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Amplificatore 47 Labs Gaincard - una seconda opinione

È il "47" la risposta a tutto?

[Gaincard 4706]
[English version]

Prodotto: amplificatore Gaincard 4706
Costruttore: 47 Labs
Prezzo approssimativo: e3300
Esemplare in test: prestato dal costruttore
Recensore: Werner Ogiers

All'inizio di quest'anno rimasi affascinato dalle favolose recensioni su quel piccolo e divertente amplificatore a stato solido, il 47 Labs Gaincard. Decisi che dovevo provare un Gaincard. Chiedendo a Sakura Systems, USA, scoprii che il nostro Geoff ne aveva già avuto uno. Avversa fortuna.

No invece! anzi... Geoff si accordò con Sead Lejlic della Konus Audio, distributore in Bosnia e Herzegovina (il mondo è veramente piccolo, tutti interessati a questo piccolo ampli!) e possessore formale del demo Gaincard di TNT, in modo da spedire il piccoletto a me in Belgio dopo che lui avesse fatto le sue prove. Ma c'è di più. Noi avevamo bisogno di una pausa, e avevamo già deciso per la Normandia e la costa Bretone.

1 + 1 = 2 ed eccoci, attraverso la terra dei Celti bussare alla porta degli Husbands.

Prima sessione d'ascolto - Vivere da Dio in Francia

Avemmo la possibilità di ascoltare il Gaincard da Geoff per due giorni e combinammo il tutto con un po' di piacevole bicicletta. Sono d'accordo con Geoff. Con le ultra efficienti Cabasse Sloop il piccolo 47 Labs suonava incredibilmente vivace e dinamico, mantenendo un ottimo livello di dettaglio. All'inizio, dato che ero alle prese con un ambiente e un sistema a me non familiari, il mio povero cervello non riusciva a riconoscere la profondità d'immagine, ma il secondo giorno c'era molta profondità, c'era un palcoscenico largo, c'era realismo puro e semplice; tutto grazie a qualche eccellente registrazione degli anni '50 suonata su un giradischi che costa più della nostra nuova Ford Fiesta.

Tornando agli ampli Audion a valvole noi tutti notammo che non c'era molta differenza con l'ampli a transistor Gaincard. Comunque, sostituendo le Cabasse con le grandi IPL a linea di trasmissione, preferivo sicuramente le nuove, più calde, perchè non amo molto il medio così diretto generato dalle Sloops. Ancora, a parte il bilanciamento tonale, la combinazione del Michell Orbe con la testina Dynavector completa del suo pre, il pre Audion, il Gaincard, i cavi di connessione 47 Labs, e le Cabasse suonava veramente in modo speciale. (A parte lasciatemi dire che anche le IPL in kit sono fantastiche, specie pensando che costano intorno ai 1000 Euro!).

Seconda sessione d'ascolto - Un disastro

Prestai quindi il Gaincard ad un mio amico, un rivenditore/distributore e amante della musica. Gli avevo specificato un sistema da preparare in anticipo, comprendente un Orbe/SME V/Allaerts MC-1, Delphini, Orca, Alecto Stereo e B&W Nautilus 802. Volevo le 802 perchè hanno una sensibilità di 92dB e le avevo già sentite andar molto bene con i 12W del Synthesis Nimis a valvole.

Ma quello che successe non era quello che il dottore aveva ordinato. Un probabile cliente aveva chiesto una demo di un altro giradischi top per il giorno dopo, e così l'Orbe rimase nell'imballo. Normalmente mi sarebbe stato anche bene ma, ma l'altro giradischi era così imbarazzato che dovemmo ripiegare su un CD-player per avere un suono almeno decente: un Musical Fidelity A3CD. Oh, e i diffusori erano Nautilus 803, con 90dB di sensibilità.

Con il CD-player connesso direttamente al Gaincard ed entrambi gli apparecchi ben scaldati, un problema apparve immediatamente: le S e le sibilanti erano fuori controllo e rimbalzavano tra i due diffusori come un ping-pong. Poteva essere che al CD-player non piacevano i 20kOhms di impedenza d'ingresso del 47 Labs? L'inserimento del pre di linea Orca risolse il problema e da allora gli alti furono i più puri possibile (data la sorgente).

Tutti i presenti erano d'accordo sul fatto che il Gaincard emettesse un sound molto bello e musicale, spesso paragonato al tipico "sound" a tubi ma con più profondità e dettaglio.
Il mio ospite però non era pienamente convinto e quindi vennero fatte alcune sostituzioni tra l'ampli in questione e un più economico e muscoloso 70W in classe AB. Il verdetto che emerse fu che mentre quello grosso aveva una buona tavolozza di colori il Gaincard andava leggermente in direzione opposta proponendo una rappresentazione un po' grigetta, quello grosso inoltre esercitava più controllo sul basso, suonando più pieno e vivo, non perdendo niente in dettaglio rispetto al Gaincard.

Sì, ottenemmo un bel suono dal 47 Labs, ma per arrivare a ciò dovemmo includere un pre, e comunque un finale economico fece di meglio.

Dovevo saperne di più. Le B&W 803 dovrebbero avere un'impdenza nominale di 8 Ohms, in realtà so che tra 100Hz e 300Hz hanno un forte avallamento che arriva a solo 3 Ohms. Non è una sorpresa quindi che un ampli di piccola potenza suoni un po' leggerino...


Gli operazionali negli ampli di potenza

Mentre gli amplificatori operazionali, o opamp, circuiti integrati con decine di transistor che offrono un guadagno differenziale altissimo, vengono utilizzati nei preamplificatori da decenni, il così chiamato opamp di potenza è ancora un animale raro nell'audio di qualità, utilizzato principalmente nei compattoni e nel car stereo.

In effetti conosco un solo ampli integrato di classe media che ne fa uso: il Linn Majik-I. E anche se non è un prodotto malsuonante, non si può certo dire che sia stupendo.

Ma ci sono ben tre esponenti di "power opamp" in high-end. Dagli USA il Rowland Concentra, un grosso integrato con una certa reputazione e con 12 LM3886 in una tripla configurazione a ponte.
Dal Giappone, la terra del sole nascente e degli estremismi audio, abbiamo prima avuto un finale a batteria (con gli LM1875 se non mi sbaglio), e ora c'è il 47 Labs Gaincard.

La maggior controindicazione nell'usare un opamp di potenza come singolo elemento attivo in un ampli di potenza è che la sua tipologia e i suoi particolari di progetto sono già stati fissati dal progettista del chip, non dal progettista dell'amplificatore audio. Inoltre, le tecnologie dei chip non permettono l'uso di processi ottimizzati per ogni tipo di transistor: i.e. anche al più basso livello di implementazione esistono alcuni compromessi che un progettista che usa componenti discreti può evitare.

Junji Kimura la vede diversamente: gli opamps sono fisicamente piccoli e ciò permette di costruire un circuito piccolo paragonato a quelli tradizionali. E in un circuito piccolo il prezioso segnale non deve attraversare grandi distanze. Paragonando questo a, per esempio, un Krell KAS-2, dove il percorso del segnale è "sparso" su diverse decine di cm quadrati di circuiteria.

Terza sessione d'ascolto - Casa dolce casa

Il mio giradischi non era operativo per alcuni interventi di manutenzione - Sto montando uno SME IV, ecc. - così l'ascolto è stato fatto solo con il CD. Ho usato l'ottimo Hawk MP-DAC, che mi aspettavo fosse un buon complemento al Gaincard, con il suo suono caldo e armonioso. E così fu.

Dopo tre giorni di warm-up continuo il 47 Labs fornì un suono molto trasparente, e questo senza grana, senza tracce di artifici elettronici. Il soundstage era esemplare, largo, profondo, ed arioso, come mai avevo sentito prima a casa mia.

L'equilibrio timbrico era chiaro, con alti ben in evidenza ma puliti ed un basso un po' magro. Un basso molto interessante: quello che perdeva in peso e calore lo rendeva in contorni meglio definiti e in una rimarcabile saldezza. Paragonate a questo le mie usuali elettroniche sembrano essere "strabordanti". O dovrei dire "sbronze"?

Ancora, si è perso un po' di corpo. Similmente, dinamicamente non c'è molta spinta, il mio antico Dynaco per esempio fa esattamente il contrario; quello che dà sono: calore e vivacità. Ciò significa che il Gaincard elettricamente potrebbe essere come un ampli a triodi di bassa potenza, ma sonicamente è completamente differente. ha gli stessi difetti e le stesse qualità ma in modo differente.

Vedete, pur essendo leggero e con tinte pastello, il suono era musicalmente molto interessante. Il fluire della musica, le inflessioni vocali, le ombreggiature sottili, la complessità dei ritmi, ... tutto era evidenziato in modo impressionante. No, in modo seducente.

Dopo un po' ho trovato un modo per compensare in parte la leggerezza del tocco, la mancanza di grinta: scopriì che per ogni registrazione c'era uno specifico livello del volume al quale tutto era più corretto, più reale che ad altri livelli. E quando questo particolare livello era nelle possibilità del Gaincard, la beatitudine era raggiunta.
Quando il livello necessario era eccessivo per il piccolo amplificatore, o si lasciava perdere, o ci si doveva spostare in una stanza più piccola. Ciò avveniva abbastanza spesso, quindi la mia conclusione fu che le Quad ESL possono essere un buon diffusore per il Gaincard, ma probabilmente solo in stanze più piccole dei nostri 4 x 8 metri.

Mettendo le cose nel giusto contesto

Fin qui non stavo esattamente delirando per il Gaincard. E allora tutte quelle estatiche recensioni Americane??? Guardiamo le cose un po' più da vicino: Herb Reichert ha usato i 4706 con le Avantgarde Duo, Art Dudley (Listener Magazine) con i Lowthers. Entrambi oggetti ad alta efficienza che potrebbero strappare la carta dai muri con solo 2 Volts in ingresso. Molto distanti sia dalle Nautilus che dagli elettrostatici. Ed entrambi i recensori riportavano una certa asciuttezza, e una perdita di atmosfera, di liquidità. Ma nuovamente entrambi trovavano la musica riprodotta attraverso il Gaincard interessante e divertente. Il Dr.Gizmo usava le Tannoy, e a parte il fatto che questo è l'ampli a transitor che gli piace di più, non dice niente sul suono. Steven Rochlin gli da 95 punti su tutta la banda, ma solo 75 per i bassi e 85 per i medio-bassi. Valerie-Anna-Log riporta un soundstage largo e profondo, con pienezza di dettaglio e fuoco. Blair Rogers ha usato delle Quad 63, inizialmente non gli è piaciuto, poi, dopo poche settimane disse che "Se stavate cercando un suono valvolare guardate altrove, altrimenti sedetevi e lasciate il 47 tessere il suo delicato filo di seta". Oh, egli sentì anche dei "bassi profondi, da brivido".

Apparentemente le mie impressioni riguardanti l'asciuttezza, la leggerezza sul basso e l'eccellente dettaglio e spazialità non sono così distanti dall'opinione comune quindi non dovrei aver paura di esser visitato da una squadra di Ninja.

Perfetto. Eccellente. Lasciatemi continuare.

Quarta sessione d'ascolto - Cominciando a "Sintetizzare..."

All'inizio dell'anno seppi che il Synthese One, un leggendario diffusore Belga high-end degli anni '80, veniva riproposto in una versione completamente rinnovata. E quasi per coincidenza trovai una persona che ne aveva appena comprato un paio nuovo degli originali.
Con una buona impedenza e una sensibilità di 89dB questi grandi quattro vie a linea di trasmissione promettevano di sposarsi bene al Gaincard. Di più: il proprietario espresse un certo interesse per il 47Labs. Quindi feci qualcosa che di solito non faccio: eseguire una parte di test d'ascolto in un ambiente a me sconosciuto. Spero che mi perdonerete.

[Synthese One MkI]

Nuovamente afflitto dalla cattiva sorte, nessuno dei miei giradischi era disponibile quella sera così ripiegammo, come sorgente, su un grosso DVD Sony, collegato direttamente al Gaincard.
Non ci ho speso più di tanto quindi prendete i miei commenti con le "molle". Il suono in generale mi ha ricordato un po' quello dell'accoppiata Cabasse/47 Labs, solo ora favolosamente neutrale e con un basso saldo e molto profondo. Anche la dinamica era eccellente, e le Synthese (spero di provare presto la versione MkII) sono risultate molto trasparenti, con un'ampiezza e profondità eccellenti. Si poteva ancora percepire qualcosa di asciutto e chiaro nei toni, ma teniamo conto che ero in un ambiente insolito, non molto assorbente, e stavo ascoltando diffusori che non avevo mai sentito seriamente prima. Ciononostante il buon risultato era lampante, le Syntheses si accoppiavano bene con il Gaincard.

Nei giorni seguenti il mio ospite ha ancora utilizzato il sistema, ampliato ora con un setup analogico costituito da: Pioneer CL-590/Dynavector DV-505/Shure V-15 (una grande nave da guerra Giapponese a trazione diretta, di quelle che Thorsten approverebbe). Il Gaincard gli è piaciuto molto con il vinile, specialmente per la sua precisione.
Al contrario la natura rivelatrice del piccolo ampli era troppo per i suoi poveri DVD Sony e CD-player Rega Planet. La decisione di comprare un 4706 è seguita a breve.

E la storia non finisce qui. Fui contattato da un altro costruttore di diffusori Belga, Koen Vaessen, famoso per i suoi diffusori Aquarius da 10000 dollari, che, dopo aver sentito il Gaincard su uno dei suoi diffusori, nuovamente un larga-banda molto efficiente, ha preso la distribuzione del prodotto per i paesi del Benelux.

Conclusioni

Ammiro il Gaincard, semplicemente perchè dimostra che un'enormità di bei suoni possono essere prodotti da un paio di economici operazionali di potenza. Esso prova qualcosa di rilevante per la progettazione audio. Adoro la sua concezione e il suo look. Però non lo amo perchè per me (nel mio sistema) la mancanza dei bassi e di un po' di calore lo rende distante dai miei gusti. Inoltre, la possibilità di applicazione è piuttosto limitata: la scelta dei diffusori è critica, e non tutte le sorgenti possono pilotare il Gaincard direttamente, senza preamplificatore (ho avuto problemi con altre due o tre sorgenti). Ancora però, quando le cose vanno per il verso giusto il Gaincard è realmente ampli integrato e non ho mai avuto problemi con l'attenuatore dual-mono a 12 passi.

Tutto sommato il 47 non può essere la risposta a tutto (noi tutti sappiamo che il vero numero è il 42 ;-) (modo di dire del mondo anglo-sassone derivato da una serie di novelle, "The Hitch Hiker's Guide to the Galaxy").
Ma se avete un diffusore larga-banda ad alta efficienza e con un basso generoso, accoppiato ad una sorgente calda e trasparente, allora il Gaincard rimane qualcosa di veramente speciale.

E, ragazzi, avete idea di quanto sono curioso riguardo il 4712 phonocube?



Questa è stata una recensione laboriosa, e senza l'aiuto di Sead Lejlic (Konus Audio), Geoff Husband (TNT), Philip Matthews (Hifi Corner), e Henk Catry, non ce l'avrei mai fatta. Quindi, grazie ragazzi!

systems used

  • CD-player: Musical Fidelity A3CD
  • pre: Michell Orca
  • finale: Michell Alecto Stereo MkII
  • diffusori: B&W Nautilus 803
  • cavo di potenza: AudioQuest F-18

  • meccanica CD: Rega Planet
  • convertitore DAC: Hawk MP-DAC
  • diffusori: Quad ESL-57
  • cavo di potenza: AudioQuest F-18

  • DVD-player: Sony DVP-S7700
  • diffusori: Synthese One
  • cavo di potenza: AudioQuest F-18

© Copyright 2000 Werner Ogiers per TNT Audio Magazine (https://www.tnt-audio.com)
Traduzione: Giovanni Aste

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