”; in effetti, di solito mi riferisco ai triodi come caldi e morbidi. Tutti e tre hanno un “bel suono”, ma soltanto uno è accurato. Tornando al Calderone, tramite i miei amici e altri sistemi ho ascoltato una sconcertante varietà di amplificatori; tutti hanno cambiato o colorato il suono rispetto all'originale.

[Tono]Poiché uno dei principi dell'audio contemporaneo è non avere i controlli di tono o, non sia mai, un equalizzatore grafico, allora perché tolleriamo amplificatori e pre-amplificatori che modificano il suono? E perché tolleriamo apparecchiature spazzatura che a seconda di come sono posizionate su un ripiano e del materiale di cui questo ripiano è fatto alterano “l'impronta sonora”? Mi riferisco, qui, a un pre-amplificatore a due telai, molto costoso, di un marchio molto ben conosciuto che ha appena passato i 50 o giù di lì, acquistato da un amico per una cifra esorbitante. L'apparecchiatura ha “preso vita” soltanto dopo che l'alimentatore è stato collocato sopra una lastra di granito. Questo conduce a due possibilità: c'è stato un cambiamento oppure l'amico ha problemi di udito (o ha bisogno di sentire un cambiamento). Se, effettivamente, c'è stato un “cambiamento”, il produttore dovrebbe essere bruciato sul rogo perché vende dispositivi costruiti malamente. E a questo punto mi domando perché questo produttore sforni pre-amplificatori e amplificatori con nuovi miglioramenti anno dopo anno. Non potrebbe realizzarli bene da subito? O piuttosto dipende dal bisogno di vendervi un upgrade per poter fare soldi? Dopotutto, l'unica motivazione di un'azienda è fare soldi... Un altro esempio di apparecchiatura costruita con i piedi è un certo giradischi che per molti, molti anni è stato oggetto di upgrade su upgrade ad nauseam.

Per quanto riguarda l'udito dell'amico, il sistema uditivo umano funziona in un modo preciso e la nostra capacità di ritenzione di un'accurata memoria acustica è limitata a tre o quattro secondi -- QUI -- e in giro non ci sono audiofili superumani con udito potenziato. Questa cosa mi è stata spiegata dalla mia scomparsa cognata Claire Penn -- QUI. Nessun audiofilo può contravvenire alle leggi della fisica, non importa ciò che lui/lei “pensa” o “crede”. Recentemente, nel nostro forum locale c'è stata una vendita di seconda mano di una coppia di cavi di segnale Mogami fatti a mano, a un costo quadruplo rispetto al costo dei componenti, e un allocco li ha comprati. Questo rafforza il mio credo in PT Barnum e la sua osservazione secondo la quale «ogni minuto nasce uno sciocco». Non ho nulla contro la Mogami, l'azienda produce un ottimo cavo utilizzato parecchio nel settore Pro, e i miei cavi di segnale vengono tutti dalla loro linea di cavi per microfono, poiché il prezzo al metro era basso e colui che ha costruito la mia unità di commutazione ha deciso di dare una sistemata alla cavetteria del mio impianto. Provare cavi differenti realizzati da me, dal coassiale al cavo per microfono e anche quelli in argento da me costruiti, non ha prodotto differenze discernibili nel suono; comunque, il risultato è stato un groviglio di serpenti minore rispetto a prima. Ci sono cavi scadenti (solitamente quelli che vengono forniti con i televisori e le apparecchiature economiche), cavi presumibilmente migliori per audiosciocchi (che fanno affidamento sull'olio di serpente) e ottimi cavi funzionali non costosi (come quelli usati nel settore Pro). Detto ciò, quando il BOP Studios fu costruito, Van den Hul colse l'occasione per vendere loro qualcosa come 11 km del suo cavo in argento. PT Barnum colpisce ancora - «puoi fregare qualcuno qualche volta...» - e il mio corollario a quello è “puoi fregare un audiofilo il più delle volte”.

Ecco ciò che, per me, è una recensione totalmente speciosa di un cavo di alimentazione che ha tutti gli attributi dell'idiozia, della presunzione e dell'assoluta cavolata -- QUI -- ed è un buon esempio di cosa abbonda nel mondo delle riviste audiofile. Vedere Carl Sagan sopra! C'è stato un momento in cui ho avuto un grosso problema con la corrente fornita dal gestore - ho una linea trifase - al punto che quando il mio condizionatore compieva i suoi cicli, faceva scattare la protezione interna del TacT/Lyngdorf. Il condizionatore, le luci e le apparecchiature sono tutti su fasi differenti e l'unica parte in comune è il neutro. Ho aggiunto filtri per uso industriale e poi un condizionatore di rete di livello audiosciocco senza effetto alcuno. Poi ho fatto quello che avrei dovuto fare da subito e ho inserito un trasformatore di isolamento nella linea; fine del problema. Sicuramente nessun cavo di alimentazione ricercato avrebbe fatto/potuto fare la differenza. Non ho nemmeno intenzione di criticare la “recensione” qui allegata. Chiunque abbia una mente anche solo leggermente attiva dovrebbe riconoscere quel pezzo di immondizia per ciò che è.

E poi ci sono i tipi veramente pazzi, dei quali io sono un membro junior -- QUI ci sono alcune immagini. Le prime due mostrano una ricostruzione delle trombe Summer Rain con qualche altoparlante a nastro; le successive tre mostrano due coppie di trombe realizzate dal mio amico falegname. La più grande delle due pesa 27 kg, l'altoparlante JBL altri 12,5 kg. Questo per stare su un cabinet Onken con altoparlanti da 15". Le successive due immagini mostrano la sala d'ascolto di un amico, ed è qui che le cose si fanno davvero bizzarre. La sala, più o meno la settimana scorsa, aveva dieci coppie di diffusori (il giorno seguente ho consegnato un set abbastanza grosso di diffusori che sono stati stipati negli angoli), dieci piastre a bobina, almeno cinque giradischi, un mucchio di amplificatori e pre-amplificatori, e solo il cielo sa cos'altro. Tra gli amplificatori c'erano due coppie di Leak Stereo 20 e una coppia di Leak TL12. Da qualche altra parte, nella casa, c'è altro di ogni cosa, tra cui due piastre a bobina Otari MTR90 2", una 16 piste e le altre 24 piste; il motivo per il loro acquisto era che lui possedeva qualche nastro 2" - qualche... circa 250! Le ultime due immagini sono di un altro amico e mostrano la sua ultima acquisizione: una coppia di gigantesche trombe JBL con lenti acustiche; nell'ultima immagine sono in equilibrio sopra i cabinet, i quali sono larghi 650 mm. Negli angoli sono sistemati degli Axiom 80 Goodmans inseriti in cabinet Coral. Nella stanza ci sono cinque giradischi, uno dei quali è un EMT 948. C'è anche una piastra Studer A80. Questa è soltanto una piccola parte della sua collezione.

Avanti alla seconda parte!

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