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DAC Audiomeca Enkianthus

[English version]

Prodotto:DAC Audiomeca Enkianthus
Produttore: Audiomeca - Francia
Costo Approx.: 4058 Euro/$
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Recensito/costruito: Febbraio, 2003

[Enkianthus]Introduzione

Gli abituali lettori dei miei articoli sono a conoscenza del mio punto di vista riguardo agli ottimi LP da 12" nei confronti dei nuovi arrivati CD. Le mie recensioni di giradischi non fanno che confermare le mie propensioni, infatti in tutte quante i giradischi sono stati preferiti a qualsiasi lettore CD mi sia capitato tra le mani. Il problema sta nel fatto che i CD adesso si trovano facilmente di seconda mano, e sono abbastanza robusti da resistere all'utilizzo anche dopo aver bevuto due o tre bicchieri di vino. Se solo mi entusiasmassero come il vinile la vita potrebbe essere molto più semplice. Esistono lettori CD che potrebbero farmi cambiare idea?
Naturalmente il fatto che scrivo per TNT mi pone in una posizione molto privilegiata, che mi permette di rispondere a questi interrogativi. Così sono nati i modelli di recensione di TNT e in questo modo adesso inizia una serie di recensioni occasionali sui lettori CD per trovarne uno degno di stare allo stesso piano dei migliori giradischi.

Per cui iniziamo...

È interessante osservare come molti dei costruttori di giradischi di vecchia data hanno velocemente raccolto la sfida lanciata dal disco argentato. Per certi versi si è trattato di una sorpresa - dopotutto, sicuramente le aziende di elettronica importanti possedevano fondi per la ricerca e il know-how per affrontare i nuovi arrivati cosa che stranamente fallì con il vinile? Comunque alcuni dei lettori CD meglio suonanti provengono dai maestri del disco nero, in particolare dal triumvirato britannico costituito da Roksan, Linn e Naim. Ma oltre al filone inglese un altro maestro del vinile si è adoperato per riprodurre musica (e non le misure di laboratorio) tramite le nuove tecnologie - Pierre Lurné della Audiomeca - e come i per suoi concorrenti britannici i risultati sono stati impressionanti. Immagino che la realizzazione del controllo delle vibrazioni, l'accoppiamento meccanico e l'ingegneria meccanica di base siano importanti tanto quanto le elettroniche e abbiano dato ai costruttori di giradischi un grande vantaggio. Sospetto inoltre, che avere a disposizione i migliori giradischi come riferimento della qualità del suono non sia affatto disdicevole.

È anche a causa di necessità finanziarie che nel corso degli anni il CD è diventato il formato più diffuso per riprodurre la musica e sembra dover mantenere tale primato fino a quando le apparecchiature digitali non saranno rilevate da (inserite qui il vostro candidato preferito...), per cui adesso la produzione di lettori di CD supera abbondantemente le vendite di giradischi anche per le aziende di cui parlavo in precedenza.

E i migliori prodotti per quanto riguarda le meccaniche ed i convertitori provengono da una piccolissima azienda - la Audiomeca. Essendo rimasto molto impressionato dal giradischi Romance e dal braccio Romeo, in particolare riguardo al rapporto prezzo prestazioni, ho pensato che questo fosse un buon punto dal quale partire. Molto incuriosito ho chiamato Pierre Lurné per farmi prestare la sua accoppiata Meccanica/DAC di riferimento, la Mephisto/Enkianthus. Ero particolarmente interessato al primo in quanto la Audiomeca è una delle pochissime aziende che realizza una propria meccanica di trasporto. Non una Sony o Philips OEM modificate (che potrete trovare in qualsiasi altro prodotto indipendentemente dalla fascia di prezzo), ma un pezzo di alta classe progettato secondo validi principi - troppo invitante per potervi resistere.

Pierre Lurné è stato, come sempre, felice di aiutarmi, procurandomi ancora una volta appunti scritti da lui stesso nei quali sono riportati i dettagli progettuali, ma questa volta devo tristemente ammettere che per la maggior parte non erano alla mia portata:-) Naturalmente un imprevisto ci doveva essere. Entrambi gli apparecchi sono stati sottoposti a revisioni sostanziali e come sempre in questi campi la data attuale di "rilascio" dipendeva da così tanti fattori che, imprevisti dell'ultimo minuto e ritardi dei fornitori hanno fatto si che fosse disponibile solo l'Enkianthus. Questo ha modificato mezza recensione, quindi recensiamo solo il DAC, anche se il Mephisto 11x seguirà a breve!

Progetto

Quelli che ricordano la recensione del Romance/Romeo sapranno che ero rimasto affascinato dalla sua rifinitura in nero lucido. Pierre Lurné ha provato a sostenere la tesi che tutto ciò era dovuto alla necessità di adattare le forme alle funzioni, il che equivale a dire che un paio di scarpe di Gucci sono disegnate per evitare che il fango vi sporchi i calzini. O Pierre stava raccontando storie, o egli è uno di quei ragazzi non sono di aiuto ma fanno cose di gradevole aspetto - la mia opinione? Penso che la verità stia nel mezzo :-)

[intero dell'Enkianthus]Giudicate da voi, ma la combinazione tra l'acciaio lucido e l'acrilico nero a specchio fa un po' a pugni. Aggiungete una fila di LED blu e rossi, dei pulsanti a sfioramento arrotondati sul frontale e otterrete qualcosa che appare tra il gradevole ed il classico.

La fila di LED e pulsanti è necessaria in quanto questo è un convertitore molto diverso dal solito. Partendo da destra verso sinistra si trovano i pulsanti di on/off, inversione di fase, ingresso 1 coassiale,2 (Phono) e 3 (BNC), AES/EBU e AT&T - cinque in tutto. È presente un'uscita digitale per la registrazione, uscita cuffie e quelle XLR (bilanciate) per la parte analogica. Tutto ciò conferisce un'elevata versatilità all'apparecchio, infatti oltre allo standard CD l'Enkianthus supporta qualsiasi altro standard dal DAT ai due canali a 24 bit, 192 kHz, e commuta automaticamente ad ognuno di questi. Inoltre è possibile implementare nuovi standard aggiornando il software. Mentre non è possibile dire nulla sulle evoluzioni future questo è quanto di meglio l'attuale tecnologia mette a disposizione - l'unica pecca è rappresentata da un'interfaccia "firewire". Naturalmente, dato che tutti gli ingressi sono selezionabili, se state utilizzando un impianto con più sorgenti digitali l'Enkianthus necessita solo di un controllo di volume passivo per poter essere utilizzato come preamplificatore.

Aprendo il coperchio tutto appare molto ordinato e ben disposto, uno spesso schermo in rame protegge e nasconde il "motore" digitale. Audiomeca non fa segreto del fatto che il cuore è acquistato altrove, come dice Pierre "se comprate una Volvo questa ha un motore Renault". Il "motore" è della Anagram Technologies in Svizzera. Il resto delle elettroniche, alimentazioni, circuiti analogici etc sono della Audiomeca.

Per chi volesse un elenco delle caratteristiche del DAC non voglio farvi sprecare tempo nel download, sono restio ad includere i dati tecnici che non riesco a capire completamente (o che non posso verificare) per cui perdonatemi si vi dico di andare a visitare il sito web della Audiomeca.

[modulo Anagram]Qualità del suono

Non avendo a disposizione il Mephisto, ho utilizzato la meccanica AudioNote Zero. Tenendo conto della differente fascia di prezzo rispetto al Mephisto la meccanica Zero va abbastanza bene con il suo convertitore sarà quindi possibile fare confronti diretti.

Per cui lo Zero DAC è stato bruscamente portato in soffitta e l'Enkianthus acceso e collegato alla meccanica Zero. I cavi sono cambiati nel corso della prova, anche se nessuno degli apparecchi sembra essere particolarmente sensibile ai cavi, considerato che tutto il mio materiale è almeno di qualità "audiophile" (anche se non necessariamente nel prezzo). Alla fine la mia scelta è ricaduta sugli Audionote in argento per tutti i collegamenti.

Diversamente dallo Zero DAC che andava a sostituire, l'Enkianthus suonava in maniera accettabile già appena acceso (lo Zero è stato inascoltabile per una quindicina di giorni!) ma certamente ha beneficiato di una settimana di rodaggio.

LA verità è che all'inizio esso rendeva aspro il suono dello Zero DAC. Le apparecchiature High-end in genere suonano "costose", che equivale a dire molto rifinite. Questo vale particolarmente per i lettori CD economici che possono suonare insopportabilmente aridi in un impianto rivelatore. Qui il risultato era pulito, aperto e setoso. Potreste cavarvela dicendo che tale prodotto è ben misurato. Il palcoscenico era ampio e profondo e ogni cosa proveniva da uno sfondo appropriato - mostrando un rumore di fondo molto contenuto. Il dettaglio era verosimilmente migliore rispetto allo Zero e agli altri lettori CD che ho avuto in prova di recente, il Roksan Caspian e il mio vecchio Micromega Solo, infatti esso ha migliorato tutti loro in ogni aspetto che visto il suo prezzo era quello che mi aspettavo.

Ma ho una riserva da fare. Il limite tipico delle apparecchiature high-end è quello di rifinire i dettagli in maniera esagerata, per arrivare alla "perfezione" ma lasciandovi immobili. È difficile da descrivere, ma è una cosa che i giradischi fanno molto bene. Forse il fatto è dovuto ad una benefica distorsione che conferisce loro un vantaggio, o alla superiore dinamica, o all'attacco, o al ritmo. Il punto è che ciò esiste ed è il genere di cose che potete avvertire dalla stanza accanto. Una delle ragioni per cui molti specialisti sono rimasti bloccati per tanto tempo ai DAC a 16 bit Phillips piuttosto che passare ai "Bistream" è stata proprio questa mancanza di energia. Non fraintendetemi, l'Enkianthus non va male, ma questo è un appunto fatto all'interno di un comportamento, sebbene me lo aspettasi. Aggiungerò, che per la sua natura leggermente "arida" questa energia rappresenta un aspetto che lo Zero ripropone meglio di qualsiasi altro lettore abbia ascoltato e questa è una delle ragioni per cui si trova ancora nel mio impianto. Lo ripeto, la combinazione tra rifinitura ed energia sembra essere una delle caratteristiche che i migliori giradischi gestiscono senza nessuno sforzo.

OK ad essere onesti l'Enkianthus era strettamente abbinabile al suo compagno ideale ma la meccanica Zero ha mostrato la superiorità dell'Enkianthus in ogni altro aspetto senza problemi, e la sua prestazione con il convertitore dedicato ha mostrato la capacità di estrarre energia da un disco.

Ma...

Con l'Enkianthus Pierre ha spedito una bustina di plastica contenente la versione Mk II del modulo digitale "Anagram Technologies". Mi ha detto che valeva la pena provarla e di vedere che cosa ne pensassi.

Smontare costose apparecchiature non è uno dei miei passatempi preferiti anche se gli utensili necessari sono giravite e chiavi a brugola e non stagno e saldatore. Ho anche la sensazione che o non voglio sentire la differenza (nel qual caso Pierre avrebbe potuto darmi dell'impostore) o che il risultato delle "migliori misurazioni" e del livello di rifinitura potrebbe aumentare mentre il livello di coinvolgimento diminuire...

Sbagliato in entrambi i casi.

I cambiamenti emersi sono stati tanto inaspettati quanto più grandi di quanto ritenevo possibile tanto che il giorno successivo ho mandato una e-mail a Pierre per dirgli "l'energia sta qui!" I cambiamenti della versione Mk II possono essere minimi ma alle mie orecchie il risultato era una maggior risoluzione che mi ha colpito molto. L'alta fedeltà è un argomento stravagante, tantissime volte ho trovato che piccole modifiche hanno comportato grandi differenze (ad es il tweak del blue tac sull'Orbe, la sostituzione dei cavi sulle Cabasse Sloops, lo spostamento di un mobile nella stanza). Invece altre volte fate modifiche sostanziali, anche di interi componenti, senza ottenere effetti udibili. Forse tutto questo ha a che fare con la teoria del chaos, o con le ragioni indefinibili che rendono la musica appassionante o meno al nostro apparato uditivo - lascio a voi giudicare.

Quindi sono stato costretto a riscrivere la recensione (non è la prima volta che accade), in questo caso per ragioni del tutto positive. Inoltre quello che speravo accadesse si era verificato. Invece di confrontare il DAC con altri lettori CD è diventato più importante inserirlo nelle mie prove di giradischi come ospite d'onore. E come per i giradischi è diventato un riferimento nonostante la mia limitata esperienza con i lettori CD, esso può ancora dire la sua dove la maggior parte dei lettori CD da me ascoltati è risultata di gran lunga inferiore rispetto ad un buon giradischi.

Il primo e forse il più importante lo avevo già individuato, la mancanza di energia, una dinamica piatta indipendentemente da quanto dicevano le misure. Collegato ma diverso è il senso delle proporzioni che un giradischi può dare alla musica. Un buon lettore CDA può riproporre un palcoscenico molto ampio, a volte anche profondo, ma il grande, corposo e deciso impatto di un'orchestra o di una rock band non è tra le loro caratteristiche. Tessiture - la combinazione di complesse armonie che insieme concorrono per contraddistinguere la connotazione di uno strumento o una voce risulta naturale. Con i vinili è spesso facile identificare un piano elettrico da uno vero e proprio, i lettori CD hanno problemi con le stesse registrazioni. Tutto questo è legato ad una cattiva risoluzione dei segnali di basso livello, il classico esempio è, dato dal decadimento dei piatti - un suono molto complesso ricco di sfumature che lentamente va a svanire nel nulla (o nel rumore superficiale del vinile). In teoria un CD dovrebbe essere in grado di arrivare fino al "silenzio" digitale ma in realtà spesso esso fallisce. In ultimo nonostante la risposta in frequenza rigorosamente piatta continuo a trovare che la maggior parte dei lettori CD restituisce un medio alto eccessivamente brillante, qualcosa di cui il mio impianto basato sulle trombe - già abbastanza colorato, può benissimo fare a meno. A difesa del CD potrei felicemente ricordare il rumore superficiale, la distorsione di fine disco, la fragilità, e altri inconvenienti, ma il fatto è che per me quando il vinile può esprimersi al meglio questo rappresenta ancora il supporto da battere.

Per cui torniamo al rivitalizzato Enkianthus, e al "cosa hai sentito?"

Innanzi tutto la risoluzione ai bassi livelli. sapete cosa intendo, quando un brano musicale a voi familiare rivela, non un ulteriore dettaglio, un "ting!" qui o un "cough" là, ma un dettaglio di livello superiore, precedentemente mascherato. Prendete in considerazione "Last of the Independents" dei Pretenders. Non è un album che ha avuto grandi riconoscimenti dalla critica, ma rappresenta uno dei miei dischi da "Isola Deserta". "Tequila", la prima traccia, mostra una completa cacofonia di tintinnio di vetri che non avevo mai notato prima d'ora (e lo ascolto diverse volte alla settimana). Questo album presenta un'energia tremenda ma molti brani sono stati registrati al Woolhall a Bath (UK) e questi possono risultare eccessivamente brillanti. Mantenere alti l'energia ed il coinvolgimento ed allo stesso tempo salvaguardare i vostri timpani è un compito molto delicato ma l'Enkianthus riesce a gestire le due necessità. Uno dei momenti migliori dell'album è rappresentato dal potente drumming ritmico di Martin Chambers. Al pari di Chrissy Hinde (sono gli unici elementi che appartenevano alla formazione originale dei Pretenders) il suo squisito senso del tempo e la sua energia fa da linea guida alla maggior parte del disco - riuscendo ad evitare che "I'll Stand By You" suoni eccessivamente mielosa.

Avete visto cosa è, accaduto? Ho dimenticato completamente l'Enkianthus e ho iniziato a parlare di musica, a parte aver mostrato una certa mancanza di focalizzazione, dal mio punto di vista non potrei fargli complimenti migliori! L'Enkianthus viene dimenticato, non ammorbidisce o appiattisce la musica in modo eccessivo, ma nemmeno restituisce un suono arido e stridente, neanche nei passaggi più impegnativi. Non sottrae nulla alla musica, lascia esclusivamente il piacere dell'ascolto, nessun aspetto prende il sopravvento rispetto agli altri, è molto rifinito e musicale.

Ma torniamo ai nostri argomenti. Il basso? Snello, ben controllato e potente come può essere un buon basso digitale, questo evita che il basso acustico dei Fairground Attraction suoni confuso, come sovente accade in particolar modo con il vinile. Allo stesso modo il primo brano dell'album di Ted Sirota, "Rebel Souls" sprigiona una grande energia dovuta al suono di due bassi - l'Enkianthus gestisce la situazione con distaccato aplomb. In questo brano le corde del basso vibrano contro lo strumento, spesso provocando un suono come se fossero rotte o come se si fosse rotto qualcosa nel diffusore, ma con l'Enkianthus tutto ciò diventa un aspetto naturale del modo di suonare...

Successivamente è accaduto dell'altro che mi ha fatto cambiare il mio punto di vista. Come sapete utilizzo le trombe Polaris che presentano un rolloff approssimativamente appena sotto gli 80 Hz. Ad ogni modo queste suonano piuttosto calde e complete ed il basso è GRANDE se non profondo grazie alla velocità e alla dinamica che una tromba riesce ad offrire. Comunque proprio alla fine del periodo di prova un mio amico (grazie Pete) è venuto a trovarmi e mi ha lasciato un subwoofer REL. Il risultato è stato un suono irrimediabilmente lento e rimbombante, rispetto alla velocità offerta dalla tromba. Ma regolato correttamente e tagliato intorno ai 38 Hz il suo effetto è stato abbastanza sorprendente. Il palcoscenico è diventato immediatamente più aperto e pulito. Questa caratteristica è stata maggiormente evidente con la musica dal vivo ben registrata dove per la prima volta l'effetto "hall" era chiaramente avvertibile. La questione è che il basso pulitissimo proveniente dal lettore CD e la presenza di frequenze molto basse tipiche della maggior parte dei CD comporta che questo "upgrade" si verifica molto più spesso con i CD che con i vinili. Ad esempio "Ghost in the Machine" dei Police rappresenta (è una mia idea) una buona miscela di basse frequenze. Attivando e disattivando il sub ci si accorgeva che sul vinile non c'era nulla sotto i 40 Hz - l'effetto era nullo. D'altra parte il primo album omonimo di Tracy Chapman ha mostrato chiaramente tutti gli effetti positivi del sub nell'ampiezza del soundstage - questo anche per il vinile. La questione è che forse la maggior parte dei dischi "rock/pop" sembra non presentare molte informazioni sotto i 40 Hz - forse perché gli strumenti rock non riproducono frequenze sui 40 Hz. Però ho il sospetto che poiché le basse frequenze necessitano di molto spazio nei solchi molti LP sono tagliati per consentire tempi di durata maggiori. Il risultato è che sul CD il sub produce una grande differenza più spesso che sugli LP, e tutto questo conferisce alla maggior parte della mia collezione di CD un'ulteriore arma nella battaglia con il vinile - anche se, chiaramente gli LP al loro meglio sono quasi imbattibili. Fate attenzione che queste informazioni alle basse frequenze apportano vantaggi in particolar modo nel palcoscenico e nella spazialità - non alle basse frequenze propriamente dette.

Proseguendo, le medie frequenze, adesso molto energiche, ripropongono un buona proiezione della voce e degli attacchi degli ottoni come per il Sax in "Take Five", senza renderli eccessivi, le altissime diventano vellutate senza dare l'impressione di essere tagliate. Tutto ciò contribuisce a rendere la presentazione piacevolmente aperta.

Per cui suona come un giradischi? Bene alla fine non è così :-) Non presenta i difetti del vinile elencati in precedenza ma, al contrario fa propri molti vantaggi dell'analogico. In ultima analisi mancano ancora il peso e il senso delle proporzioni di un buon giradischi, in particolar modo rispetto al corposo trittico Orbe/SME/DRT-1. Anche se il palcoscenico era veramente eccellente non riesce ancora ad raggiungere quello riproposto dai migliori giradischi, restituendo immagini ben spaziate tra loro ma non abbastanza decise, anche se questo potrebbe essere visto come un mio pregiudizio. Stranamente, se dovessi scegliere un giradischi che abbia un suono simile ad esso probabilmente propenderei per il Romance/Romeo con la testina Music Maker, una combinazione conosciuta per una appena accennata leggerezza ma con una presentazione molto attraente ed aperta.

Conclusioni

Limitando i miei commenti al componente dell Anagram Technologies Mk II (adesso equipaggiato di serie) devo dire che l'Enkianthus mi è piaciuto molto da quasi tutti i punti di vista. Per la restituzione del ritmo vedo ancora in vantaggio la combinazione analogica , ma sono pronto ad ammettere che questo potrebbe essere considerato un personale pregiudizio e un impianto inevitabilmente equilibrato attorno alla mia principale sorgente in vinile. La preoccupazione (o la speranza?) è che questa situazione potrebbe modificarsi considerevolmente con l'inserimento della meccanica Mephisto - resterei sicuramente sorpreso se non si adattasse meglio rispetto allo Zero. Fortunatamente nei prossimi mesi questa questione dovrebbe essere risolta - il risultato può alla fine essere che l'unico argomento di cui io parli è il contenuto musicale, non il formato con il quale è stato registrato - leggete quanto segue...

Commenti del costruttore - di Pierre Lurné...

Hai saltato tutta la parte tecnica. Questo non rappresenta un problema in quanto il funzionamento è abbastanza semplice e quindi tali informazioni possono essere omesse. Ma in questo caso le cose stanno in maniera diversa (sono un grande sostenitore di Anagram!) in quanto non è possibile comprendere cosa si sta facendo senza alcune nozioni tecniche. Inoltre tu sai come la gente abbia paura dei dettagli tecnici e di qualsiasi cosa vada oltre le proprie conoscenze.

In un primo momento non ero riuscito a capire. Con mio grande rammarico. Ho impiegato circa due mesi per chiudere il cerchio e ascoltare l'incredibile lavoro fatto da questi affabili svizzeri. Dopo, ho anche chiesto loro per quale motivo fossero così modesti. Mi conosci - la cosa meno importante è la misurazione della musica e le difficoltà per estrarla sono tante come tutti sanno. Ad ogni modo questi ragazzi sono riusciti i realizzare il sogno di tutti gli specialisti del digitale. La soluzione teorica era nota e immaginata da tali specialisti ma nessuno di loro l'aveva ancora adottata. Inoltre, i componenti che erano disponibili in quel momento non erano abbastanza potenti. Ognuno ha aspettato per il componente di nuova generazione. Abbondando con i componenti e senza badare a spese, qualcuno forse avrebbe potuto farlo, ma questo non è ancora accaduto per ora e la Anagram è l'azienda che ci è riuscita per prima. Hanno ricevuto le congratulazioni da dCs, i loro principali concorrenti, e dalla stessa Analog Devices, la gigantesca azienda di elettronica. Il reparto di ricerca della AD ha provato a risolvere il problema ma ci sono riusciti solo parzialmente.

La piccola Anagram ha reso possibili le cose grazie all'idea fondamentale di programmare i chips. Devi sapere che la "teoria dei segnali" in Fisica è una meraviglia vera e propria della scienza. Ci sono specialisti di Teoria dei Segnali. Ti lascio immaginare quanto siano importanti al giorno d'oggi...L'aumento dei calcoli e del loro livello di complessità non può essere compreso dal comune uomo di strada. Il fatto è che vengono effettuati milioni di calcoli al secondo per "ricreare" il suono. I non specialisti e la maggioranza degli audiofili non può credere che la matematica può riprodurre della buona musica. Questo è dovuto semplicemente al fatto che essi non conoscono la Fisica moderna. Nessuna offesa, ad ognuno la propria specialità. Le cose qui funzionano come 2+2=4. Gli audiofili spesso sostengono che i piccoli dettagli potrebbero essere persi o ignorati dai sistemi digitali. Tra due campioni ad esempio. Ma in effetti niente può sfuggire Geoff, sul serio. La velocità dei calcoli è talmente elevata che non viene lasciato nulla, in nessun modo. Naturalmente la velocità rappresenta solo uno dei punti da considerare. Gli stessi matematici hanno diversi modi per provare, controllare, confrontare etc - per tutto il tempo.

L'informazione è sottoposta a controlli incrociati in diversi punti e tutto, TUTTO, è catturato in tempo. E, in aggiunta, qualsiasi sia la qualità dei dati in arrivo e del relativo clock (e jitter), il dato viene perfettamente restituito e nuovamente sincronizzato in modo "indipendente", portando virtualmente il jitter a zero. Naturalmente tutto questo può essere simulato e misurato. Questo è un pregiudizio che gli scettici non abbandonano semplicemente a causa della mancanza di conoscenza. Alcuni scienziati dissentono. Questo accade quando la ricerca non è ancora completata, ma, che tu ci creda o no, la Teoria dei Segnali è approvata universalmente. E funziona! Datevi semplicemente uno sguardo attorno.

Un motore Renault in una Volvo? Forse Volvo non produce motori, forse sono partners di Renault, forse è una questione di prezzo, forse il motore è buono e difficile da battere, ma questo è un accordo comune. Utilizziamo il modulo Anagram in quanto non abbiamo l'esperienza e anche perché questo modulo non è soltanto buono, questo è quanto di meglio si possa trovare. Sapete ? Quando abbiamo iniziato a lavorare con Anagram essi avevano il modulo #one. I risultati, in tutti i sensi, erano assolutamente stupefacenti. I diagrammi ed i grafici, frutto di una strumentazione informatica incredibilmente costosa, erano incredibili così come la musicalità. Per cui sono arrivato alla conclusione che avevamo raggiunto il massimo e non era necessario perdere altro tempo sull'argomento. Sul serio. Strano, ma vero. Era meglio per noi investire il nostro tempo ed le nostre risorse in altri settori.

Quando avere a disposizione informazioni tanto avanzate rispetto a quelle usuali di ampli, diffusori, sorgenti etc è logico pensare che non c'è bisogno di andare oltre. Quando si riproduce la musica a livelli di ascolto normali, un'inezia a -60dB non è udibile. Per cui cosa dire su un rapporto segnale rumore a livelli così bassi da essere inferiori a 140dB ?? Guardate che non parliamo di Euro o metri, ma di decibel! Tra -60 e -140 c'è un'incredibile differenza. Si utilizzano i decibel quando la differenza è talmente grande da non poter utilizzare la scala normale lineare.

Ok, torniamo al rumore di fondo. Se avete -140dB, sentite veramente la necessità di -142dB ? Se avete gli stessi soldi di Bill Gates, vi preoccupereste di avere un Euro in più o uno in meno? Adesso potete comprendere perché penso che il modulo Anagram sia arrivato al limite superiore. Ma gli uomini sono uomini e si sforzano sempre per migliorarsi, o ci provano. E la Anagram ha realizzato la versione MkII del modulo. Perché? forse per ragioni commerciali, forse per divertimento, forse perchè vogliono aumentare il loro vantaggio nei confronti della concorrenza. Non lo so. Probabilmente un insieme di tutti i motivi. Ad ogni modo, la Mk.II esiste, migliore, con caratteristiche migliorate, grafici migliori, e....è come potete constatare da voi. Sorprendente! si può immaginare che quando il suono è eccezionale, un piccolo cambiamento non possa comportare una grande differenza, ma quando i risultati musicali sono brillanti, anche la leggerissima differenza è avvertibile. Immaginate un muro bianco coperto da migliaia di punti. Se ne aggiungo o ne tolgo uno, nessuno se ne accorgerà. Al contrario, se sul muro c'è solo un punto, o due o tre, vedrete immediatamente se qualcosa è cambiato. Questa potrebbe essere una ragione per cui noi non pensiamo che una piccola differenza sia importante ma nei fatti lo è - Psicologia?

Geoff, Pufff Pant! ho terminato!

Pierre Lurné

Impianto usato

© Copyright 2003 Geoff Husband - http://www.tnt-audio.com
Traduzione Italiano: Fabio Egizi

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