Artisti: Taj Mahal, V.M. Bhatt, Narendra Ravikiran
Genere: Blues - Indian fusion
Etichetta:Water Lily Acoustics
Numero di serie #:WLA-CS-46-SACD
Anno di pubblicazione: 1994
Formato: SACD-CD ibrido
Distribuito in Italia da: Sound and Music
Recensore: Arvind Kohli - TNT USA
Recensito: Ottobre 2008
Nel caso in cui non sia stato abbastanza chiaro nei miei precedenti articoli sul mondo delle incisioni dell'etichetta Water Lily Acoustics, vi invito a seguire i link riportati in coda a questo articolo.
Poiché l'album è una fusione di blues e di musica tradizionale indiana ritengo utile introdurre prima gli artisti, ognuno per il suo genere specifico.
Nell'angolo del Blues abbiamo il grande Taj Mahal. Probabilmente non c'è alcuna necessità di introdurre questa grande icona del Blues, poiché ha suonato per gli ultimi quaranta anni. Indicare i 20 (strani) strumenti che suona o fare la lista di tutte le celebri collaborazioni con altri grandi artisti occuperebbe più spazio di quanto non abbia pensato di dedicare all'intero articolo. Se fossi forzato a fornire una descrizione sintetica, a dare una sorta di titolo onorifico, lo chiamerei "Blues Ambassador" ovvero "Ambasciatore del Blues" perché è riuscito a fondere questo genere musicale con una quantità di altri, tradizionali, da ogni angolo del pianeta.
L'angolo della Musica tradizionale indiana invece è occupato da Vishwa Mohan Bhatt con lo strumento di sua progettazione chiamato Mohan Vina (un ibrido tra un sitar ed una slide-guitar) e da Narendra Ravikiran che suona il suo Chitra Vina (uno strumento "fretless" dell'India). Entrambi questi musicisti fanno parte di una tradizione familiare che arriva sino agli albori del genere musicale che suonano.
Sebbene le registrazioni Water Lily siano straordnarie, le loro note di copertina sono veramente fuori dal comune, una vera ciliegina sulla torta. Kavi (Alexander), l'uomo dietro la Water Lily, mette insieme le migliori note di copertina che mi sia mai capitato di leggere. Se ci fosse una categoria dei Grammy Awards dedicata alle copertine, probabilmente Kavi vincerebbe l'award con ogni singolo album che ha prodotto. Le note di copertina possono semrare inutili per molti, io invece le ritengo fondamentali e certamente Kavi Alexander mette un grande impegno nello stilarle, fornendo tanti importanti dettagli sugli aristi e sui generi musicali. Molti muscisti hanno impiegato una vita intera per arrivare agli attuali livelli di perfezionismo e coinvolgimento, indicare solo i nomi e le tracce non può essere sufficiente a render loro piena giustizia. Per questo dico semplicemente "Grazie, Kavi".
Mi ricordo molto bene la prima volta che ascoltai questo album, in realtà era la prima volta che avevo l'opportunità di ascoltare una produzione Water Lily. Lo ascoltai nella nuova sala di mio cognato, dove aveva appena sistemato un "terzo" impianto ricavato da rimanenze degli altri due. Appena mise in play questo album fu per me una scoperta straordinaria, fui così rapito dai suoni e dalla Musica che non trascorse molto tempo prima che acquistassi la mia copia personale.
Rick Bayless, recentemente, ha descritto la linea sottile che separa la "fusion dalla confusione" (gioco di parole in inglese: fusion/confusion). Prima di aver ascoltato questo album, ero puttosto scettico sulla possibilità di fondere insieme generi molto differenti. Alla fine tutto suonava, appunto, come una gran confusione alle mie orecchie. Quel che fu sorprendente è che l'ascolto di questo album mi lasciò la sensazione di aver assistito alla riproposizione di un genere già ben consolidato, qualcosa di assolutamente "solido" e non confuso. Stavo semplicemente ascoltando buona Musica e non un gruppo di artisti che cercano disperatamente un modo per collaborare insieme, generando una miscela noiosa e persino irritante.
Dalle mie conversazioni con Kavi Alexander so che lui non ha alcuna parte nello scrivere od arrangiare la Musica che produce. Tuttavia, tutti i dischi "fusion" che ho ascoltato, incisi dalla Water Lily, possiedono una sorta di comun denominatore, una sorta di "unità", di coesione, di armonia sia tra i diversi generi che compongono la miscela sia tra i musicisti stessi che non può essere un fatto del tutto casuale.
Ritengo che parte del merito spetti a Kavi Alexander, che personalmente seleziona i musicisti, così da garantire una sorta di consistenza nella sua produzione. Inoltre, credo ci sia una sorta di comunione di intenti tra artisti e produzione, che viene inevitabilmente messa in evidenza dalla Musica.
Dopo essere stato rapito dalla Musica, quel giorno a casa di mio cognato, notai subito un'altra cosa "speciale": la qualità di questa registrazione. Più precisamente la naturalezza dei timbri e la dinamica, apparentemente senza limiti. Quando poi ebbi modo di ascoltare questo album a casa mia, mi resi conto anche del ricchissimo livello di dettaglio, un fatto evidentissimo - ad esempio - nei decadimenti delle note suonate dallo strumento mohan vina.
Per coloro che classificano le registrazioni in termini di forte impatto emozionale (goose bumps per dirla all'anglosassone) direi che è praticamente impossibile non restare colpiti ogni volta che Taj Mahal canta all'inizio del brano "Coming of the Mandinka". Coloro i quali avessero familiarità con le mie recensioni ricorderanno certamente quante volte io abbia usato questo passaggio come test per la qualità delle voci maschili e per la macro-dinamica.
Questo album è stato da subito inserito nella mia lista di registrazioni da recensione ed è ancora là a distanza di diverso tempo.
Semplicemente straordinario.
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