On an Overgrown Pathé

[On an Overgrown Pathé - Rubrica vintage di TNT-Audio]

Mettiamo in moto tutti i cilindri

Una breve guida ai fonografi per cilindri di Edison

[English version here]

Autore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Settembre, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Prima parte: qualche osservazione generale

A volte i miracoli succedono. Pensate ai cilindri e ai fonografi. Entrambi scomparvero dal mercato nel 1929, quando i riproduttori fonografici erano tecnologia di ieri e molta musica registrata in quel formato era fuori moda o troppo sdolcinata. Tuttavia, oggi i cilindri e i fonografi sopravvissuti restano disponibili, per non dire che abbondano, sui siti di aste e nei forum specializzati; sì, per alcune rarità i prezzi sono elevati, ma molti cilindri, normalmente, si acquistano per pochi dollari e fonografi base, in buone condizioni, possono essere portati a casa per un prezzo all'incirca equivalente a quello di un moderno giradischi Pro-Ject o U-Turn, probabilmente per un terzo del costo di un iPhone X. Un miracolo, appunto.

Anche le cose miracolose, tuttavia, hanno una curva di apprendimento e i cilindri non fanno eccezione. Con questo articolo, e con quelli seguenti, intendo prendere per mano sia il potenziale collezionista sia il semplice curioso per una veloce passeggiata lungo quella curva. Il mio scopo è offrirvi una familiarità di base, la comprensione dei fondamentali. Non intendo essere esauriente e, al contempo, spero che non sarete esauriti dal viaggio.

Qualsiasi buon viaggio inizia con un itinerario stabilito. Nel nostro caso, allo scopo di mantenere le cose gestibili, limiterò la trattazione ai tipi comuni di cilindri e di fonografi per cilindri di Edison che, probabilmente, un aspirante collezionista potrà incontrare negli Stati Uniti. Perché? Innanzitutto, le macchine vendute dalla Columbia, l'unica concorrente importante di Edison negli USA, sembrano essere numericamente inferiori, anche se originariamente tendevano a costare meno delle controparti di Edison; non sorprendentemente, quelle dei concorrenti minori sono ancor meno diffuse. Secondo, le macchine di Edison furono vendute in tutto il mondo e, quindi, è più probabile trovarle ovunque; non so quali siano maggiormente disponibili nei mercati fuori dagli Stati Uniti (sebbene la Pathé, almeno in Francia, dovrebbe predominare), ma direi che sia ragionevole supporre che i fonografi di Edison siano quantomeno presenti nella maggior parte di essi. Quindi, dopo aver stabilito queste regole di base, “mettete le preoccupazioni nel vostro vecchio zaino e sorridete, sorridete, sorridete” (il riferimento è a una marcia della Prima Guerra Mondiale, “Pack Up Your Troubles in Your Old Kit-Bag, and Smile, Smile, Smile”, pubblicata a Londra nel 1915 - NdT). Siete pronti?

Partiamo dai dischi: tutti i cilindri sono a forma di, beh, cilindro cavo, come un barattolo di zuppa Campbell, senza le estremità e, solitamente, ne hanno anche le dimensioni. Sebbene, di sicuro, ne siano stati prodotti alcuni con dimensioni differenti, quelli comuni, standard, misuravano approssimativamente 4" di lunghezza x 2,25" di diametro (esterno); per coloro tra voi che siano fissati con il sistema metrico decimale, sono circa 102 mm di lunghezza x 63 mm di diametro. La superficie interna di un cilindro può essere ampiamente scanalata oppure liscia, può o non può essere del medesimo materiale della superficie esterna e alle estremità possono esserci degli anelli di rinforzo in metallo. A differenza della superficie esterna, che è perfettamente uniforme, la superficie interna si restringe leggermente; questo significa che le aperture alle estremità hanno dimensioni leggermente differenti. I primi cilindri non avevano dati identificativi, o erano scarsi, ma quelli successivi, solitamente, avevano il nome della selezione, forse il nome dell'artista e il numero di catalogo incisi nella parte più spessa, che poteva essere squadrata o smussata. Il solco corre intorno alla superficie esterna liscia come una filettatura estremamente fine e parte dall'estremità con l'apertura più grande (mai etichettata) per terminare in quella con l'apertura più piccola (probabilmente etichettata). Il passo del solco è 100 filetti/pollice (per un cilindro da due minuti), 200 per quelli successivi (da quattro minuti).

In genere, i cilindri venivano prodotti sia con l'uso di “cera” solida (in realtà un amalgama di vari ingredienti, tra cui la paraffina e l'acido stearico) sia come laminato, con una superficie di riproduzione in celluloide sopra una qualche specie di nucleo portante. I cilindri in cera potevano essere bianchi (i primi in assoluto), da marrone chiaro a marrone cioccolato fondente (sempre i primi, ma successivi) oppure neri (dopo il 1902 circa). I cilindri da due minuti venivano realizzati con cera più morbida di quella utilizzata per i cilindri “amberol”, da quattro minuti, di Edison e per questo motivo tendono a sbriciolarsi più facilmente; comunque, entrambi i tipi si consumano con l'uso e sono fragili, per cui bisogna maneggiarli con cura. In particolare, bisogna evitare di toccare la superficie incisa; per prendere in mano un cilindro, dovete allargare l'indice e il medio per afferrare la superficie interna.

I cilindri in celluloide, invece, non si usurano in maniera significativa. Quelli di Edison erano tutti da quattro minuti e avevano un nucleo in malta, materiale più resistente della cera ma che, comunque, può rompersi, deformando la superficie incisa fino a renderla non più riproducibile, oppure può gonfiarsi, impedendo il corretto montaggio del cilindro sulla macchina o anche crepando la superficie. Alcuni cilindri, di altri produttori, avevano un nucleo in cartone, spesso rinforzato con anelli metallici alle estremità, che facevano contatto con il riproduttore solo alle estremità, per evitare i brevetti di Edison sul foro rastremato del cilindro. Il colore più utilizzato per i cilindri in celluloide era un blu cobalto scuro, che Edison scelse per i suoi cilindri “blue amberol” da quattro minuti, ma egli produsse anche una serie di cilindri in celluloide viola per competere con i dischi Red Seal della Victor; altre aziende produssero cilindri in celluloide, da due e da quattro minuti, neri o rosa.

[Triumph, Modello B] [Triumph, Modello D]

Ritornando ai riproduttori, il “mandrino”, l'equivalente del piatto di un giradischi, sembra essere un cilindro di metallo rotante pilotato dal motore, ma in realtà è leggermente rastremato per corrispondere all'interno di un cilindro (disco), rendendolo, tecnicamente, un tronco di cono. Il mandrino, all'estremità sinistra, più larga, è sempre sostenuto da un cuscinetto; nelle macchine prodotte successivamente, in maniera esclusiva. Le prime macchine avevano un secondo cuscinetto per l'estremità destra del mandrino, montato su una barra di sostegno basculante chiamata anche “arresto terminale”. Con questi modelli, prima di riprodurre il cilindro bisogna ruotare l'arresto terminale verso l'estremità destra del mandrino e bloccarlo; terminato l'ascolto, bisogna sbloccarlo e riportarlo nella posizione di partenza prima di togliere il cilindro.

Ogni macchina ha un “riproduttore”, corrispondente alla moderna testina di un giradischi. Si tratta di una scatola metallica rotonda, sotto la quale è montato uno stilo e sopra la quale c'è un tubicino che sporge dalla parte superiore. Il suono fuoriesce da questo tubicino e passa, direttamente oppure attraverso un piccolo spezzone di gomma, nella tromba, che lo amplifica per portarlo a volumi da ascolto in ambiente. Alcuni riproduttori di Edison sono dotati di un doppio stilo, selezionabile, per poter riprodurre sia i cilindri da due minuti sia quelli da quattro minuti, ma la maggior parte ne ha solo uno, di un unico tipo; il più comune è il modello C, mentre per i cilindri da quattro minuti si usa il modello H. Grossomodo si assomigliano, ma dovete fare attenzione: riprodurre un cilindro in cera da due minuti con uno stilo per cilindri da quattro minuti danneggerà il disco.

Il riproduttore è montato in un contenitore scorrevole in metallo che si inarca sul mandrino (in alcune delle tarde macchine di Edison il riproduttore era fisso e il mandrino si muoveva sotto di esso, ma questi modelli non comuni e costosi esulano dallo scopo di questo articolo). Una “coclea”, o una lunga barra filettata, guida meccanicamente il contenitore, e quindi il riproduttore, attraverso la faccia del disco, in sincronizzazione con l'avanzamento laterale del solco del disco. La coclea può correre dietro e parallela al mandrino, oppure può essere un'estensione dell'asse su cui il mandrino ruota. In entrambi i casi può correre a un'unica velocità, nel cui caso potrà riprodurre solo cilindri da due o da quattro minuti, oppure può avere una “leva del cambio” per gestire entrambe le velocità.

Per posizionare un disco per l'ascolto, bisogna farlo scorrere a sinistra sul mandrino, come una manica, cominciando dall'estremità senza l'incisione del titolo, se presente. Se cominciate dalla parte sbagliata, il cilindro sforzerà contro il mandrino molto prima di scorrere fino in fondo. A causa della rastremazione combaciante, il cilindro, se inserito correttamente, aderirà contro il mandrino e si bloccherà, anziché scorrere fino in fondo e uscire dalla parte opposta. Fate attenzione: a seconda del materiale di cui è fatto il cilindro, se lo premete troppo forte contro il mandrino potete facilmente frantumare il disco. Come sottolineato prima, il nucleo in malta di un cilindro blue amberol potrebbe gonfiarsi fino al punto da non poter rendere possibile montarlo sul mandrino; se capita, potete rifilarlo con un “alesatore”, facilmente reperibile nei negozi specializzati e su eBay; sostanzialmente, un “alesatore” è un mattarello rastremato in legno con della carta vetrata a grana grossa incollata sopra. Il prezzo oscilla tra i 25 e i 30 dollari.

[Motore a molla singola di Edison] [Motore Triton]

Naturalmente, per riprodurre il cilindro è necessaria una qualche forza motrice che faccia ruotare il mandrino. Sorprendentemente, le prime macchine di Edison, in realtà, avevano motori elettrici che funzionavano tramite pile a liquido.

Nei primi tempi, tra le altre sorgenti di forza motrice c'erano i pedali, come quelli che facevano funzionare le contemporanee macchine da cucire domestiche, e anche la pressione idrica.

Tuttavia, alla fine l'azienda adottò i motori a molla come soluzione più pratica per l'uso domestico.

Vari progetti furono proposti e, talvolta, riciclati; ad esempio, l'Amberola 30 era dotato del motore progettato per il modello a tromba aperta Fireside. Molti motori Edison avevano un'unica molla. Per contrasto, il più grande, il “Triton”, montato nelle macchine di Edison più costose, era un potente progetto a tripla molla.

Fermiamoci qui. Nel prossimo articolo di questa serie esamineremo alcuni modelli di fonografo particolari in cui, probabilmente, i collezionisti potrebbero, oggi, imbattersi.


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