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Testina MC Dynavector Te Kaitora Rua

Stereo...vuol dire solido

[Not rua the day]
[English version]

Prodotto: testina trasduttore a bobina mobile Dynavector Te Kaitora Rua
Costruttore: Dynavector - Giappone
Importatore: Sound & Music Srl; Contatto: info@soundandmusic.com
Prezzo: ±4080 € (YMMV - da verificare con l'importatore locale per fluttuazioni nel cambio)
Disponibilità: distributore locale autorizzato e ordini postali
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Recensito: Marzo, 2012
Traduzione: Daniele Aspesi

Introduzione

Le testine Dynavector sono entrate in contatto con il vostro vecchio scriba per la prima volta quando mi è stato consegnato un lussuoso depliant a una mostra hi-fi nel 1980, mentre guardavo un braccio da giradischi che poteva competere con l'allora contemporaneo Transcriptor Vestigal per il titolo di braccio più strano. Il braccio a forma di chiave inglese reggeva una testina che stava estraendo ritmo con grande prontezza. Sedendo con il depliant e leggendolo, completo con le equazioni per ricavare i metodi analitici del Dott. Tominari in Vibrazioni, si è fatta strata nella mente del vostro vecchio scriba l'idea che c'era più scienza nella progettazione delle testine che l'assoluta capacità di tracciamento, e più arte che non il mero assemblaggio di materiali preziosi in cima a mistiche montagne. Il libro bianco, riassunto in quel depliant, sembrava una ben documentata tesi di dottorato (che non deve stupire, visto che il Dott. Tominari era un professore di magnetica all'Università di Tokio) e gli esotici trasduttori a cantilever suonavano come qualcosa di davvero in accordo con quelle teorie.

A differenza di molte soluzioni per testina a bobina mobile, i modelli Dynavector hanno mantenuto una particolare attenzione all'accuratezza di risposta e di fase, come esemplificato dalla ricerca originale del suo fondatore, il Dott. Tominari, già negli anni '70. E' interessante notare come molte testine ben bilanciate come le Dynavector finiscano all'estremità di lussuosi sistemi a valvole, mentre così tante lussuose testine romantiche finiscano ad addolcire le sorgenti in sistemi a stato solido. Comunque, le Dynavector sono tra le prime scelte per i seguaci della Flat Earth, indicando performance ritmiche che salvaguardano il buon ritmo e il tempo.

Si dice che “le Dynavector sono sempre state indifferenti agli innumerevoli formati digitali che avevano la pretesa di essere la prossima rivoluzione nella riproduzione di musica, rimanendo salde nel concetto che la vasta eredità di musica registrata su vinile può facilmente essere uguale, se non chiaramente superiore a questi nuovi formati”.

La Dynavector ha tenuto nel proprio catalogo il suo modello di punta del 1980, il diamante a cantilever DV17 Karat (ora nella versione mkIII) che al momento è più vicina alle entry-level del catalogo, visto che l'audiofilia compulsiva ha creato una tale inflazione che ci ha portato verso il territorio di ritorni (dell'investimento, ndt) sempre più bassi, dato che ciascuna generazione successiva di ammiraglie ha trovato soluzioni migliori per trasformare le evoluzioni dei solchi in corrente. Il modello base della serie 20 ha sempre avuto più carattere, e quindi continua ad attrarre fedeli seguaci, mentre i modelli Karat Ruby e Diamond si sono orientate a massimizzare l'estremo alto e la velocità (in stile Decca) e hanno ancora dei fedeli fan, nonostante una successione di punti di riferimento sempre più performanti sia stata immessa sul mercato nei decenni successivi. Uno di questi altissimi punti di riferimento nella riproduzione era la Te Kaitora, commissionata dall'importatore neozelandese, in una di quelle tradizionali sinergie di idea ed esecuzione tra costruttore e importatore che l'audiofilia sembra favorire.

Descrizione & specifiche tecniche

[piolo quadrato - buco quadrato] Te Kaitora significa "Lo Scopritore" nel linguaggio del popolo Maori in Nuova Zelanda, Rua significa "rivisto" o "secondo". Il modello originale, Te Kaitora, è stato proposto dalla Dynavector Nuova Zelanda, e co-sviluppato con la casa madre giapponese. L'originale Te Kaitora faceva bella mostra degli ultimi ritrovati elettromeccanici della Dynavector, compresi l'aggiornato smorzatore shunt magnetico più bobine di argento ultra fine ad alta purezza. In precedenza, la DRT XV-1 e la DRT XV-1t, si sono poste anche più in alto nella gerarchia, ma questo era il prodotto di riferimento. La versione Rua incorpora alcuni dei trucchi che la Dynavector ha imparato con la DRT XV-1s, una volta e mezzo più costosa, la due volte e mezza più cara DRT XV-1t e il modello con un buon rapporto qualità prezzo, in questo territorio, la XX-2, alla metà del prezzo della TKR, con la maggior parte delle sue caratteristiche in un corpo più protettivo. La Rua usa del filo di rame PCOCC per le sue bobine invece dell'argento dell'originale, nella ricerca di una gamma media più dolce; guadagna una “testa in titanio per la massima rigidezza”, che potremmo aspettare darci una maggior brillantezza dell'originale in alluminio (bilanciando così il cambio di cablaggio in rame) e lo stesso cantilever al boro da 6mm con lo stilo di contatto Pathfinder (PF) come le XV-1s e XX-2, che stanno prima e dopo la TKR nel catalogo Dynavector. Magneti in Alnico non sono inusuali nelle testine hi-end, per via del loro rapporto flusso magnetico/massa, ma l'asso nella manica della TKR è l'ingegnosa struttura quadrata che si accoppia a un foro quadrato nella guida frontale, migliorando la linearità del flusso magnetico; il classico esempio di un perno quadrato che riempie meglio un foro quadrato.

L'installazione è un incubo per la paura di avvicinarsi a quell'opera di micro-ingegneria così esposta. La piastra superiore filettata in titanio rende tutto più facile che non con viti e dadi. Vengono fornite le viti a brugola, di tre lunghezze differenti, in acciaio inossidabile. John, dell'importatore inglese Pear Audio, ha scoperto che aggiungere tre rondelle di nylon in posizione Troika aiuta a controllare la risonanza del guscio della testina. Il guscio accessorio delle Hadcock non permette di fare ciò, ma essendo una fusione “accessoria” non è soggetto ai comportamenti risonanti delle travi di certi bracci. Tanto per ridere, ho provato la SME 3012 Serie 1 e le rondelle fanno davvero una grossa differenza in questo contesto. Una volta montate, il set up è una passeggiata, la testina è insensibile al VTA tanto quanto posso esserlo io; modificare il bias fa una poccola differenza, e cambiare la forza di tracciamento porta semplicemente modifiche al bilanciamento in una maniera del tutto prevedibile. Supponendo che l'azimuth dello stilo sia corretto, traccia i solchi altrettanto bene di ogni altra testina (compresa la MusicMaker) ed è davvero ovvio quando l'azimuth è sbagliato dato che uno o l'altro canale dà segnali sbagliati. Semplice.

La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector è, teoricamente, una passeggiata da installare, a patto di stare attenti a non toccare nessun componente delicato esposto. Avendo una volta distrutto una delle mie testine 'nude', ho passato molto del tempo dedicato alla recensione pietrificato dalla possibilità di danneggiare un gioiello così costoso.

Nonostante la resistenza e induttanza siano bassissime, la testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector trae beneficio dall'ottimizzazione del carico in ingresso; questa testina ha il più basso avvolgimento Z di tutto il catalogo della Dynavector, e quindi la più bassa uscita. Quando si hanno a disposizione diverse impostazioni di guadagno e resistenza (come sul Canor TP 306 VR+) si può cambiare la qualità del basso modificando la resistenza. La definizione tende a migliorare con livelli di resistenza più alta, ma alle spese del peso nel basso. Trovare il giusto compromesso è un processo uguale a trovare il giusto basso Q per una determinata combinazione driver/cabinet nella progettazione di un diffusore. Per il vostro vecchio scriba, che tende a preferire un roll-off tipo Bessel, 300Ω o più vanno bene per la Te Kaitora Rua; una Z più bassa fa sembrare tutto lento e gonfio, nonostante le raccomandazioni della Dynavector dicano di usare 30Ω o più. Tutte queste scocciature spiegano perché gli scribacchini di TNT-audio tendano a lasciare le recensioni delle testine nelle pazienti mani di Geoff.

SPECIFICHE DEL COSTRUTTORE
Tipo di testina bobina mobile a bassa uscita
Tipo di magnete alnico con smorzatore di flusso
Voltaggio d'uscita 0.26mV a 1kHz, 5cm/sec stereo
Separazione dei canali 30 dB a 1kHz
Bilancio dei canali 1.0 dB a 1kHz
Risposta in frequenza 20 - 20,000Hz ± 1dB
Cedevolezza 10 x 10-6 cm/dyn

Forza di tracciamento 1.8g - 2.2g
Resistenza DC R=5 ohm
Impedenza di carico raccomandata >30 ohm (vedi testo)
Cantilever Boro solido lunghezza 6mm
Stilo Linea di contatto PF, raggio: 7 x 30 micron
Peso 9.8g

Qualità del suono

La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector ripaga di questa modifica al carico con abbastanza PRaT da compiacere i seguaci della “flat earth”. L'attenzione alla risposta di fase lungo tutta la banda udibile, e oltre, è una prova di questo. Nelle testine trasduttore la risonanza a basse frequenze, incluso la forma del picco, il modo in cui il picco viene controllato (smorzato), quanto vicino sia alla banda udibile e quanto lontano sia dalle risonanze strutturali di altre parti del sistema hanno tutti un effetto sulla percezione psicoacustica del passo e del ritmo. Chiaramente, la componente elettrica dello smorzamento (proprio come il circuito elettromeccanico degli altoparlanti a bobina mobile) dà un contributo significativo al fattore Q totale della Dynavector Te Kaitora Rua, a giudicare dagli effetti udibili dei cambiamenti del carico elettrico.

La Te Kaitora Rua della Dynavector si comporta bene nel senso del tempo lungo tutta la banda udibile, riproducendo in maniera convincente gli involucri percussivi e le sfumature degli ottoni, coerenti con le note fondamentali. Ancora una volta, la responsabile è la performance sulla fase, specialmente sulle risonanze (incluse quelle ad alta frequenza tra vinile e puntina) al di là del limite superiore della banda udibile, che influenza la fase e l'intermodulazione nella banda. Questa è quell'occasione in cui i vinili audiofili dimostrano il loro valore, non solo perché il segnale originale è conservato meglio quando inciso, ma che la formula usata per lo stampaggio ha una migliore consistenza elastica.

La parola 'STEREO' deriva dal Greco, e vuol dire 'solido'. Non vuol dire a 2 canali, binaurale o due di alcunché, Stereo vuol dire SOLIDO. Gli esperimenti di Blumlein avevano il solo scopo di creare l'illusione auditiva di suonatori in carne e ossa, solidi, attraverso dei mezzi elettrici. La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector riesce in questo eccezionalmente bene a confronto con le sue concorrenti a magnete mobile, come la Cartridge Man MusicMaker o la Decca London.

La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector non riesce soltanto a rendere l'immagine auditiva più solida dei suoi rivali a bobina o a magnete mobile, ma la dimensione del palcoscenico riprodotto è aumentata e proporzionata. Come deve essere, secondo le previsioni delle informazioni teoriche di fase disponibili dai due canali, il palcoscenico è un grande ellissoide che si estende lateralmente oltre i diffusori, e che si ispessisce un bel po' al centro in direzione longitudinale, con una certa illusione (parola scelta con cura) di altezza anche al centro. Le ragazze di colore non sono mai state così vicine mentre fanno doo do doo, do do doo, doo do d'doo doo doo d'doo, doo do doo, do do doo, doo do d'doo doo doo d'doo dooooooo..., quando faccio girare Walk On The Wild Side di Lou Reed sotto il cantilever in boro della Dynavector TKR.

A confronto con la famiglia di testine a bobina mobile e a bassa uscita, il palcoscenico ha più stabilità di molte altre. La TKR manca di quel mediobanda eufonico che hanno certe rivali MC, ma ha un certo spunto sui medio bassi (addomesticato da un ottimale carico d'ingresso) che può spiegare la sua popolarità tra i Naim Aro con i Sondek ma che non è amata dagli Ekos degli estremisti flat earth. Ciò potrebbe essere anche un effetto positivo della raccomandazioine della Pear Audio di mettere 3 rondelle come filtro tra la cartuccia e l'involucro. La TKR non presenta la colorazione tipica di tante altre testine a bobina mobile. Questa qualità cristallina accende qualche scintilla di ricordo di tweeter a nastro, ed è probabilmente causato da una distorsione armonica dominante pari. Così, la TKR non è un tonico ad effetto placebo per sistemi a stato solido debolucci, e il suo comportamento si potrebbe esprimere al meglio con bracci rigidi ma meccanicamente inerti come il Michell Tecnoarm o unipivot ritmici come il Naim Aro o l'Hadcock 242SE o anche con il DV507 della stessa Dynevector. Un braccio tipo lo SME IV o lo SME V potrebbero restituire troppa energia all'interfaccia con l'involucro, ma le versioni con tubi di alluminio come lo SME 309, 310 o 312 potrebbero essere un'accoppiata molto più tollerante. L'integrità strutturale della TKR, combinata con la sua mancanza di colorazione implica che questo non sia un trasduttore che possa tollerare facilmente dei bracci banali.

[dimensioni]

La messa a punto della qualità del basso mi ha preso un po' di tempo. La Dynavector Te Kaitora Rua sembra essere particolarmente sensibile al carico per quanto riguarda il peso del basso e la sua articolazione, ed avere una sensibilità nella media, su questo aspetto, alla forza di tracciamento. La forza di tracciamento di 1,9g, come suggerito dall'importatore, è perfetta per il tracciamento (a dir la verità la TKR traccia come una MM a bassa cedevolezza da 1,6g con un braccio Hadcock). Così, a 1,9g, con un carico di ingresso di 400Ω e 62 dB di guadagno, senza smorzamento del braccio e con la rondella dell'Orbe SE a piena altezza, e il clamp a fissare saldamente al piatto Romantic Warrior dei Return to Forever, l'Alembic di Stanley Clarke dà davvero un gran lavoro alla gamma bassa.
Mmmm...SOLIDO!

Suonare disco dopo disco mette in mostra i punti di forza della Dynavector Te Kaitora Rua. Non ci sono debolezze evidenti, e mi chiedo quanta differenza possano fare i modelli più costosi per giustificare i GROSSI salti di prezzo man mano che si va in là nel catalogo. La TKR traccia in modo sicuro, suonando in modo sicuro anche quando sta per lasciarsi andare. Ciò è all'antitesi della Decca, che suona sempre come se stesse per saltare fuori dai solchi. Entrambe, a dir la verità, cominciano a sbagliare tracciamento alla stessa velocità laterale su 3 dischi test usati. La TKR, comunque, mantiene la sua compostezza molto meglio con le modulazioni verticali, pinzata ai solchi, se così si può dire, effettivamente fuori dai segnali di fase. Senza dubbio ciò contribuisce alla solida illusione di un palcoscenico, siccome uno può considerare le pareti dei solchi sfasati di 45 gradi in un altro modo: le modulazioni laterali danno informazioni musicali mono (proprio come un LP mono) e le modulazioni verticali sono informazioni spaziali. Il palcoscenico ellittico generato da questa testina è testimonianza della sua accuratezza di tracciamento e di fase.

Speculazioni sui benefici dei modelli di più alta gamma valgono anche per i modelli più bassi del catalogo Dynavector. La Dynavector XX-2 è in vendita alla metà del prezzo della Te Kaitora Rua, e le specifiche sono, sulla carta, incredibilmente simili. La figura più in alto mostra come la costruzione della TKR sia più massiccia attorno all'area dello stelo, cosa che probabilmente spiega anche la grande massa complessiva della TKR nonostante la sua struttura nuda. John Burns della Pear Audio fornirà a TNT-audio un campione nuovo di zecca della Dynavector XX-2 per una recensione comparativa delle due.

[©John_Burns]

La maggior parte della recensione della Dynavector Te Kaitora Rua è stata fatta con l'eccellente stadio phono Canor TP 306 VR+, ma, essendo un progetto a valvole, il suo trasformatore (nonostante sia un eccellente Lundahl) può essere un fattore limitante. I trasformatori di segnale hanno problemi ben documentati (che non hanno niente a che spartire con le “miglia di cavi” che ho letto in quella stampa audio naive che evidentemente non sa niente di elettroni); per esempio, alcuni sfasamenti in alta frequenza e alcuni smorzamenti del basso sono dovuti al materiale del trasformatore e dalla sua costruzione. Quindi, il vostro vecchio scriba ha dissotterrato l'amplificatore bilanciato in corrente Aqvox 2Ci (e 2Ci part 2), chiedendomi quanto il quasi corto circuito di questo amplificatore in corrente potesse influenzare la TKR, che, fino ad ora, ha preferito Z d'ingresso più alte di quanto raccomandato. I pre-amplificatori phono della Dynavector sono stati pionieri nell'amplificazione in corrente e negli input bilanciati, così l'Aqvox potrebbe sembrare un partner ovvio, se non fosse per l'apparente preferenza della TKR per impedenze d'ingresso (Z) più alte. L'Aqvox 2Ci ha confermato tutte le impressioni avute con il Canor TP306VR+ e ha rivelato ulteriore carattere Flat Earth nel ritmo e un senso del tempo esemplare. L'Aqvox non riesce ad eguagliare la solidità e la dimensione del palcoscenico del Canor, né può essere all'altezza della meravigliosa rappresentazione delle voci maschili della TKR attraverso il TP306VR+, ma per quanto riguarda il PRaT, un'uscita amplificata in corrente è un tonico per la truppa.

Conclusioni

La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector costruisce il suo suono su solide basi di basso. L'attenzione alla risposta di fase mette tutto al suo posto nel tempo e nello spazio, su su fino negli alti, dove il rumore delle bacchette precede senza interruzioni il lampo e il trillo.

La Dynavector TKR dipinge in maniera spettacolare un solido palcoscenico, e, infine, la parola 'STEREO' si può tradurre con 'SOLIDO'.

La Dynavector TKR fa mostra di componenti spaventosamente esposti. Tutta questa splendida tecnologia è lì da vedere e da rompere. Mi piacerebbe confrontarla con una versione chiusa (ma non esiste) per determinare se le ridotte performance sonore possano essere bilanciate dalle ridotte preoccupazioni.

La Dynavector Te Kaitora Rua vale tutti questi soldi solo come estremità di un sistema che è capace di sfruttare i suoi punti di forza, a partire da un buon giradischi su un supporto adeguato e con un braccio appropriato (di massa corretta) capace di sfruttare tutti i punti di forza della TKR. Lo stadio phono deve avere un rumore sufficientemente basso da riuscire a gestire l'uscita a basso livello e potrebbe essere un vantaggio avere l'impedenza d'ingresso variabile. Diffusori abbastanza grandi da farci stare un adulto magro sono sempre un vantaggio, quando il basso analogico è così buono. La testina a bobina mobile Te Kaitora Rua della Dynavector è un artista eccellente.

Musica goduta durante questa recensione

  • Orbital: Insides, 6 lati registrati a energia solare di glorioso intelligente psichedelico techno rock che ha confermato come Orbital (con Chime) abbia annunciato la fine degli anni '80 e la rinascita della musica popolare
  • Miles Davis: Tutu
  • Miles Davis: Bitches Brew
  • David Bowie: Hunky Dory
  • David Bowie: Diamond Dogs,
  • Little Feat: Sailin Shoes, vinile originale che qui viene suonato su ogni giradischi dal Goldring nel '75
  • Little Feat: The Last Record Album, l'assoluto test per l'articolazione dei medi sotto assalto di bassi estremi
  • Latin Quarter: Modern Times, voci con una selvaggia equalizzazione sibilante
  • Lou Reed: Transformer, stampa audiofila 180g, non del tutto un miglioramento rispetto alla copia del '70 comprata da Gould per £3.14
  • Dave Brubeck: Time Out/Time Further Out,
  • Pink Floyd: Animals,
  • Fairport Convention: Unhalfbricking, ristampa 180g
  • Return to Forever: Romantic Warrior
  • Stanley Clarke: If This Bass Could Only Talk,
  • Dr Feelgood: Sneakin' Suspicion

e la raccolta di campioni della Manger, Musik wie von einem anderen Stern
una raccolta sublime di registrazioni di raffinati suoni naturali

© Copyright 2011 Mark, Il Vecchio Scriba - www.tnt-audio.com

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