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Yucca Flats

Garden of Weeds

[English version]

Band: Yucca Flats
Titolo: Garden of Weeds
Etichetta: WILDCHILD!
Numero catalogo: #10552
Studio: Mapleshade, ordinabile online
Produttore: Pierre Sprey & Yucca Flats
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Data di pubblicazione: Marzo, 2008
Traduzione: Roberto Di Paola

La musica

[cactus & erbacce]

Questo disco è entrato nella lista dei miei preferiti. Lo ascolto a casa mentre mi rilasso, mentre recensisco componenti hi-fi e pure in macchina. La traccia d'apertura, Working Class Poor, ha l'energia che serve ad introdurre un bel concerto dal vivo. Si tratta di un pezzo politico con la p minuscola, come ne scrisse Springsteen negli anni '70, piuttosto che dire Guthrie o Baez nei '60.

La traccia 9, Katie H., al tempo del vecchio vinile avrebbe chiuso ottimamente il lato 1 ed avrebbe inevitabilmente riproposto ogni volta la stessa domanda: 'che faccio la riascolto prima di metter su l'altro lato?' domanda che solitamente tormenta noi possessori di dischi come Transformer o American Beauty e simili.

Un'espressione in copertina li descrive come "Nessuna acoustic rock band abbiate sentita. Newyorkese purosangue", ma questa "accusa" farebbe pensare, a torto, che si tratti di vecchie esibizioni unplugged su MTV di una formazione di rocchettari in là con gli anni, che prova a recuperare la magia d'un tempo rinunciando ad un muro di amplificatori Marshall e sistemi di diffusione 4x12. Yucca Flats è una acoustic band; ciò suona piuttosto comune nel mondo del Rock. Tuttavia, l'espressione acoustic rock band sottostima il grado di complessità ed abilità che il gruppo esprime.

Si tratta di ottimi musicisti che si cimentano con canzoni ben composte e perfettamente suonate, senza che tutto decada in pura accademia. Non si lasciano prendere la mano dagli assoli e, in generale, dall'insensata e pesante ostentazione di virtuosismi, atteggiamento tanto caro ai gruppi rock ambiziosi. Dimostrano di padroneggiare pienamente i loro strumenti (qualcosa di familiare per gli amanti del Jazz), ed effettivamente questa capacità è mutuata spesso dai jazzisti solisti; le occasioni in cui Scott Thornton si getta in certe galoppate sui registri alti del basso sono un piacevolissimo esempio.

"La penna del vecchio sta diventando più fluente e pretenziosa che mai, stavolta", urla la plebe con tono di scherno alla sinistra del palco. Non importa: gli Yucca Flats non suonano pretenziosi né ridondanti, ribatte lo scriba, indifferente allo scherno.

[excessive graduated filter band shot]

Garden of Weeds

  1. Working Class Poor
  2. Images
  3. Garden of Weeds
  4. No Return Address
  5. Dear sweet Lorraine
  6. True
  7. June
  8. Lizard Man
  9. Katie H.
  10. Alter of Broken Dreams
  11. Washington
  12. Light Blue
  13. Love to Hate You
  14. Help god See

Proporrò dei confronti affinché coloro i quali non avessero l'opportunità di comprare il disco dopo un ascolto possano farsi un'idea. La traccia 12 ricorda per certi aspetti The Men They Couldn't Hang, o Levellers, o ancora Pogues al punto che vorrei prendere una birra e mettermi a ballare in modo scoordinato come in un qualunque venerdì notte ad un concerto all'aperto.

Alcuni testi, a volte, posseggono un pathos ed una narrativa che rievocano un po' Berlin di Lou Reed, senza però essere così terribilmente deprimenti; o alludono a certe "immagini" proprie di canzoni come quelle di Michelle Shocked, o di Lowell George o ancora di Fairport Convention... Ma gli Yucca Flats sono assolutamente non "ripetitivi". Il confronto sarebbe una tentazione, ma subito si rivela improbabile per l'originalità della composizione e dell'esecuzione di tali canzoni in idiomi tanto familiari. La loro autodescrizione come acoustic acid-folk band probabilmente riassume tutto ciò in maniera eccellente.

Qualità del suono

L'acustica ha una prospettiva originale. L'incisione non presenta gli strumenti appesi tra i diffusori come fossero biancheria stesa alle finestre; né soffre di quella confusione generata dalle riflessioni precoci catturate tramite certe riprese microfoniche in eventi live. Questa registrazione riesce a combinare l'immediatezza della ripresa dell'intera band senza sovraincisioni con una giusta spazialità e prossimità.

La batteria non è stata microfonata da vicino, per cui non è sbattuta in faccia né suona monocorde, come accadrebbe se fosse ripresa tramite un paio di microfoni omnidirezionali sospesi sopra di essa. La tecnica microfonica adottata da Pierre Sprey è da manuale dell'incisione audio, e bisognerebbe pagargli i diritti ogni volta che viene utilizzata.

Lo spazio occupato dal basso e dalla tromba di Scott Thornton ha la giusta dimensione e posizione, e tutto resta sempre al proprio posto in qualunque passaggio. Le chitarre (due acustiche ed una elettrica) sono distinte e distinguibili, conservano tutto il loro corpo senza che risultino radiografate. Anche le voci suonano umane.

La catena di registrazione è AAD, analogica fino alla masterizzazione del CD. La Mapleshade produce supporti per apparecchi, il che mi ha riportato alla mente i miei esperimenti con i ripiani ERaudio SpaceHarmoniser sotto l'amplificatore per chitarra. Costruiscono in proprio alcuni microfoni ed i cavi d'interconnessione per essi, e li usano assieme ai cavi Audioquest. Io facevo proprio il contrario: prima che i cavi hi-fi diventassero di uso comune utilizzavo quelli dei microfoni Neumann per il segnale! Invece di dare in pasto tutto il segnale ad un compressore che riporti i livelli entro i 21dB consentiti dal supporto CD, alla Mapleshade preferiscono impostarli al minimo, cosicché i livelli possano salire senza compressioni. Lo scopo è quello di riprodurre i salti dinamici in modo più realistico possibile.

Il risultato è che il disco suona come un'esecuzione dal vivo in un piccolo ambiente. Forse l'immagine di un tendone con dentro un buon sistemino PA potrebbe descrivere al meglio l'atmosfera. Oh! dov'è il chiosco della birra?

[cactus anche sul disco]

Conclusioni

Si tratta davvero di un gran cd. Non vuole essere un prodotto commerciale; non è pensato per guadagnarsi un grammy (ma che dico?), ma certamente sarà suonato senza sosta nel mio impianto ed è già uno dei miei strumenti per recensire, perché suona bene e potrei ascoltarlo centinaia di volte.

Spero che gli Yucca Flats vengano qui nel Regno Unito a suonare ai festival come Off The Tracks (due volte l'anno), Womad o Morecombe; farebbero scintille. Il calendario degli eventi sul loro sito è completamente vuoto, quindi o non hanno molto lavoro o non sanno tenere un sito web.

Contattatemi

Se credete che le vostre incisioni, su CD o LP, siano superiori alla media per qualità del suono o dell'esecuzione. Che siate uno studio di registrazione, una casa discografica o artista, prometto di promuovere senz'altro il vostro lavoro se valesse di più degli standard qualitativi, in vero deplorevoli, cui l'industria musicale del XXI secolo si sta dando. Sappiate che da una buona riproduzione musicale domestica non avete nulla da perdere e tutto da guadagnare; quindi contattatemi subito.

© Copyright 2008 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

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