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Amplificatore in classe "A" Jungson JA-99D

Una sorpresa e persino molto piacevole!

[English version]

Prodotto: amplificatore di potenza in classe "A" Jungson JA-99D
Costruttore: JungSon Audio - Cina
Distributore per gli Stati Uniti e il Canada - Grant Fidelity
Costo, (molto) approssimativo: 4500 $ (YMMV)
Recensore: Geoff Husband - TNT France
Pubblicato: Dicembre 2009
Traduttore: Roberto D'Agosta

[Jungson JA-99D]

Introduzione

Innanzi tutto perdonatemi per la lunga introduzione che seguirà ma qualcosa di eccezionale è recentemente accaduto e credo di dovervi spiegare bene tutto il cammino fatto fin qui affinché possiate capire il senso di questa recensione!

Circa 12 anni fa, ho rivoluzionato il mio ascolto vendendo i miei amplificatori Naim e, attraversando il Rubicone, sono entrato nel mondo delle valvole con una combinazione pre/amplificatore Audion. In qualche senso non si trattava di un grandissimo cambiamento: avevo dato via un amplificatore da 40 W per uno push-pull EL34 da 30 che sembrava egualmente felice di pilotare i miei diffusori di allora, un paio di IPL a linea di trasmissione autocostruiti. Per essere completamente sincero il cambio fu motivato sia dal desiderio di possedere quegli oggetti bellissimi sia perché le valvole caratterizzavano ogni miglioramento "serio" della qualità del suono. Detto questo, gli Audion suonavano in maniera magica e il loro colore (non colorazione) era incantevole soprattutto dopo i Naim che suonavano più "piatti".

Ebbi un piccolo ritorno di fiamma nei confronti degli amplificatori a transistor di gran potenza nella forma dei giganteschi Korato che recensii per TNT. Anche se il pre era valvolare gli amplificatori di potenza erano classici classe "A" di forza bruta e il dominio assoluto che avevano sulle basse frequenze dei diffusori IPL mi tentò parecchio: gli Audion vincevano nella parte media, ma ragazzi...quel basso!

E quindi, in maniera del tutto naturale, i miei obiettivi si spostarono e mi mossi allo stadio successivo con l'infatuazione per un paio di trombe largabanda nella forma dei Loth-X Polaris. Andai quasi fallito per comprarli, ma la scelta era o averli o morire desiderandoli, per cui sono diventati i diffusori del mio sistema principale. Ovviamente, oltre a suonare magnificamente, sono anche progettati per gli amplificatori valvolari dalle potenze piccole e più precisamente per il Santo Graal: il triodo Single-Ended (SE) a riscaldamento diretto...

E credetemi ragazzi, quando i SE sono fatti bene sono molto, molto speciali. Ma tutto questo mi portò sempre più tra la schiera dei lunatici poiché il mio sistema principale si compose della coppia pre/ampli Audio Note con le mitiche valvole 300b che producevano un suono di 8 W tutti benedetti per riempire la mia stanza di 7 x 5 m2 molto ben smorzata con della musica straordinaria!

Tutto questo è molto bello e interessante ma ha come contraltare la costante spinta verso recensioni sempre più di nicchia, in particolare di amplificatori con poca potenza e diffusori ad alta efficienza. Anche questo è buono e giusto, ma dopo aver recensito una mezza dozzina di amplificatori costruiti attorno alle 300b temo proprio che i miei lettori non ne possano più. Ovviamente l'idea di metter di continuo mano alla magia del mio sistema principale era inimmaginabile per cui la risposta ovvia a un certo punto divenne la costruzione di una nuova stanza al solo scopo di recensire componenti, una nuova sala d'ascolto. Beh, in realtà non fu così semplice! Uno dei nostri fienili è stato trasformato in biblioteca/sala d'ascolto, con un mezzanino superiore dove i miei figli possono suonare le loro chitarre e batterie e ospitare anche qualche amico per la notte: il sogno di ogni ragazzo!

L'implicazione diretta di questa scelta è che ora la stanza d'ascolto è molto grande da riempire di musica! Inoltre è un granaio così pieno di echi che le mie prime prove di recensione in quello spazio sono risultate dei disastri completi: pensate che non riuscivo a forzarmi ad ascoltare la musica lì dentro. Ne è quindi seguita una grossa attività di costruzione di trappole per il basso, grossi pannelli smorzanti e quant'altro vi venga in mente per domare una stanza, un progetto che in fondo ha prodotto dei buoni risultati, anche se la sala del mio sistema principale è ancora molto superiore.

La pratica che venne stabilendosi era che le recensioni cominciassero in quella grande stanza e ovviamente i primi della lista furono giganteschi diffusori a tromba ad alta efficienza progettati per amplificatori SE! Gli Opera M15 si comportarono abbastanza bene e non ebbero problemi a riempire tutto il volume. Preoccupato per le dimensioni della spazio da riempire usai l'SQF Son-of-Pharao, un massiccio e costoso amplificatore che produce 40 W da 8 valvole EL-34 e un sacco di corrente per un amplificatore valvolare. Il risultato è un suono grande e scomposto ma lo scusavo sempre per la limitata acustica della stanza: una situazione insoddisfacente e che non mi fece apprezzare i risultati sia dal punto di vista sonoro sia di come giudicai quei diffusori. Alla fine fui contento del loro basso solo dopo aver spostato i diffusori nel mio sistema principale per testarli sul serio!

I nodi vennero al pettine quando qualche mese fa arrivarono i diffusori Acuhorns, e ancora una volta mi trovato a recensire dei diffusori che avrebbero dovuto trovare spazio nel mio sistema principale. Le vecchie abitudini sono dure a morire, evidentemente. Ma i limiti di spazio e il fatto che credevo mia moglie stesse iniziando a stancarsi con il mio continuo smonta e rimonta del sistema principale, mi convinse a spostarli nella "sala d'ascolto".

Il risultato? Un disastro! Veramente non mi sono piaciuti: piatti, senza dinamica e con una banda limitata, persi completamente nella dimensione del fienile e nella sua acustica. Ma come succede sempre, piove sul bagnato, e un problema si presentò con un amplificatore! Perdendo la pazienza e volendo passare oltre infilai nella catena audio un amplificatore digitale Lehmann Stamp come rimpiazzo. Questo amplificatore produce circa 20 W, per cui difficilmente potrete definirlo una centrale di potenza, ma pensai che fosse più che adatto allo scopo. Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando scoprii che quei diffusori suonavano molto meglio se pilotati da questo piccolo amplificatore digitale piuttosto che da un amplificatore valvolare del costo di 8000 &eur;! Ancora non mi piacevano, ma erano molto più piacevoli se pilotati in questo modo e questo mi diede da pensare. Proprio perché erano dei diffusori a tromba ad ampio spettro, mi ritrovai a dare la risposta immediata "valvole!", ma anche un semplice sguardo al sito della Acuhorn permette di scoprire molti indizi che questi diffusori da 96 dBl suonano al meglio con i transistor!

Il Lehmann di certo non è un tipico "transistor" e io non avevo nulla sotto mano di adatto, ma recentemente dalla Grant Fidelity mi erano arrivate delle 300b "black bottle" da recensire (a breve!) e io sapevo che distribuiscono anche alcuni grossi amplificatori in classe "A" dalla Cina, sotto il marchio Jungson. Senza alcun ritegno ne ho chiesto uno con la promessa di una recensione, e questo mi ha fatto mettere le mani su un mostruoso Jungson JA-99D da 100 W in classe "A". Con una serie di sforzi sovraumani quel bestione è arrivato nella mia sala d'ascolto ed è stato attaccato al sistema. Molti ringraziamenti devono andare alla Grant Fidelity che è stata estremamente utile e paziente con questo recensore rompiscatole!

Il risultato finale di quell'invasione potete leggerlo tranquillamente nella recensione sugli Acuhorn e per riassumere, dovrebbe bastare dire che, mentre ancora lontani dai miei gusti personali, quei diffusori diedero degna prova di sè.

Ovviamente, andati quei diffusori, era tempo di ricompense ed ecco qui la recensione del Jungson JA-99D...

Questo è il motivo per cui alcune settimane fa ho attaccato una gigantesca scatola nera ai miei Opera M15, diffusori pensati per gli amplificatori SE!

Progettazione/costruzione

Come potete vedere dalle figure abbiamo davanti un classico esempio di rudezza in classe "A": tentare di alzare quest'amplificatore è un'operazione da fare in due (40 Kg!), i piani che compongono lo chassis sono più spessi delle paratie di un incrociatore da battaglia mentre le rifiniture sono al di là di qualsiasi critica. Se siete soliti comprare l'hi-fi a peso allora quest'amplificatore è decisamente un affare. Sul pannello frontale ci sono un paio di indicatori VU che fanno molto anni 70 ma che per me continuano ad avere un certo fascino: vado pazzo per un paio di aghi che saltano qua e là, non importa se questo è perfettamente inutile, e questa è la mia ricompensa per la mancanza di valvole luminescenti! Oltre quegli indicatori ci sono i controlli di accensione/spegnimento, un volume a passi controllato da due pulsanti, un selettore d'ingressi e un pulsante per il "mute" e niente altro. Un telecomando replica quasi fedelmente tutti questi pulsanti: nel mio caso ho ricevuto un telecomando con tutte le opzioni del sistema e non quello mostrato sul sito web del distributore, che dovrebbe essere stato cambiato.

Le connessioni sono tante, complete e di qualità assoluta: tre ingressi di linea, un ingresso bilanciato, alcuni "line-out" e due paia di terminali per i diffusori. Il telecomando controlla il volume e l'ingresso: questi pulsanti sono anche riprodotti sul molto ordinato pannello frontale.

ja-99

Scoperchiandolo si accede a tanti componenti luccicanti (caspita se è complesso un amplificatore a transistor!) che probabilmente sono una parte consistente del costo dell'apparecchio, non ultimo il trasformatore da 800 VA, decine di condensatori e 12 coppie di transistor di potenza Sanken. Per i dettagli tecnici potete fare riferimento al sito web ma tutto sembra sistemato con ordine e logica e anche se l'amplificatore è molto grosso non sembra ci sia un solo centimetro quadrato non usato propriamente. L'amplificatore ha una temperatura di lavoro abbastanza elevata, un chiaro segno che il voltaggio va pesantemente nella direzione di una pura classe "A": purtroppo molti "Pura Classe A" forniscono solo una prima manciata di watts in classe "A" e poi commutano in modalità AB mentre questo è un amplificatore sul quale potete sicuramente tenere il vostro pranzo ben caldo!

ja-99

Per riassumere, ben fatto, facile da usare, bello da vedere se avete gusto per i bombardieri: di certo raccoglie il massimo dei punti in questa particolare categoria.

Suono

Torniamo quindi al mio lungo preambolo e al fatto che ho connesso questo bestione ai miei M15!

Nulla di tutto quello che è accaduto precedentemente mi ha preparato a quello che si stava preparando per me: per la prima volta in assoluto quella stanza destinata all'ascolto si è riempita di musica reale. Tutto il fiorire di echi è sparito per essere rimpiazzato da un basso possente e controllato che permette a tutto il resto dello spettro di respirare nello spazio che mancava in maniera così evidente in precedenza. Gli M15 erano ovviamente capaci di riempire la stanza ma alimentati dal pur eccellente amplificatore valvolare non erano affatto capaci di controllare la stanza. Il Jungson JA99-D prende il controllo della musica e la spinge dentro la stanza non permettendo alla più piccola molecola d'aria di vibrare fuori tempo.

Che un amplificatore possa controllare una stanza come fa con un diffusore è ovviamente impossibile: quello sta succedendo è che questo amplificatore controlla gli altoparlanti da 15 pollici molto meglio in questo modo riducendo il loro comportamento sbagliato riguardo alle risonanze e smorzamenti. Eppure l'effetto soggettivo è proprio di controllo assoluto e totale sulla stanza.

Non sto esagerando. Ricordate che questa mia stanza d'"ascolto" è stata un continuo disappunto con diversi diffusori e anche con alcuni trattamenti piuttosto drastici ero quasi giunto alla conclusione che come spazio per il confronto di diversi componenti hi-fi era un fallimento completo. Ancora più importante, ricordate che questo non era uno spazio in cui amavo particolarmente ascoltare la musica!

La trasformazione è così completa che è difficile tentare di tornare alle vere caratteristiche dell'amplificatore, poiché il suo controllo della regione dei bassi apre così tanto la gamma media che è difficile giudicare le sue qualità individuali. Detto questo, il fatto che le medie frequenze siano così in risalto ne permette un'analisi attenta e dettagliata e essendo un pazzo per le valvole fatto e conclamato, potete giurare che sono ipersensibile a quella regione di frequenze!

Anche con tutte le sue qualità una caduta su questo punto lo avrebbe reso dannato e inviso: ma le frequenze medie sono semplicemente fantastiche! Mi ricorda molto i miei vecchi monoblocco Audion EL34: leggermente caldi, senza alcuna rugosità ma molto aperti -- chiamatela grazia se volete -- una grazia in un pugno d'acciaio. Trascinare il Jungson JA99-D nel mio sistema principale attaccato ai Loth-X Polaris, quando si parla di usare un martello pneumatico per rompere una noce, mette tutto questo in una migliore prospettiva. A confronto con una coppia pre+amplificatore che costa molte volte di più, in configurazione SE, mette in mostra quella magia che gli amplificatori SE comunque hanno sotto tutti i punti di vista. Nulla, per la mia personale esperienza, è così trasparente alle medie frequenze, e in questa configurazione il JA-99 D suona come se aveste fatto un passo indietro rispetto alla musica. Questo è un risultato atteso, e la verità è che il Jungson ha fatto meglio in questo ambiente di quanto mi aspettassi dando comunque quell'effetto simile alle valvole EL34 che è così piacevole da ascoltare: rendetevi conto che è un test simile a mettere un qualsiasi oggetto sotto osservazione con un microscopio elettronico. Se avete dei diffusori a tromba con sensibilità maggiore di 100 dB avete bisogno di un amplificatore SE per tirarne fuori il massimo! Punto.

Soddisfatto e con l'aiuto di mio figlio (che cosa avete i figli a fare se non aiutarvi nel momento del bisogno?) ho riportato il Jungson JA-99D nella sua casa naturale e sono tornato a una recensione più ragionevole e seria.

E questo ci porta a questa notte. Michael Jackson è morto stanotte e mio figlio è tornato da scuola dicendo: "Papà, ascoltiamo tutto quello che hai di Michael Jackson stanotte!"

Ed eccomi qui ad ascoltare Thriller, lato due (il migliore) e "Billy Jean" (la migliore canzone dell'album).

Che vi piaccia Jackson o no, se non pensate che questa ballata power-pop-soul su una causa di paternità non sia puro genio, allora c'è qualcosa di seriamente sbagliato! Il produttore, Quincy Jones, un uomo soprannominato "Delight" (delizia) era metà di quel genio e il contributo si manifesta in quella batteria veloce come un colpo di frusta e in quel pedale, raddoppiato, che domina tutta la traccia. Non ho mai sentito il transiente di salita di una grancassa simile. L'amplificatore semplicemente spara fuori quegli altoparlanti da 15 pollici, li ferma e li riporta indietro e tutto in un millisecondo (probabilmente una batteria sintetizzata, ma non per questo meno impressionante!). E proprio grazie a questa sua velocità il resto della miscela ha così tanto spazio intorno a sè con i testi più semplici da capire, il senso del tempo così superiore, gli overtone della tastiera sintetica molto più in avanti.

Il dettaglio non è un problema con le voci multitraccia particolarmente ben gestite: le frequenze medio-alte, chiare nette e ben definite senza risultare irritanti (un altro difetto di molti progetti a transistor).

Di certo non è corretto recensire un componente attraverso un solo disco, per giunta così tanto processato, ma il fatto è che molte delle caratteristiche di questo amplificatore sono messe in risalto in questo modo. Certamente, vagonate di altra musica è stata suonata e lo è tutt'ora con Michel Shocked in questo istante! La combinazione complessiva di controllo e grazia è formidabile. Su alcune tracce -- per esempio "Night and Day" nella versione di Joe Jackson -- l'amplificatore spinge la qualità e la dimensione dell'immagine ben al di là di qualsiasi altra cosa in questa stanza, ancora grazie a quel controllo assoluto sul basso che permette all'acustica di formarsi naturalmente. Nel sistema principale gli Opera SE ricreano ancora più spazio, ma il fatto che quegli amplificatori sparirebbero in questa stanza ne fa una vittoria di Pirro!

Cosa posso dire di più? Due mesi fa avevo una bellissima stanza d'ascolto che semplicemente non era adatta allo scopo. Una settimana fa, il nuovo braccio SME V12 è arrivato per una recensione -- scommetto di essere il primo recensore al mondo ad averne uno tutto per me da recensire -- e in precedenza quel braccio sarebbe andato immediatamente nel mio sistema principale. In questo momento è invece montato nel mio giradischi Opera LP 5 e sparando "Beat-it" nella stanza d'ascolto con gli assoli di Eddie Van Halen impossibilmente precisi e veloci. La trasformazione avviene solo grazie al JA-99: anche solo concepire di fare una recensione così importante in questa stanza prima del suo arrivo sarebbe stata follia. Per esempio, cambiare il cavo del braccio dal mio a quello fornito dalla SME mette in mostra una differenza gigantesca -- un suono molto più aperto e dettagliato -- e il Jungson lo mette lì nudo e crudo senza nasconderlo: questa sorta di scoperte sono di nuovo un tributo all'ampiezza della gamma media.

Difetti

Questo sarà corto! Due dei pulsanti dell'esemplare della recensione avevano dei simboli che mi hanno confuso: "mode" al posto di "input" e "display" che, anche se tenendolo premuto abbastanza a lungo spegne lo schermo, è in realtà un, più utile, tasto di "mute"... L'amplificatore si scalda ma non in maniera preoccupante: questo è un risultato abbastanza inevitabile considerando il bias verso la classe A. Risulta decisamente troppo grande e pesante per molti mobiletti hi-fi e quindi molto probabilmente troverà spazio solo sul pavimento. Infine, questo amplificatore, con la sua chiarezza, non aiuta di certo alcune delle recenti registrazioni molto rumorose e piene di difetti: possono essere stancanti, ma questo difetto diffilmente si può veramente ascrivere all'amplificatore.

Uh! Questo è quanto!

Conclusione

So bene cosa state pensando in questo momento: "Avrebbe ottenuto lo stesso con qualsiasi amplificatore ad alta corrente e si è perso a giocare con le valvole per troppo troppo tempo." Ma questi pensieri sono veramente fuori luogo: la ragione per cui abbandonai i transistor era principalmente la loro gamma media grigia e compromessa e troppo spesso le alte frequenze puntellate di grani. Mentre la mia avventura tra le valvole è andata avanti questa forbice si è andata allargando fino al punto che ho smesso di considerare i transistor per il mio uso domestico. Ma in qualche modo il Jungson JA-99D prende il controllo di un grosso amplificatore in classe "A" e lo infila nella facilità e il flusso di un buon amplificatore basato sulle EL-34: che riesca in questo miracolo senza una singola valvola nel cammino del segnale rimane una sorpresa molto, molto piacevole.

Questo ovviamente non è la fine del mio amore per le valvole: nella giusta situazione, stanza e diffusori niente si avvicina alla loro forma più pura. Piuttosto mi ha reso molto molto più tollerante con coloro che amano i transistor e vedo meglio il loro punto di vista, semplicemente perché il Ja-99 è un buon amplificatore: indipendemente dalla situazione, dai componenti con cui è accoppiato o la stanza, piloterà qualsiasi cosa, ovunque. Solitamente "adatto a tutto" può essere un complimento a due facce, ma in questo caso è completamente appropriato e nel senso positivo.

E questo mi lascia in balia del fiume in piena senza neanche una pagaia: come farò mai a tenere la stanza d'ascolto in funzione quando andrà via???

Commento del distributore

Qualche informazione sul costruttore: la Jungson Audio è a tutt'oggi una delle prime case produttrici cinesi di hi-fi e è certamente famosa per i suoi progetti in Classe A. Fu fondata nel 1993 da due audiofili in una piccola cittadina nel sud della Cina, Taishan, dove più del 90% della popolazione ha legami con il Nord America attraverso quegli antenati che emigrarono per costruire le grandi ferrovie a partire dal 1860. I due fondatori uno dei quali insegnava elettronica al college mentre l'altro era uno dei suoi studenti, cominciarono quest'attività guidati dalla loro passione per l'audio e la musica. I loro primi passi furono simili a quelli noti per molte altre attività qui ad ovest: auto finanziamento, spazio limitato, nessuna pubblicità; presero il loro primo amplificatore a stato solido, dal peso di oltre 30 Kg e lo portarono in treno fino a Guangzhou, la capitale cinese dell'hi-fi, per cercare qualche compratore interessato. Stremati dal portare in giro quell'amplificatore così pesante senza alcun mezzo (negli anni 90 la maggioranza dei cinesi si muoveva ancora su due ruote di bicicletta) da negozio a negozio senza troppa fortuna, erano pronti a tornare a casa quando un venditore dalla sensibilità acuta li invitò nel suo negozio per una dimostrazione. Va da sè che il proprietario del negozio rimase così impressionato dal prodotto che decise di supportare il duo. Da quel momento in poi la Jungson cominciò a prosperare: il momento di reale sviluppo cominciò quando la radio nazionale cinese iniziò a usare uno dei loro amplificatori per uno dei loro studi. Da allora la Jungson ha continuato a produrre prodotti eccellenti, da monoblocco da oltre 200 W fino a piccoli amplificatori integrati. La Jungson è anche una delle poche case al mondo che produce una linea completa di componenti audio, dalla presa di corrente fino alle orecchie dell'ascoltatore. Mentre parliamo, la Jungson sta costruendo la propria base in Taishan, composta da 6 edifici per coprire un'area di 15 acri di terreno. I proprietari mi hanno detto: "Molte altre compagnie audio hanno deciso di spostarsi nelle grandi città, mentre noi abbiamo deciso di rimanere a Taisha. Amiamo il posto da cui abbiamo cominciato e vorremmo rimanere attenti a produrre ottimi componenti audio, piuttosto che essere tentati da denaro e cupidigia." Ho visitato personalmente la Jungson due volte negli ultimi paio d'anni: hanno un team di progettisti eccellenti, molto giovani con età tra i 20 e i 30 anni, a parte i proprietari che sono intorno ai 40 anni, e un team di produzione che proviene principalmente da Taishan.

La Grant Fidelity si è unita con la Jungson Audio nel 2007 cominciando a distribuire gli amplificatori valvolari Jungson con il marchio Grant Fidelity e a oggi abbiamo guadagnato la completa fiducia della Jungson poiché da allora la rappresentiamo in esclusiva in tutto il Nord America. Anche se distribuire prodotti hi-fi "made in China" rimane sempre impegnativo e a volte problematico, sia la Grant Fidelity che la Jungson Audio sono molto ottimiste di poter creare una solida reputazione dei prodotti Jungson, semplicemente perché questi ultimi sono troppo buoni per passare inosservati agli amanti della musica in tutto il mondo.

Purtroppo, recentemente, uno dei fondatori della Jungson, Huang Shuxiang che era il cervello della progettazione alla Jungson, è morto in un incidente stradale. Ho personalmente preparato un articolo in memoria su AudioKarma.org (in inglese).

Il JA99D è stato uno dei suoi ultimi lavori: fine sfortunata per una persona così piena di talento, possa il suo nome continuare a vivere attraverso le sue creazioni.

sistemi usati

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