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Stabilizzatori di tensione Roland

Il grande interesse del pubblico audiofilo verso le tematiche legate alla corretta alimentazione degli apparecchi HiFi, certificata dall'enorme popolarità dei nostri due trucchi (il cavo d'alimentazione Merlino ed il nostro filtro anti-interferenze), ci spinge sempre di più a dedicare maggiore spazio a quest'argomento.
Ho deciso quindi di mettere alla prova due stabilizzatori di rete non nati espressamente per uso *audiofilo* ma previsti per funzionare anche con apparecchi HiFi.
Gli stabilizzatori in prova sono costruiti dalla E.S. Roland e sono reperibili presso ogni negozio di materiale elettrico/elettronico ben fornito.

Come funzionano

I due modelli in prova sono il piccolo (si fa per dire) ST-700 ed il fratellone ST-1500, le cui sigle sono già di per se' abbastanza chiarificatrici: Stabilizzatore Tensione 700 Watts e 1500 Watts rispettivamente.
Si tratta di due stabilizzatori di tipo elettronico, il modello maggiore è dotato di un comodo voltmetro digitale che permette la lettura della tensione *entrante* e di quella *stabilizzata* uscente dall'apparecchio.
Le specifiche dichiarano che è consentito l'utilizzo anche con tensioni inferiori o superiori ai canonici 220 V di un rassicurante 20% (quindi tra 178 e 262 V), garantendo un'uscita stabilizzata a 220 V al 5% per il modello più piccolo (ST 700) ed entro il 4% per il modello più grosso (ST 1500).

Si tratta di apparecchi costruiti piuttosto bene e dal funzionamento impeccabile: la stabilizzazione è entro i margini dichiarati ed la silenziosità di funzionamento semplicemente strepitosa. Ci si deve avvicinare l'orecchio per sentire che sono effettivamente in funzione.
Non così purtroppo per la silenziosità *elettromagnetica*: infatti essendo i cabinet realizzati in un composito plastico molto rigido, il grosso trasformatore all'interno, non opportunamente schermato, si fa sentire sullo stadio phono con un fastidioso, anche se non fortissimo, ronzio.
Sarebbe bastato un cabinet metallico ed una schermatura migliore ma non si può avere tutto, tenendo conto dei costi.
Il più piccolo ST 700 costa circa 300.000 lire mentre il più grosso 1500 non dovrebbe superare le 600.000. Come vedete stiamo parlando di costi contenutissimi, rispetto agli standard audiofili, pur essendo questi apparecchi dei prodotti ad alta tecnologia e buon livello costruttivo (cabinet a parte).

Quanto funzionano

Escusa la possibilità di utilizzare questi stabilizzatori sul giradischi analogico, per via del fastidioso rumore indotto sullo stadio fono anche quando tali apparecchi sono *fisicamente* lontani, resta da fare un po' di prove con lettore CD ed amplificazioni.
L'effetto, sia del piccolo 700 Watts che del mostro 1500 Watts, è sostanzialmente uguale: intanto non fanno grossi danni è già questo è un risultato rassicurante.
Diciamo che l'equilibrio timbrico si sposta verso il medio basso, la timbrica si inscurisce un po' ed il dettaglio diventa a tratti più sfumato. Migliora parecchio il basso, sia come estensione che come *quantità* ed in genrale si ha l'impressione di un suono più *grosso* e robusto.
Tuttavia la perdita di dettaglio sul medio lato è avvertibile, in certi impianti, sicuramente non benvenuta.
L'immagine rimane pressochè immutata, forse i contorni tendono un po' a sfuocarsi ma tutto sommato l'effetto non è poi così evidente.
La dinamica complessiva diminuisce leggermente sul medio per aumentare sul basso e sul basso profondo.
Se avete provato l'effetto degli stabilizzatori per CD (tipo le Pellicole della Mixer, provate di recente) bè, in generale l'effetto è simile, appena più accentuato.

Vorrei sottolineare che questi effetti di diminuzione della dinamica in gamma media si hanno anche col lettore CD, un apparecchio il cui assorbimento energetico è ridicolo rispetto alle capacità dei due stabilizzatori in prova, a conferma delle osservazioni fatte altre volte, anche sulla rubrica della posta: trasformatori d'isolamento, stabilizzatori, condizionatori in generale, anche se sovradimensionati rispetto alle necessità degli apparecchi collegati, fanno comunque sentire la loro influenza.

In definitiva gli apparecchi provati che, ricordo erano dei semplici stabilizzatori elettronici non per uso specifico audio (ma previsto), forniscono prestazioni contradditorie: da un lato migliorano la gamma bassa e dall'altro tendono a limitare la dinamica ed il microcontrasto in gamma medio alta.
E' il solito gioco *give and take* di molti accessori audio: danno qualcosa da un lato e magari tolgono dall'altro.
Sta alle vostre esigenze ed al vostro gusto personale decidere cosa è più o meno *piacevole* nel vostro impianto.

Conclusioni

Questa è la prima prova di dispositivi atti al condizionamento della rete elettrica. Altri ne seguiranno, unitamente alla sperimentazione di qualcosa *fatto in casa*. L'argomento è interessante e molto attuale, non mancherò di tenervi aggiornati.

© Copyright 1998 Lucio Cadeddu

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