On an Overgrown Pathé

[On an Overgrown Pathé]

Copucornia

[English version here]

Prodotti: Edison Triumph Model B, Pathephone Concert Model 20, Victor V
Produttori: National Phonograph Co., fratelli Pathé, Victor Talking Machine Co. - USA, Francia (tutti defunti)
Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Maggio, 2022
Traduttore: Roberto Felletti

Va bene, lo ammetto subito: ho coniato io la parola “copucornia”. È un gioco di parole con “cornucopia”. La cornucopia, naturalmente, è il corno dell'abbondanza (horn of plenty, in inglese). Oggi propongo di provare trombe in abbondanza! (plenty of horns, nel testo originale; il gioco di parole si perde in italiano.)

Questo articolo è nato perché ho pensato che sarebbe stato interessante confrontare le caratteristiche sonore dei fonografi acustici e dei dischi prodotti dai tre principali protagonisti dell'industria della registrazione del suono all'inizio del XX secolo. Qui di seguito delineerò come ho cercato di tenere confrontabili i risultati, ma basti dire che il mio obiettivo è riportarvi indietro di un secolo per darvi la possibilità di valutare le scelte a disposizione degli ascoltatori audiofili nei primi giorni della registrazione del suono. In breve, ho realizzato un video nel quale potete ascoltare le registrazioni del medesimo cantante riprodotte da una macchina top di gamma di Edison, Pathé e Victor, a turno, per stabilire quale preferite. In cosa una è più forte o più debole delle altre? Giudicate voi!

Riflessioni introduttive

Oggigiorno, un modo sicuro per iniziare una discussione sull'audio è dare un'opinione sulle trombe. Alcuni amano i diffusori caricati a tromba; altri li odiano. Nessuno sembra stare in mezzo. Fino a metà/fine anni '20, per contrasto, l'unica controversia sulle trombe era tra coloro a cui piacevano visibili e coloro a cui non piacevano visibili: a parte alcune macchine dal progetto esotico, le trombe erano il mezzo universale per diffondere la musica a volumi da stanza. La svolta si ebbe nel 1906, quando la Victor presentò il suo primo Victrola. Fino ad allora la tromba era stata sempre “in bella mostra”, a meno che il possessore di un dispositivo per la riproduzione dei dischi non acquistasse un costoso cabinet prodotto da terzi nel quale collocare una macchina di serie, che forniva un modo per nascondere la tromba standard dietro una griglia. Simili aggeggi oggi sembrano affascinanti, e spillano cifre sostanziose ai collezionisti, ma quand'erano nuovi, a fronte della praticità d'uso, essi si amalgamavano malamente con il tipico arredamento domestico. La genialità del progetto Victor fu infilare la tromba in un cabinet chiuso che ospitava il resto del meccanismo come se fosse un'unità integrata, facendola diventare un pezzo di bell'arredamento progettato per consentire un facile accesso al meccanismo di riproduzione. Quelle trombe al chiuso non suonavano bene quanto i modelli più grandi esposti all'aria, però avevano il merito di possedere quello che oggi chiamiamo “WAF maggiore” e molto velocemente sfrattarono le macchine con tromba aperta dai salotti, sebbene alcune rimanessero in servizio presso scuole e istituzioni simili, dove il volume aveva la precedenza sull'estetica domestica. Tra i tre principali produttori negli Stati Uniti -- Edison, Victor e Columbia -- la Edison cessò la produzione dei modelli con tromba aperta nel 1913; la Victor li propose ufficialmente fino al 1920, ma per quel periodo i modelli con tromba chiusa costituivano la stragrande maggioranza delle sue vendite, mentre le macchine con tromba aperta venivano prodotte principalmente come modelli di esportazione; la Columbia presentò l'ultimo modello di macchina con tromba aperta nel 1915. La Pathé, una forza importante in Europa ma un produttore secondario sull'altra sponda dell'Atlantico, non propose mai una macchina con tromba aperta negli Stati Uniti.

Progetti di trombe

[Tromba Morning Glory]Nel periodo in cui erano palesemente visibili, le trombe rientravano in due grandi categorie. Le prime, anche in ordine di apparizione, furono quelle a forma di cono che si protendeva nella stanza. Nel caso delle macchine per cilindri, esse potevano essere piccole, sorrette interamente dal riproduttore, oppure talmente lunghe da avere bisogno di un'asta separata che facesse da sostegno. L'equipaggiamento standard per la maggior parte delle macchine per cilindri di Edison, ad esempio, era una tromba conica da 14 pollici (35,5 cm), nera con una campana di ottone, definita dai collezionisti di oggi come stile “cappello di strega”. Queste piccole trombe avevano il pregio di essere sufficientemente piccole da non richiedere un supporto aggiuntivo e imponevano pochi costi e problemi di spedizione al produttore, però offrivano una riproduzione e un volume scadenti. Di conseguenza, spuntò fuori un brillante produttore che offriva trombe più grandi, spesso più ornamentali. Il che equivale a dire upgrade! Chi ha l'hobby dell'audio non cambia mai nel tempo.

A volte, queste trombe sostitutive erano semplicemente del tipo a cappello di strega grande, ma spesso erano più decorative. Un esempio lo vedete a destra: una tromba del tipo cosiddetto “morning glory”, placcata nichel, con rose decorative dipinte a mano all'interno e lati gradualmente scampanati che terminano con un bordo dentellato anziché lati dritti che terminano in una campana circolare bruscamente angolata. Questa particolare tromba venne realizzata da un'azienda che si chiamava Hawthorne & Sheble, un importante fornitore di accessori per fonografi e dispositivi che iniziò l'attività nel settore biciclette. Un altro importante produttore di trombe fu la Tea Tray Company, azienda dal nome curioso; immagino che riusciate a indovinare cosa faceva prima di entrare nel settore delle trombe per fonografi (tea tray = vassoio da tè). I fonografi erano un grosso business, e tutti quelli che riuscivano a trovare un modo per aggirare i brevetti di Edison, Victor e Columbia ne volevano una fetta.

La sostituzione con le trombe più grandi creò un problema ai rivenditori Edison: cosa farne di quelle piccole, originali? L'edizione di aprile 1903 della pubblicazione aziendale Edison Phonograph Monthly riporta come un rivenditore ingegnoso risolse il problema. «Uno dei problemi che tutti i grossisti e i grandi rivenditori devono affrontare è trovare un modo per smaltire lo stock di trombe da 14 pollici che resta tra le loro mani quando i clienti le scambiano con trombe più grandi. Un grossista dell'Ovest di recente si è liberato del suo stock in maniera molto astuta. Durante una campagna politica nella sua città c'è stata una domanda talmente elevata di megafoni che il fornitore non è riuscito a soddisfare. Cogliendo l'occasione, questo grossista aveva molti bocchini adatti per trombe da 14 pollici e in poco tempo ha venduto l'intero suo stock per una cifra simbolica ma soddisfacente. Piuttosto astuto, non è vero?» Per quanto mi riguarda, penso che mi sarebbe piaciuto essere un commerciante di tappi per le orecchie!

[Tromba a montaggio frontale]Le macchine per la riproduzione dei dischi erano quasi sempre equipaggiate con qualche variante della tromba con profilo conico. Qui la tromba era assicurata alla macchina anziché essere attaccata al riproduttore o collegata ad esso tramite un corto tubo di gomma restando sospesa per mezzo di un'asta. Ribadisco che le trombe a “cappello di strega” e “morning glory” (o riconducibili allo stile “floreale”) erano comuni; le prime predominanti per le macchine cosiddette “a montaggio frontale” (vedere foto a sinistra), come quella del marchio “La Voce del Padrone”, mentre le seconde si trovavano più comunemente sulle macchine “a montaggio posteriore” (vedere foto sotto, a destra).

[Tromba a montaggio posteriore]Come gli audiofili moderni sanno, con trombe più grandi è meglio. Il problema delle trombe grandi di tipo conico, particolarmente delle trombe per macchine per cilindri sorrette da un'asta, era (ed è) che si protendono goffamente nella stanza occupando spazio, stanno in mezzo ai piedi, sempre con il rischio di andarci a sbattere contro. Con le macchine per dischi, le trombe a montaggio frontale avevano il medesimo problema, sebbene in misura minore, al quale se ne aggiungeva un altro: in questo progetto, tutto il peso della tromba e della struttura di supporto gravava sul disco, nel punto dove c'era lo stilo d'acciaio, causando una usura ancora maggiore perché le macchine erano equipaggiate con trombe sempre più grandi. Il montaggio posteriore, con la tromba sorretta da una staffa sul retro del cabinet e con il riproduttore accoppiato a un braccio relativamente corto, risolveva ampiamente entrambi i problemi in una volta sola, perché la tromba, partendo da dietro, si trovava per forza di cose sopra, o per lo più sopra, al cabinet anziché protendersi nella stanza e il braccio, così com'era progettato, avrebbe applicato il medesimo peso di lettura, indipendentemente dalla dimensione della tromba.

Nelle macchine per cilindri, Edison risolse il problema introducendo un secondo stile di tromba, conosciuto come tipo “a collo di cigno”. Una tromba a collo di cigno era rimodellata per estendersi verticalmente, con una curva ampia sul retro che terminava in una campana direttamente sopra la macchina. In seguito, le prime trombe per radio avrebbero adottato la medesima configurazione. Un importante produttore di queste trombe, sia per fonografi sia per radio, era Musicmaster, l'azienda che realizzò la tromba della macchina di Edison che si può ascoltare nel video. Questo progetto si trova comunemente soltanto sui riproduttori per cilindri, ma almeno un'azienda europea, una ditta tedesca che si chiamava Mammut, di fatto equipaggiò le macchine per dischi con trombe aventi un profilo simile. La macchina Pathé nel video è stata equipaggiata con una tromba tedesca di questo tipo, sebbene io non sapessi che era un prodotto Mammut.

I materiali e la decorazione variavano. Molto spesso le trombe erano fatte di metallo, ma erano disponibili anche trombe di legno, in genere con sovrapprezzo. Quando una macchina montava una tromba di legno, questa solitamente veniva coordinata con il legno del cabinet del fonografo, quasi, ma non sempre, quercia. Tra gli altri materiali con cui venivano realizzate le trombe, c'erano, tra l'altro, la cartapesta, il cartone e anche il vetro. Le trombe a cappello di strega erano quasi sempre nere, in genere con una campana di ottone; le trombe di tipo morning glory in metallo potevano essere nere, specialmente se venivano vendute come dotazione originale, ma le trombe di terze parti spesso erano verniciate con colori vivaci, con o senza righe o fiori o entrambi. Occasionalmente, una tromba di metallo poteva essere verniciata con finte venature, per dare la sensazione di un modello in legno più costoso. Le trombe in vero legno potevano essere lisce o avere inserti ornamentali, tipo le trombe a “punta di lancia” che spesso si trovavano sulle macchine Victor più high-end, come quella nel video.

A metà degli anni '20 comparve un nuovo tipo di tromba: la tromba esponenziale rientrante. Questo progetto, sviluppato in seguito a uno studio scientifico dei principi acustici e introdotto per accompagnare le nuove registrazioni elettriche, era tutta un'altra cosa rispetto alle camere, solitamente squadrate e acusticamente un compromesso, delle trombe dei Victrola più vecchi e delle macchine con cabinet simili, e con la sua lunghezza effettiva maggiore e la migliore geometria offriva una risposta notevolmente migliore, particolarmente in gamma bassa. Inoltre, offriva senza sforzo prestazioni migliori rispetto a molte trombe aperte di vecchio tipo, se non tutte. Ho letto affermazioni aneddotiche secondo le quali le trombe a collo di cigno hanno un buon suono perché le loro proporzioni, matematicamente, non si discostano troppo da quelle delle più recenti trombe esponenziali; prendete questo con quanti grani di sale ritenete opportuni. L'esempio più famoso del tipo esponenziale fu la Orthophonic della Victor, ma la Columbia e altri produttori avevano i loro equivalenti. Queste trombe, tuttavia, erano sempre dentro un cabinet, mentre il nostro interesse, oggi, è rivolto a macchine che mettono in mostra orgogliosamente le loro trombe affinché tutti possano vederle. Le trombe Orthophonic, e altre di quel tipo, sono argomento per un futuro articolo e, forse, video. Tutto questo ci porta a...

Le stelle dello spettacolo odierno

[Tre trombe]

A tutti piace una bella guerra dei formati, giusto? Il video mostra trombe di entrambe le ampie categorie nei due materiali predominanti: una tromba a collo di cigno in vero legno, una tromba a collo di cigno in metallo e una tromba in legno della famiglia conica. Le macchine coinvolte, ciascuna delle quali è un top di gamma (o quasi) della linea di produzione, rappresentano un riproduttore per ciascuno dei principali sistemi di registrazione in competizione all'epoca: cilindri (Edison), dischi a taglio verticale (Pathé) e dischi a taglio laterale (Victor). Se avete bisogno di un ripasso sulla differenza tra i due “tagli”, andate qui. Senza ulteriori indugi, ecco i riproduttori:

Fonografo Edison Triumph, Model B, con tromba a collo di cigno Musicmaster in quercia. (Foto a sinistra, sopra.)
Il Triumph, derivato dal fonografo con motore a molla (Spring Motor Phonograph) originale di Edison, della metà anni '90 dell'800, durante gli anni della sua produzione andò dal Modello A fino al G. Quando fu introdotto nel 1906, il Modello B era il prodotto di punta della linea standard dell'azienda per la riproduzione domestica dei cilindri. Il suo successore, il Modello C, fu introdotto nel febbraio 1908. Il Modello B era progettato soltanto per cilindri da due minuti, poiché Edison non aveva ancora messo in commercio il tipo da quattro minuti[1], ed era dotato di una tromba di tipo morning glory sorretta da un'asta. Dalla sua uscita dalla fabbrica, questo riproduttore è stato aggiornato con un kit di conversione per quattro minuti e la tromba a collo di cigno in legno, proposti inizialmente nell'ottobre 1908 e nell'agosto 1910, rispettivamente, ma naturalmente entrambi possono essere stati aggiunti in qualsiasi momento tra allora e quando ho comprato la macchina, qualche anno fa. Nel video, essa riproduce un cilindro in celluloide Blue Amberol da quattro minuti. Edison avrebbe consigliato il riproduttore successivo (il Diamond B), che suonava più forte, per questa incisione, ma quel modello non è adatto per i cilindri di cera e all'epoca molti optavano, come ho fatto io, per il riproduttore Modello O, con stili intercambiabili, per via della sua comodità come soluzione tutto-in-uno per ogni tipo di cilindro. La tromba, in realtà, è un qualcosa di ibrido. Dal collare di metallo alla campana, è realizzata in quercia per coordinarsi con il cabinet della macchina. Quella parte sinuosa che va dal connettore in gomma al collare, d'altra parte, è metallo verniciato per somigliare a legno venato.

Pathé Concert Model 20 Pathephone, con tromba in ottone con profilo a collo di cigno. (Foto al centro, sopra.)
Le macchine della serie Concert erano la linea di punta della Pathé ed erano progettate per riprodurre i dischi da 20 pollici a 120 giri in ambienti in cui il volume aveva importanza, tipo caffè o bar. Diversamente dai motori a tripla molla delle macchine Victor ed Edison, quelli delle grosse macchine Pathé avevano un'unica molla che però era insolitamente potente, come diventa fin troppo evidente quando se ne carica una. La Pathé si differenziava dagli altri due produttori anche per un altro aspetto: durante il periodo in cui erano diffusi questi dischi, tutti i prodotti Victor ed Edison erano direct-to-medium (registrazioni dirette su disco o cilindro, rispettivamente), mentre la Pathé registrava su cilindri di grosse dimensioni e poi con il pantografo li editava per realizzare master di produzione per tutto, cilindri e dischi commerciali di varie misure, indistintamente. Ma per tornare alla macchina che si può ascoltare nel video, come abbia fatto ad arrivare sulla mia sponda dell'Atlantico è un mistero. In Europa, la Pathé Frères era un'industria pionieristica che si affermò come azienda leader per la produzione di dischi e macchine in Francia, nonché come presenza importante nel resto del continente europeo, così tanto che capisco perché oggi “Pathephone” resti un termine generico per il fonografo in Russia. Negli Stati Uniti, d'altra parte, la Pathé fu l'ultima arrivata; aprì la sua succursale USA soltanto nel 1914. In quel periodo le macchine con tromba aperta erano decisamente fuori moda e la Pathé USA non le ebbe mai nel suo catalogo, né sembra che abbia venduto dischi da 20 pollici in questo paese. Inoltre, la tromba su questa macchina non è dotazione Pathé originale, altrimenti sarebbe stata del tipo con profilo conico a campana, come quelle Victor; si tratta di una immensa[2], ma relativamente fragile, tromba tedesca, modellata in una configurazione simile, ma più grande, a quella del cigno Musicmaster; trasportarla senza danni attraverso l'Atlantico, insieme alla pesante e grossa macchina, non deve essere stato un compito facile. Detto ciò, la tromba è del periodo giusto per questa macchina e il loro accoppiamento, all'epoca, era plausibile considerato lo scopo: generare un alto volume d'ascolto.

Macchina parlante Victor V con tromba a punta di lancia in quercia. (Foto a destra, sopra.)
Come l'Edison Triumph e, presumibilmente, il Pathé Concert 20, quando comparve sul mercato, nel 1903, il Victor V (V è il numerale romano 5, non la lettera) era il modello top di gamma del suo produttore e tale rimase per un anno, finché la Victor non aggiunse il Victor VI alla sua scuderia. Per quanto riguarda le prestazioni, il V restò sempre in fascia alta, poiché le differenze tra i due modelli erano per lo più estetiche: finiture in nichel contro oro, quercia contro mogano, ma aveva lo stesso motore, riproduttore, braccio e progetto della tromba. Inoltre, il V sopravvisse al VI nel catalogo per tre anni e infine, nel 1920, non fu più prodotto. Notate, tuttavia, che sia il V sia il VI, sebbene fossero macchine di qualità superiore, furono prontamente eclissati dal Victrola con tromba interna, che debuttò quasi contemporaneamente al Victor VI ma con un prezzo iniziale doppio. (Seguirono presto dei modelli meno costosi a mano a mano che il progetto dimostrava la propria validità.) Per i primi tre anni, sebbene restasse un progetto a montaggio posteriore, il Victor V ebbe un cabinet elaborato, sulla scia delle precedenti macchine a montaggio frontale del cambio di secolo; quella di cui parliamo qui fu realizzata dopo un restyling verso linee Mission più semplici nell'ottobre 1906. La sua tromba è il modello in legno, a punta di lancia, top di gamma della Victor. Sebbene fosse un upgrade con sovrapprezzo delle trombe in metallo di serie fornite con il Victor V, la punta di lancia doveva essere l'opzione più diffusa, poiché le trombe in metallo non sembra si trovino così spesso su questo modello. Nelle foto potete notare come la configurazione differisca, in quanto la tromba a punta di lancia ha un profilo conico a campana più corto e diretto rispetto al lungo profilo sinuoso del tipo a collo di cigno.

Il metodo nella mia pazzia

Ho fatto del mio meglio per mantenere le cose confrontabili tra le tre macchine. Primo, ho scelto dischi del medesimo cantante per ciascuno dei formati in gara, tutti realizzati in un periodo di circa cinque anni. I candidati non erano molto numerosi, in quanto molti artisti firmavano contratti in esclusiva con un'etichetta o l'altra, e probabilmente soltanto un vero vagabondo commerciale sarebbe apparso su tutte le tre etichette prese in considerazione qui. Inoltre, in quei tempi precedenti l'aviazione commerciale, gli artisti che avevano una carriera dignitosa su una sponda dell'Atlantico potevano essere sconosciuti sull'altra; ciò significava che quelli di interesse per la Pathé francese potevano non essere di interesse per la Edison o per la Victor con sede in USA, e viceversa, sebbene (aspetto importante per i nostri scopi) la seconda, specialmente nei primi anni, di fatto attinse largamente a master realizzati in Europa dalla sua affiliata inglese The Gramophone Company, conosciuta per un po' col nome di The Gramophone and Typewriter, Ltd. Fortunatamente, nella mia collezione ho trovato dischi di una figura importante che superò i confini di tutte e tre le etichette: Leo Slezak, nato in Moravia ma pilastro dell'Opera di Corte (poi di Stato) di Vienna, che fu anche attore cinematografico di successo e membro anziano di un'affermata famiglia di teatranti per tre generazioni. Fortunatamente per noi, egli fu anche un prolifico artista che incideva. Per saperne di più su di lui e la sua talentuosa famiglia, andate qui.

[Ritratto di Leo Slezak]Cosa canta per noi:[3]

Puccini: Tosca, Atto III -- “E Lucevan le Stelle”, cilindro Edison 28146, circa 160 giri. Registrato ca. giugno 1909 e pubblicato come cilindro di cera Amberol B 155 nel novembre 1909; questa copia è una ristampa su celluloide Blue Amberol.

Meyerbeer: Les Huguenots, Atto I -- “Plus blanche que la blanche hermine” (In tedesco, “Ihr Wangenpaar”). Pathé B 60060, circa 88 giri. Registrato a Berlino, ca. 1913.

Meyerbeer: Le Prophete, Atto III -- “Pastorale”, (“Pour Berthe, moi je soupire”) (In tedesco, “Kein's von allen Erdenreichen”). Victor 64112, circa 78 giri. Registrato a Vienna da Gramophone and Typewriter nel luglio 1907.

Dal punto di vista tecnico, ho effettuato tutte le registrazioni con il medesimo registratore digitale, Tascam DR 100 Mk.II, nella medesima stanza, registrando simultaneamente il video con una fotocamera digitale Lumix DMC-FZ300; entrambi i dispositivi sono stati messi su cavalletti. Ho registrato le macchine in funzione una alla volta, dopo avere preso le misure per posizionare il Tascam alla medesima distanza dalla campana di ciascuna tromba. Finite le registrazioni, ho trasferito i singoli file audio sul mio laptop Lenovo X220 (che sta invecchiando), li ho aperti con il software Ocenaudio e li ho spostati tutti in un unico file onnicomprensivo per una simultanea normalizzazione con lo scopo di preservare il volume relativo. A parte tagliare rumori estranei prima e dopo la musica, non ho applicato ulteriori elaborazioni al suono; poi ho diviso il grosso file in file separati per integrarli nel video. Ho scartato le tracce audio registrate dalla fotocamera digitale, che erano un po' distorte sui picchi e autolivellate. L'elaborazione video è stata fatta con il software Filmora, sempre sul laptop Lenovo.

Ascoltare per credere

Basta con i discorsi introduttivi -- è ora di un po' di musica. Qui sotto c'è il link per il video. Spero che troverete interessanti i risultati contrastanti ottenuti dalle differenti tecnologie e, cosa più importante, che apprezzerete lo spettacolo!

Note dell'autore

[1] - Non dimenticate che le macchine di Edison facevano affidamento su un carrello meccanico per far muovere lo stilo lungo il cilindro a una velocità corrispondente al passo del solco. Di conseguenza, dimezzando il passo del solco (e la dimensione) per raddoppiare il tempo di riproduzione da due a quattro minuti, era necessario non solo uno stilo nuovo, più piccolo, per i cilindri, ma bisognava anche aggiornare i fonografi con nuovi accessori che riportassero il sistema di trasporto in sincronia. L'adattatore montato sul presente Triumph aggiungeva un cambio marcia e un meccanismo per scegliere tra due e quattro minuti. Alcune macchine con tromba aperta e tutti gli Amberola con tromba chiusa, dopo il primo modello, avevano solamente un meccanismo per i due minuti.

[2] - Con l'aiuto di un metro da sarto lungo le serpeggianti curve di questa tromba, ho stimato una distanza tra riproduttore e bocca pari a poco più di 1,5 metri.

[3] - Dati di registrazione da Flury, Giacomo Puccini: A Discography; Arsenty and Letellier, Giacomo Meyerbeer: A Discography of Vintage Recordings 1889-1955; e il numero di novembre 1909 de The Edison Phonograph Monthly, che in una pagina ha fornito anche la fotografia dedicata al “Nuovo Grande Talento dell'Opera”.

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