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Re: Elac + Audiolab
Salve direttore, le rispondo a quello che ha pubblicato la scorsa settimana: sono d'accordo con lei al 100%. Ho scoperto da dove ha preso il suggerimento in oggetto questo mio amico: da ChatGPT che tanto va di moda in questo periodo della nostra era e che ritengo che è tutta stupidità gratuita (almeno nell'ambito musicale).
Così per molti audiofili è diventato il loro Vangelo. Una premessa al riguardo prima di cambiare degli oggetti come diceva lei in tante altre puntate bisogna cambiare le orecchie, noi abbiamo le nostre orecchie che tendono ad abbassare le frequenze nel corso degli anni, la mia domanda è a che serve comprare oggetti che costano un occhio della fronte se poi ci si perde l'udito? Accontentarsi con impostazioni economiche e soddisfacenti ottime come nel mio caso di un amplificatore meno di 100 € e casse da 500 € per sentire il meglio dell'ambito hi-fi senza avere pretese e senza discostarsi dalla realtà.
Inoltre le chiedo leggendo l'articolo dell'upgrade del Fosi v3 di questa settimana rendendolo un finale, cosa che voglio fare (perché mi piace il suono del Fosi V3) faccio una bella accoppiata con il pre Fosi P4?
Poi per ultimo le chiedo: avendo 2 lettori cd tenuti in ottimo stato
LC
Caro Raffaele,
come hai stigmatizzato tu, non si può pensare di risolvere tutto con l'intelligenza artificiale. Anzi, io dico che per usarla al meglio serva tanta intelligenza...umana. È chiaro che se si chiede a un Chatbot quale sia l'abbinamento migliore tra una certa marca e un'altra, la macchina non farà altro che scandagliare il web, pescando pareri da recensioni, forum (...Dio ce ne scampi!!!) e gruppi di discussione di vario genere. La cosa ha un senso, ma va contestualizzata al caso specifico, una cosa che una macchina difficilmente può fare. Inoltre, la macchina fa affidamento sul numero di input che trova in rete, ma non è detto che la soluzione ideale per il nostro problema sia stata verificata in maniera così diffusa. Ad esempio, è più facile che un chatbot trovi riferimenti per un marchio abbastanza diffuso (come Audiolab) e molti meno per un marchio emergente come Fosi Audio. Magari è proprio quest'ultima, invece, la soluzione migliore. Quindi: va benissimo ricorrere all'IA, ma senza scollegare completamente il nostro cervello.
Per quanto riguarda la tua ultima osservazione, sono d'accordo e aggiungo che, per esperienza diretta con tanti appassionati, non sono molte le persone con un'esperienza d'ascolto e una conoscenza dei suoni veri che siano in grado di valutare con cognizione di causa la qualità di un componente audio. L'unica strumento per capire, in queste situazioni, diventa il prezzo del componente e concorderai con me che si tratta di una trappola molto, molto pericolosa.
Passo alle richieste: sì, il pre Fosi P4 andrebbe benissimo per il Fosi V3 reso finale di potenza con l'eliminazione del potenziometro. Già che ci sei, applica anche le altre modifiche suggerite. Naturalmente, la cosa ha senso solo se hai veramente necessità di un preamplificatore, ovvero se usi più sorgenti.
Infine, in merito all'upgrade dei due lettori CD con un DAC esterno, la risposta è affermativa, in particolare per l'economico Philips. Ovviamente, tutto dipende dal budget disponibile. Diciamo che per migliorare in maniera sensibile il suono del tuo lettore CD NAD dovresti orientarti su un DAC dai 300€ a salire.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
Upgrade Streamer/dac
Direttore buongiorno,
mi riallaccio alla sua risposta al mio quesito (Vol. 1113), in effetti ero dubbioso sulla qualità del Wiim Pro Plus rispetto al mio Cyrus One Cast, diciamo che ero più attratto dalla disponibilità che ha il Wiim sulla correzione acustica ambientale, anche se non dovrei avere grosse mancanze nel mio ambiente d'ascolto.
A questo punto vorrei seguire le sue indicazioni, con dei finali Fosi V3 (più graditi vista la garanzia, comprandoli su Amazon) o gli ZeroZone.
Il mio problema è che essendo attualmente in smart working ed avendo l'impianto acceso quasi tutto il giorno, dopo in po' di ascolto mi ritrovo un affaticamento acustico, nei toni alti, prodotti dai miei diffusori Opera SP2.
Per fronteggiare al problema ora sto utilizzando un Fosi T20X che mi permette di abbassare il livello dei toni alti e di “addomesticarli” con la sezione valvolare. Ora vengo al quesito: ha senso interporre fra il Cyrus one cast e i Fosi V3 (o gli Zerozone) un Fosi P3 (sempre nell'ottica di “addomesticare” i toni alti dei diffusori)? O è meglio pensare a un finale “morbido in alto”? Nel caso cosa mi consiglierebbe?
Grazie,
Giovanni - E-mail riservata
LC
Caro Giovanni,
mai e poi mai rovinerei il bel suono dei Fosi V3 Mono o degli ZeroZone con un pre Fosi P3 né, a dire il vero, con altri accrocchi economici a valvole. Se il problema è la fatica d'ascolto, evita attentamente anche i V3 e gli ZeroZone, che poco perdonano in gamma alta, area dello spettro audio dove in genere si concentra maggiormente lo sgradevole fenomeno. C'è EVIDENTEMENTE un problema ambientale abbastanza grave perché né il Cyrus One né tanto meno le Opera SP2 dovrebbero suonare affaticanti in gamma alta. O, forse, è un problema di disposizione dei diffusori in ambiente. Un paio di foto avrebbero aiutato a capire meglio. Tu dici che il tuo ambiente d'ascolto non dovrebbe avere grandi mancanze, ma questa fatica d'ascolto non si spiega altrimenti, credimi. Anziché provare ad addomesticare diffusori che a mio parere non andrebbero addomesticati, io valuterei, dopo aver verificato i problemi ambientali o d'installazione di cui sopra, di cambiare diffusori, previa prova d'ascolto di altri prodotti di simili caratteristiche. Se sei costretto ad abbassare la gamma alta coi controlli di tono, il problema è veramente serio. Non fare altri acquisti prima di aver individuato i reali colpevoli.
Spero di esserti stato utile, tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Lello,
è prevedibile, a meno di illogiche decisioni da parte di Lonpoo, che le LP42M passive, se immesse sul mercato, costino nettamente meno dei 120€ che tu hai immaginato, visto che quello è il costo delle attive. L'elettronica interna, il telecomando e la maggiore complessità costruttiva secondo me incidono molto sul costo finale. Mi aspetterei le LP42M a un prezzo simile a quello delle LP42 prima serie. E sarebbero un eccellente acquisto, per questa cifra. Purtroppo, però, la distanza con le Indiana Line Tesi 2 non è stata colmata. Le italo/polacche Tesi 2 suonano ancora meglio. Il loro prezzo attuale sul mercato è di 280€, stiamo parlando di ben 200€ sopra il costo che io ho previsto per delle LP42M passive. La differenza in termini assoluti non è enorme, ma in termini relativi è ovviamente un abisso.
Mi chiedi se saresti in grado di percepire il salto qualitativo all'interno del tuo ambiente e del tuo impianto. Diciamo che la disposizione dei diffusori non è ottimale e vanifica un po' le prestazioni, magari appiattendo un po' le differenze. Se lo scopo è spendere il meno possibile, credo che non faresti fatica a trovarti benissimo con le eventuali LP42M passive. La differenza con le tue LP42 vecchia serie credo di averla descritta abbastanza bene nella recensione/modifica delle LP42M attive ma non aspettarti miracoli, questo deve essere chiaro. Un suono globalmente più gradevole e pieno...questo sì.
Non dimenticare mai che le differenze che racconto tra diffusori molto economici come questi sono state rilevate in condizioni ottimali sia d'ambiente che d'installazione, con a monte un impianto dove solo un cavo di segnale costa svariate volte il prezzo di una coppia di LP42 ;-)
Quindi, certo, le differenze sono messe ben in evidenza in un contesto di questo tipo. In situazioni meno ottimali, di nuovo, le differenze si appiattiscono. Intanto ti consiglierei di aspettare la decisione di Lonpoo sulla commercializzazione di questi nuovi diffusori in versione passiva.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Alessandro,
si narra che i magneti interni alle testine, dopo un po' di anni, perdano leggermente le loro caratteristiche. Inoltre, gli avvolgimenti potrebbero un po' ossidarsi. Per 415€ (prezzo molto basso rispetto a quello italiano) io sostituirei l'intera testina, considerando che la tua potresti comunque rivenderla. Il corpo ha ancora un certo valore e lo stilo magari ha ancora qualche ora residua. Io anni fa presi una MC Ortofon con stilo ormai usurato e la feci ristilare da Torlai con uno stilo di qualità superiore. Alla fine si rivelò un'ottima idea. La testina suonava meglio e la spesa fu contenuta. Questa, infatti, sarebbe la tua opzione n. 2: tenere il corpo e far sostituire diamante e cantilever da uno dei tanti specialisti. Potresti chiedere un preventivo a Torlai o a Audiosilente di Simone Lucchetti. Non è escluso che, al costo dello stilo nuovo (285€) possa avere uno stilo e un cantilever di qualità nettamente superiore. Ricorda che lo stilo è il responsabile di gran parte della qualità sonora di una testina, tant'è che tanti costruttori utilizzano lo stesso corpo per testine di fasce di prezzo anche molto diverse. Prova a verificare anche questa seconda ipotesi. In ogni caso, questi specialisti fanno un controllo anche al motore della testina.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Impianto nuovo per la musica liquida
LC
Rimasterizzazioni e gamma dinamica: ancora in loudness war?
Caro Direttore,
è sempre un piacere leggervi. Penso che il vostro approccio aiuti noi lettori a capire, a scegliere e anche a difenderci. Per chi non ha budget enormi poi, è bello trovare consiglio per “far bene” anche dove è necessario qualche compromesso. Grazie a lei e a tutti i collaboratori di TNT.
Torno a scriverle a distanza di qualche anno per un nuovo consiglio. Il mio vecchio piccolo impianto ha tenuto bene nel tempo; l'accoppiata Coda 70 e Virtue.One ben alimentato oggi è “nutrita” a un DAC Topping D50+P50 e continua a cavarsela degnamente. Dovendo traslocare nei prossimi mesi, sto pensando di spostare questo impianto nel mio studio e di assemblarne uno nuovo.
Il budget ideale arriva fino a circa 3000 euro (se sotto, tanto meglio). L'ascolto sarà principalmente di rock, elettronica, pop, con qualche escursione nella classica e nel jazz (più o meno in questo ordine). L'impianto dovrà anche amplificare la TV. La nuova sala è piuttosto grande rispetto all'ambiente attuale. La pianta è relativamente regolare, ma lo sviluppo in altezza non lo è.
L'impianto e il punto d'ascolto principale saranno posizionati sotto un soppalco rivestito in cartongesso (sembra abbastanza sordo) alto 2,20 metri.
Al di fuori del soppalco il soffitto è spiovente e passa da 3,5 a 2,4 metri. La parte “verticale” del soppalco, quella a sbalzo sulla sala per intenderci, è semi-chiusa da una libreria che contribuisce a limitare il riverbero. Il pavimento per ora è parquet, ma potrebbe diventare ceramica.
Il principale punto d'ascolto sarà il divano; la zona pranzo alle sue spalle sarà la seconda scelta, senza aspettarmi miracoli.
Sono partito considerando l'omnidirezionale di Duevel, ma dati i generi che ascoltiamo non so se i modelli più “piccoli” fanno al caso nostro, e le Galaxy sono un po' fuori budget. In più, dove non arriva il WAF, interviene il potere distruttivo filiale: ho due bambine piccole che gireranno per la sala correndo, cavalcando tricicli e brandendo manici di scopa: voglio che possano farlo e vivere la casa, impianto incluso, senza farle sentire in una cristalleria.
I diffusori insomma devono essere stabili (torri sì, supporti no), non potranno essere tanto distanti dalle pareti (anzi, probabilmente dovranno essere “legati” in alto da una cinghia antiribaltamento) e infine devono costare il giusto per non causarmi un attacco isterico nel momento in cui, inevitabilmente, il mobile prenderà qualche colpo o sarà usato come lavagna. A proposito: il condotto reflex meglio verso il basso, è più difficile buttarci dentro roba!
Sul nuovo, mi pare che le Indiana Line Diva 6 siano difficili da battere e penso che potrebbero funzionare bene nel mio ambiente. Non so se le 5 possono essere già “abbastanza”, ma la differenza di prezzo non è così enorme. L'usato invece è un mondo ampio e faccio fatica ad orientarmi. Già qui, mi farebbe davvero comodo un consiglio.
Per quanto riguarda le sorgenti, il grosso lo farà la musica liquida (Apple Music, lossless). Manterrei poi il mio attuale CD (Teac PD-301) da collegare in digitale. In questo momento, mi sono un po' fissato con le soluzioni di Eversolo: sembrano molto valide e gestiscono bene Apple Music senza ricampionamenti, oltre ad avere l'entrata HDMI ARC per la TV. Il mio “dream team” sarebbe composto da Eversolo DMP A8, una coppia di ZeroZone, Indiana Line Diva 6, appena oltre il budget trovando qualcosa nell'usato (l'Eversolo ogni tanto si trova).
Il setup economico sarebbe invece composto dal nuovo tutto-in-uno Eversolo Play (di cui si sente parlar bene, ancora da poche fonti) più Indiana Line Diva 6, che mi lascerebbe margine per aggiungere magari un giradischi, dato che il Play ha l'entrata phono; peccato per l'assenza di un'uscita pre, altrimenti sarebbe stata una perfetta soluzione modulare.
Tra i marchi più tradizionali invece, mantenendo come condizioni minime la presenza di USB per streaming da iPad/Mac e HDMI ARC, nella fascia 1200-1500 euro trovo Leak Stereo 230 e Rotel DX-5, a scendere il Teac AI-303 intorno ai 700, ma francamente faccio un po' fatica a giustificare queste opzioni rispetto a quelle con streamer integrato.
Insomma, l'offerta è ampia e variegata, e io sono in mezzo al guado. Lei che ne pensa?
Grazie e buoni ascolti!
Saluti,
Simone - E-mail: simone.diamanti (at) gmail.com
Caro Simone,
vedrei male le Indiana Line Diva 6 addossate alla parete posteriore e legate ad essa in una sorta di blasfemo bondage HiFi :-)
Secondo me andrebbero molto meglio delle Larsen (scegli tu il modello in base al budget) che devono stare esattamente incollate alla parete posteriore. Questa paura per le tue figlie credo sia largamente sopravvalutata. Mia figlia ha girato per casa senza problemi né restrizioni e non ha mai rotto niente. Se i diffusori non hanno niente di particolarmente attraente, di solito sono ignorati dai bambini. Ovvio, lo sbocco reflex sarebbe meglio se fosse protetto da una retina metallica e se i tweeter non fossero a vista, considerato che la voglia di schiacciare quella cupola attira persino gli adulti. I Larsen, per come sono fatti, rispondono perfettamente a tutte queste esigenze. Se vuoi stare più sicuro, basta fissarli al pavimento con del blu tack o prodotti analoghi, ma il peso sarà sufficiente a tenerle in posizione. La tua idea di imbragare i diffusori alla parete, oltre che discutibile dal punto di vista sonoro, la vedo poco pratica, ad esempio quando si fanno le pulizie. Quindi direi Larsen, senza pensarci troppo. Sono invece d'accordo sulla scelta di un fact-totum tipo uno degli Eversolo che hai citato, come il Play, che ha tutto ciò che ti serve. Potresti non aver alcuna necessità degli ZeroZone, l'amplificazione interna è più che sufficiente. Non solo, ma l'Eversolo Play ha pure una correzione ambientale, così risolvi in buona parte i problemi eventualmente legati all'anomala situazione logistica.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Caro Lucio,
volevo brevemente riallacciarmi alla tua risposta riguardo a chi decantava le rimasterizzazioni dei Pink Floyd, cui tu rispondevi "magari gli ingegneri del suono stanno iniziando a capire come farle".
Purtroppo, ciò che vale per gli ingegneri dei PF non vale per tutti, e certamente non per il box set 40mo anniversario di Brothers in Arms dei Dire Straits, ultima vittima della loudness war (come lo sono stati a livello immondo i Def Leppard con Hysteria, addirittura ultima ristampa a DR7). Ho subito comprato il bel box in vinile di questa uscita, mentre per i CD mi sono affidato al digitale FLAC.
Ebbene, con mia grande delusione (ma non sorpresa) ho trovato la gamma dinamica dei CD del 40mo molto appiattita rispetto all'uscita in CD giapponese di qualche tempo fa che ho.
Ho fatto ascoltare in doppio cieco entrambi i CD ad amici vari: effettivamente, tutti hanno detto che "suonava meglio" quello con gamma dinamica MINORE semplicemente perché "suonava" a VOLUME PIU' ALTO!
Intervenuto però sul volume pareggiandolo, molti hanno trovato più "casinara" la versione re-rimasterizzata (perché un remaster era anche l'edizione giapponese...) del 40mo anniversario.
Il vinile rimette invece un po' a posto le cose, la musica "stanca meno".
Di qui la mia domanda provocatoria: non è che alcune case remixano i CD solo per l'ascolto col cellulare (o, più brevemente, "normalizzano" brutalmente tutti i picchi, nella fattispecie si nota un "taglio a -1,20 dB, tranne una canzone perché fondamentalmente è acustica), e invece per il remix su vinile si comportano in maniera più accurata?
È voluto secondo te? È sciatteria? Magari qualcuno di voi ne sa più di me.
Riguardo il CD remaster di Live a Pompeii dei PF, ha una gamma dinamica decente (seppur non stratosferica, vista una certa normalizzazione dei picchi) a DR12, per cui quantomeno lì hanno distrutto poco (e il vinile, confermo, si sente benissimo!).
Un caro saluto,
Metto sotto tabelle dei numeri.
Analyzed: Dire Straits / Brothers In Arms (Japan)
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DR Peak RMS Duration Track
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DR20 -2.00 dBFS -23.82 dBFS 5:08 01-So Far Away
DR18 -2.00 dBFS -22.62 dBFS 8:27 02-Money For Nothing
DR13 -6.98 dBFS -22.57 dBFS 4:10 03-Walk Of Life
DR14 -9.61 dBFS -27.08 dBFS 6:31 04-Your Latest Trick
DR13 -14.86 dBFS -30.79 dBFS 8:26 05-Why Worry
DR17 -4.78 dBFS -25.24 dBFS 6:57 06-Ride Across The River
DR13 -5.21 dBFS -24.71 dBFS 4:39 07-The Man's Too Strong
DR18 -2.95 dBFS -23.44 dBFS 3:37 08-One World
DR14 -6.95 dBFS -26.21 dBFS 6:59 09-Brothers In Arms
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Number of tracks: 9
Official DR value: DR16
Samplerate: 44100 Hz
Channels: 2
Bits per sample: 16
Bitrate: 651 kbps
Codec: FLAC
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Analyzed: Dire Straits / Brothers In Arms (40th Anniversary)
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DR Peak RMS Duration Track
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DR11 -1.20 dBFS -14.32 dBFS 5:12 01-So Far Away (Full Version)
DR10 -1.20 dBFS -13.56 dBFS 8:27 02-Money For Nothing
DR9 -1.20 dBFS -11.92 dBFS 4:13 03-Walk Of Life
DR11 -1.20 dBFS -13.98 dBFS 6:34 04-Your Latest Trick
DR12 -1.51 dBFS -16.77 dBFS 8:31 05-Why Worry
DR9 -1.20 dBFS -13.30 dBFS 6:58 06-Ride Across The River
DR9 -1.20 dBFS -13.87 dBFS 4:40 07-The Man's Too Strong
DR11 -1.20 dBFS -13.41 dBFS 3:40 08-One World
DR9 -1.20 dBFS -13.02 dBFS 7:01 09-Brothers In Arms
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Number of tracks: 9
Official DR value: DR10
Samplerate: 44100 Hz
Channels: 2
Bits per sample: 24
Bitrate: 1499 kbps
Codec: FLAC
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Analyzed: Pink Floyd / Pink Floyd at Pompeii - MCMLXXII (2025 Mix)
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DR Peak RMS Duration Track
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DR13 -0.52 dBFS -18.69 dBFS 10:29 06-Set the Controls for the Heart of the Sun (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR11 -0.10 dBFS -13.87 dBFS 11:55 02-Echoes - Part 1 (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR12 -0.10 dBFS -16.30 dBFS 6:38 03-Careful with That Axe, Eugene (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR10 -0.10 dBFS -14.33 dBFS 10:10 04-A Saucerful of Secrets (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR13 -0.10 dBFS -14.74 dBFS 5:56 05-One of These Days (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR13 -4.49 dBFS -23.32 dBFS 1:50 07-Mademoiselle Nobs (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
DR13 -0.10 dBFS -17.96 dBFS 13:24 08-Echoes - Part 2 (Live at Pompeii - MCMLXXII - 2025 Mix)
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Number of tracks: 7
Official DR value: DR12
Samplerate: 96000 Hz
Channels: 2
Bits per sample: 24
Bitrate: 2514 kbps
Codec: FLAC
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Bruno - E-mail: odessa1970 (at) gmail.com
LC
Caro Bruno,
grazie per le informazioni di prima mano e per aver sottoposto ad analisi DR queste rimasterizzazioni. Sì, le tue ipotesi sono corrette. Lo diciamo da tempo: le rimasterizzazioni moderne appiattiscono la dinamica perché tutto deve suonare forte su ogni dispositivo. Per un fruitore normale (non audiofilo, cioè) il fatto che si senta forte viene associato a maggiore qualità, come anche il test effettuato coi tuoi amici ha evidenziato. È esattamente ciò che succede quando si ascoltano in commutazione rapida diffusori diversi: quello con la gamma alta più in evidenza vince sempre. Poi, una volta portato a casa, dopo qualche decina di minuti diventa insopportabile. Non è diverso da ciò che succede con le persone: una presenza sguaiata e chiassosa può far divertire i primi 10 minuti, dopo vorreste solo che tacesse ;-)
In più, aggiungi il fatto che picchi dinamici impegnativi possono mettere in crisi (leggi: distorsione) dispositivi audio non all'altezza, quindi si preferisce appiattire tutto per rendere la riproduzione meno impegnativa. Infine, l'ascolto in cuffia in ambienti rumorosi: i pianissimo di una registrazione verrebbero sormontati dal rumore ambientale, quindi meglio evitarli.
Il consiglio, in mancanza di informazioni di prima mano, è sempre lo stesso: acquistate, se potete, le edizioni originali, quelle nate prima che la loudness war prendesse piede. I miei CD dei Dire Straits (e anche i vinili) sono quelli di prima pubblicazione e sì, hanno una dinamica notevolissima.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Maurizio,
sono felice che le Thiel siano tornate a suonare al meglio! Grazie per il feedback su questo laboratorio di riparazione, sono sicuro che tornerà utile ai numerosi lettori di TNT-Audio che di tanto in tanto chiedono lumi su centri affidabili dove portare i propri apparecchi bisognosi di riparazione.
Grazie del feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Luca,
tutti gli appassionati fanno percorsi tortuosi prima di trovare qualcosa che li soddisfi veramente, anche se la tentazione di migliorare è sempre dietro l'angolo. E siccome ognuno di noi ha aspettative diverse e una sorta di suo suono in testa, le soluzioni per arrivare a un buon risultato possono essere molto diverse. Vedo che dopo diverse peregrinazioni sei tornato a uno dei primi amori, ovvero il British Sound di una volta, quello del classico Linn/Naim sound. Da estimatore di questi prodotti non posso che plaudire alla tua scelta. Il Sondek LP12 è da sempre una certezza, i finali NAP250 idem, specie i primi “chrome bumper” che ho tanto amato, e le SBL in versione attiva sono un'altra certezza. L'unica cosa che non mi torna è il pre, forse un filino sotto il resto dei componenti. Un NAC 82 o un, purtroppo ancora molto costoso, NAC52 potrebbero essere più in linea col resto dell'impianto. In ogni caso, puoi tranquillamente continuare a goderti la tua musica preferita con questo bell'impianto, e scordarti la mania da upgrade compulsivo, che non è mai troppo sana.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Modifiche al Fosi V3
Gentilissimo Signor Matteo,
ho letto con grande interesse le sue prove e modifiche apportate a questo piccolo ma potente amplificatore (Fosi V3). Possiedo un Ayima A07 di costruzione simile, sono stato subito curioso di applicare anch'io delle migliorie.
Ho già sostituito quattro condensatori con altri di tipo MKS, ma i punti di saldatura del potenziometro sull'Ayima sembrano diversi. Vorrei rimuovere il potenziometro e collegare rispettivamente i 3 pin di sinistra con quelli di destra.
Le sarei molto grato per il suo aiuto e per una sua risposta. Attendo con piacere i suoi prossimi contributi e le auguro una buona serata e una buona domenica.
Hans - E-mail: strasserh3 (at) gmail.com
MB
Caro Hans,
sono molto felice che il mio articolo ti abbia incoraggiato a lanciarti nell'autocostruzione! Sono certo che il circuito dell'Aiyima A07 sia molto simile, è la soluzione più economica e pratica per permettere al chip integrato TPA3255 di lavorare in configurazione BTL. Praticamente tutti i produttori adottano questo schema, progettato da Texas Instruments; le differenze a livello circuitale sono spesso marginali, e riguardano per lo più la componentistica e il layout.
Dalle immagini che si trovano in rete si direbbe che Aiyima abbia scelto di inserire, a monte del potenziometro, un partitore resistivo (47kohm e 1kohm dopo i connettori di ingresso). Se usi il tuo Aiyima con sorgenti moderne, quindi con basse impedenze di uscita (≤800 ohm), puoi tranquillamente mantenere queste resistenze; in caso contrario, potresti semplicemente cortocircuitarle per innalzare leggermente l'impedenza d'ingresso dell'amplificatore.
È possibile che il potenziometro usato da Aiyima sia leggermente diverso ma, nella stragrande maggioranza dei casi, i potenziometri hanno la stessa configurazione. Non collegare i pin come hai scritto, perché cortocircuiteresti il canale destro con quello sinistro!
Ciascun canale del potenziometro ha tre pin disposti in fila: ingresso, uscita e massa; una volta dissaldato il potenziometro, ti basterà individuare i rispettivi fori sul circuito stampato dell'Aiyima e collegare l'ingresso con l'uscita di ciascun canale, i due canali devono restare isolati tra loro. Puoi aiutarti con l'immagine presente nel mio articolo usando come riferimento la posizione dell'albero del potenziometro o meglio ancora individuare il foro di massa con un multimetro in modalità “continuità”: posiziona un puntale su un punto noto riferito a massa (come l'involucro esterno dei connettori RCA) e con l'altro verifica i fori del circuito stampato relativi al potenziometro, quando il multimetro emetterà un segnale acustico, avrai trovato uno dei due pin riferito a massa, che non dovrà essere collegato agli altri due.
Un caro saluto.
Matteo Bruni
LC
Caro Mario,
sono io che ringrazio te per questo affettuoso attestato di stima, davvero emozionante. Se le piccole e modeste Lonpoo riescono a comunicare tanta musica e a riaccendere così tanti ricordi significa che qualcosa, nella loro natura, è profondamente e significativamente corretto. Un po' come il T-Amp che, nonostante tutte le limitazioni, comunicava così bene la musica. E mi fa piacere che le mie escursioni in tema motoristico ti abbiamo stimolato l'acquisto di una sportivetta: goditela, la vita è breve e niente è più essenziale del superfluo! Io sono arrivato alla terza “fun car” (Porsche 911, Alfa Romeo Duetto e A112 Abarth) e mi sono fermato solo per problemi di spazio al coperto.
Questa tua lettera mi è particolarmente gradita, però, per un altro motivo, ovvero il tuffo nei ricordi che mi hai costretto a fare. Ascoltavo anch'io Supersonic, dischi a Mach 2, quella trasmissione di Radio 2 dove per la prima volta si poteva ascoltare un certo tipo di musica, lontana da quella delle classifiche di allora (che, per inciso, erano imbarazzanti persino più di quelle di oggi). “In a gadda da vida” degli Iron Butterfly la ricordo molto bene in quelle sere degli anni '70 quando, ragazzino ai primi passi nella musica di un certo tipo, sognavo di acquistare dischi e apparecchi HiFi. Nonostante tutti i decenni passati da allora, la passione per la musica e la sua corretta riproduzione è rimasta, anzi ha preso via via sempre più vigore!
Ti auguro buoni ascolti!
Lucio Cadeddu
Torna a pubblicare materiale inedito anche Van Morrison, con questo nuovo album intitolato Remembering Now, alla tenera età di 80 anni. Questa è la title track.
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