Prodotto: Harmony Design DA9 DAC
Produttore: Harmony Design - Svezia
Costo: DA9 con
Recensore: Nick Whetstone - TNT UK
Data: Giugno 2010
Traduzione: Marco Fiorani
TNT aveva recensito per la prima volta il DAC Harmony DA9 nel 2005 e, in quell'occasione, Lucio aveva concluso che si trattava di un affare. Da quel giorno Harmony Design ha continuato a sviluppare il DA9 per migliorarlo ulteriormente. Come ho già detto in altre occasioni, ritengo che alcune delle migliori apparecchiature hi-fi derivino da prodotti che non sono radicalmente ridisegnati ogni anno, ma il cui sviluppo viene portato avanti nel lungo periodo. Il DA9 ricade in questa seconda categoria.
Quindi cosa è cambiato negli anni trascorsi dalla nostra ultima recensione? Le saldature senza piombo sono divenute ormai obbligatorie. Quelli di voi che non si dilettano con il lato "fai-da-te" dell'hi-fi potrebbero rimanere sorpresi nell'apprendere che vari tipi di saldatura possono influenzare il suono. Quando questo accade, il progettista può essere costretto a variare altri aspetti del progetto per ottenere una compensazione. Quindi nessuna sorpresa che siano stati cambiati alcuni componenti anche all'interno del DA9. Forse il cambiamento principale è costituito dal fatto che il vecchio CS4390 e il convertitore di campionamento (FIFO) siano stati sostituiti dal più moderno CS4398 e da un micro-controllore. Come ha sottolineato Mattias della Harmony Design, non dovremmo essere così ossessionati dal tipo di chip utilizzato, la cosa veramente importante è che quel tipo di chip sia correttamente utilizzato. Anche gli operazionali sono stati cambiati principalmente per migliorare la trasparenza; anche vari condensatori sono stati cambiati.
Esternamente il DA9 non è cambiato. In una recensione precedente ho definito "tradizionalista" l'aspetto del DAC Audial e qualcuno lo ha interpretato come un difetto. Ma in inglese significa semplicemente che il disegno è semplice o funzionale in contrapposizione a ricercato, e sono contento di poter utilizzare lo stesso aggettivo per descrivere l'aspetto del DA9. Uno dei miei tormenti più assillanti sono le dimensioni e la forma di certi apparecchi hi-fi. Lo Harmony è largo un po' più della metà di uno scaffale il che significa che in ogni caso occuperà un intero scaffale. Preferisco le apparecchiature le cui dimensioni sono limitate a mezzo scaffale e magari sviluppate un po' più in profondità. In questo modo si possono piazzare due componenti sullo stesso ripiano. La qualità costruttiva è ottima, almeno a giudicare dal contenitore, dato che il DA9 è sigillato e non sono riuscito a dare un'occhiata al suo interno. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, il DA9 ne sciorina orgogliosamente una serie completa. Ci sono ingressi digitali sia elettrici (SPDIF) che ottici (TOSLINK) anche se avrei preferito trovare una presa BNC al posto della RCA presente sul DA9. Forse la caratteristica migliore è che il DA9 ha una coppia di uscite bilanciate, cosa che non si vede poi così spesso su un DAC.
Per la recensione il DA9 è finito nel mio impianto secondario. Era alimentato da un Logitech SB3 modificato e collegato, tramite le uscite bilanciate, al preamplificatore JE Audio SL20 e al finale JE Audio VS70. Ho utilizzato i miei diffusori "open-baffle" corredati di altoparlanti Goodmans 201 con supertweeter e dei Mordaunt Short Pageant II modificati. Ho lasciato al DA9 48 ore di funzionamento continuativo per assicurarmi che fosse abbastanza rodato prima di iniziare la recensione.
La prima impressione è che il DA9 ha una presentazione ben bilanciata che non "enfatizza" alcuna parte dello spettro sonoro. Ha mantenuto un buon controllo della musica senza però dare l'impressione di soffocarla in qualche modo. La trasparenza era ottima, come pure la velocità, e la presentazione era decisamente musicale. Il palcoscenico sonoro (senza dubbio anche grazie al tipo di amplificazione utilizzata) era ampio (sia in larghezza che in profondità) e caratterizzato da una scala molto estesa. I musicisti erano a grandezza naturale e il brivido provocato dall'ascolto di un grande orchestra risultava entusiasmante. Con tale scala le percussioni acquistavano maggior rilievo ed essendo meglio controllate aiutavano a conferire un effetto clamoroso alle registrazioni giuste. Il basso era intonato e questo è un fattore cruciale per rendere godibile la musica. Tutti gli strumenti erano riprodotti con molta accuratezza e anche nei passaggi più complessi era possibile individuarli chiaramente. Qualsiasi tipo di musica io dessi in pasto al DA9, non riuscivo a trovare da obiettare riguardo le sue prestazioni. Vale comunque la pena di dire che questo componente dal peso alquanto leggero suonava meglio quando veniva appoggiato ad una pesante lastra di granito disaccoppiandolo con una serie di sostegni/treppiedi.
Nella sua recensione Lucio commentava:
Può mancargli il "respiro" dei convertitori migliori, e mostra magari una certa spigolosità nella parte superiore del registro medio. L'immagine tridimensionale non è eccezionale, benché sempre precisa e corretta nelle proporzioni.
Dalla prima impressione direi che entrambe queste problematiche sono state risolte con successo in questa versione, ma per favore leggete più oltre i miei commenti sulla spigolosità. Il palcoscenico era grande sia in profondità che in ampiezza.
Naturalmente una recensione non è completa se non si fanno alcuni confronti, così ho inserito il mio DacKit Scott Nixon modificato nello stesso sistema. Direi che il DA9 è leggermente più "arioso" rispetto al DacKit, sebbene quest'ultimo, con la sua alimentazione separata e i regolatori Paul Hynes, è un po' più profondo/teso nelle basse frequenze e ha uno sfondo leggermente più scuro. Ma ho trovato estremamente difficile esprimere una netta preferenza. Entrambi sono ottimi DAC e forniscono all'ascoltatore una esperienza musicale molto piacevole.
Nel mio impianto principale il DA9 era alimentato da un altro SB3 modificato tramite un Behringer DEQ2496. Era quindi collegato a un buffer Burson e a un amplificatore Virtue V1 con un filtro attivo che alimentava un secondo amplificatore in classe T per i woofer degli Hawthorne Audio Duets. Il DA9 aveva preso il posto del DiyParadise Monica3 modificato e risultava chiaro dal risultato che quest'ultimo (ancora una volta grazie ai PSU di Paul Hynes) ha dei bassi un po' più profondi e un po' più di brillantezza sul registro alto. Il DA9 era però in vantaggio con il suo fantastico registro medio che rendeva "vive" le voci, letteralmente trasportando alcuni cantanti nell'ambiente di ascolto. Il basso del DA9 risplendeva in questo impianto, probabilmente messo in risalto al meglio dal basso dei diffusori open-baffle. Qualunque sia la ragione era quasi il basso più intonato che io abbia mai sentito uscire da un DAC o da qualsiasi altra sorgente. È forte ma non troppo invadente e pulsa in perfetta sintonia con il resto delle frequenze. Il DA9 ha suonato bene qualsiasi tipo di musica ed era un vero piacere ascoltarlo. L'aggettivo che meglio descrive il basso del DA9 è entusiamante! Non posso dire che il DA9 si trovi maggiormente a proprio agio con un particolare tipo di musica: qualsiasi cosa suonava bene. La "ariosità" dimostrata ora dal DA9 (specialmente se la si confronta con quella che aveva ai tempi della recensione precedente) rende le registrazioni dal vivo estremamente realistiche e l'ascolto facile e immune da qualsiasi affaticamento. Si tratta di un DAC molto trasparente che evidenzia chiaramente ogni dettaglio. Il progettista della Harmony mi ha detto "dato che il sistema di conversione Digitale/Analogico, basato sul 4398, del DA9 è così buono, utilizzo degli operazionali che sono come finestre appena pulite", e questa è una descrizione che calza a pennello.
Nella sua recensione, Lucio affermava che può mostrare "magari una certa spigolosità nella parte superiore del registro medio". Tornando a riascoltare il Monica3 e un DAC Mark Findlay Audio risulta chiaro che il DA9 non suona così liscio, in special modo con voci femminili e archi. Non è "rozzo" o "sgradevole" il DA9, mi chiedo invece se semplicemente la sua trasparenza non finisca con il rivelare alcuni aspetti più scadenti di certe registrazioni. Risulta comunque leggermente più "granuloso" di altri DAC. L'ho notato di più nel mio sistema principale con l'amplificatore Virtue in classe T, piuttosto che nell'altro impianto dotato di amplificatore a valvole. Comunque, anche con l'amplificatore Virtue le poche registrazioni che risultavano per così dire un po' "sopra le righe" con il DA9, erano un piccolo prezzo da pagare più che compensato dalla trasparenza che esso conferiva a tutto il resto della mia collezione musicale. Sebbene più che accettabile, il palcoscenico non era così ampio come quello del Monica3, certamente non così profondo, ma quando la musica è suonata nel modo giusto è proprio necessario starsene li seduti a fare sterili considerazioni su quanto estesa sia l'immagine tridimensionale rispetto a quella di un altro DAC?
Dato che lo Harmony DA9 è progettato e fabbricato in Europa (e non in Estremo Oriente), data la gamma delle sue caratteristiche incluse le uscite bilanciate (e potete anche richiederlo con il controllo del volume), e date le sue prestazioni, non ho alcuna esitazione a consigliare il DA9 sebbene vi raccomandi anche di ascoltarlo tenendo bene presente che è molto rivelatore e che il vostro gradimento di questo DAC dipenderà molto dai componenti che gli faranno da partner. Un altro aspetto a favore del DA9 è che Harmony Design è anche in grado di riparare le apparecchiature che vende. Visto che qualsiasi acquirente vorrà tenersi stretto il proprio DA9 per gli anni a venire, questo è molto rassicurante; con ciò non voglio insinuare che il DA9 dia l'impressione di aver bisogno di riparazioni più di qualsiasi altro DAC.
In conclusione questo Harmony DA9 è un DAC molto versatile che pone grande enfasi sulla musicalità e sul divertimento. I miglioramenti apportati da Harmony al DA9 hanno funzionato e sarà difficile batterlo anche dal punto di vista del prezzo. Gli audiofanatici della mia età ricorderanno facilmente i primi DAC separati che si trovavano sul mercato. Per quanto mi riguarda, suonavano tutti allo stesso modo. Il DA9 mi ha fatto ricordare quanta strada si sia fatta da allora e quanto meglio siano alcuni DAC rispetto ad altri!
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