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Diffusori Acuhorn Nero 125

Prodotto: diffusori Acuhorn Nero 125
Costruttore: Acuhorn - Polonia
Costo (molto approssimativo): 4000 € (il prezzo potrebbe variare)
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Ottobre 2009
Traduttore: Roberto D'Agosta

[Acuhorn Nero 125]
[English version]

Introduzione

Negli ultimi sei anni, il mio sistema è stato rappresentato da un paio di diffusori, i Loth-x Polaris (oramai fuori produzione) costruiti attorno ad un unico altoparlante a larga banda. In tutti questi anni, questi grossi diffusori sono stati amati senza alcuna riserva. Coloro che sostengono che le trombe sono troppo colorate e limitate nella banda o che sono prive di bassi non hanno mai ascoltato trombe che siano state progettate correttamente. Allo stesso tempo, come non rimanere impressionati dalla coerenza di un diffusore che non ha bisogno di crossover, che non deve cercare in ogni modo di integrare due altoparlanti dalle caratteristiche molto diverse e che ha bisogno di un solo watt per iniziare a suonare come si deve? Questo è il mondo delle buone trombe, una volta assaggiato è difficile tornare indietro.

Ma ci sono degli aspetti negativi, rilevanti anche per uno come me, e uno dei maggiori è che sono così grandi...

[le finiture dell'Acuhorn Nero 125]

Uno dei fattori limitanti è che i diffusori a tromba hanno bisogno di una grossa "bocca" per poter riprodurre le basse frequenze. I miei Polaris sono giganteschi eppure anche loro cadono "come una mosca colpita da un UZI"* sotto i 60 Hz, un livello che vi aspettereste da un paio di diffusori compatti da supporto.

Esistono trombe piccole ma generalmente sono emaciate e dal suono leggero, faticano senza il supporto di un subwoofer e, a mio avviso, cercano di spingere quest'idea un po' troppo oltre il suo limite reale. Infatti è, spesso, necessario usare diversi trucchi come per esempio i Voigt Pipes oppure accettare serenamente i difetti e i limiti di queste configurazioni.

Gli Acuhorn sembrano una versione ridotta dei miei Polaris eccetto che le trombe sono orientate verso il posteriore. La questione di fondo rimane: "quanto è possibile ridurre le dimensioni della tromba prima che divenga troppo sbilanciata?" La bocca dei miei Polaris è di 30 x 48 cm e questo come detto produce un taglio al di sotto i 60 Hz, mentre quella dei 125 misura 16 x 58 cm, quindi decisamente più piccola e con un volume inferiore per giocare con i vari ripiegamenti.

Per questo potete capire che, anche se gli Acuhorn sembrano attraenti e hanno raccolto alcune recensioni eccellenti, io li abbia approcciati con un certo scetticismo.

Costruzione

La costruzione del mobile è di altissima qualità. Il materiale usato è un compensato compresso speciale ed è disponibile un'ampia selezione di impiallacciature tra cui scegliere. Le rifiniture sono senza difetti come dovreste aspettarvi (ma non sempre ottenete) in questa fascia di prezzi. L'uscita della tromba orientata verso il posteriore in linea teorica permette una sistemazione verso i muri e/o gli angoli: il design è convenzionale con un'altezza naturale per molte stanze e le dimensioni complessive (20 x 50 x 125 cm) sono abbastanza in linea con le mode attuali.

L'altoparlante speciale, che si chiama TSR 200 (per 200 mm di diametro, penso), ha un inusuale ma bellissimo chassis quadrato in lega e un piccolo ma potente magnete Neodymium. Questi sono dei magneti costruiti con materiali prodotti da terre rare e sono, a parità di dimensioni, molto più potenti dei normali magneti in ferrite. Simili terre rare si trovano, oggigiorno, in molti magneti, poiché magneti più piccoli rendono più semplice la concentrazione del flusso magnetico e gli effetti di diffrazione prodotti dalla geometria del magnete sono minori. Il materiale del cono è una specie di fibra comune in molti altoparlanti a larga banda.

Gli attacchi per i cavi sono WBT placcati in argento di ottima qualità montati (grazie al cielo) al livello del pavimento per evitare qualsiasi sindrome da cavi penzolanti, mentre le connessioni interne sono cavi d'argento Siltech G6.

[altoparlante Acuhorn Nero 125]

Tutto questo produce un diffusore da pavimento ben proporzionato, nella fascia medio/compatta, costruito con materiali di qualità e che pur pesando circa 30 Kg è un oggetto massiccio senza però mettere a dura prova la vostra schiena per muoverlo...

Tuttavia la parte più interessante non è certo l'esterno, ma l'interno in quanto l'Acuhorn non è fatto come molte trombe, infatti potreste pensarlo più come una tromba ibrida: se guardate il diagramma a lato potrete notare che invece di avere una piccola camera di compressione come molte trombe, orientate verso il posteriore ci sono due grandi camere accordate. Queste camere dovrebbero caricare l'altoparlante a basse frequenze e in qualche modo mescolano le loro uscite con la radiazione frontale dell'altoparlante e della tromba posteriore.

In Uso

Con un'efficienza dichiarata di 96 dbl, questi diffusori potrebbero essere ideali per gli amplificatori valvolari e quindi li ho attaccati ai miei monoblocco Opera Cyber 300 PSE, che con i loro 18 watt per canale -non certo dei mostri di potenza- dovrebbero costituire un partner ideale per loro. L'efficienza dichiarata sembra ragionevolmente corretta visto che il livello di suono, a parità di potenza, è confrontabile con le trombe Opera M15 che sono dichiarate a 96 dbl: sfortunatamente questa è cosa rara poiché molti costruttori barano un po' su questi dati :-)

Però a questo punto è apparso evidente che c'era un po' di lavoro da fare da parte mia: nella mia ultima recensione di una coppia di diffusori ho detto che ce ne sono alcuni che, quando inseriti nel mio sistema si trovano immediatamente a loro agio, mentre per altri non è così. Evidentemente tutto va bene quando i diffusori hanno un bilanciamento simile ai miei diffusori. Nel caso degli Acuhorn questo non è assolutamente vero, poiché questi diffusori ricreano una presentazione degli eventi completamente diversa dai Polaris per cui devono essere addomesticati per seguire i miei gusti personali.

In realtà questa non è una grossa sorpresa perché di certo i diffusori sono il componente che più caratterizza una catena audio e le differenze da modello a modello sono a volte manifestatamente chiare, senza che questo significhi necessariamente che il diffusore A è meglio del B...

Ho cominciato la mia prova seguendo i suggerimenti del costruttore, sistemando i diffusori a 60 cm dalla parete laterale e 90 cm dal muro posteriore: questo posizionamento è simile a dei diffusori più convenzionali e mi ha lasciato sorpreso perché avrei ipotizzato che la tromba orientata verso il posteriore avrebbe apprezzato un muro posteriore o un angolo per il carico, mentre il costruttore sembra avere una visione diametralmente opposta.

[Acuhorn Nero 125 e 175]

Li ho sistemati nella mia nuova stanza per la musica, una grande sala di 5 m x 6,5 m, con il soffitto che arriva fino a 7 m mentre un mezzanino aumenta il volume ben al di là del muro posteriore inferiore. Una grossa stanza da riempire di suono...

Solitamente riesco a capire la risposta di un diffusore a orecchio, cioè posso stimare quale sarà la risposta di un diffusore una volta sistemato in una stanza con una certa accuratezza, mentre in questo caso mi sono trovato completamente spiazzato. La parte acuta era abbastanza modesta, e non andava molto in fondo nei bassi (non una sorpresa), ma anche la banda media appariva piatta senza alcun picco. La sensazione complessiva è di una piccola mancanza in dinamica ed eccitazione.

Per cercare di capire quello che stava succedendo ho tirato fuori i miei strumenti, anche se abbastanza rozzi, ed eseguito alcune misure dalla mia posizione d'ascolto. Non pubblico questi risultati perché, come ogni misura fatta direttamente in una stanza sarebbero, così influenzati da quest'ultima che coloro i quali non la conoscessero più che bene potrebbero considerare questi dati come quelli di un diffusore atrocemente piatto. Infatti solo esaminando molti grafici è possibile separare quello che è indotto dalla stanza da quello che proviene dai diffusori.

Ad ogni modo i risultati sono stati abbastanza interessanti, se non sorprendenti: i 125 producono un chiaro tono non distorto a 25 Hz. Va bene, stiamo parlando di qualcosa che è 15 dbl più basso della banda media, ma io mi sarei aspettato o nulla o le vibrazioni di un cono che operi in aria aperta perché il cabinet non è in grado di caricarlo. Se volete un confronto, i massicci M15 con i loro altoparlanti da 15 pollici producono più suono (circa 3 dbl in più) ma è di chiara origine oscillatoria, fuori controllo e non realmente buono per produrre musica. Ai 40 Hz (circa il suono più profondo che può produrre un basso) il suono è molto chiaro e meno intenso rispetto alla banda media di soli 6 dbl. Questo non è un risultato che mi aspetterei da una tromba così piccola, ma è decisamente meglio dei miei Polaris che hanno circa 3 volte il volume interno dei 125.

Il basso si appiattisce dolcemente tra i 50 e i 100 Hz prima di un buco abbastanza ripido di 12 dbl: di certo questo è parzialmente un effetto della stanza ma penso che sia dovuto anche a una diminuzione dell'uscita, forse nel punto in cui la "camera" dei bassi cede il passo alla sezione della tromba? Mentre siamo su questo punto, c'è da aggiungere che l'altoparlante rimane pressoché immobile durante questi test, mostrando una elevata qualità progettuale di un diffusore che carica correttamente l'altoparlante.

La banda media è un po' irregolare come potreste aspettarvi da un progetto simile anche se c'è nulla di preoccupante a parte una caduta attorno ai 400 Hz. Quello che manca, e che spesso si ha con altoparlanti ad ampio spettro come questi, è un picco abbastanza largo intorno ai 3 kHz.

Complessivamente questo è un risultato impressionante, ma due tratti dimostrano quel carattere così chiaro all'ascolto: prima di tutto il livello dei bassi, il quale, anche se eccezionalmente piatto tra i 40 e i 100 Hz, è 3 dbl inferiore al largo spettro della gamma media; il basso c'è e appare chiaro ma è leggermente limitato e costretto. D'altra parte, è indubbio che, a confronto di altri diffusori che ho qui sottomano, la gamma alta inizi a calare dolcemente già intorno ai 3 kHz.

Il risultato di tutto questo è una presentazione che suona leggermente troppo limitata in frequenza e senza la dinamica che invece mi appassiona in altri diffusori. Un pochino troppo dolce, a essere onesti e, anche se questo potrebbe soddisfare i gusti di alcuni ascoltatori, non è questo quello a cui sono abituato o ricerco nell'Hi-Fi. Più specificatamente, le 125 sono progettate, in linea di principio, per il rock più che per la musica classica ma non mostrano di certo il carattere necessario per quel genere musicale.

In un certo senso, diffusori come questo, cioè che promettono molto e poi realizzano poco, sono i più interessanti da recensire: partendo dall'assunto che sono un progetto serio e costruiti con tecniche eccellenti ci deve essere molto più di quello visto finora, per cui adesso comincieranno settimane di prove per spingerli a dare il massimo.

Accordare i 125

La tecnica più semplice per migliorare il suono è di spostare i diffusori. In questo caso il costruttore, in una situazione generalmente critica perché l'altoparlante produce un'uscita estremamente localizzata attorno ad una specifica direzione, suggerisce di disporre i diffusori direttamente in posizione frontale nella sala d'ascolto senza alcuna rotazione. Eppure, ruotare i diffusori verso la posizione d'ascolto ha incrementato di molto l'uscita della banda media, al punto che, se orientati direttamente verso l'ascoltatore appare più piccata di quanto non sia corretto.

Questo mi aspettavo: i miei Polaris sono molto orientati con il punto di incrocio immaginario di fronte alla posizione d'ascolto. La ragione di questa scelta è legata non solo alla riduzione dell'"urlo" del midrange ma anche al fatto che è possibile mettere in pratica un piccolo trucco peculiare di questi altoparlanti a larga banda.

Come ho già detto, la banda media superiore e quella alta sono molto localizzate intorno all'asse di emissione del diffusore, quindi, se i diffusori si incrociano di fronte all'ascoltatore, quando quest'ultimo, diciamo, si sposta sulla sinistra, la parte acuta prodotta del diffusore sinistro diminuirà sempre di più allontandosi dall'asse, mentre quella prodotta dal diffusore destro aumenterà perché egli procederà nella direzione dell'asse di emissione di questo. Essendo principalmente la banda acuta a definire la collocazione degli strumenti, l'immagine del palcoscenico rimane stazionaria mentre vi spostate, potendo anche "guardare lateralmente" dentro al palcoscenico. Con alcune registrazioni questo può essere molto divertente poiché si ha la sensazione che lo strumentista rimanga fermo di fronte ai diffusori, in 3D mentre voi vi spostate. Invece, il posizionamento parallelo suggerito dalla Acuhorn produce l'effetto opposto: spostatevi anche solo di un metro sulla sinistra e tutta l'immagine si sposta ancora più alla vostra sinistra fino a quando non collasserrà tutta sul diffusore di sinistra.

Usando questo stesso trucco, gli Acuhorn possono riprodurre un'immagine solida e stabile a dispetto della posizione, e anche se il suono alla postazione d'ascolto può essere leggermente degradato, preferisco quest'effetto. Alla fine la mia posizione migliore, ma nel vostro caso le cose potrebbero essere diverse, è quella di avere gli assi dei diffusori che si incrociano un metro di fronte a me.

Questa operazione lascia il basso un pochino asciutto e questo problema può essere facilmente risolto usando la parete posteriore e gli angoli. Ovviamente la contropartita è che la qualità dell'immagine si ridurrà... Anche qui il compromesso ottimale dipenderà dai gusti personali, e nel mio caso i diffusori si sono mossi un pochino verso gli angoli.

Infine, rimane la parte alta dello spettro. Sono cosciente che tutto questo è dettato da una scelta personale e che le mie orecchie con i loro 49 anni sono lontane dall'essere d'oro, ma l'aggiunta del supertweeter JohnBlue ha dato un risultato molto positivo. Sistemando il crossover del tweeter a 12 kHz e con una potenza d'uscita media, il JohnBlue ha aggiunto spunto e attacco ai suoni percussivi senza suonare duro e, almeno così mi sembra, permettendo al palcoscenico di respirare un po' più liberamente.

Ovviamente tutto questo va bene, ma il problema di fondo principale rimane: le 125 non sono progettate per muovere un volume così grande di aria, probabilmente non molto lontano dai 200 m³! Quello che i voluminosi M15 possono fare con facilità lascia i 125 suonare persi e senza dinamica. La cura è, ovviamente, di spostare tutto in una stanza più adatta per questi diffusori.

E quindi torniamo alla mia sala da pranzo -circa 80 m³- quindi ancora grande e molto ben smorzata. Come c'era da aspettarsi il risultato è una presentazione completamente diversa: il basso non appare così soppresso e la dinamica si alza fino a livelli decisamente accettabili, anche se molto lontani da quelli dei Polaris che solitamente dominano incontrastati da queste parti. La banda acuta è ancora un pochino asciutta per i miei gusti, ma la stanza maggiormente smorzata mi permette di ascoltare un pochino più in asse rispetto ai diffusori con un miglioramento della presentazione complessiva.

Solitamente, a questo punto sarebbe arrivato il momento di sedersi e cominciare un po' di serio ascolto, ma un evento imprevisto ha cambiato tutte le carte in tavola...

I miei amplificatori Opera hanno deciso di friggere una valvola rettificatrice 274. Borbottando improperi su quanto le valvole siano fragili, ho dovuto rimpiazzare i miei SE 300b che costano circa 6.000 € con il Lehman Stamp che costa circa un decimo e che per fortuna avevo qui con me...

Potete immaginare la mia sorpresa quando mi sono trovato a gradire di più il suono di un piccolo amplificatore digitale da 20 W rispetto ai miei normali monoblocco. La differenza non è gigantesca, ma la presentazione acquista un po' di energia e il basso diventa molto più controllato. Che diavolo sta succedendo?

Uno sguardo al grafico dell'impedenza fornisce una qualche spiegazione: c'è una flessione fino a circa 3 Ohm esattamente a metà delle basse frequenze, proprio dove molti amplificatori valvolari fanno maggiormente fatica. Non è una cosa "cattiva" ma non è buona per le valvole. Eppure anche dopo aver studiato questo grafico sono stato sorpreso dall'effetto complessivo.

Inoltre questo risultato apre anche un enorme potenziale vaso di Pandora: se un amplificatore a transistor di 600 € suona meglio di un amplificatore SE della stessa potenza da 6000 €, cosa potrà mai fare un amplificatore integrato di potenza maggiore?

E quindi questa recensione è rimasta nel cassetto mentre organizzavo l'arrivo di un altro amplificatore più potente, avendo io lasciato da parte i "muscoli" oramai da tanto tempo, nella forma del massiccio Jungson Ja-99d, un bestione da 100 W in classe A che probabilmente è un po' eccessivo per questa prova, ma lo stesso dovevo togliermi ogni dubbio!

ll risultato è stato al di là di qualsiasi mia aspettativa: l'impressionante potenza d'uscita di questo amplificatore cinese sembra veramente avere il controllo assoluto del basso. Non c'è nulla di "misurabile", ma gli attacchi si raddoppiano e guidano la musica con un senso del tempo che prima, purtroppo, era mancante. Le alte frequenze, asciutte, ora guadagnano un pochino, il che significa che posso vivere senza il supertweeter (anche se ho continuato a preferirne la presenza). Quindi la conclusione inevitabile è che anche se i diffusori Acuhorn se la cavano bene con un amplificatore valvolare, hanno bisogno del controllo di un potente amplificatore integrato. Strano, ma nel mio sistema, vero...

Qualità sonora

Avendo passato tantissimo tempo nel cercare di tirare fuori il massimo dagli Acuhorn, finalmente è giunto il tempo che mi sieda nella mia sala da pranzo vicino a loro pilotati dall'amp 99d, per un serio ascolto critico, durante il quale ho tolto il supertweeter.

Nonostante gli obiettivi del loro progettista, i 125 non sarebbero la mia prima scelta per un diffusore per musica rock: alla fine dei conti il basso non è abbastanza duro e veloce e gli alti leggermente asciutti abbassano un po' il livello dei toni. Il loro punto di forza è una banda media regolare che mostra la coerenza tipica degli altoparlanti a banda larga. Con musica di più piccola scala, voci femminili, jazz o ensemble acustici, è veramente un piacere sedere di fronte a loro: per i livelli di suono propri di un ascolto domestico adulto suonano a loro agio e non compressi. In queste condizioni l'eccellente palcoscenico mette in mostra una buona larghezza e una profondità ben al di sopra della media. Le immagini appaiono così corpose da sembrare reali, di nuovo qualcosa che i Polaris non riescono ad ottenere a questi livelli sonori. Le piccole trombe tendono a essere una medicina abbastanza forte, ma non i 125...

Se dovessi proprio estrapolare il loro momento migliore è a livelli di pressione sonora relativamente bassi: non musica di sottofondo ma al livello in cui potete parlare senza urlare, cioè un punto in cui molti diffusori non cominciano neanche a svegliarsi e i miei Polaris non sono un'eccezione in questo caso. A questi livelli, i 125 vi guidano nella musica in maniera naturale e non forzata. So bene che ci sono molti ascoltatori che hanno bisogno proprio questi volumi, sia per scelta che per pace domestica. Nel mio caso, se non devo alzare la voce non è abbastanza rumoroso :-)

Un punto debole minore, condiviso con molti diffusori basati su altoparlanti simili, è un leggero ammorbidimento delle sibillanti, in maniera tale che tutti i cantanti di Steely Dan sembrano essere blesi. I miei Polaris hanno un simile problema se ascoltate molto molto attentamente, ma con i 125 è più pronunciato.

Conclusione

Leggendo questa recensione, avrete ormai capito che gli Acuhorn non incarnano quello che cerco in un diffusore: mi piacciono diffusori grandi, vivaci, corposi abbastanza da riempire una grande stanza con più di 90 dbl di suono. Gli Acuhorn non fanno nulla di tutto questo, essendo molto rifiniti e regolari. Ma questo probabilmente si applica a circa il 90% dei diffusori che ho ascoltato negli anni (secondo voi, perché ho tenuto i Polaris per più di 6 anni?) Ma, mettendo da parte i miei personali pregiudizi, gli Acuhorn si difendono in maniera eccellente: la costruzione e le rifiniture sono di alta qualità e con un altoparlante progettato specificatamente. Questi diffusori non sono un prodotto mal concepito messo insieme nel capanno degli attrezzi di un amico. Nel giusto ambiente -una piccola stanza e a livelli di ascolto moderati- mostrano i loro pregi. La mia impressione è che anche la mia sala d'ascolto sia troppo grande per loro, mentre probabilmente in una sala da pranzo inglese, tipicamente diciamo 5 x 4 m e con soffitti non alti, si integrerebbero meglio. Non penso abbiate bisogno di un bestione da 100 W in classe A per farle cantare, ma opterei verso un'amplificazione a transistor con una decente gestione della corrente per tirarne fuori il meglio.

Per quelli di voi che si riconoscono in queste categorie, i 125 dovrebbero valer bene un ascolto: di certo non troverete il suono acido e la banda estremamente limitata di alcune piccole trombe. Che siano anche accettabili nell'ambiente domestico rende la scelta anche più semplice...

*Una frase di Scott Faller, ma troppo bella per non farne uso.

Sistema usato

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