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Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 24/5/2014 - 31/5/2014

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  1. Diffusori entry-level
  2. Ampli nuovo o vintage?
  3. Upgrade diffusori con 5000€
  4. Strategia di upgrade
  5. Upgrade lettore CD
  6. Feedback su Aliante One Zeta
  7. Nuovo amplificatore low-budget
  8. Klipsch Heresy
  9. HiFi made in Italy
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Diffusori entry-level
Gentile Sig. Cadeddu,
sono un nuovo fan di TNT. Avrei bisogno di un consiglio su quali diffusori abbinare al mio piccolo impianto:

Mi piacerebbe sapere qual'è la miglior soluzione in generale e qual'è la miglior soluzione rispetto al mio budget.
La ringrazio anticipatamente,
Saluti,
Giuseppe - E-mail: giuseppe-sisto (at) libero.it

LC
Caro Giuseppe,
ho deciso di pubblicare questa tua, che invece tipicamente avrebbe avuto una breve risposta privata, perché la domanda merita una riflessione più approfondita. Non è infrequente, infatti, che ci si rivolga alla nostra consulenza chiedendo quale sia - relativamente a un certo componente dell'impianto - la miglior soluzione in assoluto, indipendentemente dal budget.
Come ho sottolieneato altre volte, ma ripeterlo evidentemente è necessario, innanzitutto NON ESISTE una soluzione che sia la migliore in assoluto. Se esistesse, la concorrenza non avrebbe ragione di stare sul mercato e invece il mondo dell'HiFi pullula di prodotti in ogni fascia di prezzo. In secondo luogo, visto che i costi dei diffusori superano tranquillamente il prezzo di un appartamento medio, non capisco come si possa chiedere quale sia la soluzione migliore indipendentemente dal budget. Che senso ha? Capisco che sognare non costi nulla, ma davvero mi sfugge il senso di questo genere di domande. È come se ci si rivolgesse a una rivista di automobili chiedendo consiglio su una utilitaria e poi su quale vettura acquistare se non ci fossero limitazioni di budget! Sarebbe quantomeno bizzarro, no?
E allora, nel tuo caso, posto che l'impianto è entry-level, la tipologia di diffusori da considerare è più o meno quella che vive nell'intorno del budget che hai considerato. Potresti certamente spendere un po' di più, ma poi ci sarebbe l'amplificatore a fare da collo di bottiglia. Di conseguenza, tenendo conto dei 200€ di budget e dei 7 mq della camera opterei per un bookshelf tipo KEF C-1, Wharfedale Diamond 10 o 10.1, Indiana Line Tesi 240 o Nota 260. Se fossero ancora reperibili, anche una coppia di
Pure Acoustics PRO838. Sul mercato dell'usato, invece, la scelta si amplierebbe fino a modelli, magari di questi stessi produttori, ma nella fascia di prezzo tra i 400 e i 500€ i quali, visto che l'usato si vende a circa il 50% del listino del nuovo, ricadrebbero esattamente nel budget che ti sei prefissato. Qualora la disposizione dell'impianto e degli arredi lo consentisse, penserei a delle piccole torri da pavimento come le Wharfedale VR200.
Lucio Cadeddu

Ampli nuovo o vintage?
Buongiorno signor Cadeddu,
ho letto un suo
editoriale dove mette in guardia sul cosiddetto "vintage" che si vede in vendita su ebay e simili.
In particolare tempo fa io postai sul forum di avmagazine una richiesta di parere fra due soluzioni, Pioneer SSA40 e Scythe KamaBay 3000. Ecco, esplicitamente fra questi due modelli, lei che cosa mi consiglia?
Confesso che il piccolo Pioneer SSA 40 mi stuzzica molto, ma altrettanto mi stuzzica l'abbattimento dei consumi che avverrebbe con uno Scythe kama amp 3000. Mi consiglia di tenere i diffusori del mio stereo del 1990, o di vendere anche essi e di prendere magari 4 diffusori più piccoli da disporre diversamente nella stanza (sempre sopra i mobili).
Per il Kama amp conosce eventualmente qualcuno che realizza chassis hi-fi su misura?
Grazie in anticipo.
Cordiali saluti,
Max - E-mail riservato

LC
Caro Max,
anche la tua domanda è abbastanza bizzarra: vuoi scegliere tra un vecchio amplificatorino economico come il Pioneer o un moderno amplificatore che utilizza gli ultimi ritrovati della tecnica? Continuando col parallelo automobilistico della lettera precedente (così ci si rende conto del paradosso!), sarebbe come chiedersi se acquistare una moderna utilitaria con tutti gli optional o un vecchia Fiat 850. Bizzarro, no? E allora perché in HiFi è tutto lecito? Perché ci si può porre domande su alternative così strampalate? Il senso, di nuovo, mi sfugge. Così come mi sfugge la tua necessità di disporre di quattro casse. Infine, mi sfugge il perché non ti sia sforzato a formulare una richiesta più articolata, limitandoti a linkare il post di un forum, giusto per avere un mio parere. No, non ci siamo.
Il mio consiglio, drastico, è quello di lasciar perdere il vecchio Pioneer, che ti darà certamente tanti problemi e ben poche soddisfazioni e di puntare a un amplificatore moderno. Lo Scythe ha una potenza bassa, non so se sia sufficiente per i tuoi scopi. Punterei, meglio, a un entry-level molto più flessibile e comodo da usare come il Cambridge Audio Topaz AM5 che si trova anche per poco meno di 200€ oppure, meglio, all'Auna AV2 CD508 che costa circa un centinaio di euro, è potente, versatile e ha pure il telecomando. Per i tuoi scopi andrà benissimo. Se davvero ci devi collegare quattro diffusori occhio all'impedenza! (leggi le FAQ)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade diffusori con 5000€
Gentile dottor Cadeddu,
sono un assiduo lettore del suo sito da più di dieci anni, anche se non credo di averle mai scritto. Le risparmio dunque lunghi complimenti (sono così affezionato non per vena masochistica...), le scrivo per un consiglio. Possiedo un impianto a/v di una decina d'anni fa, con casse JM Lab Focal (726 i frontali), lettore Oppo BDP-95, ampli Cambridge Audio 650r (comprato 4 anni fa in sostituzione di un NAD T752 precedente che si era rotto).
Vorrei fare un upgrade alla parte stereo dell'impianto (il resto continua a divertirmi per film/videogames, ma per quello va più che bene). In particolare vorrei migliorare la precisione/ il livello di dettaglio del suono (che a volte mi sembra poco analitico), la riproduzione spaziale, e con questo risolvere anche alcuni limiti delle casse (alcune imprecisioni sugli alti, a volte la tendenza a distorcere, che erano citate fra i difetti quando le ho acquistate e che ora vorrei sistemare).
Il punto è questo: vorrei procedere con un upgrade graduale, sostituendo prima i diffusori (su cui per esempio avrei stanziato 4-5k€) e poi dotandomi di un ampli all'altezza. In tal modo potrei procedere progressivamente, comprando pezzi di qualità, ma senza dovermi svenare in un sol colpo. Avrei chiaramente come effetto negativo che per qualche tempo l'impianto sarebbe sbilanciato.
Cosa ne pensa? E' una buona idea?
Grazie in ogni caso per l'attenzione,
Andrea - E-mail riservato

LC
Caro Andrea,
la cifra che vuoi investire nei nuovi diffusori è molto elevata in proporzione al resto, non sono sicurissimo che sia necessaria una spesa di questo genere per fare un salto di qualità sensibile. Non sono neppure sicuro che i difetti che imputi ai diffusori (distorsioni e imprecisioni in gamma medio-alta) siano davvero da ascrivere alle ottime Focal. Sicuro che non sia l'ambiente a metterci molto del suo? O addirittura gli stessi dischi? Te lo dico perché tutto si può dire del suono Foal tranne che sia poco analitico e dettagliato. Mi sarei aspettato, anzi, un eccesso in senso opposto. A mio parere questa mancanza di precisione e dettaglio è proprio da ricercare nell'acustica ambientale e/o nella disposizione dei diffusori.
Comunque sia, a mio parere ti basta un investimento di 3000€ per fare un salto qualitativo elevato e magari orientare il resto del budget sugli altri componenti dell'impianto. Diffusori che potresti prendere in considerazione sono Opera Quinta, Sonus Faber Venere 3.0, ProAC Studio 140, Spendor A6R, KEF R900...
Vorrei che fosse chiaro che se l'ambiente o la disposizione dei diffusori fossero palesemente inadatti, anche diffusori di questo pregio farebbero fatica ad esprimersi adeguatamente. Anche l'ampli A/V, per quanto di stirpe audiophile, sarebbe comunque un gran bel collo di bottiglia.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Strategia di upgrade
Ciao Lucio,
Reitero i soliti, ma ciònondimeno meritati complimenti per la rivista che rappresenta sempre un punto di riferimento per tutti noi, appassionati di riproduzione musicale, quale che sia l' età ed il livello di esperienza. E' sempre un piacevole momento di confronto sulle nostre tematiche per chi ha una supposta esperienza e conoscenza, e fonte di sapere per chi invece è alle prime armi e si affaccia sul nostro controverso mondo dell' alta fedeltà. E comunque a Giugno saranno 14 quattordici anni che ti leggo settimanalmente e... caspita! Sed fugit interea fugit irreparabile tempus.
Bene, qualche tempo fa appunto ci eravamo scritti circa upgrade del front end analogico, in particolare si parlava di testine MM. Riprendiamo il discorso in quanto in realtà ho imboccato una strada diversa. Ho avuto l'occasione di acquistare un braccio unipivot con regolazione micrometica del VTA, il Vector Tonearm, con un fortissimo sconto. In questo momento la configurazione è composta da un giradischi Basis 1400 signature, il braccio Vector che prende il posto di un braccio Basis - sostanzialmente un RB250 modificato e testina Grado Gold.
A completare l'impianto il lettore CD Micromega Solo, l'amplificatore McIntosh MA 6900 ed una coppia di Dalquist DQ 30i. I cavi sono tutti dei MIT sia di segnale/potenza che di alimentazione. Ti devo dire, e mi dirai che scopro l'acqua calda, che non dico che non ho mai sentito suonare la Grado in questo modo, ma che proprio non avrei mai immaginato che potesse arrivare a certi livelli, sono rimasto veramente a bocca aperta.
Ovviamente mi rendo conto che l' insieme non è esattamente bilanciato, usare un braccio da 5000 euro con una testina da 170 euro rappresenta quasi un non senso. E quindi bisognerà pensare ad ulteriori step, sebbene non abbia fretta: l' insieme mi dà parecchia soddisfazione già così :-) dammi pure dell' insano....
Il dubbio però a questo punto è su come proseguire, con calma, nella strategia di upgrade: mentre appare chiaro che la testina non sia congruente a questo punto si può mettere in discussione anche lo stadio phono del McIntosh, che è solo MM e quindi preclude l' acquisto di una MC senza o uno step up oppure uno stadio phono esterno. Tra queste opzioni, quindi, riassumendo secondo te qual'è quella che avrebbe più logica?

Aggiungi pure una reprimenda su quei soggetti che si mettono in caso un componente che è di categoria nettamente superiore e che poi sono costretti a "rincorrerlo" per adeguare tutto il resto alla qualità del nuovo oggetto.... Sono perfettamente cosciente di essere uno di questi :-)
Se posso, aggiungo un sincero augurio personale anche se non siamo né a Natale né a Pasqua. Siamo quasi coetanei ed ultimamente la vita si è premurata di darmi almeno un paio di nuove lezioncine inaspettate e difficili da fronteggiare. Ne ho pagato il prezzo, hanno lasciato il segno e forse ho imparato qualcosa: ne sono uscito quasi del tutto, non senza portarne addosso le cicatrici.
E quindi sono auguri particolarmente consapevoli che tutto vada veramente per il meglio.
Alessandro - E-mail: alessandro.smerdel (at) db.com

LC
Caro Alessandro,
io per il momento prenderei una MM di alto livello, che potrà tranquillamente stare al suo posto quando ti verrà voglia di cambiare amplificazione o inserire un pre fono separato di classe superiore. Non sono sicuro, infatti, che un McIntosh di più alta gamma abbia necessariamente uno stadio phono di qualità superiore, né che la MC sia per forza una soluzione sensata, almeno per il momento. Io prenderei in considerazione testine MM sul migliaio di euro come una Grado top di gamma, una Audionote IQ3, una Clearaudio Maestro MM006 o Virtuoso MM005 o un vero classico delle MM di alta gamma come la Music Maker mkIII, più volte ottimamente recensita su queste pagine.
Oggetti così preziosi resteranno molto facilmente in tua compagnia anche in caso di upgrade delle elettroniche a valle o nell'eventuale acquisto di un pre fono separato.
Per quanto riguarda la scoperta dell'acqua calda, come hai scritto, non devi sorprenderti troppo: il braccio di lettura è un componente abbastanza importante, soprattutto se consente regolazioni precise, che sono la vera chiave di volta per mettere qualunque testina nelle condizioni di leggere al meglio.
Infine, ti ringrazio per gli auguri sinceri, che ricambio. Sono assolutamente d'accordo con te che spesso la vita ci metta di fronte a delle sfide e lezioni difficili da fronteggiare, io l'ho imparato mio malgrado sin da ragazzino. Le cicatrici restano, ma resta anche l'esperienza che ci aiuta a superare i momenti difficili.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Upgrade lettore CD
Gentile Direttore,
torno a scriverti dopo un anno dalla mia precedente mail (vedi
vol. 656) in cui chiedevo un parere sull'acquisto di un amplificatore da abbinare ai diffusori SF Toy Tower appena acquistati. Durante il periodo natalizio, ho acquistato un Unison Research Unico a 900 euro (nuovo, anche se si trattava di una rimanenza di magazzino; è fuori produzione da qualche anno) preferito, dopo qualche ascolto, ad un Primare i22 e a un Cyrus 6a. Inserito nel mio impianto ha mostrato un'ottima musicalità e la differenza, rispetto al pur onesto Rotel RA 10, si è sentita già dai primi ascolti. A migliorare ulteriormente la qualità sonora dell'intero sistema, hanno contribuito i piedini disaccoppianti della Omicron che, posti sotto il lettore CD, hanno fatto un vero miracolo, migliorando moltissimo la definizione del suono (quelli sotto l'amplificatore, ad essere sinceri, si sono rivelati meno efficaci).
La ragione per cui ti scrivo nuovamente è dovuta al fatto che mi sto chiedendo se, a questo punto, valga la pena di sostituire anche il mio attuale lettore CD, un onesto Rotel CD 06-SE. Appena acquistato l'ampli, lo davo per scontato; successivamente, però, sono stato preso da seri dubbi. Il primo riguarda il tipo di apparecchio che andrei eventualmente ad acquistare (cifra stanziata: 800 euro). E' più conveniente acquistare un lettore CD (pensavo ad Arcam FMJ CD 17, Audiolab CD 8200, o Rega Apollo R) o converrebbe, invece, l'acquisto di un buon DAC da abbinare all'attuale lettore (Hegel D11 o Audiolab M-DAC; potrei anche arrivare al New Wave della PSAudio, visto a 900 euro), utile nel caso decidessi di passare, in futuro, alla musica liquida?
Il mio dilemma, tuttavia è il seguente: sono in grado questi apparecchi di fornire quel salto di qualità che, lecitamente, mi aspetto? Cercando in rete, ho avuto occasione di leggere su alcuni forum commenti di appassionati che, a fronte di una spesa non indifferente per un upgrade, non hanno poi sentito differenze apprezzabili nel suono una volta inserito il nuovo lettore CD (o il DAC) nel loro impianto. Queste testimonianze (e non sono poche...) non solo mi hanno lasciato perplesso, ma reso anche prudente. Mi chiedo se, per la cifra che potrei stanziare, valga realmente la pena di sostituire il mio Rotel che, devo dire, mi soddisfa abbastanza. Vorrei conoscere il tuo parere in merito e un eventuale consiglio su quale, tra gli apparecchi sopra citati (o altri che vorrai suggerirmi), possa meglio amalgamarsi agli apparati già in mio possesso. Ho selezionato apparecchiature dal suono caldo, idonee (credo) al tipo di musica che ascolto (quasi esclusivamente musica classica). Ti informo che difficilmente riuscirò ad ascoltarli prima dell'acquisto. D'altronde sono dell'idea che, se ascoltati abbinati con ampli e diffusori diversi da quelli in mio possesso (cosa che avverrebbe in un negozio), mi fornirebbero informazioni di scarsa utilità.
Termino ringraziandoti nuovamente per la disponibilità e la pazienza che mostri sempre nei confronti degli appassionati che, come me, ti chiedono consigli (a volte, anche banali). Inutile dire che sono ormai un affezionato lettore degli articoli presenti su questo sito; l'interesse con cui la vado a cercare ogni sabato mattina la rubrica della posta, dimostra chiaramente quanto io apprezzi il tuo impegno e quello dell'intero staff di TNT Audio.
Un cordiale saluto,
Roberto - E-mail: rsantucci51 (at) gmail.com

LC
Caro Roberto,
sono felice che il nuovo amplificatore ti abbia fatto fare un salto di qualità sensibile. Sono d'accordo con te che ora il collo di bottiglia potrebbe essere rappresentato dal lettore CD, ma non ritengo debba procedere alla sua sostituzione, se il budget è quello che hai indicato. Il salto qualitativo sarebbe molto piccolo, appena percepibile. Il discorso invece diventa più interessante se la sostituzione riguarda il solo DAC, vero responsabile del suono di una sorgente digitale, insieme agli stadi d'uscita analogici. Un nuovo DAC in quella fascia di prezzo ti permetterebbe poi di poter collegare sorgenti diverse o anche un PC in futuro, per fruire della musica liquida al meglio.
Quindi, per quanto io, in generale, sia contrario alla moltiplicazione delle scatole HiFi presenti in un impianto, in una situazione come questa, visto il budget e la voglia di espandibilità futura, il DAC ritengo rappresenti una scelta abbastanza logica ed economicamente conveniente. In futuro potrai anche decidere di eliminare del tutto il lettore CD e utilizzare il PC come meccanica di lettura, sia per i dischi ottici che per i file su hard disk.
I DAC che hai indicato sono tutti degli ottimi apparecchi, mi è difficile consigliartene uno in particolare, anche perché avrei dovuto poterli confrontare tutti. Se vuoi, aggiungi al lotto anche l'Asus Xonar Essence One, più o meno nella stessa fascia di prezzo, una macchina che si è guadagnata un'ottima reputazione nonostante il marchio sia di estrazione informatica e non audiophile.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Feedback su Aliante One Zeta
Buongiorno caro Lucio. Ti scrivo in questa solare mattinata di maggio per condividere gli ultimi cambiamenti effettuati nel mio impianto casalingo (con il passare degli anni mi sembra sempre più un bel gioco per bambini parecchio cresciuti, ma tant'è..continuo a divertirmi :-P ). Ti scrissi ai primi di marzo lamentando la dipartita delle mie ML Ascent (ormai andate purtroppo, il cambio dei pannelli richiedeva una spesa che ho ritenuto davvero esagerata, senza contare che non essendo di regolare importazione Natali semplicemente si rifiuta di venderli, ma si può...?).
Vista la scarsità di pecunia, ti chiedevo informazioni sulle Diapason Micra come sostitute momentanee, diffusori poi acquistati e goduti fino a qualche giorno fa. Ammetto che l'esperimento è stato interessante e divertente, mi ha permesso di riabituarmi all'ascolto di diffusori "tradizionali" e se non fosse stato per la cubatura davvero eccessiva per le piccoline della mia stanza d'ascolto probabilmente le avrei tenute a lungo. Ma la mancanza di un diffusore più "completo" alla lunga si è fatta sentire. Così, complice il mio 40esimo compleanno imminente ed una ottima occasione mi sono portato a casa una coppia di Aliante One Zeta, diffusore tante volte ascoltato ed ammirato in diverse fiere e che, ho pensato, si sarebbe maggiormente avvicinato al mio ideale di ascolto "elettrostatico-oriented".
Orbene, le Zeta stazionano da qualche giorno nel mio salone (ti invio qualche foto così che tu possa farti un'idea dell'ambiente). Piccola premessa, tutte le mie impressioni sono relative all'ascolto su stand da 80cm, palesemente troppo alti (erano quelli delle Micra), a giorni mi arriveranno degli stands da 70cm); orbene, nonostante questo mi é stato chiaro fin da subito che stavo ascoltando qualcosa di extra-ordinario, nel senso proprio di diverso da quello che ho ascoltato in questi 15 anni di ascolti...nel bene ma non solo, per il momento.
Mi spiego; nella mia maturazione come appassionato (e come uomo direi...) negli anni mi sono sempre più orientato verso la ricerca della naturalezza e della semplicità. In termini audiofili direi della "musicalità" intesa come fruizione della musica nella sua globalità, cercando di mettere la tecnica (il mezzo) al servizio del fine, che è semplicemente quello di godere della musica in tutte le sue meravigliose espressioni.
Anche il resto del mio set up và in questa direzione, semplicità e massima qualità possibile in funzione del denaro a disposizione. Una sorgente di straordinaria naturalezza (Pioneer PD D9J con modifica massima Aurion Audio), un integrato capace di pilotare qualsiasi cosa con grazia ed un contrasto dinamico eccellenti (Audia Flight One), cavi Jps Superconductor2 di segnale (bilanciato, of course) e potenza, TnT TTS di alimentazione, tavolino Omicron Technos (quanto questo semplice accessorio contribuisca al risultato finale è per me fonte ancor oggi di sorpresa).
Quello che esprime questo set up collegato alle Aliante è davvero particolare: una scena di straordinarie dimensioni, a memoria ancor più materica delle ML; una gamma media di sconcertante dettaglio ma allo stesso tempo non iperrealista (in questo parametro mi sento di poter dire che siamo a livelli davvero prossimi alla perfezione, ammesso che esista). Gamma alta stupendamente raccordata al medio, dapprincipio un po' aggressiva, ora con l'aggiunta degli appositi feltrini e di una coperta leggera sul tv, superbamente rifinita, ambrata direi. Ed in basso...ecco qui cominciano le perplessità; la gamma ultra bassa (diciamo dagli 80 Hz in giù) c'è, scurissima (stranamente considerate le caratteristiche di apertura del medio alto, ma i Jps in questo credo ci mettano lo zampino), ti sorprende quando meno te lo aspetti, in particolare con la sinfonica e la musica elettronica.
Ma il medio basso...ecco dire chè indietro è un eufemismo. Articolatissimo certo, ma manca di coinvolgimento emotivo. Certo l'Audia in questo non aiuta, lo avevo scelto anche per integrarsi con i woofer delle Ascent, un connubio delizioso di potenza (le ML) ed articolazione (il Flight). Ma addirittura con le Micra il problema non sussisteva affatto, anzi le piccoline si esaltavano esibendo un mediobasso quasi travolgente ed emozionante (il basso quello vero no, poverine, sarebbe stato un miracolo :-). Quindi...boh? Diciamo che intuisco di aver fatto un acquisto che potrebbe rivelarsi definitivo per alcuni generi di musica (tutta la musica acustica direi, che per fortuna rappresenta un buon 70% di ciò che ascolto). Ma che con il rock, il pop ed in generale con tutto ciò che non sia inciso con tutti i crismi risulta un po' difficile da ascoltare, o affaticante o poco coinvolgente a seconda.
Sono un po' perplesso e visto che anche se ormai una vita fa le hai avute in prova per parecchio tempo ti chiedo lumi. Comunque, visto che di un gioco si tratta e che ho imparato a godere di quello che c'é...ora complice la mia mattinata libera mi metto su Beyond Words di Bobby Mcferrin...e semplicemente c'è solo la musica. Curioso quanto le One zeta mi ricordino la mia compagna, ormai ex da un paio di mesi, incredibilmente belle ed irresistibili se messe a loro agio ed allo stesso tempo così idiosincratiche con tutto il resto.
Ti abbraccio Lucio.
Sureela - E-mail: morandini2 (at) libero.it

[Sala d'ascolto]

LC
Caro Sureela,
mai avrei osato paragonare un diffusore a una donna, ma prendo atto :-)
Io credo che la leggerezza che senti sul medio-basso migliorerà con gli stand di altezza inferiore, io proverei anche 60 cm, per vedere l'effetto che fa. Una cosa è certa: le One Zeta non sono diffusori nati per il pop e il rock, come potrai facilmente evincere dalle mie note d'ascolto. Fanno molto, moltissimo, ma hanno i loro limiti, soprattutto in gamma bassa. Il fatto che tu noti un buco sul medio-basso (e non sul basso in generale) potrebbe essere dovuto a un posizionamento sfortunato e all'interazione con le pareti circostanti. Si tratta di diffusori molto reattivi e sensibili ai cambiamenti, pertanto prova a giocare con spostamenti di 5 cm per volta, in tutte le direzioni. Ancora, si tratta di strumenti di grande precisione e analiticità: non perdonano poi moltissimo alle cattive incisioni e quelle rock, purtroppo, sono scadenti nella stragrande maggioranza dei casi. In tutta sincerità, visto l'ambiente e i tuoi gusti, forse avrei preferito delle piccole torri da pavimento, magari meno raffinate ma al contempo meno primedonne.
L'impianto a monte di esse lo ritengo non responsabile del suono che senti, quindi dovrai impegnarti un po' per trovare il giusto compromesso di posizionamento in ambiente, sono certo che giocando con l'altezza degli stands e la posizione rispetto alle pareti e al punto d'ascolto qualcosa migliorerà indiscutibilmente. Qualora ti capitasse di poter provare un integrato Naim, non farti sfuggire l'occasione, potrebbe essere un partner migliore per le tue One Zeta. Quando tutto dovesse fallire, perché non provare con delle Diapason Adamantes? Se ti son piaciute così tanto le Micra, le Adamantes dovrebbero essere lo step successivo più logico: impostazione analoga ma molta più sostanza in basso. La classe è sostanzialmente la stessa delle One Zeta.
In ogni caso, perché non provi anche a sentire l'Ing. Prato di Aliante? Chi meglio di lui può aiutarti a estrarre il meglio dalle sue creature? È una persona squisita, competente e molto disponibile.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo amplificatore low-budget
Carissima redazione di TNT Audio,
dopo anni, in cui ho letto e riletto il vostro sito internet come fosse la bibbia dell'HIFI, è giunto il momento di scrivervi una letterina. Devo dare una svolta al mio modo di ascoltare, stufo di un epoca dove l'ascolto della musica è diventato mordi e fuggi, credo che vada riscoperta, anche con piacere, la voglia di sperimentare e costruirsi un impianto hi-fi.
Al momento attuale la mia configurazione è la seguente:

Ascolto ogni genere musicale. Posizione di ascolto, classico salottino. Vorrei fare un salto di qualità, temo che il mio Technics, per quanto sia un marchio "blasonato", non possa competere con amplificazioni di altre carature e sinceramente trovo che a volte il problema di questa unità, oramai con 15 anni di lavoro alla spalle, sia un po' di confusione nella scena e bassi anche troppo gonfi e gommosi, insomma, una scena sicuramente un po' confusa ma con suono caldo, si perde sicuramente un po' il panorama delle frequenze medie e acute.
Aggiungiamoci che anche a volumi bassissimi, dai diffusori è comunque sempre percepibile un certo fruscio di fondo, cosa un po' fastidiosa, anche se non problematica. Ho provato a testare un piccolo TAMP basato su Tripath TA2024, ma per quanto il suono sia bello e magico, mi manca quell'impatto sonoro a cui sono da sempre abituato, insomma, la potenza del piccoletto è insufficiente per dare dinamica al suono. Qualità sicuramente... ma discapito delle prestazioni assolute.
Ora stavo valutando delle soluzioni di vario genere: In alternativa, sempre orientandomi su di una spesa massima di 150 euro su che soluzione potrei andare? Vorrei ascoltare con piacere la mia amata musica, senza accusare fatica di ascolto come purtroppo mi capita con il Technics. Grazie realmente, so che la cifra in gioco è molto scarsa rispetto a soluzioni audiofile da svariati milioni del vecchio conio, ma si cerca di fare quanto ci si può permettere per ascoltare nel migliore dei modi :-)
Roberto - E-mail: mercantedigitale (at) yahoo.it

LC
Caro Roberto,
certamente il collo di bottiglia nel tuo impianto è rappresentato dall'amplificatore, pertanto i tuoi propositi di sostituirlo con qualcosa di più audiophile mi trovano assolutamente d'accordo. Con la cifra a disposizione, senza cercare nel mercato dell'usato, ci sono poche possibilità, qualcuna l'hai individuata tu, un'altra provo a suggerirtela io: un
Dayton DTA-100. Costa appunto 100€, ha il suono Tripath ma con tutto l'impatto e la potenza che servono. Ha un solo ingresso (diciamo due, via!) e non ha il telecomando ma quello che sa fare lo fa molto, molto bene. L'Auna è un altro campioncino nel rapporto qualità/prezzo e sicuramente è molto più comodo da usare, avendo persino il telecomando e tanti ingressi a disposizione. Quale dei due suona meglio? Secondo me il Dayton, ma anche l'Auna si lascia ascoltare con piacere. Non conosco il valvolare della stessa Casa e, per un'esperienza non esattamente positiva con il lettore CD della stessa Azienda (ronzio di rete in uscita), non mi sentirei tranquillo a consigliartelo senza averlo provato. A questo punto la scelta spetta a te, se fossi disposto a sacrificare flessibilità e comodità scegli il Dayton, altrimenti l'Auna.
Una possibile alternativa ai due potrebbe essere, intorno ai 180€, un Cambridge Audio Topaz AM5. Qualora invece volessi aprire la porta al mercato dell'usato (recente) io credo che con 150€ un Rotel o un NAD di qualche anno fa li possa prendere in considerazione. Non avresti il vantaggio della garanzia e del possedere un oggetto nuovo, ma avresti il plus di un prodotto molto più facilmente rivendibile degli altri citati sinora.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Klipsch Heresy
Ciao Lucio,
pemettimi il tu, è la terza volta che ti scrivo, ma la prima per un consiglio. Vengo ai fatti, mi sono innamorato delle Klipsch Heresy, bel woofer da 30 in cassa chiusa e sezione medio-alti a tromba (ottime per il Rock, oh yeah!). Bè, allora, che vuoi da me? Prendile e goditele, dirai ... Certo che si, conosco il suono Klipsch, ho una coppia di RF 62 in sala, ma, da innamorato del basso secco, anche se non profondo, di una bella sospensione pneumatica, ho deciso di fare un passo verso il "vintage" come la musica che ascolto prevalentemente, ossia Led Zeppelin, Cream, Hendrix, Bloomfield, ecc. ma anche buon Blues, Rock e compagnia bella che si rifanno ai classici di Johnson, Korner, Diddley, Waters e via cantando. Ok, cosa vuoi da me??? Dirà il buon Lucio.
Ebbene, sono combattuto tra le III e le leggendarie, per me, I, quelle con il mobile in multistrato, i magneti in Alnico ed i crossover "regolabili", tu, se fossi in me, che faresti? Non dirmi di metterle a confronto nel mio ambiente, perché prima dovrei prendere una coppia di I e poi, nel caso, rivenderla, questo mi è impossibile, posso fare un solo acquisto per volta e, a distanza di tempo, ho paura che non saprei fare confronti corretti.
Ma tu, e sottolineo tu, confidando nel cuore, cosa faresti? Secondo me, se suono vintage deve essere, che sia...
Aiutooo!
Michele - E-mail: barbaraemichele (at) gmail.com

LC
Caro Michele,
innanzitutto io mi auguro che tu una coppia di Heresy le abbia già ascoltate e con attenzione perché è vero che sono Klipsch ma è altrettanto vero che la serie RF in tuo possesso, realisticamente, ha un basso più presente e profondo. Non farti ingannare dalle dimensioni del woofer! Tanti ci sono cascati e ci sono rimasti male. Le Heresy, nonostante il woofer da 30 cm, in basso sono abbastanza avare. Diciamo pure che cominciano a calare in maniera consistente già a partire dai 60 Hz, una performance che uno si aspetterebbe da woofer molto, molto più piccoli. Ci sono bookshelf moderni con woofer da 16 che scendono di più e hanno più energia in basso!
Il punto è che le Heresy sono diffusori con grandi woofer, in litraggio ridotto e ad altissima sensibilità. Si tratta sempre di una coperta corta: quel che ottieni in termini di sensibilità lo perdi in estensione. Inoltre, non bisogna dimenticare che le Heresy nacquero come canale centrale, per cui l'estensione in basso era un parametro di progetto assolutamente irrilevante.
Ti consiglio di ascoltarle con attenzione, perché potresti restare deluso se ti aspettassi più basso delle tue RF62. Quanto alla scelta tra prima e ultima serie non so aiutarti, conosco le differenze tecniche, non le ho mai ascoltate a confronto. A mio parere una coppia di Cornwall potrebbero essere più adatte e ti farebbero rimpiangere meno i tuoi attuali diffusori, lato basse frequenze.
Se, invece, tu le avessi già ascoltate e conoscessi BENE i loro pregi e i loro immancabili limiti, lasciati pure guidare dal cuore, prendi il modello vintage e goditele. Prima, però, assicurati delle buone condizioni dei drivers e dell'originalità degli stessi.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

HiFi made in Italy
Gentile Direttore,
sono appassionato di hi fi da quando avevo 18 anni, ed a 55, sia pure fra alti e bassi, non ho ancora smesso di cercare "l'impianto assoluto". Da poco ho dovuto cambiare i miei diffusori causa trasloco in abitazione con stanza più piccola (punto di ascolto molto più vicino di prima ai diffusori).
Messomi alla ricerca la mia scelta è caduta su una coppia di .... italiani come quelli che avevo prima (ma di marca molto meno blasonata).
Bene, in questo frangente, gira che ti rigira su internet, ho scoperto (oltre TNT Audio, che trovo splendido strumento di informazione e conoscenza) che c'è una intero comparto industriale, quello dell'hi fi, che in Italia offre prodotti meravigliosi spesso (non sempre) a prezzi molto convenienti; potrei fare il nome di Sonus Faber, Opera, Aliante, Audel, Mel Audio, Rosso Fiorentino, Astri, Audio Analogue, Hexelion, Musical Technology, Monrio, Unison Research, Diapason, Goldnote, AM Audio, Synthesis Art In Music, ecc. ecc.
E qui il motivo della mia lettera: credo che Lei, in quanto persona cui tanti si rivolgono per un parere (non voglio usare termini come "guru" o "maitre a panser", che sembrerebbero una presa per il k....), potrebbe fare del bene alle aziende italiane consigliando i loro prodotti, senza per questo venire meno alle doti di oggettività ed alla finalità di dare una buon consiglio che La caratterizzano e che contraddistinguono il giornalista veramente LIBERO.
Forse Lei ha la possibilità di fare molto per il ns. povero Paese, martoriato e derubato da una classe politica di delinquenti.
Ci rifletta, per favore.
Migliori saluti e complimenti per la rivista!!!
Tommaso - E-mail: tommond59 (at) gmail.com

LC
Caro Tommaso,
non so da quanto tempo tu segua TNT-Audio e quanto abbia potuto apprendere della nostra filosofia di pensiero. Non hai forse notato che nelle pagine che elencano le recensioni dei prodotti, quando si tratta di prodotto italiano a fianco c'è una bandierina del nostro Paese, quasi a voler evidenziare che trattasi di prodotto che merita un'esposizione particolare. Consiglio sempre prodotti italiani, quando questi lo meritano! Una semplice occhiata ai nomi ricorrenti anche su questa Rubrica della Posta ti convincerà di questo. Tra quelli che appaiono più spesso Indiana Line, Audio Analogue, Aliante, Opera, Sonus Faber...
Occorre però fare una precisazione: non tutto ciò che crediamo sia Made in Italy in realtà lo è. Molte volte si tratta di prodotti progettati in Italia e realizzati in Estremo Oriente, altre volte di prodotti cinesi veri e propri semplicemente rimarchiati. Quanto acquistare tali prodotti aiuti davvero l'industria e l'economia italiane non è dato sapere, certamente molto meno di quanto tu possa pensare. L'autarchia va benissimo, specie in un momento storico come questo, purché sia VERA e non di facciata e solo fintanto che il prodotto Made in Italy è concorrenziale con il resto del mercato, altrimenti la scelta si trasforma in autogol. E già, perché portando alle estreme conseguenze il tuo ragionamento dovremmo acquistare sempre e comunque automobili italiane, anche quando la produzione interna palesemente non riesce a essere concorrenziale con ciò che viene realizzato all'estero. E anche le tanto amate vetture italiane...non crederai che siano tutte realizzate in Italia? Più spesso in Polonia, ad esempio. E i pezzi? Quelli provengono da ogni parte del mondo!
Per l'HiFi non è diverso, difficilmente troverai altoparlanti italiani nei diffusori italiani! Insomma, come vedi, essere autarchici per davvero è difficile. Possiamo provarci, e noi ci proviamo tutte le volte che ne vale la pena, ma non in maniera acritica. Non sono nostre le responsabilità per lo sfascio economico di questo Paese e, francamente, i pochi soldi che ci restano facciamo bene a spenderli dove ci conviene di più. Sarò cinico, ma la penso così.
Grazie per il prezioso spunto!
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Buongiorno Lucio,
dopo averti chiesto consiglio ho proceduto all'acquisto del dac e precisamente il Vdac Musical Fidelity, per il motivo che ho trovato un'occasione in un negozio in centro italia da Audio Armonie a 135 euro.
Ebbene dopo due giorni è arrivato e dopo un po' di settaggi ho collegato il dac all'impianto, avendo in precedenza installato il sistema operativo Linux da voi consigliato con il bel desktop di fluxbox. Bella interfaccia che usa pochissima memoria della cpu.
Il pc invece è di recupero da un amico che inciampando l'ha buttato in terra spaccando lo schermo e non volendolo più vedere me lo ha regalato. Devo dire che subito aveva un suono molto dettagliato ma stancante, quindi ho fatto un po' di prove e regolato il crossover elettronico con incroci e livelli leggermente diversi (a valle ho tre ampli in classe T) più che altro regolazioni sui volumi dei singoli ampli, notando un netto miglioramento nei giorni successivi.
Devo dire che dopo alcuni giorni mi pare di notare delle differenze dal dac precedente pur ottimo dal punto di vista del dettaglio qual'era era il pro dac 707, ma carente dal punto di vista dei bassi, d'altronde quando manca un po' di profondità in basso un componente risulta molto più cristallino e dettagliato...(vedi che impariamo dalle recensioni :-)). Quindi non starò a pontificare su argomenti che non so bene valutare ma le cose che mi pare siano positive sono l'estensione in basso migliore e un dettaglio come dire più di qualità, come a sentire se la registrazione lo permette i tocchi delle dita sulle corde o piccole sfumature..ecco questa è la mia modesta impressione che abbinata al prezzo pagato mi sembra più che equo. Quindi grazie ancora dei consigli e a risentirci quando avrò finito il garage officina...
Dimenticavo, mi sapresti dire come mai su hd tracks ci sono dei cd in alta qualità che non si possono scaricare? Per esempio un cd degli Smashing Pumpkins dice che non è valido per tutte le regioni ..e quindi non si scarica...
Un saluto,
Stefano - E-mail: prazstefano (at) tiscali.it

LC
Caro Stefano,
sono felice che sia così soddisfatto del nuovo acquisto! Come saprai, ho sempre sostenuto che le differenze tra sorgenti digitali di prezzo non troppo diverso siano piccole, spesso difficili da identificare con precisione. A mio parere per fare salti qualitativi importanti è necessario che le classi di prezzo di due sorgenti digitali siano abbastanza distanti tra loro.
Per quanto riguarda HDtracks, immagino che alcuni dischi (DVD?) abbiano una sorta di protezione per area geografica. Il sistema riconosce la zona di provenienza dell'IP della tua connessione internet e blocca il download. Credo siano semplicemente questioni legate ad accordi internazionali di royalties.

Dalle provocatorie sperimentazioni della settimana scorsa un bel salto in avanti (carpiato) per atterrare nel 2013, con questa Flashback della band hiphop underground/hardcore italiana DSA Commando, dal loro ultimo lavoro Le Brigate della Morte. Fa piacere vedere un po' di rap davvero antagonista, in Italia, e non le patetiche sceneggiate per fare colpo sui dodicenni.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su
YouTube. Buon ascolto e play absolutely loud!

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