L'ultimo viaggio in slitta

L'Ultimo Concerto di Erich Kleiber, Pubblicato su CD

[English version here]

CD recensiti: “Erich Kleiber conducts his last concert”, Preiser 90751; “Kleiber-Mozart,” mediciMasters MM011-2
Recensore: David Hoehl - TNT USA
Pubblicato: Settembre, 2021
Traduttore: Roberto Felletti

[Max von Schillings]La scena musicale prevalente nella Germania nazista pone un dilemma infinito a coloro tra noi che collezionano registrazioni storiche nel XXI secolo: come riconciliamo qualche realizzazione inestimabile di musica con la condotta da discutibile a totalmente vergognosa di alcuni compositori? Mentre scrivo questo articolo, per esempio, sto ascoltando una raffinata versione (indifferentemente registrata) della Sesta Sinfonia di Beethoven, la Pastorale, in un'esecuzione diretta da Max von Schillings. Senza dubbio, molti, se non i più, tra i miei lettori in questo momento si staranno grattando collettivamente le teste dicendo, «Max von chi?» Ovviamente nel periodo tra le due Guerre Mondiali, in Germania, e probabilmente in molte altre nazioni, non sarebbe stata necessaria alcuna spiegazione: all'epoca lui era una figura familiare sulla scena musicale internazionale, compositore dell'opera Mona Lisa (ora sconosciuta, ma ampiamente eseguita a suo tempo, anche al New York Met); famoso direttore di importanti orchestre tedesche e protagonista in quel ruolo in alcuni dei primi cofanetti di 78 giri orchestrali; maestro, tra altre figure di spicco, di Wilhelm Furtwangler; intendente, o direttore teatrale, del Teatro dell'Opera di Berlino per un decennio; e infine, Presidente dell'Accademia Prussiana delle Arti. Fu anche un feroce antisemita che in quel ruolo presidenziale fu fin troppo felice di epurare membri ebrei quando i nazisti salirono al potere. È stato detto che soltanto la sua morte prematura, nel 1933, lo salvò dall'infamia relegandolo nel mero anonimato.

[Walter, Toscanini, Kleiber, Klemperer, Furtwangler]D'altro canto, alcuni musicisti presero posizioni onorevoli, anche a costo di rovinare le proprie carriere o di rischiare personalmente. Uno di questi, l'oggetto di questo articolo, fu il direttore Erich Kleiber, che sebbene oggi sia tutt'altro che ricordato come si dovrebbe, tra le Guerre Mondiali fece parte del medesimo strato artistico di icone dei giorni nostri quali Arturo Toscanini, Wilhelm Furtwangler, Bruno Walter e Otto Klemperer. In effetti, una fotografia non infrequentemente ristampata mostra i cinque insieme come colleghi, riuniti per un banchetto nel 1929 presso l'ambasciata italiana a Berlino; molto più tardi, Toscanini, prendendosi una vacanza di un mese, invitò Kleiber a sostituirlo alla NBC Symphony Orchestra. Sebbene non fosse ebreo, Kleiber contestò la politica e le pratiche antisemite del governo nazista, e piuttosto che sottostare ad esse rinunciò a una posizione di rilievo nella vita culturale tedesca in qualità di direttore artistico generale al Teatro dell'Opera di Berlino. Nonostante le lusinghe ufficiali per rimanere, egli abbandonò la Germania, andandosene snobbando le autorità e programmando una suite da Lulu, l'opera di recente composizione di Alban Berg che loro avevano bandito come “musica degenerata”. Nel 1939, quando anche il regime di Mussolini promulgò le leggi antisemite, similmente Kleiber ripudiò il contratto con La Scala di Milano dicendo, “Ho saputo che l'accesso alla Scala è negato agli ebrei... Da cristiano e da artista non posso continuare a collaborare.” Kleiber trascorse gli anni della guerra dirigendo in Sud America -- particolarmente al Teatro Colon in Argentina, con il quale aveva già avuto contatti negli anni della Repubblica di Weimar -- e in misura minore negli Stati Uniti; dopo la guerra riprese l'attività in Europa, ma non riuscì più ad avere di nuovo una posizione permanente. Ahimè, la sua morte inaspettata, nel 1956, senza una base stabile tra le orchestre mondiali e in anticipo di qualche anno per beneficiare dello sviluppo degli LP stereo, lo lasciò in ombra, non esattamente nell'oscurità come von Schillings, ma certamente nel regno dei ricordati a malapena.

A questo punto, vi domanderete perché questo articolo sia iniziato con riflessioni sulle disgrazie se l'oggetto è qualcuno che era un'ottima persona a parole e con i fatti. Se avete osservato attentamente quanto detto sopra, avrete notato un indizio. Kleiber, che si era fatto strada tra teatri di provincia, com'era tradizione all'epoca, si fece un nome come uno dei principali direttori della Germania quando assunse la direzione del Teatro dell'Opera di Berlino, il cui precedente direttore di lunga data aveva di recente dato le dimissioni. Come aveva fatto ad arrivare lì? Alcuni giorni dopo un'apparizione come ospite, nell'agosto 1923, durante la quale diresse la compagnia in un'esecuzione largamente acclamata del Fidelio di Beethoven, egli fu reclutato dall'intendente del teatro -- il quale, come forse ricorderete, non era altri che Max von Schillings. All'epoca i due erano entrambi figure tassativamente musicali, concentrate su questioni di arte. Dopo solo un altro decennio, gli sviluppi politici li portarono a scegliere percorsi divergenti nella storia.

Un leone scomodo

[Preiser Kleiber CD]A parte possedere una salda bussola morale, che tipo d'uomo era Erich Kleiber? Oggi, menzionare il nome “Kleiber” molto probabilmente fa pensare a Carlos Kleiber, mago del podio conosciuto per i suoi modi intrattabili, inflessibili. Beh, gli veniva naturale: Erich era suo padre, e secondo I Grandi Musicisti di Harold Schonberg, l'intendente di un teatro dell'opera tedesco[1] disse di lui, «Quando [Erich] Kleiber viene in questo teatro, ci sono problemi con la P maiuscola.» Schonberg lo descrive come un “duro, ostinato, difficile disciplinatore” che una volta fece notare che “un direttore deve vivere nel suo teatro come un leone con gli artigli affondati nella preda.” In veste di direttore artistico del Teatro dell'Opera di Berlino, egli diresse numerose prime operistiche, la più importante delle quali fu quella dell'opera prima di Alban Berg, Wozzeck, il 14 dicembre 1925, un progetto che richiese ben 34 prove d'orchestra complete. Come direttore d'orchestra e d'opera, Kleiber ebbe gusti variegati, riportò in vita vecchia musica a lungo trascurata e inoltre rese Berlino un centro internazionale dell'avante garde del suo tempo. Nell'ultima veste, offrì lavori innovativi, ai limiti della modernità, di compositori quali Milhaud, Janacek, Schönberg, Stravinsky, Bartok e Kurt Weill, finché non diventò impossibile continuare su quel filone a causa dell'ascesa del nazismo. Come abbiamo visto, la risposta di Kleiber fu rinunciare al suo posto e andare all'estero per protesta.

Dopo la guerra, Kleiber tornò in Germania e accettò di riprendere la direzione del Teatro dell'Opera di Berlino, allora nella zona Est, nonostante l'opposizione e la pressione del governo della Germania Ovest. I comunisti, tuttavia, lo contrariarono, secondo lui, infilando la politica nell'arte e lui rassegnò le dimissioni prima di dirigere una sola esecuzione. Per carattere, egli rifiutò anche un posto permanente nella zona Ovest, per il modo in cui era stato trattato dalle autorità quando sembrava che prendesse posizione a Est. Invece, continuò la pratica di apparire come direttore ospite in varie orchestre europee. Intraprese anche una serie di registrazioni per la English Decca.

Come interprete, come nella vita, Kleiber era un uomo deciso di suo. (Si dice che abbia chiesto a colei che sarebbe diventata sua moglie per la vita di sposarlo dopo un corteggiamento durato meno di 24 ore.) Come Toscanini, aveva la tendenza a preferire tempi rapidi e una meticolosa osservanza della partitura, ma non era un clone di Toscanini; le sue esecuzioni registrate avevano il proprio marchio di equilibrio e di flessibilità di tempo, forse risentivano un po' dell'eredità del suo periodo viennese. Sebbene la sua relativamente scarsa eredità registrata non rispecchi questo aspetto della sua parte, Kleiber fu anche un convinto sostenitore della musica del XX secolo, la nuova musica del suo tempo. Anche Toscanini fu un sostenitore della nuova musica del suo tempo, ma tenete presente che lui era nato nel 1867, quasi un quarto di secolo prima di Kleiber; per Toscanini, la nuova musica era quella di Verdi, Puccini, Wagner e Debussy, e quella di compositori quali Schönberg e Berg era poco attraente per lui.

Das Lebewohl

Come osservato, Erich Kleiber si lasciò dietro una relativamente piccola discografia ufficiale. Come altri musicisti esecutori che emersero prima dell'avvento dei dischi, o almeno prima dell'avvento della registrazione elettrica a metà degli anni '20, Kleiber li trovava frustranti da realizzare, per via del processo start-and-stop richiesto dai lati da quattro minuti dei 78 giri,[2] e nel migliore dei casi un povero sostituto delle esecuzioni dal vivo; a un certo punto, paragonò l'ascolto dei dischi a mangiare gli asparagi in scatola. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, egli realizzò LP mono per la Decca, con l'introduzione della registrazione su nastro che alleviò molto le frustrazioni. A completamento di queste registrazioni ancora non troppo numerose, negli ultimi anni è emersa una serie ragionevolmente estesa di registrazioni di trasmissioni e concerti per dare corpo al quadro. Tra queste, abbiamo la fortuna di avere l'ultimo concerto di Kleiber su CD, anche se, come vedremo, metterlo tutto insieme non è stato facile. L'esecuzione ebbe luogo il 20 gennaio 1956, con la Kölner Rundfunk-Sinfonie-Orchestra (Orchestra Sinfonica della Radio di Colonia, oggi nota come WDR Sinfonieorchester Köln, Orchestra Sinfonica WDR di Colonia), nella Saal (sala da concerto) 1 del Funkhaus (palazzo della radio), completato da poco. Il programma era il seguente:

Weber: Euryanthe, Ouverture
Weber: Sinfonia n.1 in Do, op.19
Mozart: Concerto per Oboe in Do, K.314 (285d) (con il solista Lothar Faber)
Mozart: Sinfonia n.39 in Mi bemolle, K.543
Mozart: Danze tedesche--Ländler, K.600 n.1; “Der Kanarienvogel” (“Il Canarino”), K.600 n.5, “Der Leiermann” (“Il Suonatore di Organetto”), K.602 n.3, e “Schlittenfahrt” (“Il Viaggio in Slitta”), K. 605 n.3

La sinfonia di Mozart fu eseguita frequentemente nei programmi di Kleiber nel corso degli anni, e in effetti è stata una delle opere più grandi che abbia registrato completamente, dirigendo l'Orchestra dell'Opera di Stato di Berlino, non molto tempo dopo l'avvento della registrazione elettrica, all'inizio della sua carriera. (Negli Stati Uniti, la Victor Talking Machine Company, non ancora RCA Victor, pubblicò la sinfonia sui dischi Red Seals 9438-9440, ma i dischi singoli non erano inclusi nella serie dei cofanetti completi contrassegnati dai numeri M.) Kleiber aveva anche regolarmente in programma queste danze, che avevano un significato familiare: aveva aggiunto le stesse a un concerto per il compleanno della sua non ancora moglie come regalo per lei dopo il loro fidanzamento, e continuò a eseguirle negli anni seguenti in occasione del suo compleanno.

Il concerto ebbe un buon successo e ottenne eccellenti recensioni. In teatro l'entusiasmo fu tale che Kleiber diresse un bis della danza finale, il viaggio in slitta musicale. Una settimana dopo, il 27 gennaio 1956, anniversario del 200esimo compleanno di Mozart, Erich Kleiber morì d'infarto.

La musica sopravvive

Sono stato un ammiratore di Kleiber sin dai miei primi giorni da collezionista, negli anni '70, per cui quando ho visto un CD intitolato “Erich Kleiber conducts his last concert” (Erich Kleiber dirige il suo ultimo concerto), l'attrazione è stata evidente e mi sono affrettato a ordinarne una copia da uno dei tanti venditori di musica in Internet. (Foto sotto, a sinistra.) Il CD, Preiser 90751, è arrivato a tempo debito e io non ho perso tempo a copiarlo sul mio server e ad ascoltarlo. Mentre aspettavo che Exact Audio Copy facesse le sue cose, mi sono preso del tempo per leggere le note del programma, e sono rimasto costernato nello scoprire che il disco promette appena un po' di più di quanto offre. Sono presenti sia le composizioni di Weber sia gran parte di quelle di Mozart, ma manca il concerto per oboe. Allora non è veramente l'ultimo concerto di Kleiber, almeno non completo. Non tutto è perduto, tuttavia; non appena ho scoperto l'omissione della Preiser, ho cercato sul web per vedere se il concerto per oboe fosse presente su altri CD, e abbastanza in fretta ho avuto la conferma che effettivamente c'è. Per quanto ne so, quello attualmente più accessibile, che mi sono affrettato a ordinare, è quello mostrato sotto a destra.

[Preiser Kleiber CD]

Ora, il titolo di questo secondo disco non è del tutto chiaro, poiché la custodia del CD porta una serie di diciture che confonde: solo “Kleiber”, o forse “Kleiber-Mozart”, sulla copertina; “Mozart Symphonies Nos. 36 & 39, Oboe Concerto, German Dances/Kleiber” sul dorso della custodia; niente a parte una lista di opere sulla copertina posteriore; “mediciMasters Kleiber” sul disco stesso. Le informazioni sull'etichetta sono similmente sovrabbondanti, con diciture che includono “MediciMasters”, “medici arts” e “WDR The Cologne Broadcasts”. (Quest'ultimo può sembrare non plausibile, ma il disco contiene un'annotazione “Produced by Westdeutscher Rundfunk Köln, broadcast in 1956, and Suddeutscher Rundfunk Stuttgart, broadcast in 1965”.) Oh, e non tralasciamo l'annotazione “From the Producers of BBC Legends”. Bene, devo dare un nome al disco in qualche modo, così ho scelto di riferirmi a esso come Medici Masters MM011-2, Kleiber-Mozart.

Sistemato tutto quello, ecco poi uno di quei casi in cui un music server può dimostrare il suo valore. Con un supporto fisico, ascoltare il concerto così come fu suonato richiederebbe un cambio disco a metà strada, probabilmente due volte, a seconda della vostra preferenza di mastering. (Altro su questo a breve.) Copiare i dischi per l'ascolto via computer e impostare una playlist per tutte le tracce elimina efficacemente quel fastidio; potete premere play, sedervi e godervi il concerto senza interruzioni, proprio come fece il pubblico quel giorno del 1956. Un punto a favore della tecnologia moderna -- anche se simula un'esperienza di 65 anni fa!

Il disco Preiser, come osservato, contiene tutte le opere del concerto di Colonia tranne una. Il Kleiber-Mozart ha una piccola selezione -- come potete immaginare, tutti i pezzi di Mozart ma nessuno di quelli di Weber -- insieme a un resoconto della Sinfonia n.36 di Mozart, “Linz”, dell'anno precedente, con l'Orchestra Sinfonica di Radio Stoccarda. I dischi, quindi, hanno una buona sovrapposizione, offrendoci l'opportunità di confrontare i mastering, esercizio che si rivela istruttivo.

A prima vista, il Kleiber-Mozart suona più pieno e più ricco del disco dell'“ultimo concerto” Preiser. Il suono del Preiser sembra alquanto limitato e al primo ascolto delle due edizioni, eseguito con i diffusori, ho pensato che forse soffrisse di un'applicazione avventata della riduzione del rumore. Il ricorso alle cuffie, tuttavia, ha raccontato una storia diversa.

Nella recente recensione del commutatore mono/stereo esterno Sweet Foot Pedals ho parlato di un CD che tirava fuori inaspettatamente uno scheletro dall'armadio delle cattive e vecchie idee dell'audio, il finto stereo. Beh, gente, qui ci risiamo. Il Kleiber-Mozart, ascoltato in cuffia, si rivela essere un altro esempio di quella pratica disdicevole, anche se molto meglio eseguita rispetto al disco Music & Arts che ho testato nella recensione precedente. Ad essere onesti, in realtà suona piuttosto bene con i diffusori, in particolare con bassi più ricchi rispetto alla presentazione del Preiser. Quello che è possibile sentire in cuffia, però, è che tutta quell'atmosfera in più ha un prezzo: anche se non confonde il suono come l'applicazione maldestra sul Music & Arts, impone un riverbero e una risonanza notevolmente artificiali sul suono di quella che era quasi certamente una sala abbastanza asciutta, progettata per la chiarezza nelle trasmissioni. L'immagine sonora del Preiser potrebbe non essere così attraente a prima vista, ma sono abbastanza sicuro che questo CD offra l'immagine più vera di come quell'orchestra suonasse in quella sala, quel giorno.

Conclusioni

Per amore di discussione, supponiamo che vogliate seguire il mio esempio e compiere una traversata completa del concerto finale di Erich Kleiber con questi due dischi. Per i due pezzi di Weber, non avete altra scelta che andare sul Preiser. Per la Sinfonia n.39 di Mozart, tuttavia, se avete la possibilità di ascoltare i CD in mono, ad esempio con il commutatore Sweet Foot Pedals, potete contenere significativamente gli artefatti della moderna elaborazione del Kleiber-Mozart e potreste preferire il basso più ricco che esso presenta. Per quanto mi riguarda, ho deciso che per la sinfonia, il suono meno immediatamente sorprendente del Preiser è più sincero e alla fine preferibile. Per le danze tedesche, tuttavia, a prescindere dal motivo, ho trovato meno discutibile il finto stereo, in particolare attraverso il commutatore mono, e infatti ho preferito il suono elaborato delle campane da slitta della danza finale. Posso solo supporre che la ragione sia che le danze sono opere relativamente meno complicate della sinfonia.

Se, d'altra parte, non avete la possibilità di ascoltare i CD in mono, il Preiser è la strada da percorrere ogni volta che avete una scelta, vale a dire in tutto tranne il concerto per oboe. Per come vanno queste cose, la finta elaborazione stereo del Kleiber-Mozart viene applicata con gusto, ma resta finto stereo, e alla fine falsifica un documento storico. Sfortunatamente, non avrete scelta nel concerto per oboe, ma almeno tutto il resto corrisponderà al suono mono originale.

In ogni caso, vi incoraggio ad esplorare l'arte di Kleiber. I dischi di cui abbiamo parlato qui sono un buon punto di partenza, e da lì si può facilmente passare alle registrazioni in studio di Kleiber e alle edizioni di trasmissioni/concerti emerse negli ultimi anni. Kleiber non era solo una voce di resistenza in un'epoca di malvagi; era un direttore d'orchestra avvincente che ha fatto musica ancora oggi degna di essere ascoltata. Merita di meglio che essere lasciato nell'ombra dell'interruzione di carriera autoimposta in tempo di guerra e del cambiamento tecnologico del dopoguerra.

Note dell'Autore

[1] - Schonberg non dice se a parlare era von Schillings.

[2] - Arturo Toscanini si oppose strenuamente a questo processo, ed essendo Toscanini la pepita con i carati più alti in un'epoca d'oro di direttori d'orchestra con un temperamento leggendariamente vulcanico, ricevette un trattamento speciale: la RCA iniziò a predisporre due torni da incisione gemelli durante le sue sessioni, passando da uno all'altro per riempire gli spazi vuoti, consentendo esecuzioni continue invece dello start-and-stop. Kleiber o non pensò mai di chiedere questo approccio o, se lo fece, non ebbe peso per forzare la questione. (In tutta onestà, le registrazioni di Toscanini non di rado derivavano da concerti radiofonici, per i quali lo start-and-stop non era un'opzione.) Si noti che in quei giorni pre-nastro, ogni registrazione era quella che oggi chiamiamo “direct to disk”.

Attribuzione della foto di Kleiber-Toscanini, 1930: Questa immagine è stata fornita a Wikimedia Commons dall'Archivio Federale Tedesco (Deutsches Bundesarchiv) come parte di un progetto di cooperazione. L'Archivio Federale Tedesco garantisce una rappresentazione autentica solo utilizzando gli originali (negativi e/o positivi), rispetto alla digitalizzazione degli originali come fornita dal Digital Image Archive.

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