Stadio phono Aurorasound Vida

[Interruttori dello stadio phono Aurorasound Vida]

“Versatile, favoloso, musicale”

[English version here]

Prodotto: pre-phono Aurorasound Vida
Produttore: Aurorasound - Giappone
Prezzo (indicativo): € 4.000 - 5.000 (secondo le opzioni) - Il prezzo può variare
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Pubblicato: Giugno, 2018
Traduttore: Roberto Felletti

Introduzione

I lettori abituali dei miei scarabocchi ricorderanno la mia entusiastica recensione della testina Hana SL, fornita da Karl Becker, di Musikae - www.musikae.fr, un distributore francese di prodotti high-end. Naturalmente, avendo dimostrato di saper valutare molto bene quali prodotti tenere nel suo negozio, non ho potuto essere meno che felice di accettare il suo consiglio di provare lo stadio phono Vida per scrivere una recensione. Talvolta, contrariamente alle apparenze, non mi piace proprio provare apparecchiature di scarsa qualità; devo convivere con tali componenti per circa un mese, rovinando il piacere di ascolto, e dopotutto penso che per i lettori sia meglio leggere di prodotti validi anziché di quelli che dovrebbero essere evitati ;-)

Ad ogni modo, Karl mi ha parlato molto bene del Vida, e come la volta precedente si è dimostrato molto disponibile nel fornirmi un esemplare da provare.

[Stadio phono Aurorasound Vida]

“A giudicare dalle apparenze”

Sono uno che va matto per una bella estetica e mi piace l'hi-fi classico; il Vida incarna tutti i miei desideri. È squisitamente corredato di affascinanti interruttori a levetta (li adoro) e di un alimentatore inserito in un cabinet in lega (più prosaico, ma comunque di ottima realizzazione) che può essere nascosto. Oggigiorno, con così tanti prodotti hi-fi realizzati con vari tipi di lega (anche roba economica di produzione cinese), la combinazione data dal rivestimento in vero legno e dalla lega color champagne sembra uscire da un impianto da sogno degli anni '60. E come per l'apparecchio a cui rende omaggio, i controlli sono immediatamente accessibili e chiaramente disposti. Nessun micro-switch nascosto né touch-screen (bleah!), e nemmeno controlli posti sul retro... Tranne che in questo modello, dietro, c'è, in realtà, una bella manopola in bachelite vecchio stile che permette di modificare in maniera indolore il carico della testina; poiché verrà usata raramente, è qualcosa che si può perdonare.

[Pre-phono Vida + alimentatore]

Come in ogni apparecchiatura hi-fi che si rispetti, c'è una stravaganza: il grosso interruttore (fluorescente?) si illumina quando il pre-phono è spento anziché acceso. Probabilmente, alla base ci deve essere qualche motivo sonico logico, ma sembra solo uno spreco di effetti luminosi. Ovviamente, l'interruttore di accensione/spegnimento si trova sull'alimentatore, per cui l'interruttore di “accensione” posto sul pre-phono ha più che altro una funzione di “mute”.

Design e funzionamento

Per quanto riguarda la fila di interruttori a levetta, questo stadio phono è un prodotto molto versatile... No, in effetti è molto di più; in realtà sono due stadi phono in uno...

Il tipo di cliente che, presumibilmente, spenderà 4.000 o più euro per uno stadio phono è molto probabilmente anche quello che avrà un giradischi con due bracci oppure due giradischi separati. Il senso di ciò è che per il 90% del tempo potete usare una testina “da battaglia”, riservando i componenti migliori per le occasioni speciali e, così facendo, risparmiare una fortuna. Il mio impianto attuale è concepito proprio così: braccio Audiomods e testina Hana SL per l'uso quotidiano, testina Dynavector DRT-1t e braccio SAT per la domenica... Parimenti, qualcuno potrebbe voler utilizzare un certo tipo di testina per certi dischi, oppure avere una catena mono e una stereo; con il pre-phono Vida diventa un gioco da ragazzi.

La cosa bella dell'Aurorasound è che ha due ingressi phono (per due bracci) e un'uscita, diversamente dal Lehmann “Black Box” Twin che, in effetti, è costituito da due stadi phono in un unico cabinet, per cui richiede due ingressi del pre-amplificatore. I due ingressi non sono uguali: uno è un ingresso ad alto livello, per testine MM (magnete mobile) e testine MC (bobina mobile) a uscita elevata (e testine particolari, come le Grado); l'altro è riservato alle testine MC a bassa uscita, ed è corredato di un commutatore d'impedenza a due posizioni che, sull'esemplare fornito, ha consentito una maggiore variabilità del carico. Pertanto, se, come me, utilizzate due testine MC a bassa uscita, avrete bisogno di uno step-up su un canale. Per me questo non è stato un problema e, semplicemente, ho usato lo step-up dedicato per la DRT fornito dalla Dynavector.

Una caratteristica di questo stadio phono è la presenza di un circuito di protezione che esclude l'apparecchiatura in caso di sovraccarico (ad esempio, se vi cade la puntina ;-) ); l'idea è buona, ma sembrava che la protezione si attivasse commutando tra l'ingresso MC e quello MM. Quindi, anziché passare semplicemente da un ingresso all'altro spostando la levetta, bisognava mettere in “mute” il pre-phono prima della commutazione. Non che fosse un grave problema, ma avevo avuto l'impressione di aver rotto qualcosa prima di riuscire a capire cosa stava succedendo!

Gli altri interruttori sono altrettanto interessanti: l'interruttore di “degauss” è insolito, e in teoria dovrebbe eliminare il magnetismo residuo dalle bobine della testina. Questa cosa è controversa: alcuni lo fanno dopo l'ascolto di ogni LP, altri ogni mese, altri ancora dicono che è “olio di serpente”. Comunque sia, il Vida vi offre la possibilità di scegliere cosa fare...

Il prossimo della lista è un interruttore stereo/mono, apparentemente inutile finché non mettete sul piatto uno dei primi dischi dei Beatles, con il loro ping-pong stereo artificiale, che potete ascoltare in mono, come era stato originariamente pensato. La stessa cosa vale per molti dischi jazz e rock dei tardi anni '50 e dei primi anni '60, caratterizzati da un finto stereo, veramente orribile, o pubblicati sia in versione mono sia in versione stereo; la versione mono risulta sempre migliore, a meno che non preferiate sentire la batteria a sinistra e il/la cantante a destra...

Poi c'è un filtro subsonico (o filtro “anti-ondulazioni”, come era chiamato tempo fa). La curva RIAA standard prevede tale filtro, ma con dischi aventi una vera fedeltà in gamma bassa il suono può perdere le note più gravi e, cosa più importante, le informazioni ambientali (finte o meno che siano). Molti stadi phono di elevata qualità non hanno questo filtro, ma con dischi ondulati una buona quantità di potenza può venire consumata per muovere inutilmente i coni degli altoparlanti avanti e indietro. Per la maggior parte del tempo non è essenziale, ma è bello sapere di averla a disposizione quando serve...

Gli ultimi due interruttori sono un più comune selettore MC/MM e un commutatore d'impedenza alta/bassa per l'ingresso MC, qualcosa che l'impedenza regolabile dell'esemplare in esame rendeva piuttosto ridondante.

L'unica cosa che manca (come nel 99% degli stadi phono) è un controllo del volume. Normalmente non ne parlerei, ma un'apparecchiatura così completa e versatile, in quanto a controlli, potrebbe essere collegata direttamente a un finale in una catena analogica con due sorgenti.

Come sempre, ignoro cosa ci sia dentro; apparentemente utilizza transistor anni '70, è interamente accoppiato in corrente continua ed è molto affascinante...

[Stadio phono Aurorasound Vida - pannello posteriore]

In uso

La prima cosa da dire è che è molto silenzioso. Ovviamente questo è un aspetto importante ed è così che uno stadio ben progettato dovrebbe essere; invece non sempre è così. La seconda cosa è che è evidente che si tratta di un'apparecchiatura di qualità elevata; la differenza tra il Vida e lo stadio integrato medio o alcune scatolette cinesi che si trovano su eBay è abissale. Ma poi immagino che chi cerca stadi phono da 4.000 euro aspiri a qualcosa di meglio e che qualsiasi percorso di upgrade provenga da uno stadio phono specializzato, di qualità inferiore, che costa considerevolmente meno.

E qui le cose si fanno più complicate, perché nella fascia di prezzo compresa tra i 500 e i 1.000 euro c'è molta concorrenza e il budget è sufficiente per l'utilizzo di componenti e per una costruzione di buona qualità; pertanto, per sopravvivere lo stadio più costoso deve provare di valere di più. Inoltre, dovete essere realisti e pensare all'equilibrio dell'impianto: se spendete 4.000 euro per uno stadio phono, anche gli altri componenti dovranno essere di qualità per dare il giusto valore aggiunto...

Detto ciò, non avete bisogno di spendere una fortuna; la testina Hana SL e il braccio Audiomods costano poco più di 1.000 euro e sono abbastanza in grado di mettere in luce le qualità di stadi phono high-end. Ovviamente, per venti volte tanto avete l'altra accoppiata di prova, composta dalla testina DRT-1t e dal braccio SAT, su un giradischi Feickert Blackbird. L'esemplare fornito per la recensione era ben rodato (e sembrava esserne uscito indenne) e per tutta la durata della recensione aveva funzionato senza problemi.

[Il regolatore dell'impedenza del Vida]

Lo stadio phono aveva dimostrato di essere un prodotto di qualità elevata da subito. Ho già detto in altre occasioni che lo stadio phono è l'anello critico di una catena analogica e che uno stadio phono da 4.000 euro abbinato a una testina da 500 euro (in questo caso la Hana) probabilmente fornirà prestazioni migliori di uno stadio phono da 500 euro con una testina da 4.000 euro. Il Vida lo ha dimostrato e ho scoperto di apprezzarlo davvero. Presenta la musica con una scioltezza che solo gli stadi phono raffinati sono in grado di offrire, e il palcoscenico (con buone registrazioni) ha un'ampiezza tale che i CD fanno fatica a raggiungere; al confronto, gli altri stadi phono hanno un suono piccolo e chiuso.

Ad esempio, l'altra sera ascoltavo Heroes, di Bowie, un mix molto denso e confuso, e sono rimasto colpito da come il Vida riusciva a integrare maggiormente i sonagli (?) nella musica, di come il modo sottile in cui accompagnano il brano si perdeva facilmente; allo stesso modo, mi hanno colpito l'uso di voci multi-traccia e le delicate armonie di sottofondo. Questo non è l'equivalente uditivo del pixel-peeping (esaminare un'immagine digitale nei più minimi dettagli - NdT), piuttosto è il mettere in luce parti essenziali al tutto.

Questa caratteristica, la capacità di estrarre le informazioni musicali e di presentarle in maniera naturale, era evidente con molti dischi. Per farvi un esempio: molti anni fa recensii lo stadio phono Trichord Dino, un prodotto nel complesso molto buono. Ma dopo un po' giunsi alla conclusione che l'apparente suono aperto e dettagliato era ottenuto enfatizzando alcune alte frequenze, persino distorcendole. Una volta capita l'antifona non potei lasciare correre, e alla fine scoprii che non riuscivo a farmelo piacere. All'inizio lo considerai uno stadio phono che avrei potuto acquistare per uso personale, ma poi, con il passare del tempo, non ne sarei stato soddisfatto. Questo è uno dei motivi per cui insisto affinché i prodotti da recensire mi vengano lasciati almeno per un mese!

Nel corso della recensione ho utilizzato anche la mia Music Maker Classic (circa 1.000 euro), una testina a ferro mobile particolare, prodotta da The Cartridge Man. In questo modo ho potuto provare l'ingresso MM “puro”; il funzionamento è stato impeccabile, mettendo in mostra le caratteristiche di dettaglio e velocità della testina insieme alla sua lieve carenza di “aria” e di palcoscenico. Avendo riscontrato la stessa cosa con vari altri stadi phono di qualità molto elevata, il fatto di aver evidenziato ancora una volta il carattere della testina dimostra che il Vida è un'apparecchiatura raffinata e trasparente.

Parimenti, i caratteri della DRT e della Hana hanno corroborato le impressioni riscontrate con altri stadi phono di qualità elevata. Se il Vida le avesse fatte suonare tutte calde e meravigliose ma simili, allora inevitabilmente la conclusione sarebbe stata che il pre-phono aggiungeva molto di suo alla musica e non sarebbe stata una buona cosa... La capacità di suonare in maniera diversa con componenti diversi a monte è indicativo della qualità del prodotto, molto più di alcuni paragrafi sul suono della resina sulle corde dell'archetto del violino nella registrazione della Nona di Beethoven di Karajan, del 1973... Uno stadio phono, come un pre-amplificatore, non è la prima scelta come accordatore, questo compito è svolto meglio dai diffusori come interfaccia ambiente/audio.

Generalmente, trarre conclusioni definitive in ambito hi-fi è difficile, e con gli stadi phono lo è ancora di più perché molto dipende dalla sinergia tra testina, cavi e pre-amplificatore. Il fatto che il Vida abbia funzionato così bene con testine tra loro assai differenti mi ha reso fiducioso delle mie opinioni e suppongo che potrebbe essere un componente adatto per molti impianti.

E ora veniamo al dunque. Il Vida ha avuto la sfortuna di arrivare subito dopo lo stadio phono SW1X, una bestia assolutamente purista, a valvole, MM, che costa 5.000 euro. È lo stadio phono più raffinato che abbia mai ascoltato e ha mantenuto un netto vantaggio rispetto al Vida. La differenza più evidente tra i due è stata l'assoluta grandezza del suono che lo SW1X offriva. Come con il Vida, le differenze tra testine erano chiare, ma con lo SW1X tutto suonava più grande e con maggiore dinamica. Inoltre, lo SW1X aveva buona estensione in gamma alta e definizione, ma in confronto al Vida dimostrava di possedere una minore spigolosità.

Il Vida è stato confrontato anche con lo stadio phono Nibiru, un altro peso massimo purista, questa volta a transistor ma con amplificazione di corrente e solo MC. Come ho scritto nella recensione dello SW1X, il Nibiru ha una qualità molto simile e anch'esso era in vantaggio sul Vida. Anche in questo caso, il Nibiru suonava semplicemente più grande e più aperto; il suono, leggermente meno corposo e più aperto era simile a quello del Vida, ma sotto ogni altro aspetto era migliore.

Non è una buona cosa, ma cerchiamo di essere realisti. Il Nibiru è solo MC, non ha regolazioni di sorta, ha un magnete ronzante di prim'ordine e costa decisamente più del Vida. Anche lo SW1X è più costoso, e se avete intenzione di utilizzare una testina MC a bassa uscita (come fanno molti), allora dovrete stanziare una cifra considerevole, magari migliaia di euro, per uno step-up di qualità adeguata. Con il Vida avete due stadi phono dal gran suono, ampia flessibilità e più comodità con una spesa minore. I vantaggi di stadi phono più costosi non erano così marcati e il Vida aveva offerto una qualità con la quale convivrei felicemente se il Nibiru fosse assente ingiustificato.

Arrivando dalla direzione opposta ci sono i summenzionati stadi phono compresi tra i 500 e i 1.000 euro. Ne ho alcuni rientranti in questa fascia di prezzo (come il Dino) e il Vida si era dimostrato chiaramente superiore a tutti: Black Cube SE, vari Roksan, Linn, Audion e Naim, tanto per citarne alcuni.

La nota stonata è costituita dagli stadi phono Graham Slee. Questi sono ospitati in cabinet in lega dall'aspetto piuttosto economico, con una scatola in plastica che contiene l'alimentatore. Costano meno di 1.000 euro e sono solo MM, ma suonano in maniera sensazionale e non distano molto dallo SW1X. Confrontato con il Vida, il mio Revelation suonava in maniera pressoché simile, semmai un po' più fluido a spese di un po' di dettaglio; anche con esso potrei convivere. Quindi, se cercate la qualità sopra ogni altra cosa, lo Slee avrebbe il mio voto, però riflettete e traete le conclusioni. Lo Slee è uno stadio phono singolo, richiede uno step-up (lo Slee Elevator è un buon abbinamento per circa 1.000 euro) e non offre alcuna flessibilità. Prima di riuscire ad avere qualcosa al livello del Vida a due ingressi, la differenza di prezzo complessiva sarebbe inferiore di poco e vi ritrovereste con quattro banali scatole e una flessibilità minore rispetto al Vida.

Conclusioni

Il Vida è uno stadio phono piacevole. È esteticamente bello, suona molto bene ed è meravigliosamente versatile. La qualità costruttiva è al di sopra di ogni sospetto. Non è lo stadio phono con il miglior suono del mondo, ma è dannatamente buono. Devo ammettere che quando se n'è andato ne ho sentito la mancanza...

Apparecchiature utilizzate

Dischi killer da usare per le prove...

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