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Lettere alla Redazione

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!

Magneplanar MG 1.5
Caro Lucio,
ho finalmente acquistato le Magneplanar MG 1.5. Le ho sistemate come puoi vedere dal disegno attached.
Che ne dici?

Le mie impressioni sono state queste:
Il fronte sonoro, a causa delle dimensioni dell'area di ascolto limitate, non è amplissimo ma molto corretto.
Le MG sono molto dettagliate. Il suono che esce è molto bello. Le voci sono fantastiche, le percussioni entusiasmanti (secchissime, tutto ciò che è medio alto e presente in modo spettacolare). Sembra di ascoltare in cuffia (io ho una Sennheiser 540 reference, ed il suono che ottengo dalla cuffia è molto simile a quello dei diffusori).
L'amplificazione è fornita da un pre Luxman in classe A C-03 e dal finale Luxman M-03. Apparentemente non ci sono problemi. Con l'ascolto ad un volume che corrisponde a circa 100 W di picco sugli indicatori si ottiene un livello di pressione acustica realistico per l'orchestra sinfonica.

Veniamo ai problemi: I BASSI. Come prevedibile le cose cambiano in funzione della distanza dalla parete posteriore e del punto di ascolto. Nella posizione indicata nel disegno il medio basso è leggermente enfatizzato mentre il basso profondo (sotto i 60 Hz) è attenuato.
Spostando ancora in avanti il punto di ascolto (oppure avvicinando ancora di più i diffusori al punto di ascolto, allontanadoli nel contempo dalla parete posteriore) le cose migliorano, ma allora sembra veramente di avere due enormi padiglioni di una cuffia.
Sicuramente le cose migliorerebbero variando completamente la disposizione in ambiente, ma per il momento questo non è possibile.
Per ora *mi accontento*. Il suono è un po' secco ma molto, molto pulito. La fatica d'ascolto è inesistente e rispetto ad un dinamico classico la sensazione, forse perchè nuova, è di grande naturalezza (finalmente non è più una scatola che suona ma qualcosa di impalpabile).
Penso che abbia una grande importanza anche l'altezza del fronte sonoro. Nessun diffusore classico emette il suono su un'altezza di 160 cm.! Sembra di essere sommersi dal fronte sonoro.
Queste le mie impressioni. Se hai qualche suggerimento fammi sapere.
Saluti.
Diego Fontana - E-mail:savio@picohost.polito.it

LC
Ciao Diego,
mi scuserai se non pubblico il disegno ma era di dimensioni semplicemnte mostruose (nel 14 pollici non ci stava neppure e dovevo scorrere per vederlo tutto).
Fare un resize avrebbe significato perdere completamente la definizione quindi ho preferito soprassedere.
Ne approfitto per avvertire tutti coloro che volessero inviare la piantina della loro stanza d'ascolto:

Torniamo a noi. La posizione che hai scelto mi sembra buona, devi solo trovare la giusta distanza dalla parete di fondo, ora, come ti dissi a suo tempo, troppo limitata.
Com'è infatti la profondità della scena acustica?
Due osservazioni sui diffusori dinamici: un buon diffusore dinamico, ben posizionato, è in grado di sparire letteralmente alla vista, altro che scatola che suona...si fa fatica a credere che il suono arrivi da lì anzichè dallo spazio circostante la cassa.
Idem dicasi per l'altezza: esistono diffusori anche più alti di 1.60 e comunque l'altezza della scena non è funzione di questa dimensione del mobile: dipende essenzialmente dal diagramma di emissione del tweeter.
Veniamo ai bassi: intanto può darsi che i diffusori debbano ancora rodare per un po', tieni conto che i planari proprio dal punto di vista della prestazione alle basse frequenze hanno necessità di suonare per lungo tempo, prima di dare il massimo.
Poi la posizione: fai altre prove, angolazioni, avanzamenti e cerca il compromesso migliore. Poi magari prova a migliorare qualcosa nell'impinato, ad esempio i cavi. Una volta scelti i diffusori puoi ottimizzare il tutto coi cavi, sia di segnale che di potenza.
Ciao!
Lucio Cadeddu

Dubbi sul nuovo impianto HiFi e HT
Gentile direttore:
sono in chiara difficoltà circa i diffusori da applicare ad un sistema di "cinema in casa" marca Yamaha modello DSP A3090 di cui sono recentemente venuto in possesso ed al cui proposito i vari commercianti mi hanno proposto le cose più varie con dei delta di costo estremamente elevati che mi lasciano estremamente perplesso.
Premetto che sarebbe mia intenzione utilizzare tale impianto sia per l'ascolto televisivo che per l'ascolto solo musica HiFi, quest'ultimo in forma prevalente.
Premetto anche che, sia come costo ma sopratutto come dimensione ed aspetto estetico senza averne valutato la resa sonora, riterrei in termini di arredamento, valido il tipo Academy 2 di produzione Chario visionato presso un fornitissimo negozio della mia città (BG).
Mi riferisco ai due canali frontali principali.

La stanza ove è destinato l'impianto è di m 9 x 4,5 ed il fronte sonoro principale è collocato su uno dei due lati corti.

Vengo ora alla domanda in termini sintetici:

Mi sarebbe graditissimo ed utile un Suo competente parere e suggerimento.
Saluti e cordialità.
Erio Amboni -E-mail: mizar@fse.net

LC
Caro Erio,
benvenuto su TNT, innanzitutto.
Passando direttamente alle domande: mi chiedi se le Academy 2 possono andare bene come canali frontali. La risposta è, sostanzialmente, no.
Per due motivi: il primo riguarda il fatto che i diffusori frontali dovrebbero avere i magneti schermati onde evitare il formarsi di macchie di colore sul vicino schermo televisivo e le Academy 2, per quanto mi risulta, non hanno magneti schermati.
Quindi, se le posizioni vicino al televisore vedrai delle belle macchie disporsi qua e là sullo schermo.
Secondo motivo, le Academy 2 sono casse eccellenti ma difficili da pilotare e certo non il tipo di diffusore adatto ad un pur ottimo ampli/decoder surround.
Le Academy 2 sono diffusori di gran classe e richiedono una scelta dell'amplificatore molto oculata, che andrà semmai ricercato non nell'ambito degli ampli/decoder surround ma in quello dei veri amplificatori (o, meglio ancora, finali) per uso specifico HiFi.

La cosa migliore da fare è, visto che devi acquistare tutto ex novo, cioè senza elementi preesistenti, quella di scegliere un sistema frontali + posteriori + centrale + sub già progettato e pensato per funzionare insieme, possibilmente di buona qualità vista la necessità di un ascolto prevalente di tipo HiFi.
Vari marchi offrono sistemi completi di livello adeguato: posso citare Mirage, Infinity, alcune soluzioni della Kef, Mission ed altre ancora.
Anche la Chario, relativamente alla gamma Hyper (non Academy, di ben altro impegno), offre soluzioni integrate in questo senso.
La Opera, sempre italiana, che utilizza mobili in massello che mi pare tu gradisca particolarmente, ha in produzione dei diffusori che possono fare al tuo scopo.
E molti dei diffusori citati prima sono comunque disponibili in una finitura color legno.
Purtroppo non mi dici ne' la cifra stanziata ne' il tipo di esigenze estetiche e quindi più in là di tanto non posso andare.
L'ampli in tuo possesso è sicuramente un apparecchio di livello elevato che ti consentirà di costruirci intorno un buon impianto surround.
Per un ascolto solo HiFi avrei però visto meglio un sistema indipendente, integrato da un centrale, due posteriori, un sub ed un decoder separato.
Prima di spendere 4 milioni nelle Academy solo perchè esteticamente gradevoli prova a vedere cosa trovi in giro, fatti un elenco delle proposte, chiedi di poter ascoltare.
Quando si parla di cifre elevate è ancora più d'obbligo ascoltare.
Fammi sapere gli sviluppi!
Lucio Cadeddu

JBL, come sistemarle?
Ciao, Lucio, eccomi di nuovo con problemi e domandine varie (della serie La Storia Infinita...).
Ho letto la tua risposta su TNT a proposito dell'impianto del mio amico (Jbl L 112 /ampli Akai /CD 42 Marantz) e devo dire che questo conferma un po' l'idea che mi ero fatto di questo insieme.
Per quanto riguarda l'ampli, la sigla sul frontale non è più leggibile, ma ti posso dire che si tratta di un modello con VU meter, di 10/15 anni fa, probabilmente basso di gamma (circa 60 w/ch) con tutti i filtri di questo mondo (loudness e infrasonico inclusi) e frontale cromato. Ci riconosci qualcosa?
Per quanto riguarda i diffusori, ahi! Mi sembra di leggere nella tua risposta una delicata allusione a certe caratteristiche *mid fi* dei medesimi. Sbaglio?
Ma il problema più grosso è che il massimo del riposizionamento può essere:
1)metterli sulla stessa parete
2)alzarli dal pavimento (anzi, lo sono già) di una trentina di cm con dei cellubloc-simili...

Purtroppo non è possibile allontanarli più di un palmo dalla parete... Conviene orientarsi per la sostituzione? Che faccio? Raccolgo il coraggio a piene mani e glielo dico? (help...)
Grazie ancora, e ciao
Simone Bianchi - E-mail: aaronne@etruscan.li.it

LC
Caro Simone,
tutto dipende dalle necessità del tuo amico. Se lui è contento così, lascia perdere.
Se la distanza dalla parete posteriore è così necessariamente limitata, più di tanto non si può ottenere, a meno di non acquistare diffusori fatti apposta per funzionare a parete (Linn, Naim ed altri).
Per l'ampli non saprei dirti, non ricordo bene la produzione Akai, però di sicuro 10 anni fa i VU meters erano praticamente scomparsi dalla circolazione, rimpiazzati dai più economici led. Quindi deve essere un po' più vecchio.
Per le JBL che vuoi che ti dica? Se a lui piacciono così perchè fargliele cambiare?
Sono diffusori particolari, da amare o odiare, per via della loro impostazione timbrica. Li si può sistemare nel migliore dei modi, compatibilmente con le esigenze logistiche, però un woofer così grosso ad un palmo dalla parete posteriore....può commettere qualsiasi crimine...acustico :-)
Ciao!
Lucio Cadeddu

Modifiche al lettore CD Marantz CD 36
Come modificare un lettore CD in modo da farlo suonare ancora meglio senza toccare la parte elettronica?
Semplice, basta toglierlo dalla scatola!

Io ho usato un CD 36 Marantz/Philips che già di serie è un lettore sorprendente per la sua qualità sonora e la sua economicità; tolta dalla scatola la motherboard e la meccanica rimangono da estrarre il display e il tastierino di comando (operazioni abbastanza facili) e il trasformatore di alimentazione.
C'è anche un piccolo stampato con l'interruttore generale.La scheda principale e la meccanica sono montate insieme; separatele staccando anche (delicatamente) i connettori di collegamento dei cavi.
Fate particolare attenzione alla piattina digitale che collega l'equipaggio di lettura con i circuiti RF di ingresso.
Quando avete estratto la meccanica, iniziate a cannibalizzarla...

FASE 1: estraete il cassettino e poi, delicatamente, sfilatelo completamente dalla meccanica. Rimuovete i piccoli ingranaggi e la cinghietta del motore di chiusura. Collocate gli elementi rimossi nella più vicina pattumiera differenziata per plastica.
FASE 2: staccate i cavi del motorino di chiusura del cassettino e dell'interruttore di fondo-corsa del cassettino medesimo.
Lo spinotto, già disinserito dalla motherboard gettatelo via con i suoi cavetti attaccati.
Parallelamente separate l'equipaggio di lettura molleggiato, non più impegnato dalla struttura del cassettino, dal resto della meccanica.
FASE 3: La parte esterna della meccanica così rimasta, segatela. Più precisamente dovete segare via la traversa superiore che contiene il clamp o pressadisco magnetico. Utilizzate un seghetto FINE e PRECISO e fate attenzione ai trucioli.
Estraete il clamp dalla traversa con un paio di tronchesine. D'ora in poi andrà collocato a mano sul disco.
Se volete, rifinite e verniciate questa parte sella meccanica (clamp escluso).
FASE 4: Rimontaggio.

Rimontaggio dove?
Occorrono:

Penso che sia già chiaro dove andremo a finire. Verniciate i due ripiani di truciolato e, quando saranno ben asciutti, applicate ad uno di essi i piedini o meglio i fermaporta autoadesivi.
Sopra questo pannello applicherete le molle, prima provvisoriamente, poi definitivamente incollandole sul ripiano (silicone) o facendo uso si conetti di legno fatti sagomare dal vostro falegname e poi incollati sul ripiano.
Io ho usato le molle del Linn Sondek avanzate da quando ne ho aggiornato la meccanica. Se guardate bene troverete sicuramente gratis o quasi le molle adatte alla bisogna.
Sopra le molle andrà posizionato il gira CD ricostruito sul secondo ripiano. Occhio al bilanciamento dei pesi...
Il secondo ripiano andrà dotato sulla faccia inferiore di tre minuzie autoadesive adatte a ricevere la cima delle molle, ma questo in un secondo tempo e solo se vorrete.
La struttura del CD rimane assai stabile lo stesso.
Rimontare il CD 36 ADB (Apoteosi Della Bruttezza) è affare di un'oretta. Innanzi tutto ricomponete la meccanica e provvedete a bloccare l'equipaggio di lettura in posizione alta perchè ora non è più sostenuto dal cassettino; basta un tassellino di gomma inserito in un punto strategico...
Di seguito riunite la meccanica alla motherboard reinfilando tutti i connettori al loro posto e fissate meccanica e motherboard con viti autofilettanti al truciolato.
In alternativa potete usare una sola vite lunga (nel punto centale dell'insieme) e fissare gli altri punti usando al posto delle viti i distanziatori autoadesivi.
La parte anteriore della meccanica che non ha viti di fissaggio ma incastri, potete fissarla con due grosse gocce di sigillante siliconico. Badando al bilanciamento dei pesi fissate con viti autofilettanti il trasformatore di alimentazione e l'interruttore generale.
Il display potete fissarlo con il solito silicone in posizione inclinata frontale, e il tastierino invece sdraiato sulla superficie del ripiano. Per quest'ultimo l'uso dei distanziatori è consigliato ma non indispensabile.
Durante i cambi di disco ricordatevi di premere OPEN che non apre ovviamente il cassettino ma dovrebbe disattivare il laser (almeno così mi è sembrato!).
Se rinunciate alla verniciatura e riuscite a recuperare tre molle adatte alla bisogna, il costo della modifica è quello dei ripiani di legno, dei fermaporta, delle viti e del silicone.
Complessivamente abbastanza irrisorio.

I vantaggi in termini sonici mi sono sembrati complessivamente piuttosto grandi. L'apparecchio acquista raffinatezza e travalica la classe di appartenenza. Tenete presente che, oltretutto, non ho ancora sostituito lo scadente cavo di segnale integrato di serie...
Occhio alla 220 che circola in alcune piste dello stampato e buon ascolto.
Simone Bianchi - E-mail: aaronne@etruscan.li.it

LC
Per la serie *Riceviamo e volentieri pubblichiamo* ecco una modifica di un nostro lettore per un CD Marantz 36. Le operazioni suggerite sono abbastanza diffuse nel campo dei tweaker più esasperati e richiedono un certo livello di esperienza per sapere cosa si va a manomettere.
Noi ovviamente non garantiamo in alcun modo i risulati ottenibili e mettiamo sull'attenti chi volesse intraprendere questa difficile strada: o sapete che fare o è meglio lasciar perdere.
Consiglio attenzione anche all'esposizione al raggio laser, meglio cambiare dischetto senza guardare verso il pick-up...non si sa mai.
Grazie Simone per il prezioso contributo!
Lucio Cadeddu

Scegliere il lettore CD
Caro Lucio, sono Danilo di Roma *ascolto consapevole, ricordi?*, l'ultima volta che ti ho scritto avevo deciso di prendere un lettore cd come il Teac 1100 o simile, e comunque nella stessa fascia di prezzo.
Allora sono andato in negozio e mi hanno mostrato il suddetto Teac, suo fratello maggiore 1800 e il Marantz CD 38; in più il negoziante (Cherubini) ha osannato il Denon DCD 635 (420 K£) come eccezionale per sole 100.000 £ in più; dopo di che, ricordando quanto letto su TNT sul meccanismo Stable Platter Pioneer, ho chiesto quale fosse il più piccolo della serie: sorpresa!! Pioneer PDS 635 per 430.000 £ (uno stable platter per sole 430.000!!).
Sono tornato a casa più confuso che contento.... puoi darmi qualche dritta prima della prova d'ascolto? Vorrei provarne solo 2 o 3.
Il resto è composto dalle Concertino e da un Luxman 113a.
Grazie, ciao e....
BUONA PASQUA!!!!
Danilo Marangio - E-mail: Danilo.Marangio@enidata.it

LC
Ciao Danilo ed auguroni anche a te!
Io ti consiglio di provare il Marantz 38 ed il Teac 1800. Gli altri sono più cari e non necessariamente migliori. Le centomila in più le vedo ben spese per un cavo di segnale (vedi anche la recensione che pubblico questa settimana...) che può fare molta più differenza della centomila in più sulla macchina.
Non sono certo che il Pioneer abbia l'uscita digitale. In tal caso sarebbe da considerare seriamente! Infatti, in un prossimo futuro, potresti abbinargli un convertitore esterno di qualità superiore, partendo già da un'ottima meccanica.
Per la prova d'ascolto ti consiglio di far suonare per un po' tutti i candidati, magari in repeat di uno stesso dischetto per qualche notte (con ampli spento, obviously). Quando deciderai di ascoltarli fallo solo dopo che hanno suonato per almeno un quarto d'ora...i giudizi ad apparecchio freddo possono essere fuorvianti.
Possibilmente usa solo dischi che conosci bene o, meglio ancora, due copie dello stesso disco, in modo da poter fare anche un ascolto in commutazione rapida (a volte aiuta).
Dovrai naturalmente collegare i lettori ad ingressi diversi (CD, aux, tuner, tape etc.) e far partire i due dischi sincronizzati e poi selezionare un lettore o l'altro tramite il selettore dell'ampli.
Se non c'è il telecomando ti consiglio di far svolgere l'operazione a qualcun'altro mentre tu sei seduto.
Accertati anche, facendo suonare i due CD identici sulla stessa macchina, che le due copie siano davvero identiche.
Da stampa a stampa (stesso disco, stessa etichetta) a volte ci sono grosse differenze. Anche nei CD migliori.
Inoltre posiziona i lettori sullo stesso tipo di supporto (due ripiani dello stesso tavolino, due sedie identiche etc.).
Se hai tempo ascoltane almeno due per un giorno intero (uno per giorno) e cerca di capirne il carattere, poi cambia ed infine confronta. A volte i confronti rapidi non dicono tutto.
E non mancare di farmi sapere!
Lucio Cadeddu

Nuovi lettori...
Ciao a tutti
e complimenti vivissimi per questo vostro immenso lavoro.

Siamo due ragazzi di 28 anni IVAN (chi vi scrive) e 38 SAVERIO (che non vuole scrivere perchè sta ancora sbollendo l'antica rabbia risvegliata dopo aver letto il vostro articolo sul prezzo dei CD).

Siamo rimasti veramente sorpresi e contenti nel trovare tanta pura e incondizionata verità sul mondo dell'alta fedeltà e questa sarà solo una delle tante mail che avremo il piacere di scambiarci per commentare questa passione che ci accomuna.

Io seguo da tempo il mondo dell'hi-fi anche se nel settore professionale ci sono entrato da quando ho conosciuto Saverio (siamo colleghi d'ufficio), che mi ha detto di riferirvi che lui era uno dei pochi "cret..i" che, a quel tempo leggevano Stereoplay, per poi passare a Suono, Audiovisione e successivamente ad Audioreview; e conserva un'esperienza decennale come tecnico in un negozio hi-fi di Bari.
Molto giustamente non volete domande del tipo "....che CD metto se ho casse X e ampli Y?", e infatti non ho domande in merito, anche perchè sono cosciente che sono troppe le variabili del caso;
Solo un piccolo consiglio sull'impianto che sto per acquistare: ho in preventivo un impianto con sintoampli ONKYO e con una spesa di poco superiore potrei permettermi AUDIO-PRO, solo che quest'ultimo non ha la predisposizione per l'ingresso AC3. Siccome vorrei ascoltare i film con l'effetto dolby-surround vorrei sapere cosa ne pensate voi.
Chiaramente non essendo un'agenzia di consulenza audio non mi aspetto che rispondiate, ma vi ringrazio lo stesso del pensiero che sicuramente mi avrete rivolto.

Una domanda invece Saverio (il cui sangue ha ricominciato a bollire dopo che si è ricordato dei vecchi tempi di Stereoplay) la vuol fare: dove trovo lo stilo di ricambio della testina SATIN 117G? :-((

CIAO A TUTTI!!!!!
Ivan Ceccon - E-mail: delta@tmn.it
Saverio Ferrieri - E-mail: saveriof@tmn.it

LC
Ivan e Saverio,
benvenuti su TNT!
Grazie innazittutto per i complimenti e l'apprezzamento dimostrato, ne abbiamo sempre bisogno (our only reward, come dico nella sezione English).
Permettimi solo un appunto: parli di tanta pura ed incondizionata verità, qui su TNT. Beh, non è esattamente così. Sarebbe meglio cambiare la frase sostituendo lo scomodo termine Verità con Opinioni.
Non abbiamo alcuna verità in tasca, solo opinioni in buona fede, derivate da tante esperienze e dalla totale assenza di legami commerciali di ogni tipo col mondo esterno.

Per il tuo impianto Surround, visto che l'AC3 sarà (lo è già) il nuovo standard anche a casa, val la pena dotarsi sin da ora di un processore capace di gestire l'audio AC-3.
Anzi, a dirla tutta, io aspetterei ancora qualche mese, giusto per vedere come evolve il mercato, in continuo fermento dal punto di vista degli standards audio.
Per Saverio: gli stili di ricambio per le Satin li vidi qualche anno fa in un negozio ma credo fossero proprio dei fondi di magazzino...
Possiamo lanciare un appello ai rivenditori che leggono TNT (e ce ne sono vari...non siate timidi, fatevi sentire anche qui sulla posta!) per fare a gara a reperire gli stili delle gloriose Satin.
In alternativa posso vedere se qualche mio amico negli States riesce a recuperare qualcosa, conosco molte persone nel settore dell'analogico, ricordo anche di un sito che si chiamava proprio neddledoctor (meglio di così!) la cui URL credo fosse proprio www.needledoctor.com o giù di lì. Una ricerca su Altavista dovrebbe aiutarvi.

Infine una domanda: se Saverio ha lavorato a Bari immagino siate di quelle parti. Perchè non vi mettete in contatto col nostro Mimmo Cacciapaglia (E-mail: Qanto@tnt-audio.com) che è proprio di quelle parti...
A presto!
Lucio Cadeddu

Isolamento acustico, sughero e valvole...
Caro Lucio, ti *rubo* un po' del tuo tempo per due pareri :-)

  1. Sto facendo casa nuova AHAHAH !!! ;-) ed ho un salone di 6.75x4.5m e l'autorizzazione della futura moglie (veramente da sposare !!! :-))) ) a personalizzarlo pesantemente per uso audiofilo.
    Dovendo rifare il pavimento: metto del parquet a listoni, vorrei mettere sotto dei fogli fonoisolanti per non rompere le pa... ai vicini, stessa cosa penserei anche sul soffitto! (sulle riviste di case, pubblicizzano dei fogli di sughero, MAH?) che ne sai tu di un campo di gra..., pardon di isolamenti???
    Io vivo a Bergamo, che per caso "TU CHE SAI TUTTO ;-)" conosci fornitori, distributori, o affini in zona, o sai a chi chiedere (qualcuno che di acustica ne capisca, non un muratore)
  2. Possiedo un integrato valvolare UNISON RESEARCH Triode 20 a cui si è rotta una valvola quelle esistenti sono EL-34 (SPERO) NATIONAL ELETRONICS, l'hanno sostituita con una di una marca diversa (una con un nome di 3 lettere - spero tu riesca a capire :-( ) pensi ci sia differenza? O sono +- tutte uguali. Mò te tocca la solita domanda odiatissima ma di rito:
  3. L'ampli è abbinato a: CD Rega Planet, casse B&W P6, cavi: quadripolare (li cambierò dopo aver cambiato casa) cosa ne pensi di tutto l'insieme ?
Di dove sei?
Mi pare il minimo per ringraZZiarti se mai venissi a Bergamo, invitarti a magnà na pizza.
In fondo te lo meriti visto che dedichi solo circa 35-40 ore AL GIORNO per noi poveriUNDdisperati audiofili.
Sempre grazie per tutto, KEEP ON EXISTING!
Carlo Bisignano - E-mail: badoc@mediacom.it

LC
Ciao Carlo,
sei un lettore disattento! :-) A ben cercare su TNT trovi ogni risposta...almeno per quanto riguarda me... :-)
Infatti ho pubblicato qualche settimana fa un articolo che racconta un po' chi sono, cosa faccio etc etc.
Articoli analoghi sono disponibili anche per i collaboratori. Basta che vai, ovviamente, nella rubrica
Redazione

Per quanto riguarda l'isolamento acustico c'è poco da fare: se ascolti ad alto volume i vicini ti sentono. Io ho notato che la maggiore dispersione si ha attraverso le porte e le finestre, meno dai muri.
Quindi, benissimo l'idea del sughero, che ha eccellenti proprietà fonoassorbenti, isolanti ed igroscopiche, ma non aspettarti miracoli.
Non so nella tua zona ma nei negozi di materiale per l'edilizia non dovresti avere difficoltà a reperire soluzioni analoghe nei materiali più disparati...la scelta sta a te, basta che confronti per caratteristiche fonoassorbenti dichiarate ed il costo totale dell'opera.
Ripeto, non vale la pena spenderci un capitale, i risultati non saranno *decisivi*.
I risultati migliori li avrai dal punto di vista dell'isolamento termico.

Per quanto riguarda invece il discorso della valvola sostituita io starei molto attento: non è vero che tutte le valvole sono uguali, tutt'altro!!!
Ci sono differenze notevoli tra una marca e l'altra, differenze anche dal punto di vista del prezzo, ovviamente.
Quindi chiedi che ti venga installata una valvola identica a quella originale, ancor più perchè vai a modificare un circuito in modo non simmetrico, con tutte le immaginabili conseguenze sull'equilibrio timbrico fra i due canali, l'immagine etc etc.
Eventualmente chiedi direttamente al Costruttore.
Leggi la lettera successiva a questa che tratta ancora di argomenti legati alle valvole ed al loro uso.
Infine l'impianto: mi sembra costruito con ottimi apparecchi e l'unica mia riserva teorica (cioè che vale quel poco che vale, perchè bisognerebbe sentire *sul campo*) è nell'accoppiamento ampli diffusori.
Il Triode 20, per come lo conosco io, mi è sembrato maggiormente a suo agio con diffusori più facili...com'è il controllo della gamma bassa, ad esempio?
E che cavi di segnale usi? E com'è la disposizione in ambiente?

Concludo ringraziandoti per l'invito della pizza, non è escluso che ci si veda in quel di Milano per il prossimo Top Audio...
Auguroni,
Lucio Cadeddu

Valvole e manutenzione
Caro Lucio,
probabilmente ti ricorderai di me... ci siamo e-scritti qualche mese fa per il mio ampli e per un corretto cablaggio del mio impiantino (non ho ancora effettuato il bi-wiring, ma è solo questione di tempo... ehm...di soldi).
Veniamo al dunque: sono contentissimo del mio Jolida 202, ma vorrei avere qualche notizia in più sulla manutenzione ordinaria degli amplificatori valvolari (integrati, nel mio caso).
La durata delle valvole, ovviamente, ma anche consigli tipo accensione, pre-riscaldamento e quant'altro.
Esiste un *decalogo* per questi apparecchi?
Ti ringrazio della pazienza e della stupefacente competenza.
Ciaooooo :-))
Luka - E-mail: lucper@usa.net

LC
Luca,
giro la risposta a Giorgio, il nostro esperto di valvole e ti ringrazio per i complimenti solo che *stupefacente competenza* mi sembra un tantinello esagerato :-)
Ciao!
Lucio Cadeddu

GP
Luka,

  1. Accensione degli ampli a tubi:
    c'è tutta una serie di precise e complesse regole da seguire per ottenere una corretta accension degli amplificatori a valvole, che dipendono dalle caratteristiche dei singoli tubi ed altre ameniità tecniche simili.
    Dato però che gli amplificatori, a parte rare eccezioni, hanno un solo interruttore di accensione, tutte queste precauzioni devono essere prese in fase di progetto dell'ampli stesso.
    Di solito è opportuno accendere prima il filamento e poi l'anodica, in quanto in questo modo la valvola riceve l'anodica quando è già in conduzione e quindi la sua tensione anodica è già bassa; tuttavia anche questa soluzione implica un improvviso scorrere di corrente elevata che può causare anch'essa danni, per cui è richiesta una costante di tempo elevata sull'anodica, in modo da avere una crescita lenta della stessa.
    Nel caso di alimentazioni a tubi, in particolare, se il tubo raddrizzatore ha già i filamenti caldi e si attacca istantaneamente l'anodica viene percorso di colpo da una corrente elevata che bene non fa.
    Insomma c'è di fatto da dire che una volta non si prendevano particolari precauzioni e non c'erano grossi problemi, anche perchè da un lato chi progettava un apparato lo progettava con criterio e sapendo cosa stava facendo, il che non si può sempre dire oggi, mentre utilizzando alimentazioni a tubi il lento riscaldamenteo del diodo comportava naturalmente una lenta crescita dell'anodica estremamente utile a preservare la vita delle valvole a valle.
    Resta il fatto che spegnere e riaccendere immediatamente un ampli siffatto può comunque creare danni, per i motivi di cui sopra.
    In pratica: fidatevi che il vostro ampli sia progettato correttamente e godetevi la musica...
  2. Preriscaldamento
    E' noto che un certo preriscaldamento dell'amplificatore in molti casi è utile a migliorare la qualità del suono. La cosa migliore sarebbe quella di tenere sempre acceso l'amplificatore, ma, a parte il consumo di corrente, e che la vita delle valvole è molto più breve di quella dei transistor, diciamo normalmente fra le 3000 e le 10000 ore (ma ci sono rari casi in cui la durata garantita è solo di 1000 ore...) per cui facendo i conti si scopre che si deve rivalvolare l'apparato almeno una volta l'anno.
    Perciò alla fin fine secondo me conviene tener spento l'amplificatore ed accenderlo solo quando si presume di ascoltare musica, possibilmente con qualche ora di anticipo.
    Tenete anche conto del fatto che ogni accensione e spegnimento comporta dei traumi strutturali che accorciano comunque la vita di quasiasi apparato elettronico: è probabilmente molto meglio tenerlo acceso un paio d'ore di più che accenderlo e spegnerlo una volta in più.
    Ovviamente queste sono più che altro valutazioni personali, anche perchè una valutazione precisa dovrebbe prendere in considerazione le caratteristiche dell'amplificatore e della sua alimentazione, e comunque è ben difficile per un privato riuscire a fare test significativi di tale durata su un campione ragionevolmente significativo...
  3. Manutenzione ordinaria
    Le uniche attività di manutenzione che possono essere prese in considerazione dall'utente consistono nella sostituzione delle valvole e in alcuni rari casi nella taratura della corrente di polarizzazione che in certe circuitazioni varia durante la vita della valvola al variare delle sue caratteristiche elettriche per invecchiamento.
    Le valvole vanno sostituite... quando il suono peggiora sensibilmente!
    A parte questa lapalissiana affermazione, ci sono dei limiti precisi su certe correnti, posti dai produttori, che indicano ll fine vita delle valvole, ma per verificare la cosa si deve usare un provavalvole, cosa ovviamte non posibile alla maggioranza degli audiofili.
    Perciò quando si verifica un peggioramento della qualità sonora conviene portare l'apparato all'assistenza e chiedere di verificare lo stato dei tubi.
    C'è anche la possibilità di comperare tubi diversi da quelli standard, anche migliori (molto spesso i tubi montati sugli apparati sono ottimi tubi di tipo corrente, non sono eccezionali, anche perchè quelli eccezionali sono spesso d'epoca, non più in produzione, e personalmente non ritengo serio progettare oggi apparati su tubi che in futuro scompariranno dal mercato...).
    Questa scelta però deve esser fatta con grande cautela e il supporto di qualcuno che conosca molto bene l'apparato e i tubi che si vogliono usare: i tubi "equivalenti" non o sono mai in realtà fino in fondo!!!
    Per di più a seguito della sostituzione dei tubi si deve molto spesso procedere alla ritaratura dell'apparato, che diviene ancora più delicata in presenza di tubi di caratteristiche leggermente diverse da quelli standard, in quanto i punti di lavoro prestabiliti potrebbero anche non essere più perfettamente centrati...
    Perciò: per le attività di manutenzione "interna" meglio rivolgersi all'assistenza che fare pasticci in casa. Soprattutto quando si è in garanzia!!!
    Ovviamente per la manutenzione esterna valgono le solite regole indicate in altri articoli di TNT...
Ciao
Giorgio Pozzoli

I prezzi pazzeschi dei cavi...
Caro Lucio,
permettimi di riscriverti su di un argomento per il quale mi avevi anche risposto personalmente, e te ne ringrazio, di cui ti avevo parlato in una lettera che evidentemente hai o cancellato o dimenticato (in quanto mi avevi promesso una risposta sulla tua rubrica).
Ti riscrivo perchè sono fermamente convinto che certe cose non stanno ne' in cielo ne' in terra. Mi riferisco ai prezzi dei cavi. Ognuno di noi ha una vaga idea di come certe cose vengano costruite e quanto possano valere.
Un cavo, cioè un filo intrecciato di metallo non può costare (tecnicamente) un milione al metro per una serie di motivi.
Una trafila è un macchinario semplicissimo; il fatto stesso che cavi commerciali (filo da lampadario, per intenderci) costino 300 lire al metro fanno capire che ciò che conta di più nel prezzo è...il trasporto! Il rame purissimo, industrialmente, costa una decina di volte di più del solito.
L'isolante in teflon, gomma, plastica, chiamalo come vuoi, costa quasi nulla, qualunque materia plastica sia; la treccia isolante poco di più.
Lavoro in un grosso centro elettronico, in cui calcolatori da decine di miliardi sono collegati ad unità periferiche e ad altri calcolatori dalle paurose performances con cavi specialissimi IBM, che notoriamente non fa beneficenza; questi cavi costano una milionata al metro: ma contengono da 30 a 60 fili separati, in rame purissimo eccetera.
Non metto in dubbio che un cavo di ottima qualità "suoni" meglio del filo da lampadario; quel che metto in dubbio è che la differenza sia di 3000 volte.
Senza considerare che certi cavi non sono certo fatti a mano, ma più spesso a Taiwan e dintorni, con buona pace di Bertinotti e le sue 35 ore...:-)
Due o tre metri di quel cavo sono due mesi di stipendio medio, un liutaio ti ci fa una onesta chitarra, una trafila ti ci fa una cinquantina di km di cavo al mese.
Ma chi vogliamo prendere per il...?
Hai perfettamente presente il parallelo col ciclismo: un reggisella (= tubo di alluminio) costa 30000 lire, 150000 se di marca; il pacco pignoni in titanio della campagnolo 8v stava a quasi 500000; lo stesso, identico ma fatto dalla colnago 350000; di fattura americana (non ricordo la marca, ce l'ha un mio amico) 200000. Le doppie leve 9v dura-ace shimano qui stanno quasi un milione: io le ho comprate su... internet, www.performanceinc.com, 280$ più tasse, totale si e no la metà: il mio negoziante di fiducia non ci voleva credere.
Ancora: in campo fotografico esistono le lenti in fluorite, asferiche e trattate con brevetti al limite del segreto militare, dal costo di appena circa 3-4 volte un buon obiettivo, e stiamo parlando di tecnologie quasi spaziali.
Perchè queste differenze? Risposta: marketing.
In Italia è pieno di ciclisti pronti a spendere milioni per un tubo di ferro che altrove costa la metà; e poichè sappiamo che spesso la domanda fatale davanti ad un impianto hi-fi è il "quanto costa", allora ci sta il furbacchione che ti spara qualche zero in più per agganciare il totano.
Un buon amplificatore è in sostanza una matassona di 10-20 kg di filo di rame: devo dedurre che hanno usato il filo da lampadario per gli avvolgimenti, altrimenti anche il minimale NAD 3020 costerebbe una decina di miliardi; eppur si...suona.
Cosa c'è che non va ?
Carissimi saluti da Fabio Lanzi.

LC
Fabio,
intanto scusami per la mancata risposta al tuo mail precedente. Come avevo spiegato in questa rubrica qualche settimana fa, a causa di un grosso problema col mio provider e col mio PC molti messaggi sono andati persi.
Invitavo infatti a riscrivere coloro che non avessero avuto risposta quella settimana, tra i quali tu, evidentemente.
Mantengo sempre la parola data...se ti avevo detto che ti avrei risposto in settimana l'avrei fatto...se non fosse andato perso il messaggio.
Veniamo allo spinoso problema dei cavi.
Innanzitutto c'è da fare una precisazione: il cavo di lampadario si produce in migliaia di chilometri al giorno, quello per HiFi pochi metri. Manca, in poche parole, quella che gli economisti chiamano economia di scala.
E lo conferma il fatto che il cavo IBM da te citato costa circa un milione al metro...quanti ne venderanno? Pochi, rispetto alla massa (o matassa :-) ) di cavi per PC che avvolgono tutto il mondo.
Poi dici tu stesso che il cavo IBM contiene dai 30 ai 60 cavi al suo interno: ma li hai visti come sono costruiti alcuni cavi per HiFi?
Apri un Cardas o uno Shinpy e capirai. E ti sto citando cavi il cui progetto è coperto da brevetti internazionali e da ricerche durate degli anni.
Che poi in mezzo a tante cose serie ci siano anche i...furbacchioni, è inevitabile. C'è sempre chi se ne approfitta.
Il problema che poni è anche un altro: la differenza di prezzo vale la differenza sonora? Dal punto di vista dell'uomo comune la risposta è certamente NO.
Ma l'audiofilo non è una persona comune, è uno che cerca il minimo dettaglio, la sfumatura e la sottigliezza e dà a queste da un valore massimo.
Per queste sfumature ci sono persone disposte a pagare anche milioni per un metro di cavo. Lo vogliamo vietare? E perchè mai? Ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio crede.
Però non pensare che un cavo da 200.000 lire suona come quello da un milione perchè non è così, almeno nella stragrande maggioranza dei casi.
E la differenza si sente, molto. Anche tra cavi dello stesso livello di prezzo (che so, un milione contro un milione e mezzo :-)) si sentono differenze.
Valgono così tanto? Non siamo noi a dover giudicare. E' l'acquirente che, se è in grado di sentire ed apprezzare la differenza, deve valutare se val la pena oppure no.
Credi che i ciclisti con reggisella in titanio sappiano (tutti) rendersi conto della differenza? Io credo di no, però loro sono contenti così e la Passione giustifica spese altrimenti inutili ed irrazionali.
Ti racconterò un aneddoto:
una domenica, per il solito giro d'allenamento, ho deciso di prendere la bici che uso in città, una specie di ibrida da supermercato con 5 soli rapporti, un solo freno e pesante quanto una Volvo.
Ovviamente i miei compagni di allenamento mi hanno deriso, loro con le ruote Shamal ed i componenti in titanio.
Però poi alla fine della pedalata nel mio gruppo erano rimasti in pochi a tenere il passo, gli altri, nonostante la tecnologia, erano rimasti indietro, scoppiati.
Tradotto questo episodio in termini audiofili significa che la qualità dell'impianto è spesso fortemente dipendente dall'audiofilo che lo ha messo su ed ottimizzato.
In quest'ottica anche un cavo economico può fare (quasi) miracoli. Però, a parità di livello di ottimizzazione il cavo (o il componente) migliore va meglio...non ci sono santi.

Il discorso poi che all'estero molte cose costino sensibilmente meno è vecchio come Noè. Purtroppo in Italia, dove il provincialismo regna sovrano, la qualità dei beni è messa in strettissima correlazione col prezzo, nel senso che se una cosa costa di più deve essere per forza migliore.
Così si finisce per confrontare apparecchi di classi completamente diverse, ad esempio diffusori italiani da 3 milioni con altri americani di pari prezzo che, però, in America costano spesso la metà.
Succede anche il contrario: hai mai visto i prezzi di Sonus Faber negli Stati Uniti? Scopriresti che la Concertino non è un diffusore budget, come qui da noi, ma un prodotto di classe media.
Tempo fa il distributore americano dell'Audio Analogue si è arrabbiato non poco perchè io ho pubblicato, nella recensione inglese del Puccini, il suo prezzo di listino in Italia, tradotto in dollari.
L'evidente differenza col prezzo statunitense faceva apparire il signore come un ladro matricolato (o così lui mi ha detto).
Al che io mi sono affrettato a spiegare, nell'articolo in questione, che il prezzo italiano in dollari serve giusto per dare un'idea del costo dell'apparecchio in Italia, avvertendo che all'estero potrebbe essere molto più alto per problemi di trasporto, sdoganamento, tasse varie tec etc.
Come vedi, il problema dei prezzi è internazionale e di difficile soluzione. Fa piacere che in ambito europeo molti prezzi siano allineati: ad esempio i prodotti Linn costano in Italia all'incirca, cambio permettendo, quanto costano in Inghilterra, Paese produttore. Giusto per fare un esempio.

Concludo infine col parallelo col NAD 3020. Certo che è costruito con rame normale...ma, a parte gli avvolgimenti dei trasformatori e qualche cablaggio non è tutto *rame*...certo, suona bene, ma non si possono valutare gli apparecchi HiFi *a peso*, sarebbe come valutare un libro dal numero di pagine.
Dietro il costo di un apparecchio il materiale ha una importanza relativa, almeno per prodotti *normali*, il progetto e la sperimentazione contano molto di più.
Credi che il 3020 sia frutto di un caso fortuito?

Ci sono poi anche apparecchi che costano molto, e che sia di materiali che di progetto hanno quasi niente ma il mercato consente loro di sopravvivere.
Non pensare tuttavia che si vendano migliaia di ampli multimilionari o cavi da 10 testoni a metro...se ne parla molto più di quanto non si riesca a vendere, come succede per l'alta moda (un giorno si e l'altro pure c'è un servizio nei TG) ma poi quante donne al mondo possono permettersi certe cose?
Sentii tempo fa un'intervista ad un famoso stilista che confessava candidamente che molti dei suoi capi avevano un pubblico di qualche centinaio di donne in tutto il mondo.
Ecco, per i cavi il discorso non è molto diverso. Non direi che sia il caso di preoccuparsene più di tanto: guardiamo il mercato per ciò che offre alle nostre tasche, il resto lasciamolo ai pochi che possono.
Ciao e auguri!
Lucio Cadeddu

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