Lonpoo LP42M

Piccola modifica per renderli passivi

[Lonpoo LP42M]
[English version here]

Prodotto: Lonpoo LP42M - diffusori attivi (amplificati)
Costruttore: Lonpoo - Cina
Prezzo appross.: circa 110€/coppia, a seconda delle offerte e delle modalità di spedizione
Recensore: Lucio Cadeddu - TNT-Audio Italia
Recensito: giugno, 2025

Qualche settimana fa recensivo i nuovi minidiffusori attivi LP42M, con esiti non esattamente lusinghieri. Anzi, questi nuovi diffusori di Lonpoo sono stati una cocente delusione, tanto da meritarsi una sonora bocciatura senza appello. Tuttavia, il nuovo cabinet e i nuovi altoparlanti lasciavano qualche speranza e così ho deciso di andare a caccia del vero responsabile per un suono così deludente. Nella recensione avanzavo il sospetto che l'elettronica interna fosse in larga parte colpevole delle prestazioni così compromesse. Ho così deciso di estirparla del tutto e rendere gli LP42M completamente passivi.

Una modifica da 10 minuti

[Lonpoo LP42M - step 1]
Le frecce indicano i connettori da scollegare dalla scheda (quello in basso è già scollegato, per mostrare come appare)

[Lonpoo LP42M - step 2]
Il cerchio indica i due spezzoni giuntati insieme. Ora le LP42M sono entrambe passive!

Gli LP42M sono diffusori attivi, con uno che fa da master e che pertanto contiene tutta l'elettronica (DAC, alimentazione e amplificazione) mentre l'altro, lo slave, è un diffusore completetamente vuoto e, pertanto, passivo. Si tratta di modificare il master e renderlo praticamente identico allo slave.

Accedere all'interno del diffusore contenente l'elettronica è facilissimo: basta svitare le 6 viti a brugola che fissano la piastra metallica al cabinet del diffusore. L'amplificatore interno ha due uscite: una collegata ai morsetti esterni che connettono il diffusore slave e una che va verso gli altoparlanti interni. Due piccoli spinotti bianchi (si veda foto) svolgono il compito di connettere il tutto. È sufficiente staccarli dalla scheda e unirli tra loro col metodo che preferite. Io ho optato per tagliare i due spezzoni (il cavo è abbastanza lungo da consentire l'operazione) giuntarli e poi fissare tutto con guaina termorestringente. In questo modo la modifica è facilmente reversibile. Volendo si potrebbero mettere dei capicorda tipo fast-on, ma è un ulteriore contatto sul percorso del segnale, meglio il cavo nudo, a mio parere.

Sbagliare è impossibile, perché i cavi sono del tipo rosso-nero, pertanto basta unire i colori uguali ed il gioco è fatto. In questo modo i connettori d'uscita che portavano il segnale amplificato al diffusore slave diventano ingressi per un amplificatore esterno per il diffusore master, mentre il diffusore slave è già pronto per essere amplificato e non deve essere modificato. Volendo evitare la giuntatura dei due spezzoni si potrebbe saldare il cavo che va agli altoparlanti direttamente ai morsetti d'ingresso, ma la lunghezza ridotta rende l'operazione non proprio facilissima.

Finito! Non c'è da saldare niente, è veramente un lavoro di 10 minuti (anche per chi è completamente digiuno di elettronica!) smontaggio e rimontaggio compresi. L'aspetto esterno dei diffusori non cambia. A questo punto avete due diffusori passivi (quasi) identici che potete collegare al vostro amplificatore preferito. Perché dico quasi? Perché in realtà uno contiene ancora la parte elettronica, che prende un po' di spazio all'interno. Volendo, la si potrebbe estirpare del tutto e chiudere il retro del diffusore con un pannellino di MDF della stessa forma e misura.

Già che ci siete, avvolgete della gommapiuma intorno al cablaggio che porta il segnale ai driver del diffusore master, così lo rendete più simile allo slave. La gommapiuma (sottile, mi raccomando!) ha l'effetto di limitare eventuali vibrazioni dei cavi all'interno del cabinet, sollecitati dall'aria smossa dagli altoparlanti. Poiché è un piccolo tocco raffinato che Lonpoo ha sempre applicato ai suoi diffusori, non sarebbe male applicarlo anche sul diffusore master che ne era privo. Eliminerei anche tutti gli altri cavi presenti, ormai inutili, basta sfilare i connettori dalla scheda e dal frontale del cabinet. Meno cose ci sono che possono vibrare con l'aria spostata dal midwoofer e meglio è. Qualora in futuro voleste riportare tutto alle condizioni originali, fate delle foto delle posizioni dei vari cavi o, meglio, etichettateli con delle scritte, tipo “cavo che va al led frontale”, “cavo che va al volume” e così via.

Volendo, si potrebbe eliminare del tutto l'elettronica interna e sostituirla con un buon integratino (che so, un Fosi V3) in modo da far diventare gli LP42M dei diffusori attivi che finalmente dovrebbero suonare come possono.

N. B. A scanso di equivoci: tutte queste operazioni vanno eseguite con il diffusore master scollegato dall'alimentazione e, altrettanto ovviamente, una volta terminata la passivizzazione non dovrete più collegare gli LP2M all'alimentazione! Basta connettere i diffusori a un qualunque amplificatore esterno e avete finito. La modifica è reversibile, ma in ogni caso invalida qualunque eventuale garanzia sul prodotto. Visto che anche gli LP42X seconda generazione soffrivano di problemi analoghi causati dall'elettronica interna, sarebbe una buona idea rendere anche questi passivi, ove necessario.

Ne sarà valsa la pena?

Assolutamente sì! Gli LP42M, come avevo intuito, suonano molto meglio così. In primis si può usare un amplificatore esterno e farli suonare forte quanto si vuole, senza la limitazione elettronica prevista dall'amplificazione interna. E possono suonare forte, molto forte. In più sparisce il buco in gamma media e ricompare il basso, come per miracolo. Persino la dinamica aumenta notevolmente, segno che gli altoparlanti hanno ben altri margini.

Ho naturalmente effettuato il confronto coi vecchi LP42 passivi. Si tratta di due diffusori completamente diversi, per cui è normale aspettarsi delle differenze significative. Intanto la sensibilità: a parità di manopola del volume i vecchi LP42 suonano più forte, quasi 2dB in più. In ogni caso, un qualunque amplificatore dai 20 watt in su potrà pilotare i nuovi LP42M senza problemi.

Passando alle differenze timbriche, questi LP42M passivi suonano più dolci e meno aggressivi e brillanti in gamma medio-alta. Meno strilloni, diciamo. La tipica caratteristica dei vecchi LP42 - ossia una certa aggressività in gamma medio-alta - è sparita, il suono globalmente è più raffinato, musicale e godibile. Ne beneficiano le voci, più naturali, e gli strumenti a corda, meno pungenti. In gamma bassa i nuovi LP42M passivi fanno meglio dei vecchi LP42: il basso scende un po' di più, con maggiore potenza e autorevolezza. Questo consente di allontanare i diffusori dalla parete posteriore. Tra l'altro, questo giova anche alla gamma media, che si ripulisce ancora un pochino. Non solo, ma bastano 50 cm di distanza dalla parete posteriore per far migliorare anche l'immagine, che si apre un po' in tutte le direzioni, diventando più realistica.

Dal punto di vista della velocità e della dinamica, però, gli LP42 si prendono una piccola rivincita: i suoni implusivi, specie in gamma media, sono più netti, veloci e potenti. Tuttavia, questa è l'unica area dove posso dire che i nuovi LP42M (passivi) cedono il passo ai vecchi LP42. Questo non basta a far spostare l'ago della bilancia verso il vecchio diffusore. Se dovessi scegliere, non avrei dubbi e direi che globalmente i nuovi LP42M sono più completi, musicali e gradevoli. Il fatto di poterli tenere lontani dalla parete posteriore, poi, è un plus molto importante.

Ora mi chiedo: chi ha progettato gli LP42M li avrà ascoltati passivi almeno una volta, prima di inserire l'elettronica? La scelta dei driver, del filtro, del cabinet, dell'accordo reflex saranno stati studiati da passivi, come è logico che sia, o no? Se sì, come può non essersi accorto che il suono peggiorava nettamente una volta inserita l'elettronica? O, forse, gli sarà stato detto: realizza un nuovo diffusore ma stai dentro questo budget. Lui ha preso una delle tante schede già pronte che si trovano su Aliexpress e ce l'ha infilata dentro, senza preoccuparsi troppo.

Conclusioni

Qualora aveste acquistato gli LP42M (o anche gli LP42X di seconda generazione) e non doveste essere soddisfatti del loro suono, ora avete la possibilità di farli suonare come si deve, rendendoli passivi e amplificandoli con un ampli esterno. In alternativa, potete ancora renderli attivi semplicemente installando all'interno del diffusore master un piccolo amplificatore come il Fosi V3 o altro analogo. Le possibilità sono infinite, ovviamente, potreste persino avere ancora il Bluetooth, l'ingresso digitale e il telecomando, se l'amplificatore scelto li avesse. La Lonpoo, informata dell'esito positivo di questa modifica, dovrebbe essersi convinta a commercializzare gli LP42M come passivi, semplicemente prendendo due diffusori slave (privi, cioè, della parte elettronica) e inserendoli in un unico, nuovo imballo. Un'operazione a costo zero, che potrebbe bissare il successo di vendite dei primi, incredibili, LP42, soprattutto se l'eliminazione dell'eletttronica consentisse - come è logico - di abbassare notevolmente il prezzo.

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