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Cliffhanger Audio - Bulldog Loudspeaker

Campioni con pedigree

[English version]

Prodotto: Diffusori acustici Cliffhanger Audio Bulldog
Costruttore: Cliffhanger Audio - Sudbury, Ontario, Canada
Telefono: (705) 922-9661
Prezzo: $3999 USD/Euro
Recensore: Nels Ferrè - TNT USA
Recensite: Novembre 2002

[Bulldog]
Cliffhanger Audio Bulldog


Background

La mia prima visita ad un Hi Fi show risale al 1981, quando avevo 15 anni. Rammento di aver trascorso una piacevolissima giornata ed ancora oggi, dopo 20 anni, ricordo con affetto due prodotti esposti. Il primo era l'amplificatore integrato NAD 3020 venduto all'incredibile prezzo di 199 dollari. Questo piccolo venti watt suonava molto più potente e musicale di quanto la sua veste un po' dimessa ed il suo prezzo facevano supporre.
L'altro prodotto che m'impressionò era nella categoria di prezzo completamente opposta. I diffusori Infinity Reference Standard generavano il suono più reale e musicale che io non avessi mai sentito e, nella mia mente, sono tuttora insuperate. In quel periodo, le 4 colonne da circa 2 metri e 25 cm. si vendevano per 20.000 dollari. Adesso ne costano 75.000. Corre voce che Fabio, la superstar italiana, ne abbia due set completi. A volte la vita è proprio ingiusta.

Perchè mai tiro in ballo queste cose? Perchè pur avendo posseduto, venduto ed ascoltato più apparecchiature di quante me ne posso ricordare, relativamente poche hanno lasciato un segno nella mia memoria. Certo, oltre a quei due componenti ne ricordo altri, ma anche dopo tutto questo tempo mi soddisferebbero entrambe, ovviamente in un impianto a loro adeguato. Riguardo al NAD, possiedo apparecchi migliori quindi non saprei come utilizzarlo.
Le mie chances di possedere un sistema Infinity Reference Standard, invece, stanno tra lo "scarso" ed il nessuna, e lo "scarso" se ne è appena andato. Se solo ci fosse un diffusore che, ad un prezzo ragionevole, mi emozionasse come le grandi Infinity! L'ho cercato per anni, e nulla si è mai avvicinato alla loro qualità. Fino ad oggi.

Il Bulldog

Il Bulldog è costruito dalla Cliffhanger Audio di Ontario, in Canada. Cliffhanger Audio produce una linea completa di diffusori hi-fi con prezzi a partire da 400 dollari la coppia. Tutti i diffusori Cliffhanger Audio godono di una garanzia di 5 anni.

Il Bulldog è un diffusore a tre vie con woofer da 15,2 cm, midrange a cupola in metallo da 7,6 cm. e tweeter a nastro. Misura circa 48,3 cm in altezza, 20,3 cm in larghezza e 40,6 cm in profondità. è costruito come se fosse un caveau. Ogni diffusore pesa ben 27 chilogrammi ed ha bisogno di stand estremamente solidi e robusti. Sotto l'impellicciatura di alta qualità, il cabinet è costituito da MDF da 1,9 cm a media densità. Ben più importante è però ciò che si trova sotto il citato MDF: lamiera d'acciaio rinforzata da tiranteria, sempre in acciaio. Il "baffle", in altre parole la parte anteriore del diffusore, è alquanto sovrappopolato, per cui la tradizionale griglia copri altoparlanti non è stata prevista. Il midrange è protetto da una sua griglia perforata, il tweeter a nastro, invece, diffonde il suo segnale attraverso un'apertura lunga e stretta che si trova, ovviamente, nella parte anteriore dell'altoparlante.
La parte frontale e posteriore del cabinet è rifinita con un laccato nero. Dietro, ci sono i due piccoli fori del bass reflex, molto vicini tra loro e posizionati nella parte superiore del cabinet. Nel mezzo ci sono un paio di connessioni dorate. Non è previsto il bi-wiring. Le Bulldog sono disponibili con varie finiture: gli esemplari in prova sono di un attraente color acero chiaro. è raccomandato l'utilizzo di un amplificatore da 50 a 300 watt.

Sentivo parlare di questi diffusori da almeno tre anni. Mentre stavo lavorando sulla recensione del CD Player JD-100A e degli amplificatori modello 502, Michael Allen di JoLida era già andato in brodo di giuggiole per queste casse. Poco dopo la fine della mia prova del CD Player JD-100A, il mio telefono si mise a squillare. Michael aveva preso accordi per farmi spedire una coppia in prova, semprechè ne fossi interessato.
Ammetto che la cosa mi intrigava parecchio, anche se non mi aspettavo che mi potessero piacere più di tanto, visto che personalmente amo una presentazione sonora dotata di una buona ritmica e solo un tantino tranquilla, mentre lui preferisce un tipo di suono ancor più calmo e rilassato. Inoltre, dopo l'esperienza con le Newtronics Gate, l'idea di aver dei monitor dotati di stand nella mia sala d'ascolto non mi sorrideva particolarmente. Avevo comunque voglia di dar loro una chance e, nel giro di un paio di settimane, le installai nella mia solita sala.

Potenza. E tanta.

Con un'efficienza di 86 dB ad un metro, misurata con 2,83 Volt in ingresso sul loro carico di 6 ohm, le Bulldog richiedono molta buona potenza per suonare al meglio. Il mio McIntosh MC 162 eroga 100 watt per canale su 8 ohm, 160 su 4 ohm e si è fatto un bel tour de force quando l'ho collegato alle Bulldog. Anche a livelli d'ascolto piuttosto bassi, i wattmetri danzavano abbastanza; ad alti livelli d'ascolto l'amplificatore era invece prossimo al clipping. Personalmente, amo avere più potenza di quella che mi serve e non mi piace tirare il collo ai finali. Avrei preferito un paio di 162 configurati in mono (325 WPC su 8 ohm) o magari un MC352, ma non avevo altri apparecchi Mac in giro.
Quando Michael mi chiamò, mi mise in guardia sulla loro bassa efficienza e dubitò sul fatto che io avessi abbastanza potenza per pilotarle. Spedì un secondo amplificatore JD-502, in modo che io potessi utilizzarlo a ponte in mono unitamente al mio JD-502. Questo set up eroga 117 watt per canale di potenza valvolare, grosso modo equivalente a 235 watt per canale erogati da un'amplificazione allo stato solido. Con i due JD-502 ho utilizzato sia il mio pre Audio Research SP 9 sia un amplificatore per cuffia Headroom Max, usato come preamplificatore quando a causa degli acciacchi dell'età l'Audio Research è dovuto tornare in fabbrica per un tagliando. Dopo il quale è rinato a nuova vita.

Come mettere "a ponte" il JoLida

Sono cresciuto nel mondo "solid state". Il mio primo "vero" sistema hi-fi aveva un amplificatore integrato valvolare, un Heathkit AA-32 del 1962, ma eravamo nel 1977. Quell'ampli era stato torturato ed aveva di certo visto giorni migliori: amavo il suo suono ma era molto inaffidabile, abbisognava di continui interventi e se c'è una cosa che mi rende irritabile è vivere senza la mia musica.
Tenete in mente che ai tempi avevo 11 anni e che allora come ora i riparatori non lavoravano gratis. Così, risparmiando i miei pennies, comprai un sintoamplificatore Pioneer che usai per alcuni anni prima di fare un certo salto di qualità. Il mio fratello maggiore lo ha poi utilizzato fino a pochi anni fa, quando l'apparecchio smise di funzionare per morte naturale. Se Sam Tellig di Stereophile si è autodefinito "Audio Tirchione", il confronto con mio fratello John lo farebbe scomparire.

Ho ignorato per anni quell'aggeggio a valvole. Con gli amplificatori a stato solido, il finale ha bisogno di un interruttore per selezionare la configurazione "a ponte" ed i diffusori sono di solito collegati in una maniera diversa, rispetto al normale utilizzo stereofonico. Non ero conscio di quanto fosse facile mettere "a ponte" un amplificatore JoLida. Sui morsetti d'uscita, collegate i poli positivi tra loro (sia quelli da 8 ohm sia quelli da 4 ohm, a seconda del carico) con uno spezzone isolato di cavo per diffusori. Fate la stessa operazione con i poli negativi.
Collegate poi i diffusori all'uscita che più vi aggrada. Per gli ingressi, potete usare un cavo ad "Y". Già, è proprio così semplice. Se gli apparecchi sono utilizzati come finali di potenza, come ho fatto io, selezionate l'ingresso adeguato, tarate allo stesso modo i controlli di guadagno e controllate il volume mediante il potenziometro del preamplificatore. Suppongo sia possibile mettere a ponte in questo modo anche altri tipi di finali a valvole, ma siccome non ne sono del tutto sicuro vi consiglio caldamente di chiedere lumi al fabbricante prima di procedere ad eventuali sperimentazioni.

Come suonano

è stato difficile cercare di individuare le caratteristiche peculiari di questi diffusori. Sono giunto alla conclusione che non ne hanno. Lo so che non ha molto senso esprimersi cosi, ma seguitemi ancora un momento. Pensate ad un qualsiasi marchio presente sul mercato. Tutti hanno una loro particolare impronta sonora.
Alcuni hanno bassi un po' rigonfi, altri tendono ad essere brillanti ed altri ancora hanno medi in evidenza. Certi sono ben equilibrati ma non coinvolgono del tutto. Ci sono poi quelli che vanno proprio male ed altri che, invece, sono eccellenti. Tutti però hanno un loro "suono", e con esso tenderanno sempre a colorare un po' la musica. Con i Bulldog, talvolta ho pensato: "Bene, sono leggermente sul brillante, qui magari un po' in avanti col midrange, qua invece un po' asciutte sui bassi". Dove sta l'inghippo? Lo fanno con tutti i dischi. In effetti, ogni disco è stato una sorpresa, e ve lo ripeto con convinzione. Nessuno ha suonato nel modo in cui mi aspettavo suonasse. Nella gran maggioranza dei casi, la sorpresa è stata piacevole. Tutti gli altri diffusori che ho ascoltato finora, coloravano il suono a seconda dei gusti del progettista. Con le Bulldog, il suono è colorato a seconda dei gusti dell'... ingegnere del suono. Mi rendo conto che qui sto camminando sul ghiaccio sottile. Se avete dei dubbi (e lo so che gli avete) tutto ciò che posso dirvi è: "Andate ad ascoltarle".

Ho provato a mettere sul piatto tutti i tipi di musica con le Bulldog, e mi sono scoperto a cambiare la mia solita lista d'ascolto. Quando mi sono arrivate, ero in un periodo di sbornia da classic rock. L'ho esplorato un po' dappertutto. I Beatles, Focus, Moby Grape, Ian Dury ed i Blockheads, The Clash e molti, molti altri gruppi sono "passati" attraverso le Bulldog.

Il primo esempio viene dai Focus, la band olandese che fa Progressive Rock. Nel 1974 raggiunsero il nono posto nella classifica statunitense dedicata ai 45 giri con "Hocus Pocus" (Greatest Hits EMI/Fame FA41 31121). Se non lo avete mai sentito, vi assicuro che è un pezzo interessante. La canzone, nella parte destinata a far da gancio o ritornello orecchiabile che dir si voglia, presenta uno yodeling e nella parte centrale una polka guidata da una fisarmonica. La cosa che più mi attrae è l'indimenticabile chitarra di Jan Akkerman, considerato uno dei più grandi chitarristi rock del mondo. Basta un ascolto per capire che la definizione non è priva di fondamento. Mentre sentivo con grande piacere i giochi musical-pirotecnici di Akkerman, mi resi improvvisamente conto del lavoro al basso di Martin Dresden: non dava autorevolmente solo il ritmo della canzone, ma teneva anche il gruppo ben ancorato e coeso. Tutto questo lo stavo ascoltando da un diffusore da stand con un woofer da 15 cm. Ero sbalordito.

è probabile che il mio secondo esempio scombussolerà un buon numero di fan del vinile. Di solito, quando si parla di LP Mobile Fidelity Sound Lab's Half Speed Mastered, si creano due fazioni. La prima sostiene che i dischi Mo Fi sono la cosa più vicina ad un nastro master che si possa trovare sul mercato. La seconda fazione, invece, ritiene quelle registrazioni innaturalmente enfatizzate sui bassi e sugli acuti. Fino ad ora, io appartenevo alla prima fazione. Un mattino, prima di dirigermi verso l'ufficio, ho tirato fuori la mia copia Mo Fi di "Misfits" dei Kinks (MFSL 1-070). è un album fantastico, ma notai in me una reazione a scoppio ritardato: potevo quasi vedere la faccina "smiley" disegnata sull'equalizzatore grafico. C'era una decisa esaltazione dei bassi e degli acuti. Era ovvia. La mia copia in CD standard suonava in modo più naturale.

Mentre una risposta sui bassi profonda e ben controllata è di certo una virtù dei Bulldog, va detto che non sono dei diffusori "monogenere". Andiamo un po' a vedere come vanno le cose con le voci. Dai tempi della mia recensione del JD-302, Michael ha iniziato a tessere lodi di una cantante chiamata Eva Cassidy (ebbene si, i recensori ed i costruttori si parlano tra loro: di apparecchiature, di musica e delle condizioni in cui versa l'industria a lei correlata). Dato che solitamente i nostri gusti sonori non coincidono, non coincidono neppure i nostri gusti musicali. La storia di Eva è davvero tragica. Durante il giorno lavorava nell'area di Washington D.C. come architetto paesaggista, di notte cantava nei night club. Sottopose i suoi nastri "demo" a numerose case discografiche. Alcune, a causa del suo stile musicale molto eclettico, non sapevano come posizionarla sul mercato; altri volevano lanciarla come la nuova Celine Dion o Whitney Houston, ma lei rifiutò di tradire il suo modo di essere. Tragicamente, quando stava iniziando a farsi un nome in ambito locale, le fu diagnosticato un cancro. Dopo la sua morte, nel 1996, alcuni nastri con la sua musica furono dati alla Blix Street Records. Divenne molto popolare in Inghilterra ed il suo fan club negli Stati Uniti crebbe improvvisamente. La cosa incredibile è che tutto ciò successe senza grandi e costose campagne pubblicitarie. Affrontava con facilità molti generi musicali: dal Jazz al Blues, fino alla musica popolare. Grazie alla chiarezza dei Bulldog, mi è parso di essermi avvicinato il più possibile ad una delle sue esibizioni "live", e suppongo che non potrò aver esperienze migliori in futuro. L'analogia più accurata che mi viene in mente è che la sua voce era la voce di un angelo, ed il suo cantare una cosa bellissima. Due registrazioni che mi sento di raccomandarvi sono "Live at Blues Alley" (G2-10046) e "Imagine" (G2-10075).

Il Posto Migliore in Casa

Di solito, quando si ascolta un impianto, all'aumentare del volume il suono diventa più forte. E ciò accade anche con i Bulldog. Ma, con i Bulldog, succede pure qualcosa di speciale. Sulle registrazioni di ottima qualità come "Live at Blues Alley", il suono non diventa solo più forte, ma i Bulldog creano anche l'illusione di avvicinarsi di più al palcoscenico. Non è che la scena sonora sia proiettata più in avanti verso l'ascoltatore, è come se l'immagine restasse stazionaria e l'ascoltatore fosse avvicinato alla scena. Per me, questo fatto dimostra quanto Ian Smith, progettista e presidente della Cliffhanger Audio, la sappia lunga sul come progettare e costruire. A bassi livelli d'ascolto, potevo sentire tutto e molto chiaramente. Ad alti livelli, invece, prima dei diffusori o dell'amplificatore ho ceduto io.

Difetti

Qui non c'è molto da dire. I diffusori hanno una bassa efficienza e non daranno buoni risultati senza un generoso numero di watt d'alta qualità. A causa del loro peso e della notevole profondità, hanno anche bisogno di stand di rango elevato.

Spazzate via alcune errate convinzioni

Il fatto di essere un recensore, non mi fa supporre di sapere tutto. I Bulldog mi hanno però dato una bella ridimensionata: mi hanno provato che, in realtà, non so niente. Woofer di piccolo diametro non possono riprodurre bassi profondi e di alta qualità. Diffusori montati su stands non possono dare buone prestazioni in una stanza grande. I midrange a cupola metallica hanno un suono aspro. I tweeter a nastro non hanno una buona dispersione: l'area ottimale per il loro ascolto è molto ridotta. Mi è capitato di ascoltare dei diffusori che infrangevano una di queste regole. I Bulldog le infrangono tutte.

Quando ho ricollegato all'impianto le mie Infinity Kappa 6.1, ho notato una minor nitidezza, come se stessi guardando una fotografia con degli occhiali appannati. Il basso non era così profondo e controllato. Non posso dire che gli acuti delle Infinity fossero aspri, ma di certo non realistici come quelli dei Bulldog. Con le Infinity la gamma media è sempre un po' in avanti, e prima non me n'ero mai accorto. Ricordate, con i Bulldog dipende dalla registrazione. Date loro del rock indecente ed avrete esattamente del rock indecente, nulla di più e nulla di meno. Forse, invece di "Bulldog", avrebbero dovuto chiamarle "Camaleonte".

Conclusioni

Se state cercando dei diffusori in questa categoria di prezzo, o anche di prezzo più elevato, vi consiglio caldamente di ascoltare i Bulldog, a patto che abbiate sufficiente potenza per pilotarli correttamente. Se sono pilotati con troppo pochi watt il loro potenziale non si può esprimere completamente. Vi devo avvisare: se sono al di sopra del vostro budget, non ascoltatele. Potrebbero rovinarvi il piacere d'ascolto dei diffusori che vi potete permettere.

Questo è il paragrafo in cui vi annuncio che ho comprato gli esemplari oggetto della recensione? Non esattamente. Ebbene si, l'intenzione di comprarle ce l'ho, ma ci sono alcuni fattori su cui devo lavorare. C'è un problema di amplificazione: mi conviene comprare un'altro McIntosh e metterlo a ponte o comprare un altro amplificatore del tutto diverso? Come se non bastasse, la trasmissione della BMW di mia moglie ha deciso di lasciarci, pertanto i Bulldog dovranno aspettare un po'. Ma presto o tardi una coppia me la porterò a casa. Non riesco ad immaginare un diffusore che costi meno di 10.000 $ con cui sia così facile convivere e da cui trarre maggiori soddisfazioni.

Pensandoci, c'è ancora una cosa dei Bulldog che non mi va proprio. Non le ho più qui con me.

Composizione dell'impianto

  • Giradischi: SOTA Star, Rega RB 250, Expressimo Mods, Dynavector DV-20XH
  • CD Players:
    -JoLida JD-100A (valvolato con Svetlana 12AX7)
    - Marantz CDR630 Semi-Professional CD Recorder
  • Preamplificatore: Audio Research SP 9 (Ibrido, valvolato con Sovtek 6922)
  • Amplificatore:
    - McIntosh MC162 Finale di Potenza (Solid State)
    -JoLida JD-502B Amplificatore Integrato (valvolato con Sovtek 6550)
  • Sintonizzatore: McIntosh MR500
  • Diffusori: Infinity Kappa 6.1
  • Cavi ed interconnessioni:
    - Vari autocostruiti, Monster Cable, and JPS Labs

© Copyright 2002 Nels Ferré - http://www.tnt-audio.com

Traduzione italiana: Davide Baldini

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