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[Può
 essere un uccello o un aeroplano ma non un frisbee!]
di nuovo sulla cresta dell'onda con

l'Achromat della Funk Firm

[English version]

Costruttore: The Funk Firm
Prodotto: Achromat
Prezzo: £ 50 o 55 €
Recensore: Mark Wheeler - TNT UK
Pubblicato: Aprile 2009
Traduttore: Roberto D'Agosta

Geoff Husband ne ha ricevuto uno blu mentre il mio è nero: eppure è difficile credere che alla Funk Firm non facciano tutti gli Achromat in un rosa vivace!

Chiunque abbia prodotto il giradischi che è stato in grado di contrastare l'egemonia del Linn Sondek negli anni 80 e chiamare il suo rivale al Naim Armageddon, Armagiggle deve assolutamente avere un tocco così leggero da poter districare il più denso spartito musicale: triste è stato quindi quel giorno del Settembre 2003 in cui la Pink Triangle ha chiuso i battenti. Una società il cui nome ha la propria origine in uno dei più cupi simboli nazisti, quello portato da quelle persone destinate a essere perseguitate e uccise, ha di certo una vocazione umanitaria e umanistica e dovrebbe meritare il successo. Il giradischi Pink Triangle, così come tutti i suoi successori, usava un piatto in acrilico, aerolam (una lega di alluminio usata per i pavimenti degli aeroplani), aveva un subchassis e usava un motore a corrente continua. Quest'ultimo fu a lungo criticato dai recensori suoi contemporanei restii a qualsiasi innovazione che rimasero attaccati all'idea che solo un motore sincrono a corrente continua preso da un economico registratore VHS potesse avere sufficiente momento per assicurare la necessaria stabilità di rotazione.
Oggi, quegli stessi scribacchini sono felici di ascoltare i loro motori Mitchell, Origin Live o Oracle che sono tutti a corrente continua, ora che il gregge non è più legato all'abbeveratoio dei motori AC.

Arthur Khoubesserian è stato il fondatore della Pink Triangle e continua a realizzare progetti d'avanguardia nel più profondo Catford, un quartiere di Londra a sud del Tamigi, dove qualsiasi tassista avrebbe paura ad avventurarsi dopo il tramonto. La sua nuova impresa si chiama The Funk Firm. Oltre a questo tappetino, sono prodotti dalla Funk anche i giradischi Funk V (£ 765) e Funk Firm Funk (£ 450), ed è perciò con estremo piacere che mi appresto a spacchettare l'Achromat.

Il nome "Achromat" mi ricorda le mie lenti acromatiche gran formato della mia macchinetta fotografica: infatti acromatico significa "senza colore". L'aberrazione cromatica nelle lenti è quell'effetto che crea frange di colore, così comuni quando si usa una macchina digitale con delle vecchie lenti analogiche, dovute alla minore tolleranza alla luce incidente a grandi angoli da parte dei sensori digitali rispetto alla pellicola. Mentre questa analogia prende forma nei miei sogni, mi chiedo se l'ultima creazione di Arthur mi permetterà di esplorare più in profondità le analogie tra mondo visivo e audio che tanto sono care ai recensori audio quando non stiano pescando negli abissi delle improbabili analogie motoristiche.

Il manuale di istruzioni mette in guardia contro l'uso improprio dell'Achromat come frisbee: vorrei aver pensato prima a questo tipo di test, anche perché certe volte mi viene voglia di essere veramente crudele durante le mie prove. Per esempio (la risposta in fondo dell'articolo):

quale giradischi funziona meglio come tornio?

Sono certo che già avete letto quello che Geoff Husband pensa di questo oggetto e questa seconda recensione espanderà la conoscenza collettiva dei lettori di TNT-Audio sui possibili usi dell'Achromat. Proprio per permetterti di giudicare con maggiore confidenza se questo tappetino funzionerà anche con il tuo piatto, caro lettore, ho tentato di massimizzare il numero di giradischi usati per questa recensione.

Per prima cosa ho messo alla prova la trasparenza dell'Achromat piazzandolo sopra il piatto dell'Orbe: questo piatto è stato espressamente progettato per interfacciarsi perfettamente con le qualità del disco in vinile. Teoricamente dovrebbe essere un supporto ideale per il disco in vinile e l'inserimento di qualsiasi materiale, non importa quanto perfetto, tra esso e il disco dovrebbe aggiungere ulteriori interfacce materiale/aria/materiale. Sull'Orbe uso solitamente un Hadcock GH242E e la prima testina che entra in gioco è la MusicMaker 2, in assoluto una delle testine meno eccitabile dalle energie spurie presenti in un giradischi. Mi aspetto quindi solo risultati negativi dall'inserimento dell'Achromat.

Prima ancora di mettere l'Achromat sul piatto e aggiustare l'altezza del braccio lasciatemi puntualizzare che non sono mai stato ipersensibile alle questioni del VTA o SRA, riscontrando spesso che un braccio con la coda lievemente verso il basso raggiunge i risultati migliori: preferisco di gran lunga far girare qualche disco e ascoltare canzoni che perder tempo a regolare il braccio. Quindi prima della lista, una hit del passato, MPLA di Tapper Zukie che durante la mia giovinezza per un'estate ha dominato le classifiche reggae: si tratta di un vinile abbastanza leggero e sottile quindi se il braccio risultasse parallelo alla base con questo disco, sarà con quasi tutti gli altri dischi con la coda verso il basso.

Appena cominciato e si presenta subito il primo problema: proprio sotto l'etichetta del disco sia l'Orbe che l'Orbe SE hanno un bullone a cupola che fissa il piatto all'asse di rotazione ed è al tempo stesso sufficientemente alto da alzare il centro del disco in modo che il blocco di fissaggio del disco, delle dimensioni dell'etichetta, possa, per contrasto, mettere in tensione il disco sulla superficie del piatto. Questo bullone è troppo alto perché l'Achromat possa trovare spazio sull'Orbe e deve essere rimosso. Anche se questa è in effetti una nuova variabile nei miei test, ho fissato il piatto dell'Orbe in maniera sufficientemente stretta e così a lungo che l'assenza di quel bullone non dovrebbe sortire alcun effetto.

Ed ecco che arriva anche il secondo problema: i 5 mm in più dell'Achromat fanno sí che il blocco di fissaggio del disco non faccia presa sulla vite che dovrebbe tenerlo al suo posto e permettergli di bloccare il disco in tensione contro la superficie del piatto. Quindi invece di agire con la sua usuale potenza, si presenta come un semplice peso di 97 g che, di certo, non è neanche lontanamente comparabile a quella pressione che tiene incollati il vinile e il tappetino che solitamente questo blocco riesce a produrre. Inoltre il buco del perno dell'Achromat è più largo del perno stesso: non so se questa sia una cosa buona o cattiva...

[un piccolo singolo rigido]

Detto questo è chiaro come io abbia solo aspettative negative dal suono che sta per venire fuori dall'Orbe in questa configurazione e se questo risultasse vero non sarebbe in fondo un giudizio negativo sul prodotto quanto piuttosto un risultato dovuto alla mia testardaggine. Tuttavia, questa resa di MPLA mi piace così tanto che vado a prendere il mio basso per cercare di fare un po' di esercizio e suonare sulla canzone che dà il titolo all'album. C'è una certa naturalezza nel suono che mi fa dimenticare di essere un recensore e mi fa invece godere molto le canzoni.

Non che sia facile puntare il dito su una qualche differenza che mi permetta di lanciarmi in uno di quegli sproloqui e giri di parole inventati dai degustatori di vini e fatti propri se non quando perfezionati dai recensori Hi-Fi. Un paio di bicchieri di vino potrebbero facilmente sciogliere la mia penna ma questo significherebbe lasciare la stanza d'ascolto e in questo momento mi sto godendo troppo le canzoni.

A ruota, in maniera abbastanza naturale, segue sul piatto Inna Space Outta Sound dei Nightmares on wax, con la copertina del disco che ben richiama i grossi coni in carta del mio più recente progetto di autocostruzione. Le belle canzoni si susseguono e io rapidamente mi sono dimenticato come suoni l'Orbe "nudo".

[il carattere dei grossi coni 
di carta]

Sono abbastanza incuriosito dai miglioramenti sonori che sto percependo: eppure non ha assolutamente senso, almeno secondo me, che il suono di un giradischi da £ 2000 la cui peculiarità centrale è di avere un piatto progettato per creare un'interfaccia perfetta con il disco in vinile, a cui quel disco viene saldamente fissato, possa essere migliorato da un accessorio da £ 50 che si intrometta proprio tra disco e piatto. Alcuni esperimenti dimostrano che il suono è migliore con il blocco al suo posto, anche senza essere avvitato, eppure rimango incredulo e perplesso.

La ben nota colorazione dell'Orbe sembra ridotta: sotto questo punto di vista la combinazione Orbe Se/Hadcock è già superiore a molte altre ma l'Achromat va oltre in questa stessa direzione. Le voci appaiono più naturali da un punto di vista timbrico, ma non private di emozionalità. L'Hadcock rende l'Orbe molto più "leggero" di quanto non facciano bracci più potenti come lo SME V, e l'Achromat lo aiuta un pochino: gli attacchi e i decay sono migliori, e il giradischi sembra più agile...

Arthur mi ha mandato una email per chiedermi come stesse andando: gli ho spiegato la situazione, quelli che fino a quel momento erano i miei risultati e chiesto una spiegazione.
"Bolle" è stata la sua enigmatica risposta, aggiungendo che le loro prime prove erano proprio fatte con un Orbe e che avevano riscontrato effetti simili.

TNT- Avete formulato un'ipotesi sul perché l'Achromat funzioni su un Mitchell Orbe che di per sé ha già un piatto in vinile e anche quando il blocco non funziona a causa dei 5 mm aggiuntivi la sua vite non riesce a fare presa?
Arthur - "Il primo giradischi in assoluto su cui abbiamo provato questo tappetino è stato proprio un Orbe ed è proprio a partire dai risultati di quell'esperimento che poi è nato l'Achromat. Infatti, fu a causa della sua natura più intima e quindi della difficile prova a cui sottoponevamo il tappetino che scegliemmo un Orbe. Perciò quello che mi ha raccontato finora non mi sorprende affatto."
TNT- Ma perché?
Arthur- "Tutto a causa delle bolle! Dopo aver sviluppato la teoria degli accoppiamenti delle impedenze che per prima mettemmo alla prova sul piatto in acrilico dei Pink, facemmo degli esperimenti con il vinile e questo non ci diede quei grossi miglioramenti che ci saremmo aspettati. Sbattei la testa al muro a lungo prima di giungere alla conclusione che le lunghezze d'onda che stiamo considerando sono troppo grandi per trovare spazio in una piattaforma rigida di dimensioni finite. Avevamo invece bisogno di una linea di trasmissione e questo ci ha portato a un materiale in cui bolle e materiale grezzo convivono."

Va bene, posso arrivare a capire come la ridotta densità dell'interfaccia possa aiutare, ma siamo comunque passati da una situazione disco-aria-piatto a disco-aria-Achromat-aria-piatto perché comunque la mettiate ci sarà sempre dell'aria e imperfezioni tra due materiali rigidi. Oltretutto, il sistema di fissaggio dell'Orbe genera un legame meccanico brutale tra il piatto e il disco che non ha eguali se non in qualche sistema a vuoto (ricordate il Lux?) e a livello intuitivo ci si potrebbe aspettare che questo sistema sia superiore a qualsiasi tipo di tappetino. Quindi, ancora, come è possibile che l'introduzione di un tappetino che non fa uso di una qualsiasi elasticità per accoppiarsi al piatto possa risultare in un miglioramento sonoro?

Ancora qualche disco e ho deciso di tornare all'Orbe originale, per tentare di capire se quello che sto sentendo è reale oppure no. Mentre rimuovo l'Achromat faccio anche un prova al volo: una versione molto primitiva del test d'impulso che fu reso molto popolare da Peter Moncrieff della IAR e citato a lungo nelle prime pubblicità dell'Oracle come una prova che l'Oracle mk I era oltre 200 volte meglio del Linn Sondek... mamma mia quanto ci piacevano questo tipo di pubblicità! Questo test consiste nel colpire il bordo del disco a 45° in linea con gli assi di rotazione e della testina, e su entrambi gli estremi dell'asse -- teoricamente per eccitare separatamente il lato sinistro o destro del solco a seconda di quale lato era stato colpito. Con questa tecnica un differente suono si propaga fino ai diffusori.

Con l'Achromat, il transiente di salita è molto sotto controllo e al tempo stesso il decadimento è molto più rapido. C'è una risonanza molto precisa intorno alle medie frequenze nell'impulso dell'Orbe nudo anche quando tutto è nella configurazione ottimale. Questo suono è simile a quello di un subchassis quando sia messo in vibrazione allo stesso modo, anche se il subchassis dell'Orbe fa uso di materiale densoglop che non è presente nel Gyrodec.

Queste differenze sono confermate mentre cambio dischi sull'Orbe nudo: ho quindi deciso di spostare l'Orbe dal suo ripiano di vetro laminato (selezionato tra un pool di ripiani in mdf, torlyte, vetro indurito e un prototipo Something Solid vecchio di 15 anni) per metterlo sul piano superiore di un mobiletto Something Solid appoggiato sui piedini Missing-Link. Un confronto ripetuto (che si è svolto su molti giorni) tende a confermare i miglioramenti nel suono dell'Orbe con o senza l'Achromat provati sul ripiano Origin Live: tuttavia ci sono sottili differenze nella natura di questi miglioramenti tra i due tipi di ripiano.

Come è possibile che un piano di supporto e il materiale del piatto possano interagire così tanto anche quando sono separati da tre livelli di isolamento?

  1. Lo chassis inferiore appoggia su punte regolabili.
  2. Si fa uso di punte invertite per appoggiare lo chassis superiore,
  3. il quale supporta il subchassis con tre molle in tensione.
Forse una possibile analogia in questo caso può venire con la relazione tra l'asfalto, le gomme, le ruote, i componenti delle sospensioni, i parametri delle molle e la massa del veicolo quando si tenti di regolare le sospensioni di una macchina. Diverse configurazioni andranno bene per diversi cerchioni, gomme e combinazioni di macchine o motociclette. Quanto bene il veicolo si comporterà in curva sulle varie superfici dipende da tutti questi fattori oltre che al peso dei passeggeri. O mio Dio, sono di nuovo scivolato lungo la china delle analogie motoristiche proprie di molti recensori audio: è un cammino viscido e pieno di insidie, che porta alle recensioni di vini, costosi orologi, motori in menopausa e sigari cubani...

Il vostro umile scriba allunga la mano per prendere una barra di cioccolato Green & Blacks allo zenzero che negli ultimi anni ha sostituto il tabacco.

RAS dei Sonar Kollectiv sull'Orbe senza Achromat, cioccolato in bocca e torniamo al nostro lavoro ricalibrando le orecchie al loro suono normale. Siamo pronti per provare qualche nuova configurazione. Andiamo con il ripiano da muro Origin Live ma con uno ERaudio SpaceHarmoniser al posto del vetro laminato. L'Orbe "nudo" suona ora in maniera simile a quando l'Achromat è sul piatto e il giradischi è sul ripiano di vetro. Sullo SpaceHarmoniser l'Orbe nudo è preferibile alla configurazione con l'Achromat e suona in maniera molto simile alla combinazione Orbe+Achromat+vetro laminato. Una nuova variabile appare! Dobbiamo tenere in contro della sinergia tra il piatto-tappetino e il supporto del giradischi!

Ci si potrebbe aspettare che i risultati con giradischi un po' più vecchi siano differenti. Quei giradischi erano infatti progettati per avere una certa integrità meccanica, erano costruiti per durare a lungo e si basavano sulle linee di produzione dell'epoca: olio di serpente e metafisica ancora non avevano fatto il loro ingresso nel quadro complessivo e molti dei componenti furono costruiti seguendo le pratiche e le tecniche accettate quando l'ingegnere si era laureato. Pur se spesso non si inquadrano dei criteri audiofili contemporanei, questi giradischi sono pur sempre pezzi di ingegneria pregevoli e da qui ha origine l'abbondanza di tentativi di modificare queste vecchie glorie per portarli ai livelli della richiesta audiofila attuale.

Molti giradischi, sin da quando Lp è stato inventato, hanno avuto piatti in qualche tipo di metallo. Infatti fanno uso di piatti di mazak (una lega di alluminio puro al 95%, N.d.T.) e alcuni sembrano essere prodotti da una lega mazak non magnetica. Il mazak è quel metallo ricoperto di bianco usato spesso negli anni 60 per fare macchine giocattolo dopo che si smise di farle di piombo. Possiamo quindi concludere che il mazak è economico da produrre e facile da lavorare fino agli standard di precisione necessari: lo troverete in molti piatti come i Thorens e i Linn. Non mi sembra però di ricordare che sulle scatole delle mie macchine ci fosse scritto che erano fatte con il materiale ideale per piatti da giradischi.

Il primo della lista è il mio vecchio Thorens TD160BC mk II, che a suo tempo modificai e poi vendetti negli anni 80, ma che recentemente è tornato, come un figliol prodigo, a casa. Geoff Husband ha provato l'Achromat sul suo Thorens TD160 con un braccio Rega, mentre il mio piatto ha un braccio SME 3009/II modificato per cui le nostre combinazioni di braccio/giradischi sono molto diverse.

Thorens TD160BC mkII

Il TD160 e il TD166 furono i successori del famoso TD150: molte delle modifiche avevano una natura puramente cosmetica specialmente riguardo alle dimensioni del supporto per il braccio. La differenza tra i due modelli era che il TD166 aveva un braccio Thorens, mentre il TD160BC non aveva braccio (mi venne detto allora che 'BC' era un acronimo di "base and cover" -- "base e coperchio") ma aveva il supporto esattamente proporzionato per lo SME 3009. Ironicamente, allora lo SME costava 2/3 rispetto al giradischi, mentre oggi i Thorens passano di mano per meno di 100 € mentre lo SME varrebbe più del doppio della base.

Il mercato inglese, l'unico con cui avessi familiarità all'epoca, conobbe anche un mkII con differenti tappetini al posto di quello classico di gomma. Esisteva anche un TD160S con alcune modifiche in chiave audiofila. Tutti questi giradischi sono a tutt'oggi delle ottime occasioni se comprati usati a un prezzo di 75-100 €. Alcune semplici modifiche li portano a prestazioni che sarebbero costate molto di più all'epoca della loro produzione.

La moda alla fine degli anni 70 e all'inizio degli anni 80 era quella di rimuovere il materiale smorzante dalle molle Thorens, togliere la base e rimpiazzare i piedini originali con punte o blu-tack e togliere il peso allo SME. Se proprio necessario questo peso poteva essere rimesso alla parte posteriore del contrappeso dello SME 3009 modificato con del blu-tack.

Sostituire il tappetino originale (che sembra avere un numero di modello della Ortofon) con l'Achromat apporta immediati benefici sonori. Questa frase probabilmente non rende onore a questi benefici: assumendo che questo giradischi a subchassis, senza braccio, possa essere acquistato per lo stesso costo dell'Achromat, allora queste prove sembrano semplicemente pure follie. Eppure folle sarebbe ignorare completamente questi risultati: come Geoff ha già scoperto questa combinazione è di molto superiore al suo prezzo!

Il Funk Achromat porta il suono del Thorens TD160BC, privato di quei pendagli inutili (minimo da togliere= base, piedini e material smorzante dalle molle) al livello di un giradischi contemporaneo. Questo risultato sembra ricordare lo spostamento dei diffusori da supporti di bassa qualità a supporti saldati di buona qualità: un velo di colorazione nota sparisce dalla musica. In un primo momento sembra che qualcosa manchi, ma il suono, quando si torna alla configurazione originale, appare non ben definito. Ogni singola nota o colpo di grancassa inizia e finisce più chiaramente apportando anche un chiaro miglioramento del senso del tempo. Il timbro degli strumenti (quella qualità di uno strumento per cui un musicista è pronto a pagare un extra ma che il resto di noi individua come un buono tono di violino o come un suono differente tra una Fender --pre CBS-- e una vecchia Gibson, anche se non saremmo in grado di riconoscerle) è più identificabile. Anche per quest'ascoltatore non percussionista, il suono della batteria North che Billy Cobham usava alla fine degli anni 70 è diverso dalle batterie contemporanee Ludwigs o Sonors. Se usato con un vecchio giradischi a subchassis come il Thorens, l'Achromat merita la mia più calda raccomandazione!

[i bordi...]

Ora sotto con il Garrard 401 con un braccio da 12 pollici SME serie 1. Il Garrard per sua natura ha un suono più "frontale" rispetto al Thorens. Questo modello Garrard ha anche un bordo attorno all'anello del piatto (come anche il Linn LP12) che ha come diametro esterno quello dell'Achromat. Secondo voi questo umile scrittore tirerà via la parte esterna del piatto del suo 401 per fare spazio al questo tappetino?

Siate seri. Molto più semplice risulta rimuovere, gentilmente, dal bordo dell'Achromat la parte in eccesso: si può fare montandolo su un perno rotante e usando un materiale abrasivo sul bordo in rotazione. Questo può essere fatto un po' per volta fino a che non sia stato tolto tutta e sola la parte in eccesso dal bordo esterno inferiore. Ora l'Achromat si siede sul piatto del Garrard abbastanza comodamente con un po' di gioco.

Exodus di Bob Marley nella magnifica versione MoFi Original Master Recording sul 401 con il tappetino Achromat suona come un differente missaggio. Il recupero dell'ambiente, la profondità e larghezza del palcoscenico, il distinto transiente di ogni singola nota di basso si mettono immediatamente in risalto come migliorati; le parti cantate assomigliano di più alle voci reali che a quelle processate; diventa molto più semplice seguire le singole linee strumentali che ora appaiono meglio separate all'interno del suono.

Dopo aver fatto girare alcuni dischi ho deciso di provare il 401 con altri tappetini che girano per case e mi rendo immediatamente conto che con l'Achromat il rumore superficiale non è solo ridotto ma anche modificato: i vari "click" assomigliano di più a brevi impulsi con il rumore di fondo decisamente abbassato. Il tappetino "appiccicoso" Spectra Le Mat (ho perso la scatola ma penso si chiami così) simile come caratteristiche a quelle di un Oracle mkI, ha un effetto simile sul rumore ma senza la vitalità dell'Achromat. Difatti questo tappetino senza rendere la musica più sterile.

Ho quindi provato diverse testine: mi sembra di poter concludere che testine a bassa elasticità (Decca London o AT110E) traggano maggior beneficio dall'Achromat che non quelle a più alta elasticità (MusicMaker 2 o Ortofon VMS30E). Non sono riuscito a trovare un solo aspetto negativo dell'Achromat sul Garrard 401, e mi aspetterei risultati simili su qualsiasi giradischi di grossa massa senza sub-chassis.

Il test finale: i vecchi e sporchi 7 pollici

Vi ho mai detto che amo le prove audio che tentino di uscire dagli schemi delle noiose prove fatte negli show Hi-Fi? Un tappetino per giradischi deve dare il suo meglio solo con Lp di qualità, prodotti da vinile vergine da 180 g partendo dalle registrazioni originali e conservati in custodie di papiro antistatiche?

Una copia molto sporca di Tumbling Dice dei Rolling Stones, che ha visto tempi migliori sui vari giradischi portatili della mia giovinezza, impregnato di birra e abusato in ogni modo salta sui piatti di tutti e tre i giradischi. Sia sul Garrard che sul Thorens il rumore superficiale è molto ridotto e la musica ancora comprensibile. Il Garrard sembra in grado di estrarre più senso del tempo e dinamica da questo disco e questa differenza è accentuata quando l'Achromat trova posto su ciascun piatto.

[bianco e nero: Sweet Black Angel]

I 7 pollici si susseguono uno dietro l'altro per tutta una sera dopo che ho ritrovato una vecchia scatola che è rimasta nascosta per 25 anni, anche se sfortunatamente il soul e il reggae non sono sopravvissuti agli anni 80. Ogni 45 giri enfatizza le differenze notate con il 33 giri: la cosa più rimarchevole è la riduzione del rumore di fondo e il modo in cui la musica risulta separabile dal rumore. La cosa più triste è scoprire che sembra esserci molta più dinamica in questi vecchi singoli che in molti CD moderni, anche se probabilmente i primi erano studiati per una trasmissione radio in AM.

Conclusioni

Sembra esserci una complessa relazione tra il tappetino del piatto e il supporto del giradischi. Alcune possibili combinazioni di 3 giradischi, 3 bracci, 4 testine, 3 differenti mobiletti e 4 tipi di ripiani sono state messe alla prova in questa recensione. Tutte le combinazioni migliori provate, tranne una, sono quelle con l'Achromat: l'unica eccezione è quella con l'enigmatico ERaudio SpaceHarmoniser che per propria natura è molto sensibile alle varie sinergie del sistema.

Sia io che Geoff troviamo differenze simili nella presentazione e carattere con l'Achromat:

Per un disco di 30 cm di diametro che non può essere neanche usato come frisbee, £ 50 possono sembrare tanti, ma di certo sono una spesa migliore che non la stessa cifra spesa per delle prese fono. La politica della Funk Firm di ridarvi indietro i soldi entro 30 giorni dall'acquisto rende la spesa di 55 € alquanto sicura. Per quanto mi riguarda terrò il mio in maniera permanente sul mio Garrard 401.

Musica goduta durante questa recensione

  • Tapper Zukie: MPLA, Virgin LP 1978
  • Nightmares on Wax: Inna Space Outta Sound, Warp records
  • The Good, The Bad & The Queen: Warp Records
  • Bluesband: Bootleg ufficiale
  • Best Seven/Sonar Kollectiv: RAS = "Rhythm Altered State"
  • Jimi Hendrix: Studio Out-takes, volume 2: 1969 vinile 160 g, Radioactive records
  • Jimi Hendrix: Studio Out-takes, volume 3: 1969-1970 vinile 160 g, Radioactive records
  • Billy Cobham: Spectrum,
  • Return To Forever: Romantic Warrior,
  • Rolling Stones: Tumbling Dice, Sweet Black Angel,
  • Rolling Stones: Get Off Of My Cloud, Decca, vecchio di 40 anni
  • Rolling Stones: (I Can't Get No) Satisfaction,
  • Donna Summer: I Feel Love,
  • Atomic Rooster: Devil's Answer
  • The Crazy World of Arthur Brown: Fire!
  • Jah Lion: Soldier and Police War,
  • The Damned: Don't Cry Wolf, vinile rosa Stiff Records.

© Copyright 2009 Mark Wheeler - www.tnt-audio.com

Per inciso, il Garrard 401 è quello che si comporta meglio come tornio.

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