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Giradischi Opus 3 Continuo + braccio

Cronaca di una prova...ehm...sofferta

[Opus 3 Continuo]

[English version]

Prodotto: Giradischi Opus 3 Continuo + braccio
Produttore: Rauna/Opus 3 - Svezia
Distributore per il Regno Unito: Andy Davison della Audiosolutions
Costo appross.: 1200 Euro
Recensore: Geoff Husband - TNT Francia
Data recensione: Settembre, 2003

Note dell'autore

Per comprendere questa recensione è importante leggere la pagina che descrive la metodologia nella quale vengono illustrate le modalità con le quali si svolge la prova. In seguito sono stati evidenziati alcuni cambiamenti.

Introduzione

Questa recensione ha rischiato di non vedere la luce, almeno non in questa forma. Non è mia abitudine proporre cattive recensioni, ma l'Opus 3 Continuo mi si è presentato con un problema unico, qualcosa che forse ha a che fare con la sua età?

Vedete, il Continuo è stato prodotto per oltre 17 anni (la Opus 3 è meglio conosciuta per i suoi dischi audiophile) e nel corso degli anni non ha subito modifiche significative. In effetti uno dei primi esemplari prodotti ha funzionato ininterrottamente per 17 anni alla Opus (salvo per una sostituzione della cinghia durata 5 minuti) il che può in qualche modo essere considerato un record.

Mi sono imbattuto con il Continuo grazie ad Andy Davison, il distributore per la Gran Bretagna, il quale si riteneva così soddisfatto da insistere per farmi una visita in Francia e consegnarmi il giradischi. Andy è arrivato all'incirca alle 20.00, abbiamo mangiato qualcosa per cena, mi ha consegnato il giradischi ed è ripartito il mattino successivo. Abbiamo tolto l'apparecchio dalla sua scatola per dargli uno sguardo veloce e basta. Durante queste poche ore Andy fece alcune puntualizzazioni sulla difensiva circa l'aspetto del prodotto, ma sembrava tutto a posto alla debole luce della stanza.

Il mattino seguente, rimasto solo, tolsi il Continuo dalla scatola alla vivida luce del giorno.

Appariva terribile...

La parte superiore del piatto in acciaio era smaltata come le stufe da cucina il che evidenziava anche il minimo graffio sulla superficie, lo strato di vernice era finita sulle fiancatine in legno in maniera casuale rendendole simili a quelle indefinibili ed economiche assi di legno verniciate in fretta senza la minima rifinitura. Il mio vicino possiede un vecchio LP12 da una ventina d'anni che non ha sicuramente avuto vita facile, ma sembrava in condizioni migliori!

Una volta installato mi sono accorto che il piatto ruotava ad un paio di mm dalla sede e la puleggia traballava pericolosamente, insomma le pecche sulla qualità della realizzazione erano pesanti.

Grrrr..... 17 anni fa ci fu un periodo buio per l'alta fedeltà, durante il quale i prodotti facevano della loro pessima rifinitura una questione di vanto - "è il suono che conta stupido!". Una tale arroganza era allora fuori luogo ma, al giorno d'oggi costituisce semplicemente un insulto al cliente. Il Continuo è stato commercializzato in un periodo non molto felice, ma onestamente penso che chiunque avesse speso quasi 1000 sterline per qualcosa realizzato così maldestramente, sarebbe stato ampiamente giustificato se avesse rivoluto i suoi soldi.

Bene, comunque funzionava, per cui avrei potuto metter su un disco e vedere cosa succedeva in modo da ricavarne qualche impressione d'ascolto utile per quando avrei dovuto stendere la recensione.

Vi ho montato su uno Hadcock 228 (la Opus fornisce il deck con un foro per il montaggio che non permette di installare un 242 a causa della sua lunghezza) e la sua partner naturale la Music Maker.

E indovinate un po'? Rimasi molto, molto impressionato. Ad un prezzo vicino alle 1000 sterline sembrava proprio un vero affare. Ovviamente il resto della recensione coprirà quest'aspetto e anche altri, ma adesso potete intuire il mio dilemma.

Per cui presi contatto con Andy Davison e gli esposi il mio pensiero, e gli chiesi se ci fosse qualcosa che potesse fare per migliorare le cose prima che io muovessi una forte critica nella prima parte della recensione. SAPEVO di avere a disposizione un prodotto veramente speciale, ma da come si presentava era veramente difficile da raccomandare.

Andy disse che avrebbe visto quello che poteva fare, appariva ovvio che la pensasse alla stessa maniera, per cui fui d'accordo a fare la prova d'ascolto ma aspettavo a pubblicarla fino a quando lui avesse almeno provato a migliorare le cose.

Passarono quattro mesi. Poi vi fu un'altra veloce visita, ma stavolta alla luce del giorno. E dalla scatola uscì fuori un giradischi completamente trasformato. Qualsiasi chirurgo plastico con tali capacità farebbe una fortuna. Le fiancatine in legno avevano lasciato il posto a lastre in alluminio spazzolato da 8mm, e l'orribile smalto da fornello era diventato una finitura nera satinata molto gradevole. Molto semplice, ma anche molto efficace. In un sol colpo il Continuo era passato da qualcosa che ricordava il blocco Sovietico degli anni 1970 a un prodotto del miglior stile scandinavo.

Bene, la smetto qui. Il suo aspetto non crea preoccupazioni a Clearaudio (ma il suono sicuramente si) o a Michell, ma il risultato è sicuramente accettabile e in qualche circostanza addirittura preferibile agli altisonanti marchi citati. Il suo aspetto non ha subito modifiche nel corso dei 20 passati il che non può dirsi per qualsiasi altro giradischi ben più pubblicizzato, magari in acrilico, molto più delicato da questo punto di vista. Sia il piatto, sia la puleggia erano a posto.

Questo lavoro aggiuntivo comporta un aumento del costo esattamente di 50 sterline rispetto al prezzo originale - e chiedetevi voi per quale incomprensibile motivo la Opus non lo abbia fatto 17 anni fa! [Opus Continuo]

Quella che segue è la recensione dell'apparecchio così come mi è stato consegnato, ma i commenti sulla costruzione e sull'aspetto si riferiscono al giradischi rifinito da Andy Davison. Egli mi ha detto che la fabbrica ha preso in considerazione il suo lavoro e la nuova produzione terrà conto del suo disegno sia con parti in legno sia in lega, ma personalmente lo comprerei da lui - speriamo che possa soddisfare le richieste. Vi faccio notare che le foto della recensione si riferiscono alla versione "abarth" e mostrano il braccio Opus e non l'Hadcock usato per la prova, ma potete trovare ulteriori informazioni nel postscript.

Costruzione.

Avendo divagato tanto a lungo preferisco essere breve. La parte superiore della base è sagomata in modo da formare una scatola riempita con un composito di marmo e resina molto compatto che rende il tutto molto pesante. Le fiancatine sono nella lega di cui parlavo prima. Il motore sincrono in corrente alternata è alimentato con un alimentatorino esterno da muro, un mat in feltro si trova sul piatto costituito da un blocco in lega di alluminio, su tutto un cuscinetto molto pesante orientato in maniera convenzionale. Ci sono tre piedini smorzanti della Audio Technica piazzati nei punti strategici che permettono il livellamento. Un foro nella parte in alto a destra per installare un braccio. Un coperchio parapolvere di buona qualità. L'interruttore di accensione sul frontale. [L'alimentatore dell'Opus]

Piazzatelo su una superficie in piano (non è molto schizzinoso) - accendetelo, e ascoltate la vostra musica preferita.

Bene, sono stato abbastanza coinciso?

Prestazioni misurate?

Non ho riscontrato un flutter udibile come invece ci si potrebbe aspettare da un piatto così pesante, e il wow/drift è molto basso - agli stessi livelli dell'Orbe. Il motore silenzioso, anche se sostituire le pulegge per cambiare la velocità è un'operazione scocciante. L'Hadcock e la Music Maker sono state descritte da un'altra parte.

A tal proposito, la parte superiore della base è forata per accettare bracci da 9" il che naturalmente lo rendeva compatibile con l'Hadcock, ma qualche autocostruttore potrebbe avere la necessità di montare altri bracci, gli SME ad esempio. Il braccio Opus adesso è incollato al suo posto... Questa mancanza di flessibilità costituisce uno svantaggio specialmente se avete già un braccio a disposizione.

Parliamo della qualità del suono

Noterete che in questo caso non ho seguito lo standard utilizzato nelle precedenti recensioni suddivise negli Stadi 1, 2 e 3. La ragione principale è stata quella di evitare di impazzire e il fatto che lo SME sul mio deck non ha mai voluto saperne di suonare veramente con la Music Maker. Inoltre le prove andavano per le lunghe e per combattere con due Music Makers e due GramAmps rischiavo di andare ben oltre il limite dei tempi stabiliti. Ma prima che voi possiate pensare che i giradischi adesso possano richiedere tempi più brevi vi faccio notare che adesso, utilizzando il Lehmann Twin, posso effettuare comparazioni indipendentemente dal tipo di testina utilizzata (in precedenza era possibile usare soltanto le MM) per cui le differenze sono facili da individuare, ma ogni giradischi riesce ad esprimersi al meglio con una sua testina preferita. L'altro cambiamento è stato il passaggio (verso un ben più costoso) preampli AudioNote M3 e i monofonici Quest Silver 300b appaiati per rendere qualsiasi differenza ancor più evidente rispetto ai miei adorati Audion.

Nel caso dell'Hadcock la testina deve essere la Music Maker, ma la configurazione apprezzava anche la Dynavector XX2, usata senza risparmio con l'Orbe/SME

Quando Andy mi portò il "nuovo" Opus, mi fece leggere una recensione sull'apparecchio apparsa recentemente in una ben nota rivista di Hi-Fi Inglese. La portò in quanto lo lasciava perplesso. Veniva tralasciato il terribile aspetto (questo prima del "lifting") e il Continuo veniva descritto come un apparecchio piuttosto molle, con un suono pesante, rilassato ecc, una specie di giradischi "pantofolaio".

Tenete presente che io avevo già riportato tutte le mie note d'ascolto, e quello che avevo sentito differiva completamente da quanto detto nella recensione! L'Opus appare fresco e frizzante, leggero, effervescente e dettagliato, con un carattere delicato e con la sicurezza che un buon senso del tempo comporta. Non ha MAI suonato lento e rilassato.

Commutando tra l'Orbe ed il Continuo veniva evidenziato in maniera inequivocabile il suo carattere aperto indipendentemente dalla testina utilizzata. Anche se il basso era meno importante, era - credetemi - così accordato e facile da seguire!. Infatti il vecchio trucco Hi-Fi basato sull'abituarsi ad un certo tipo di suono, ha messo in evidenza che il Continuo si trova allo stesso livello dell'Orbe. Ascoltando l'Opus per qualche ora e passando all'Orbe si aveva la sensazione che quest'ultimo suonasse confuso e pesante. Ascoltando l'Orbe per qualche ora e passando al Continuo il suono diventava brillante e persino troppo intraprendente fino a che non ci si abituava al nuovo bilanciamento - una variazione del vecchio trucco di immergere una mano nell'acqua gelata e l'altra in quella calda e quindi passarle entrambe nell'acqua tiepida- ad una mano apparirà calda, all'altra fredda. In conclusione si può dire che dopo un breve periodo di acclimatazione entrambi i deck risultano piacevoli all'ascolto.

Eccezion fatta per la differenza di timbro le qualità dei due giradischi risultano molto simili. La presentazione più aperta che caratterizza l'Opus dà la sensazione di un'immagine maggiormente definita sia in larghezza sia in profondità, l'Orbe rende le stesse impressioni in maniera più marcata.

Il giradischi che maggiormente mi ricorda il Continuo è il Roksan Xerxes ma risulta ancora più aperto e senza quella velocità a volte frenetica. In termini prettamente sonori (e anche come estetica!!) lo preferisco al Roksan nonostante costi meno della metà. Considerato il mio impianto con le mie trombe e gli ampli ultra rivelatori, che prediligono un po' di calore e di sostanza, l'Orbe vince per un'incollata, ma in altri (forse più "normali") impianti vedo meglio l'Opus.

Collegando il Continuo direttamente allo stadio fono dello M3, tanto per mettere in evidenza la classe del giradischi, l'ulteriore livello dei dettagli e la complessità tonale caratteristica dello M3 vengono chiaramente a galla - senza dubbio l'Opus si trova felicemente appagato con una compagnia di siffatta classe. Lo stesso si verifica passando allo Slee Era Gold, il cui suono risulta naturale e privo di affaticamenti come sempre.

Per quanto riguarda i generi musicali L'Opus si trova sempre a suo agio - ma i vertici li raggiunge con i dischi che evidenziano la sua velocità e delicatezza, sia con la batteria jazz in "Countdown to Ecstasy" degli Steely Dan o con lo smagliante pianoforte in "The Monks". La completa mancanza di colorazione sulle basse frequenze rende i lavori più complessi un po' leggeri, ma questo si verifica molto raramente e l'unico giradischi che ho mai ascoltato in grado di gestire perfettamente il basso sismico e le altissime alla perfezione è stato il Clearlight Recovery che costa circa cinque volte tanto.

E adesso i voti...

Categoria

Voto

Commenti

Bellezza

-3

Trasformato, adesso accettabile e sulla buona strada

Livello delle finiture

-2

Idem

Ingegnerizzazione giradischi

-3

Molto semplice, ma pesante! Niente alimentazione - uno svantaggio?

Compatibilità

-3

Qualsiasi braccio che si adatta al foro va bene, altrimenti...

Stabilità della velocità

0

eccellente nonostante la semplice alimentazione...

Senso del tempo

0


Dinamica

-1

Molto buona ma il peso del basso dell'Orbe è maggiore.

Ampiezza dello Stage

+1

Impressionante

Profondità dello Stage

+2

Come sopra

Profondità del Basso

-2


Controllo e velocità del Basso

+1

Veloce e intonato

Ricostruzione del dettaglio

+1


Chiarezza dei medi

+1


Estensione degli alti

0


Qualità degli alti

0


Colorazione Complessiva

+1

Penso aggiunga molto poco - se scegliete oculatamente braccio e testina compatibili

Realismo

0

Nel giusto impianto è di qualità eccellente

Fattore "mi mancherai"

-1

E con un altro impianto potrebbe essere diverso

Conclusioni

Posso affermare che il Continuo non presenta particolari difetti, si trova a suo agio con tutti i generi musicali. La sua semplicità è garanzia di affidabilità e grazie a Dio anche la sua estetica è gradevole. No, non sostituirei il mio Orbe con l'Opus, ma se stessi costruendo un impianto da zero avrei molte difficoltà a giustificare una spesa superiore a quella prevista per l'Opus - dopo tutto anche con l'Hadcock il suo prezzo rimane ancora inferiore a quello del solo SME 4!

Postscript

[Braccio Opus]Quando Andy riportò il modello "rifatto" questo montava il braccio Opus tangenziale - che incidentalmente è il braccio visibile nelle foto. Uno strano e magnifico dispositivo che era semplicemente non funzionante. Era alquanto complesso da utilizzare, ma con il tempo ci si prende confidenza. Comunque va detto che nelle due ore in cui ne ho fatto uso ha dato risultati apprezzabili, a tal punto che vi raccomando fortemente di ascoltarlo prima di spendere i soldi per un Hadcock. Non voglio fare ulteriori commenti considerando la scarsa conoscenza, come accessorio del giradischi il tutto vi arriva per circa 1250 sterline il che non è male - lasciate giudicare alle vostre orecchie, ma si tratta di un campione in termini di rapporto qualità prezzo...

Per quelli di voi che volessero qualcosa dall'aspetto ancor più piacevole esiste una versione in marmo che a detta di Andy suona nello stesso modo ma l'aspetto ne guadagna tantissimo...

Commenti di Andrew Davison

Grazie per non aver rinunciato al primo ostacolo e per avermi permesso di dimostrare il valore di questi giradischi. Nella tua recensione hai evidenziato molte delle mie sensazioni sulle principali caratteristiche di questi deck. L'intento del costruttore era di realizzare un prodotto che preservasse le caratteristiche di timbro, dinamica e profondità dell'immagine oltre gli aspetti prettamente tecnici, qualcosa che penso gli sia riuscita in pieno. È facile stilare un lungo elenco di quali dovrebbero essere i requisiti per soddisfare le migliori specifiche sui giradischi. Molte grazie. Andy Davison "A" Audiosolutions.

Ringraziamenti

Dopo aver letto questa prova spero risulti evidente che senza l'apporto delle seguenti aziende questa serie di recensioni non sarebbe stata possibile - li ringrazio da parte mia :-)

Michell engineering - http://www.Michell-Engineering.co.uk

'The Cartridge Man' - http://www.thecartridgeman.com

Graham Slee - http://www.audiocontrol.co.uk

Clearlight - http://www.clearlight-audio.de

AudioNote UK - http://www.audionote.co.uk

Dynavector Japan - http://www.dynavector.co.jp

Lehmann Germany - http://www.lehmannaudio.de

Impianto usato

© Copyright 2003 Geoff Husband - www.tnt-audio.com
Traduzione Italiano: Fabio Egizi

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