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Finalmente......Belgradio Audio 2000

Fidati soltanto delle tue orecchie (slogan ufficiale)

Seconda Parte

[English version]

[Vox Trade]

Vox Trade, con il suo solo ed unico Mladjen Vojinovic, una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto, naturalmente c'era - ed anche al completo. Aveva in esposizione praticamente i cataloghi completi della norvegese Electrocompaniet e della danese Dynaudio.
Altri operatori si sarebbero accontentati di questo, ma non Vojinovic che esponeva anche diversi apparecchi delle inglesi Meridian e dCS, oltre a gran parte della linea della americana Transparent Audio.

Electrocompaniet è un marchio talmente conosciuto e prestigioso, oltre ad essere un costruttore per il quale nutro un profondo rispetto, che non richiede particolari presentazioni. Dirò solo questo: non riesco a pensare un altro costruttore europeo che sia in grado di battere gli americani sul loro stesso terreno come Electrocompaniet sa fare.
La dinamica e la spaziosità del palcoscenico virtuale, ma senza alcuna perdita di dettaglio, che caratterizza gran parte (ma non tutti) i prodotti Electrocompaniet, con quella sensazione oh-così-tipicamente-americana di potenza illimitata, mi fa letteralmente sbavare. E Dio sa che non ero il solo a sbavare, credo che dopo la mostra abbiano dovuto asciugare e ripittare la stanza.

Di Dynaudio, invece, non sono rimasto altrettanto soddisfatto. Si, sono diffusori superbamente lineari, incredibilmente chiari e dettagliati, con una distorsione probabilmente quasi impercettibile, e possono sopportare potenze prodigiose senza scomporsi nemmeno un filo, ma per me suonano troppo freddi, troppo analitici, quasi clinici il che è, tra l'altro, quello che penso in generale dell'audio scandinavo, con eccezioni onorevoli (EC innanzi tutto, ma anche Dali ha alcuni modelli di fascia economica che comprerei subito, per non parlare del TACT Millennium, made in Denmark ma progettato da un serbo, Radomir Bozovic).

[DCS]

Ma la star della sala e, nel suo settore, di tutta la mostra, era il DAC dCS. Non me ne voglia il nostro onorevole Direttore-san, ma se Wadia È la riproduzione digitale, allora dCS è ciò che la riproduzione digitale avrebbe dovuto essere ma non è mai stata. Volete pulizia? Volete calore? Dettaglio? Immagine? Voci? Qualunque altra cosa? Comprate questo dCS e avrete tutto ciò, e intendo proprio TUTTO. Per come la sento, ...ehm vedo io c'è dCS, poi una o due posizioni vuote e solo dopo vengono Wadia ed altri.
Alternavano meccaniche Meridian ed Electrocompaniet, ed in entrambi i casi ne sono usciti suoni incredibili. Mancavano solo dei JBL 4312 o S2600 a portata di mano per una dinamica da sballo, perchè i Dynaudio, per quanto buoni, non erano all'altezza della situazione. Tuttavia, a credito di questi ultimi, devo dire che il dCS, supportato da 250W buoni Electrocompaniet per lato, produceva suoni da sballo anche così.
Davvero una combinazione notevole - ampli EC, meccanica Meridian, DAC dCS e cavi di rete, di segnale, e di potenza Transparent Cable. Ragazzi, Pavarotti era LI'!

4Audio è rimasta fedele alla sua formula di base anche se, per una volta, è uscita dalla tradizione. Sono dei semplici distributori, non producono niente di proprio, ma vendono tonnellate di apparecchi, e lo sanno fare bene.
Avevano una sala home theatre in cui proiettavano film come "Matrix" e "Face off" a volumi spacca-timpani, ma il pubblico mi è sembrato gradire. Io no, e quindi sono passato oltre senza fermarmi, notando peraltro che i diffusori erano Mission e Yamaha, e Yamaha erano anche la decodificazione digitale e l'amplificazione.

Ma le sale successive erano molto più interessanti. Due erano dedicate a prodotti strettamente di consumo di Technics, Marantz e Yamaha, con diffusori Yamaha, Tannoy e Mission in evidenza. Tutto materiale decente considerata la fascia di mercato a cui si rivolge, ma neanche lontanamente eccitante. Solo decente.

La terza sala era la migliore. Qui erano esposti apparecchi di fascia di mercato superiore, come alcuni modelli selezionati Marantz (6020, KI, ecc.), Yamaha, Tannoy e Mission, e veniva presentata una linea NAD di qualità e prezzo ragionevole e, guarda, guarda! - diffusori AR!
Ora, già il solo vederli mi ha messo di buon umore, ancora di più dopo averne sentito il prezzo. Ma la vera felicità mi ha pervaso quando hanno collegato i grossi diffusori AR all'ampli integrato NAD 317 (la nuova versione, quella davvero indovinata) usando come sorgente il lettore CD Yamaha 993 - non so, sarà forse il colpo fortunato sparato nel buio che uccide l'elefante, ma quel sistema suonava bene. Non è eccezionale, e nemmeno sbalorditivo, ma è un sistema indubbiamente buono per il prezzo a cui è offerto. Nessuna compressione, fuoco da buono a molto buono, dinamica anch'essa molto buona e direi bassa distorsione anche a volumi elevati.

[Cicmil Audio]

Cicmil Audio (e-mail: caudio@eunet.yu) è un nuovo piccolo marchio creato da un appassionato di Belgrado che si presentava per la prima volta in pubblico. E lo ha fatto con stile, proponendo un amplificatore integrato, un pre valvolare, un pre a stato solido e un finale di potenza anch'esso a stato solido.
Tutte le elettroniche a stato solido non hanno condensatori sul percorso del segnale, e tutte hanno una risposta in frequenza sino a 500 kHz (il preamplificatore a valvole fino a 100 kHz). Tutte hanno soltanto un selettore di quattro ingressi e il controllo del volume, quasi tutte sono in configurazione dual mono e il preamplificatore a stato solido è in grado di accettare una scheda fono opzionale. Tutte, inoltre, sfoggiano connettori RCA Cinch di alta qualità, dorati e con isolamento in teflon e massicci connettori, anch'essi dorati, per il collegamento degli altoparlanti.

Cicmil ha insistito nel voler far ascoltare i suoi apparecchi con diffusori di sua costruzione, che ritengo non siano all'altezza delle elettroniche -certo non malvagi, ma penso che le elettroniche siano meglio. Il suono era un filino velato per i miei gusti, e la diamica lasciava un po' a desiderare, ma anche insistendo non sono riuscito a convincerlo a cambiare diffusori. O anche i cavi di potenza, anch'essi di sua costruzione e sull'uso dei quali si è cocciutamente ostinato. Ciò nonostante, penso che gli altoparlanti fossero i maggiori responsabili degli effetti notati e cercherò di ottenere queste elettroniche per una recensione, dal momento che hanno prezzi più che ragionevoli; ad esempio, il suo ampli valvolare "Bonfa" costa solo 380$ più le spese di spedizione e sdoganamento, mentre il finale di potenza a stato solido "Byrd" (2x70/120W a 8/4 Ohm, transistor di uscita Sanken, 2 trasformatori toroidali da 200VA, reattanza capacitiva 2x40,000uF) costa solo 573$. In più Cicmil offre sconti per l'acquisto di sistemi, per cui il pre SS "Almeida" (440$) e il finale di potenza SS "Byrd" (573$) costano, se acquistati insieme, 970$, uno sconto di circa 40$.

Provate a sollevarli e vi renderente conto di cosa significa "di costruzione solida". Design minimalista ad un prezzo minimalista, direi. Ma vedremo se si può farli suonare meglio - io penso di si.

Dulcis in fundo. Karan Acoustics (e-mail: vox@eunet.yu) era anch'essa presente, con i 195 cm di altezza e 105 kg di peso del suo proprietario nonchè progettista Milan Karan. Ecco un uomo che sfida tradizioni e convenzioni - alcuni dei suoi circuiti proprietari sono ritenuti per definizione impossibili dagli ingegneri, salvo poi scoprire che stanno ascoltando musica proprio da quei circuiti impossibili. E posso testimoniare che è successo più di una volta.

Ma questo è High End - notate le maiuscole. Questo è ciò che Krell era prima di diventare commerciale, ciò che Levinson cerca ancora di essere, e ciò che ogni piccolo costruttore sogna di essere. Ma si tratta anche di una sfida pericolosa, perchè la filosofia di questo marchio si fonda interamente sul genio opinabile di un solo uomo, supportato da una squadra competente.

Lasciatemi parlare chiaro: qui si tratta di vero suono, e questi signori sanno il fatto loro. Certo, parliamo di prezzi elevati, ma siamo anche in una fascia qualitativa piuttosto ristretta del mercato audio, non sono molti i marchi che possono davvero farvi parte, sebbene una buona strategia di marketing può fare molto per compensare. Pensate che stia scherzando? Che ne dite di un preamplificatore il cui alimentatore, separato, pesa 24 kg? O di un finale 450/810/1,500W a 8/4/2 Ohm, con due toroidi da 1.2 kVA, con fattore di smorzamento >10,000:1, 8 Ohm, 20Hz-20kHz, dal "leggiadro" peso di 80 kg? E a soli 3,879$ (più le spese di spedizione e sdoganamento)? I circuiti stampati sono tutti placcati in oro e il controllo del volume è a 64 posizioni ottenute mediante 32 relè sotto vuoto con contatti in argento placcati oro e resistenze del tipo a tolleranza dello 0.1%.

Il DAC sovracampiona 16-bit sino a 24-bit audio per mezzo di 4 processori Burr-Brown PCM-1704 in topologia completamente bilanciata e per un range dinamico di 126 dB - garantiti! Il clock ha una tolleranza -che ci crediate o no- di solo 2 picosecondi.
Ma Karan ha pensato anche a noi comuni mortali, e così propone anche un ampli integrato, la cui risposta in frequenza si estende dalla corrente continua a 300 KHz, che adotta un trasfomatore toroidale da 600 VA a basse perdite costruito su specifiche con doppi secondari, con una coppia di condensatori di livellamento di alta qualità da 40.000 uF, per una potenza di 2 x 180 W su 8 Ohm o 300 W su 4 Ohm. Questo pupo costa la apparentemente più che ragionevole cifra di 1,234$ (escluse le spese di spedizione e sdoganamento).

Oh si, fanno anche altoparlanti, ciascuno del peso di 270 kg! È un sistema a quattro vie, ma non era lì in esposizione. Questi non ci penso nemmeno a provarli: se li appoggio al pavimento del mio appartamento credo che sprofonderebbero ai piani di sotto (sto all'ottavo piano e quindi il percorso sarebbe lungo) e l'Ufficio Postale che si trova al piano terra mi farebbe causa e ci lascerei anche le mutande.

Gli apparecchi demo erano collegati a diffusori Dynaudio, assolutamente non all'altezza delle elettroniche che secondo me avrebbero fatto polpette anche di diffusori di ben altro lignaggio come ad esempio gli altrimenti eccellenti Apogee. Anche così, comunque, il suono era, bè, incredibile, il migliore, o quanto meno tra i migliori che abbia mai sentito, Krell/Levinson/Kensonic/ecc. inclusi. Mi ha ricordato un po' l'ampli neozelandese Plinius, anch'esso supremamente pulito e lineare ma, se la memoria non mi inganna, il Karan 450W è ancora più pulito e caratterizzato da un'immagine più spaziosa. In ogni caso queste sono elettroniche coi baffi e lo dico senza tema di smentite semplicemente perchè Karan non ha mire espansionistiche nel mercato di consumo. Sa cosa vuol dire qualità e a questo standard vuole rimanere fedele, senza scendere ad inevitabili compromessi che non è disposto a fare.

Ad ogni buon conto, gli ho chiesto di poter provare l'ampli integrato e mi ha dato carta bianca. Così penso che avremo una recensione completa a gennaio.

Ovviamente c'erano anche altri, ma con poco o nulla da aggiungere a quanto già riportato. Un operatore esponeva sistemi Primare e Copland, un altro offriva tutti i tipi di connettori e cavi che riuscite ad immaginare ed anche qualcuno di quelli che non riuscite nemmeno ad immaginare. Ma, ripeto, niente di realmente interessante.

Il mio unico appunto alla manifestazione riguarda la convinzione che gli audiofili amino il jazz ed ascoltino solo jazz - c'è stato un momento nella mostra in cui ovunque si ascoltava solo jazz. È bastato comunque l'improvviso diradarsi dei visitatori per far cambiare musica! Il jazz è grande per quelli a cui il jazz piace, soprattutto quando vogiono togliersi dai piedi quelli a cui il jazz non piace, incluso il sottoscritto. Non è roba per me, sebbene mi piaccia "Take 5" di Dave Brubeck.

In definitiva, il Belgrade Audio Show 2000 è stata una manifestazione che valeva più che la pena organizzare e visitare. Certo, non è confrontabile con altre note manifestazioni europee, in buona parte a causa della precaria situazione economica conseguente ai 10 anni di sanzioni ed ai bombardamenti NATO, ma tutti hanno dovuto iniziare e tutti sono stati piccoli all'inizio.
L'importante è che abbia riportato l'attenzione della gente sull'audio e che abbia contribuito a riattivare l'industria audio locale. Spero di non essere frainteso se dico che la Serbia ha molto da offrire e che sicuramente offrirà molto negli anni a venire. Questa è la mia speranza. E la mostra è stata davvero un buon inizio. Complimenti, a tutti!


Marchi dei prodotti in esposizione (in ordine alfabetico):

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© Copyright 2000 Dejan Veselinovic - http://www.tnt-audio.com

Traduzione: Aldo Polettini - HTML: Paolo Saggese

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