Diffusori da scaffale Pinnacle BD 650 Serie II

Soluzione costosa per i problemi di un amplificatore economico?

[Diffusore Pinnacle BD 650 Serie II]
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Prodotto: diffusori BD 650 Serie II
Produttore: Pinnacle Speakers
Prezzo: 1.500 dollari USA (Convertitore di valuta) (YMMV)

Recensore: David Hoehl - TNT USA
Data della recensione: Giugno 2014
Traduttore: Roberto Felletti

La missione: sonorizzare in maniera soddisfacente un ambiente d'ascolto di circa 5 m x 9 m, con un soffitto in stile cattedrale che misura circa 4 m nel punto più alto, per la maggior parte in legno, vetro e intonaco, ma appositamente progettato per evitare il più possibile superfici parallele. Al fondo, un'arcata conduce in un'altra ampia stanza.

La musica: principalmente classica, con registrazioni che vanno dall'inizio del secolo scorso ad oggi e che comprendono l'intera produzione musicale: organo, piccole e grandi orchestre, musica da camera, strumenti solisti, voci soliste e piccoli ensemble, cori, opere liriche e quant'altro l'interessato possa immaginare, includendo anche i duetti per cornamusa e organino.

La sfida: trovare diffusori in grado di portare a termine la missione con un piccolo amplificatore Trends 10.1, in Classe T, che eroga al massimo circa 6 watt netti per canale, e di metterne in mostra le qualità di alta definizione.

Le complicazioni: i diffusori devono essere collocati su una scaffalatura riempita di dischi, larga quanto la parete più corta della stanza e alta circa 2,5 m; la sistemazione a pavimento non è un'opzione. Poiché l'installazione non permette, per questioni estetiche, l'uso di un subwoofer, i diffusori devono avere una sufficiente estensione in gamma bassa per la musica, senza componenti aggiuntivi. Il proprietario è un taccagno.

La soluzione proposta: diffusori da scaffale Pinnacle BD 650 Serie II.

Il risultato: iniziate a leggere...

Antefatto

Talvolta le cose, semplicemente, non vanno come pianificato. Pensavo che l'amplificatore Dayton DTA 100a, recensito positivamente su queste pagine elettroniche, fosse la soluzione ideale per le mie esigenze d'ascolto, essendo in grado di offrire il suono, che ho imparato ad amare, del T-Amp, oltre a una maggiore potenza in grado di pilotare "veri" diffusori, specificatamente una vecchia coppia di KLH Model Sixes. Disgraziatamente, pochi giorni dopo la scadenza della garanzia il mio primo DTA 100a si guastò, per giunta emettendo degli scoppiettii, simili a quelli del motore di un motoscafo prima che si zittisca definitivamente. Tra un borbottio e un mugugno, visto che eravamo sotto Natale e non c'era tempo di risolvere il problema in altro modo, decisi di comprarne un altro; temendo già da subito che anche questo avesse i giorni contati, nei mesi seguenti cominciai a curiosare in giro per vedere quali altre alternative fossero disponibili. Come previsto, anche il secondo Dayton morì subito, iniziando a produrre un acuto fischio, circa la tonalità più alta del Do su un pianoforte, inserendolo nel flusso audio; quando tentai di scollegarlo i connettori RCA andarono in frantumi! E quindi mi ritrovai bruscamente a tirare le somme della mia ricerca preventiva. Potevo muovermi su due fronti, entrambi i quali, potenzialmente, prevedevano l'acquisto di costose apparecchiature:

Avrei preferito una soluzione già utilizzata in precedenza, il Trends e una coppia di vecchi diffusori DCM TimeFrame 600s, ma mia moglie, donna di grande pazienza, fu irremovibile, non piacendole affatto l'aspetto di quei diffusori, per non parlare dello spazio che occupavano sul pavimento. Mi aveva concesso di usarli come rimedio "temporaneo", mettendo in chiaro che la parola era da prendere alla lettera.

Dapprima, avevo focalizzato il mio interesse sul nuovo uscito Rogue Sphynx come probabile amplificatore, ma le mie speranze di ascoltarne uno venivano frustrate da vani tentativi, data l'assenza di rivenditori in zona. Un problema simile mi frenava anche nel considerare l'opzione più promettente che avessi trovato, riguardo i diffusori: i Pinnacle BD 650 Serie II. Essendo il prezzo di listino, per entrambi, sostanzialmente maggiore di 1.000 dollari e generalmente mai soggetto a sconti di alcun tipo, ero piuttosto riluttante a comprarli senza averli prima ascoltati. Poi il destino ha fatto la sua parte: il caso ha voluto che una ricerca su Ebay mi facesse trovare una coppia di Pinnacle ancora imballata, con la dicitura "compralo subito" a meno della metà del prezzo di listino, presso un installatore di impianti home-theater, il quale l'aveva acquistata per un contratto non andato a buon fine. E se fosse stata una fregatura? Comunque stessero le cose, ci ho creduto, ho trattenuto il respiro, ho preso una decisione e ho cliccato.

Su Pinnacle in generale e sui diffusori BD 650 Serie II in particolare

Pinnacle è sul mercato da lungo tempo, infatti opera dal 1976. L'azienda è a conduzione familiare e le funzioni operative sono concentrate nel Massachusetts e nello stato di New York, dove in effetti si costruiscono perlomeno alcuni dei loro prodotti; pertanto, suppongo che, in un certo senso, essi siano eredi della scuola del "New England", di cui i miei vecchi KLH Sixes sono stati esempi significativi. I diffusori in esame hanno un'etichetta che li contrassegna come "progettati negli Stati Uniti", che non vuol dire "fabbricati negli Stati Uniti"; un'occasionale e-mail inviata all'azienda a tale riguardo, unitamente a una domanda tecnica, ha ottenuto due risposte (in cui si cita anche l'articolo di TNT relativo al Trends 10.1!) nel giro di un'ora, senza però chiarire definitivamente quale sia la provenienza dei diffusori. Non che questo sia terribilmente preoccupante, finché tutto va bene. Comunque sia, ho l'impressione che i prodotti Pinnacle abbiano un seguito fedele, non così esteso né popolare da qualificarli sufficientemente come oggetti di "culto"; piuttosto, definirei la loro un'autentica operazione "in sordina". Un'estesa ricerca su Internet rivela che i consueti canali d'informazione perlopiù ignorano Pinnacle e le vendite dei loro prodotti sono rivolte a installatori professionisti, come il mio venditore su Ebay, piuttosto che a clienti privati, come il sottoscritto.

[Altoparlanti di un diffusore Pinnacle BD 650 Serie II]

In generale, i diffusori Pinnacle sono dotati di uno sbocco reflex anteriore, spesso abbinato a una specie di guida d'onda inclinata che l'azienda chiama "Diaduct". Il modello in esame non disponeva di tale guida, ma era dotato di un condotto sproporzionatamente ampio, largo quasi come l'altoparlante della gamma media, situato nel pannello frontale anziché nella più consueta collocazione posteriore. Questo significa che i 650 II debbano essere considerati, a tutti gli effetti, diffusori "da scaffale", potendo essere davvero sistemati su scaffali anziché su stand; inoltre, le loro dimensioni contenute permettono una simile disposizione: gli eleganti cabinet, caratterizzati da una stondatura presente sui pannelli laterali, misurano circa 23 cm x 38 cm x 35 cm, anche se, sfortunatamente, sono un pelo troppo alti per stare su scaffali dimensionati in modo tale da contenere gli LP.

I BD 650 Serie II fanno parte della linea di diffusori "Black Diamond" di Pinnacle, pensata per un contesto home-theater oltre che per l'audio casalingo, che comprende anche piccoli satelliti, due diffusori orizzontali da usare come canale centrale, uno o due modelli da scaffale, due modelli da pavimento e un paio di subwoofer attivi. Tra i modelli non da pavimento, i BD 650 Serie II hanno, stando alle specifiche, la più ampia risposta in frequenza, il maggiore livello di sensibilità e il prezzo più alto. Come tutti i prodotti di questa gamma, essi sono rifiniti con vernice nera lucida (tipo pianoforte) che, stando a quanto dichiarato dall'azienda, richiede una settimana di lavoro per ogni cabinet; per avere un'idea della qualità del risultato, osservate la fotografia in alto, la quale mostra uno dei miei 650 II appoggiato sul ripiano di un pianoforte a coda high-end da studio C. Bechstein.

[Morsetti per cavi di un diffusore Pinnacle BD 650 Serie II]

Come è evidente dalla sigla identificativa, "Serie II" implica che essi siano i successori di una precedente versione di BD 650. Le specifiche dichiarano che riescano a scendere più in basso di un paio di Hz rispetto ai loro predecessori e di essere leggermente più sensibili. La risposta in frequenza dichiarata è compresa tra 34 Hz e 25 kHz, ± 3 dB, scendendo di 6 dB a 30 Hz e 30 kHz. Se si consultano le specifiche tecniche direttamente dalla pagina web, la sensibilità dichiarata risulta 96 dB a un watt, mentre sul corrispondente file pdf è riportato 93 dB a un watt; entrambi sono valori apparentemente ideali per un T-Amp, se non fosse che (brutto segno) tale valore sia stato misurato a mezzo metro invece della distanza usuale di un metro. I 650 II hanno un'impedenza dichiarata di 8 ohm e sono dei tre vie, con un tweeter a cupola in seta da 2,5 cm, un midrange da 10 cm e un woofer da 16,5 cm. Gli ultimi due presentano dei coni in polipropilene i cui bordi sono rivestiti in gomma sintetica, per cui non c'è motivo di preoccuparsi che il foam si sgretoli. Oltre a specificare che il midrange è collocato, all'interno del cabinet, in una camera isolata, l'azienda evidenzia la presenza di un interruttore di controllo, pressofuso, della fase; si tratta di una protuberanza a forma di proiettile posta nell'area solitamente occupata dalla griglia di copertura. I morsetti per i cavi sono costituiti da una coppia di connettori di buona qualità collocati in una nicchia sul retro di ciascun diffusore; per questo motivo, non è possibile il bi-amping.

[L'imballo, aperto, dei diffusori Pinnacle]

[L'imballo, chiuso, dei diffusori Pinnacle]

I diffusori sono arrivati imballati in un unico scatolone, scomodo, ma non impossibile, da trasportare per una persona sola. Distanziali in gommapiuma solidi e ben progettati tenevano bloccati i diffusori, mantenendoli a distanza di sicurezza dalle pareti dello scatolone; questa è stata una buona idea, poiché quando arrivarono pioveva a dirotto e lo scatolone si era bagnato. Ciascun diffusore era avvolto da un sottile foglio di polistirene espanso morbido a protezione delle rifiniture. Disimballare i diffusori è stato facile: è bastato rimuovere alcuni ganci per togliere la copertura superiore, sollevare il distanziale superiore in gommapiuma, estrarre i diffusori e rimuovere il foglio di polistirene. Inoltre, è possibile applicare, sotto ogni diffusore, quattro "paraurti" in gomma, sottili come carta (in foto, potete vedere l'ispezione fatta dal re a quattro zampe di casa nostra); poiché, a causa della loro altezza, avevo dovuto adagiarli su un fianco per farli entrare negli scaffali, prima di sistemarli avevo messo sotto di essi due teli per proteggere quella finitura in vernice così bella. Poi li ho collegati con cavi spellati; anche se i morsetti accettano connettori a banana, non sono sicuro che ci sia spazio sufficiente per il tipo a doppio pin.

Una menzione a parte merita il manuale utente, incluso nella confezione. Ho visto molte stampe ridondanti ed eccessive, ma questa al contrario la prenderei come un modello; con parole chiare e semplici, guida il nuovo acquirente passo per passo attraverso le nozioni basilari sulle connessioni, sulla sistemazione e sui requisiti di amplificazione, fornendo immagini esplicative laddove necessario. Naturalmente, lo scopo dell'azienda è permettere ai propri clienti di capire quale sia il metodo d'uso più idoneo per trarre dai propri prodotti i migliori benefici.

[Antiurto in gomma da applicare sotto i diffusori]

In funzione

Mettendomi coraggiosamente all'opera, li avevo subito collegati all'amplificatore Trends 10.1 per provarli. Quello che avevo ascoltato non mi era piaciuto. Il suono era aspro, stridulo, pressoché privo di bassi. Tuttavia non mi ero fatto prendere dal panico, consapevole che, inseriti in un nuovo ambiente e appena estratti dalla scatola, avessero bisogno di un certo periodo di rodaggio. Per le due settimane successive, ogni tanto, ho continuato a farli funzionare e il suono nel frattempo migliorava in maniera evidente. In modo particolare, il basso non era più assente dalla scena. Detto ciò, i Pinnacle, pilotati dal Trends, mi davano qualcosa che io non avrei definito di "buon" livello; con incisioni realmente di qualità essi suonavano in maniera abbastanza accettabile, pur essendo molto sensibili al volume, diventando terribilmente aspri e brillanti ad alti livelli e soggetti a variazioni; il basso non era molto naturale e in gamma media davano la sensazione di essere piuttosto esili. E non facevano nemmeno molto per minimizzare i difetti delle incisioni che non rientrano esattamente nei canoni di "buona registrazione". Per farla breve, iniziavo a preoccuparmi di aver commesso un errore costoso. A quanto pareva, sembrava essere fondato il motivo per cui i diffusori Pinnacle non venivano recensiti o se ne parlava poco. Il malumore cominciava a farsi sentire.

Alla fine, per gioco, ho cambiato amplificatore. Per combinazione, disponevo di un Dayton DTA 100, il predecessore del modello 100a, che porto con me come amplificatore per cuffia quando (e molto spesso capita) sono fuori casa ad accompagnare la mia giovane figlia, divisa tra attività sportive, musicali, didattiche e quant'altro. Il DTA 100 gode, in un certo senso, di cattiva fama a causa del controllo del volume non ben bilanciato; il 100a non è affetto da questo problema. A parte ciò, entrambi i modelli hanno molti punti in comune: si assomigliano esteticamente, sono tutti e due progetti in classe T con una potenza d'uscita dichiarata di 50 watt per canale ed entrambi, probabilmente, in realtà erogano qualcosa come 25 o 30 watt effettivi. Quindi, il 100 non era certo un mostro, tuttavia ha sfoderato una potenza d'uscita pari a cinque volte buone quella del Trends. L'ho inserito nell'impianto, ho messo un po' di musica, mi sono seduto e sono rimasto a bocca aperta dallo stupore poiché i Pinnacle, semplicemente, erano sbocciati davanti alle mie orecchie. Chiaramente, malgrado la sensibilità dichiarata di 93/96 dB, questi diffusori hanno bisogno di una certa quantità di potenza per dimostrare di cosa sono capaci. In tutta onestà, il produttore consiglia un minimo di 15 watt e direi che, in questo caso, il cliente avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione.

Ebbene, ovviamente il DTA 100 andava bene per una prova ma, anche tralasciando il fatto che non sia costruito meglio del 100a e che sia stato in giro in una borsa per due anni a prendere colpi, con il problema del controllo del volume non sarebbe davvero durato a lungo. Quindi, consapevole che il Trends, molto semplicemente, non avrebbe funzionato con questi diffusori, avevo ordinato l'ultima incarnazione della serie DTA 100: il Dayton DTA 120, un po' più potente e senza i limiti del DTA 100a, dei quali ero venuto a conoscenza grazie a un'etichetta posta sul mio secondo DTA 100a, che metteva in guardia dall'uso di diffusori con un'impedenza di 4 ohm. Per quest'ultimo motivo, forse speravo che la qualità costruttiva fosse migliore o almeno, più auspicabilmente, che l'amplificatore durasse più a lungo. E, quando il 120 arrivò, effettivamente era dotato di connettori migliori per i cavi di potenza e anche di migliori connettori RCA. Ero stato abbastanza fortunato da trovare il mio in vendita a poco meno di 90 dollari, per un investimento complessivo superiore di poco ai 100 dollari, costi di spedizione inclusi.

Pilotati dal DTA 120, i diffusori Pinnacle si sono riscattati, offrendo proprio quella definizione tipica della classe T che avevo sempre cercato. Nel corso delle sere seguenti avevo passato in rassegna la mia collezione, scegliendo casualmente materiale più familiare e altro che, francamente, non avevo ancora avuto occasione di ascoltare. I diffusori trasmettevano efficacemente il colore e il carattere di un'ampia varietà musicale:

La dizione delle voci era molto chiara. Non avevo provato i diffusori con alcun tipo di jazz, ma presumo che se la sarebbero cavata bene; però avevano saputo gestire un paio di tracce di musica popolare scozzese con autocontrollo.

Quindi, come descriverei, in generale, il suono dell'accoppiata Pinnacle/Dayton? Mi vengono in mente le parole "chiaro" e "pulito", più da studio televisivo che da cattedrale gotica. Con l'amplificazione in classe T, questi diffusori non sono adatti a quelli cui piace crogiolarsi in un'atmosfera calda e romantica e, se dovessi trovare proprio dei difetti, direi che potrebbero sembrare un po' aperti con, diciamo, le prime registrazioni digitali o con LP caratterizzati da un estremo in gamma alta troppo aggressivo. Per quanto riguarda i 78 giri, che sono parte integrante della mia dieta di ascolti, naturalmente non è un grosso problema. D'altra parte, i diffusori sviluppano un basso più esteso di quanto ci si aspetterebbe da prodotti di queste dimensioni, scendendo ben al di sotto della caratteristica "da 50 Hz in su", tipica di molti mini-monitor odierni e anche di molti diffusori più grossi. Non sono in grado di misurare scientificamente la risposta in basso dei Pinnacle, ma ho riprodotto una serie di toni di prova, di rumore rosa, da ⅓ di ottava, presi da un LP Telarc Omnidisc, e i risultati sembrano confermare quanto dichiarato dal produttore. A orecchio, nella mia stanza, con i limiti di posizionamento che devo rispettare, i Pinnacle convincevano a 50 Hz, iniziavano a faticare un po' a 40 Hz, offrivano ancora una risposta, anche se un po' debole, a 31,5 Hz e smettevano di rispondere del tutto a 25 o 20 Hz. Non del tutto male per dei diffusori alti solo circa 8 cm in più e profondi solo circa 5 cm in più rispetto a un LP!

Naturalmente, conoscendo i nostri lettori, sono sicuro che qualcuno starà borbottando: «Sì, ma con le valvole?». L'unica apparecchiatura a valvole che possiedo è un amplificatore integrato Fisher X-101-C da risistemare; si tratta di un ultimo progetto, comprendente sei 12AX7 e quattro 7591, prima che i transistor facessero piazza pulita di tutto quello che li ha preceduti. Avevo provato anch'esso come sostituto del morente Dayton 100a, ma era incappato in un inconveniente pratico: la casuale vicinanza di tutte quelle valvole al termostato ebbe molte ripercussioni interessanti sulle condizioni climatiche di casa nostra. Comunque, giusto per curiosità, avevo ascoltato un paio di tracce sfrenatamente vivaci:

Inoltre, avevo effettuato un confronto diretto tra il Dayton e il Fischer. I risultati sono stati quelli che ci si potrebbe aspettare: il Fischer dava un suono nel complesso più caldo al posto dei radiografici dettagli dell'amplificatore in classe T, particolarmente sui bassi, più corposi ma decisamente meno definiti. I contorni ben marcati dell'amplificatore a stato solido venivano sostituiti da una prestazione più ammorbidita che pareva avere un po' più di "consistenza"; non che il suono del Dayton fosse, in ogni modo, esile.

Conclusioni

I diffusori Pinnacle BD 650 Serie II meriterebbero di essere conosciuti meglio. Per quanto riguarda i 1.500 dollari di costo, naturalmente bisogna vedere quanto essi li valgano, considerando che il prezzo quasi mai è scontato. Di positivo c'è che, perlomeno a livello costruttivo ed estetico, sono ammirevoli; il produttore, che si è guadagnato voti alti da parte mia per la prontezza dimostrata nel rispondere alle richieste dei clienti, è un interessante imprenditore indipendente che da lungo tempo opera in tutta tranquillità per distinguersi, con una singola linea di prodotti, come un superstite di un mercato sempre più aggressivo; e, cosa più importante, con un'amplificazione adeguata questi diffusori restituiscono mirabilmente i dettagli e l'energia di un'ampia rosa di generi musicali, con un'estensione sulle basse frequenze che va ben oltre quella che le dimensioni farebbero supporre. Inoltre, grazie al reflex anteriore e alle dimensioni contenute, essi possono essere collocati su scaffali, se l'acquirente lo desidera, il che rappresenta una scelta particolarmente felice per quelle situazioni in cui non sia possibile la sistemazione a pavimento.

Dal punto di vista sonoro, con un'amplificazione in classe T relativamente potente essi sono più adatti a chi cerca il dettaglio, piuttosto che agli amanti di suoni amalgamati tra loro in maniera elegante; questa seconda categoria preferirà pilotare questi diffusori con le valvole o, al limite, con qualche stato solido meno radiografante. Sfortunatamente, l'elevata sensibilità nominale dichiarata dei 650 II non li rende il compagno ideale di un estremamente poco potente Trends 10.1, il quale semplicemente non riesce a fornire la potenza necessaria per mettere in luce le innegabili virtù dei diffusori; presumibilmente si può dire lo stesso di altri amplificatori di limitata potenza. Da tale punto di vista, temo che la risposta al punto Il risultato, all'inizio di questo articolo, sia "non va". La ricerca di compagni per l'originale T-Amp, con i suoi sei watt, continua. Detto ciò, avendo ancora una volta riposto la mia fede, con un po' di trepidazione, nel Dayton come alternativa più potente, mi aspetto di vivere felicemente con i miei Pinnacle per molto tempo a venire. Se siano o meno un "valore" in rapporto al prezzo, tirando le somme direi di considerare l'acquisto "denaro ben speso".

L'impianto usato per la recensione comprendeva:

© Copyright 2014 David Hoehl - drh@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com


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